venerdì 18 settembre 2009

“Todos somos Evo”, anche Vattimo nel libro dedicato a Morales


“Todos somos Evo”, anche Vattimo nel libro dedicato a Morales

La Paz, 18 set (Velino/Velino Latam) - “Todos somos Evo” (Tutti siamo Evo). Così si intitola il libro che raccoglie opinioni e commenti di leader internazionali, intellettuali e uomini dello spettacolo sul presidente boliviano Evo Morales. L’opera dello scrittore cubano Pedro de la Hoz è stata presentata, a La Paz, dal vicepresidente Alvaro Garcia Linera come un testo sul “boliviano più famoso al mondo” in cui si “riconoscono” i suoi compatrioti. A esprimere la loro opinione su Morales ci sono leader politici come il venezuelano Hugo Chávez, il russo Dimitri Medvedev e l’iraniano Mahmud Ahmedinejad, ma anche l’attore Benicio del Toro, lo scrittore José Saramago e il politico-filosofo Gianni Vattimo.

8 commenti:

Adele ha detto...

Anche io , anch'io voglio scrivere la mia opinione sul “Todos somos Evo”
Eccola qui:
Magari avessimo anche noi un altro Evo, con un maglione d'Alpaca che disdegni le sfilate in passerella con bandane,cappellini da ferroviere, berretti da finto operaio, caschi del vigile del fuoco... Invece siamo sempre nello stesso Medio Evo, dove il Principe sfila come gli pare e piace e i sudditi-spettatori applaudono.

pedro navaja ha detto...

Non me en vorrà Vattimo se rimetto questo commento finalmente al suo posto (con qualche integrazione). Non ho letto la tua intervista su un tipico prodotto del “culto alla personalità” come “evo somos todos” (e non “todos somos evo” come diffuso in Italia, almeno secondo l'agenzia di stampa ufficiale boliviana). Non capisco che conoscenze tu abbia di Evo Morales (altro tipico esempio dell'egolatria al potere come il nostro silvio), ma certo non avendolo letto, formulerò eventualmente il mio giudizio a suo tempo. Sospetto comunque che questa conoscenza sia la stessa di Adele la quale cade con Morales (non me ne voglia) nel facile tranello a cui ha fatto cadere silvio gli italiani. Certo l'erba del vicino sembra, comesisuoldire, sempre più verde. Invece cara Adele, cambi il casco da pompiere, e metti il maglione di alpaca, ma il contenuto è lo stesso (magistratura asservita al potere, mezzi di comunicazione che diffondono solo veline ufficiali, corruzione, polizia de esercito ovunque, distruzione dell'ambiente, opportunisti e nuovi ricchi, narcotraffico, ecc). Su questo naturalmente, a richiesta, posso illustrare con lusso di dettagli la situazione in Bolivia nell'era evo. Per ora mi son fatto una risata vedendo ieri la presentazione ufficiale a La Paz della nuova bibbia: caro Vattimo sei diventato, nella bocca del vicepresidente che è l'intellettuale del governo, “sgiani vátimo” (accento sulla a) filosofo francese...Vabbè, poi il vicepresidente si è corretto e sei tornato italiano.

Adele ha detto...

Caro Pedro , mi spiace tu non abbia colto la mia ironia. "L'erba del vicino" mi è sembrata sì più verde , ma non in termini assoluti, è più verde in termini relativi ( rispetto all'Italia). Significa che se la Bolivia , in termini di democrazia fa dei progressi, in Italia la democrazia ristagna. Possiamo dire che Prodi o Ciampi non siano stati la stessa cosa di Berlusconi? Sì? Allora abbiamo fatto dei passi indietro.
Allo stesso modo(marzullianamente) facciamoci quest'altra domanda e diamoci una risposta: possiamo dire che i precedenti presidenti boliviani siano stati migliori di Morales? Dalla risposta che mi sono data ,ho dedotto che mentre nel prato boliviano spunta dell'erba con po' di clorofilla, il praticello italiano, ahimè, si inaridisce sempre di più.
Inoltre, anche se consideriamo sia Silvio che Evo due autocrati, non possiamo dire che sono la stessa cosa. Le differenze vanno specificate, sennò non si comprende la natura ideologica intrinseca che caratterizza un tipo di regime rispetto ad altri.

Adele ha detto...

