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mercoledì 12 ottobre 2011

Video-intervista di Torino Spiritualità, 2011

Un video-intervista a Vito Mancuso e al sottoscritto in occasione dell'incontro di Torino Spiritualità (dal canale Youtube di Torino Spiritualità 2011).


VITO MANCUSO, GIANNI VATTIMO: "Credere sul limite" con Marco POLITI.
L'esperienza del mondo è così mutata rispetto al passato che avere fede oggi (senza mettere a tacere il pensiero) provoca non poche perplessità: su Dio, sul suo rapporto con l'uomo, sulla vita della Chiesa. Queste perplessità sono tali da imporre un cambiamento della fede quale è stata definita dalla tradizione, sia a livello di dottrina sia di spiritualità. Si potrebbe af- fermare che solo cambiando il Cristianesimo potrà tornare a essere "vangelo", cioè una buona notizia.

lunedì 3 ottobre 2011

Torino spiritualità, duello Vattimo-Mancuso

La spiritualità è per trentamila
La Stampa - Torino, 3 ottobre 2011. Di Letizia Tortello

L’unico neo i posti in piedi ma l’amministrazione comunale e la Regione pensano alla prossima edizione che sarà “diffusa” sul territorio: «Stiamo ragionando su alcune sedi nei quartieri di periferia. L’importante è trovare i fondi»

Se c’è una frase del Vangelo, ripresa da Sant’Agostino, che proprio non si addice a Torino Spiritualità è il «Compelle intrare», cioè «costringi a entrare». In quattro giorni, 30 mila persone hanno gremito le sedi degli 85 incontri del festival, sul tema non facile della Genesi e dell’Apocalisse, per un totale di 109 relatori. Nel momento in cui si tirano le somme, sono i numeri quelli che balzano agli occhi.

La kermesse festeggia la sua settima edizione con il sold-out. Tanto che ieri, all’uscita dal Carignano, tra strette di mano e incoraggiamenti a proseguire negli anni futuri, Antonella Parigi risponde all’unica «lamentela» del pubblico: «Perché sono così piccole le sale delle conferenze? Per evitare code inutili, non si potrebbero aumentare i posti?». Dentro al Teatro si sta svolgendo il dibattito clou dell’ultima giornata, il duello intellettuale su Dio tra il teologo Vito Mancuso e il filosofo Gianni Vattimo. Non c’è un palchetto con un posto ancora libero. Per un primo pomeriggio che, nonostante l’argomento non proprio da ammazzacaffè, ha regalato ai presenti un confronto colto, a suon di tesi contrapposte sull’idea divina, e anche sonore risate. «Parli come un conquistatore spagnolo! - dice Vattimo a Mancuso - Il tuo dio personale e privato non esiste. E’ come l’idea dell’Onu». E il teologo ribatte: «L’uomo ha sete di religiosità. Religione in latino significa legarsi al respiro di questo mondo, che è armonico e buono».

E giù applausi all’uno o all’altro, come se sul palco si stesse consumando un match. In sala anche l’assessore alla Cultura del Comune Maurizio Braccialarghe, sempre presente ai principali appuntamenti del festival, a cominciare dalla maratona d’incontri sull’esegesi biblica di sabato. «Questa manifestazione merita di crescere - ha commentato -. Dovremo fare lo sforzo di individuare nuovi spazi. Mi rincresce vedere cento persone che aspettano fuori e non potranno entrare. Mi piacerebbe che ci si concentrasse anche maggiormente sulle altre forme di spiritualità». La sua ricetta: «Torino Spiritualità richiede più giorni, magari meno incontri, più diffusi sul territorio, soprattutto nelle circoscrizioni».

Non sono bastati a contenere la folla la Chiesa di San Filippo Neri, il Circolo dei lettori, una traboccante Cavallerizza Reale, le Carceri Le Nuove e 15 altri luoghi sparsi per la città. Lanciando un ponte sull’edizione 2012, anche l’assessore regionale Michele Coppola condivide la strada del suo omologo: «Dobbiamo portare i dibattiti sempre più nelle zone periferiche, parlo anche di quartieri come Mirafiori, Barca o Bertolla.

Ragionerò insieme al Comune su come fare». Certo, in qualche modo dovranno aumentare in proporzione i finanziamenti, che quest’anno hanno contato su un budget di 370 mila euro. Anche se, su questo fronte, una spinta d’incoraggiamento l’ha data il pubblico, che si è dimostrato a sorpresa soddisfatto di mettere mano al portafogli e pagare per la prima volta un non esiguo biglietto d’ingresso.

venerdì 30 settembre 2011

Torino spiritualità: l'Europa, il tramonto di Spengler, la scienza


Vattimo, dialoghi sull’Apocalisse
Soltanto l’Europa si sente al tramonto
La Repubblica - Torino, 28 settembre 2011. Di Enzo Carnazza

Torino Spiritualità 2011, tema: il senso della Fine, del limite; il bisogno e la paura di un'Apocalisse intesa come rivelazione dei tempi ultimi. Ne parliamo con Gianni Vattimo, filosofo, docente universitario e parlamentare europeo.
Non è significativo che proprio in questo momento, caratterizzato da crisi finanziarie e sociali molto serie, si torni a parlare di Apocalisse, sia pure nei termini filologici di Rivelazione più che nel senso corrente di catastrofe attesa?
«Ci si chiede: ha senso parlare in questi termini oggi? E che cosa dobbiamo ricavare da questo modo di vedere il mondo? In realtà non mi stupisce affatto che si parli del nostro tempo in termini escatologici. Le epoche che avvertono il cambiamento si sentono sempre tutte all'ultima spiaggia. Non si sa dove si vive, non si in quale direzione ci si muove. Per questo ci si sente apocalittici. D'altra parte, non è una novità. Dal 1945 al 1955 il mondo ha vissuto sotto l'incubo della bomba atomica e la sensazione di una fine vicina non era affatto meno acuta. Negli Anni Novanta del secolo scorso accadde la stessa cosa. È una caratteristica della modernità. Quando i tempi cambiano velocemente, per le scoperte scientifiche per esempio, accade di sentirsi inadeguati».
Non solo paura, ma anche bisogno di cambiamento, allora.
«Certamente. E infatti tanto più constatiamo l'assenza di cambiamento, tanto più vengono esasperati i termini escatologici di cui