NB. Attenzione Pedro, che ho citato Ciampi riferendomi alla sua breve carica di Presidente del Consiglio (dal 1993 1994), quindi come capo dell'esecutivo e non come capo dello Stato . L'Italia , come tu sai ha una forma di governo parlamentare. E anche su questo aspetto, è abbastanza anomalo che un Presidente del consiglio di una democrazia parlamentare si comporti, di fatto, come se fosse stato legittimato non solo direttamente dal popolo, ma addirittura in modo plebiscitario. Tu capisci che c'è differenza fra forma di governo parlamentare e presidenziale, ma ancor di più, fra una forma di governo presidenziale e una presidenzialista.

pedro navaja ha detto...

Prima parte.
Cara Adele , meriteresti una risposta articolata, più pensata e forse complessa di quella che posso offrirti ora. Purtroppo non ho ora molto tempo, ma non voglio lasciar senza un modesto chiarimento il tuo messaggio.
Probabilmente hai ragione. Nonostante il suo autoincenso, effettivamente silvio è quasi certamente uno dei peggiori primi ministri dall'unità d'Italia. Forse evo non merita tanto, ma anche lui, con la sua corte di ruffiani (all'esterno sembra dato credere che prima di evo vigesse l'oblio in Bolivia) non è certo dei migliori presidenti nei quasi 200 anni di cosidetta vita indipendente della Bolivia. Quindi effettivamente sembra più facile, anche perchè sei più vicina hai fatti italiani, trattare il prodotto silvio (la negazione assoluta) che evo (con ancora dei margini di dubbio).
Sul fatto che siano o meno la stessa cosa...si: ho usato una forma forse un po' troppo semplificata, anzi, matematica “Cambiando l'ordine degli addendi il prodotto non cambia”. Nonostante questo credo di saper differenziare ancora una posizione di destra da una di sinistra. Ma conto anche di riuscire a collocare i fatti nel contesto storico (per non andare troppo lontano: per esempio non credo si possano usare i parametri odierni, come per esempio fa certa destra, per giudicare certe violenze di ex partigiani nell'immediato dopoguerra). Per quanto io sia sicuramente di sinistra, ed ammetta che in passato (e forse anche ora) abbia vissuto di facili ottusità ideologiche, devo dire che è difficile non riconoscere oggi (oggi) la poca differenza che intercorre se la mano che ti bastona, spara o incarcera è rossa, nera o variopinta, se lo fa sulla base dell'oppresione alle idee. Nella Bolivia di Morales si vive oggi (io ci vivo da più di 20 anni) in una specie di stato di polizia, con l'esercito sempre pronto ad intervenire (ma non è l'esercito di una volta, quello golpista: ora è l'esercito pagato da Hugo Chavez...semplifico naturalmente), una parte della giustizia decapitata dal governo e l'altra da lui controllata, una televisione di stato che fa apparire Minzolini e Fede dei teneri dilettanti (anche se qui c'è da dire che alcune televisioni private possono considerarsi oppositrici a Morales), ecc.

pedro navaja ha detto...

Seconda parte.
Ma la cosa più importante da segnalare sarabbe forse la cosidetta politica di cambio: salute, educazione, diritti umani, terra, ambiente, ecc. Qui, cara Adele, caro Vattimo (che certamente non puoi conoscere la politica di “cambio”), è qui dove l'inganno internazionale, la mistificazione di evo con la “chompa”, umile visitante di teste coronate europee, ha avuto più successo, e qui dove le similitudini tra evo e silvio sono forse più palesi: silvio controlla che le casette in abruzzo abbiano buon legno, mentre le famiglie stentano a far quadrare i bilanci e la disoccupazione avanza; evo regala 15 euro all'anno agli studenti, ma non esiste nessuna politica o riforma strutturale della scuola in un paese dove gli studenti si diplomano ancora tutti in “bachiller en humanidedes” (è come se in Italia vi fossero solo licei classici, e nessun istituto tecnico, artistico, formativo).
Il cosidetto populismo, cara Adele, caro Vattimo, è uguale in Italia come in Bolivia, usa gli stessi mezzi, gode degli stessi consensi (perchè di ciò tratta il populismo), e provoca anche gli stessi danni.
Infine, se vogliamo, una differenza chiara tra evo e silvio c'è: evo è considerato, in modo bipartisan, a destra come a sinistra, un importante e influente personaggio della politica mondiale (vedi Time), mentre silvio oramai è al capolinea internazionale, molto confinante con una vera berlina (esposizione cioè al pubblico ludibrio: ieri in tutto il sudamerica i notiziari informavano dell'arresto di colui che procurava prostitute al magnate: è facile immaginare la ricaduta della notizia per i poveri connazionali emigrati nel continente).
Ti lascio infine con un fatto di sangue. Qualche mese fa 3 stranieri (guarda i paradossi: in Bolivia, come nell'italia di Bossi, i colpevoli sono sempre stranieri: il rumeno locale è sempre peruviano) vennero ucciso in un hotel con l'accusa di terrorismo. Dopo l'intervento delle teste di cuoio boliviane, che avrebbero potuto prenderli vivi, i corpi dei tre furono lasciati nel suolo dell'hotel 15 ore...a putrefarsi...senza l'interveto di un medico a certificarne la morte. I tipi morirono dissanguanti non si sa in quanto tempo. Neanche la polizia franchista, nello scontro a fuoco con Salvador Puig, che pure uccise in quell'occasione un loro collega, lasciò dissanguare quel che oggi verrebbe definito “il terrorista ferito” (va detto che poi il tribunale militare fece di Puig l'ultimo “garrotado” nelle prigioni di Franco, ma appunto stiamo parlando del caudillo che dopo la guerra civile fece fucilare senza processo almeno 40 mila persone). Eccoti un link sulla questione dove potrai leggere anche altre amenità sulla Bolivia di Evo...peccato per l'ennesimo esempio di culto della personalità a cui ha partecipato anche Gianni Vattimo! http://forum.la7.it/Topic1124820-4-1.aspx.

Adele ha detto...

Caro Pedro, grazie per la tua esaustiva risposta. Questi elementi che tu aggiungi sulla realtà boliviana mi portano a fare una riflessione più profonda , meno superficiale. Il mio non voleva essere un giudizio, ma praticamente lo è stato. E’ chiaro che il giudizio che ciascuno di noi attribuisce alle cose è sempre soggettivo , ma in questo caso, può avere un peso per altri, cioè per chi vive in prima persona certi eventi, proprio perché è dentro quella realtà.

Il “non esserci” in un luogo spesso ci fornisce l’alibi della giustificazione quando azzardiamo delle ipotesi. Peggio ancora,quando giudichiamo in base a una comune opinione che diamo per scontata e, senza riflettere , parliamo in nome di un’oggettività. Mi rendo perfettamente conto che così facendo, spesso, come in questo caso, si legittima un esercizio del potere che vessa gli uomini che lo subiscono.

E’ vero Pedro, oggi che abbiamo preso maggiore coscienza sulle “facili ottusità ideologiche” -che tu hai vissuto e, permettimi di aggiungere, che molti, in una misura o nell’altra, sono costretti da sempre a subire- siamo giunti a condannare, senza distinzioni, qualsiasi mano armata di bastone, al di là del suo colore politico. Pur tuttavia, siamo dei recidivi,caro Pedro, e tanto più ci dichiariamo inconsapevoli, tanto più risultiamo colpevoli.
Ci scandalizziamo davanti a un potere esercitato in maniera illegale e arbitraria, ma chiudiamo gli occhi se “ il principe” è colui il quale innalziamo come guida del cambiamento. Anche il peggior tiranno che abbiamo eletto assurge al mito eroico, se porta avanti le nostre utopie .

Quindi, per quel che mi riguarda, se anche Morales usa la violenza e l’inganno come metodo politico, non posso che esser d’accordo con te Pedro, e associarmi alla tua condanna . Anch’io sono di sinistra e profondamente liberale. “Il culto della personalità” non fa parte del mio credo politico.
Al contrario, credo che la politica debba sempre orientarsi verso il culto della persona umana, della libertà di ognuno, della libertà spirituale e materiale... della felicità di ogni uomo. E se il fine di ogni azione politica è l’uomo coi suoi valori, i suoi bisogni, i mezzi usati non possono divergere dal fine.

Adesso vado a scoprire cosa contiene il link che mi proponi .
Grazie ancora.Ciao Pedro

Ricardo Milla ha detto...

Caro Profesore Vattimo:

Per un pensiero alternativo, io sto d'accordo con questo libro su Morales. Spero che sia un pensiero così nel mio paese: Perù, che un paese vicino Bolivia.

Saluti,
Ricardo.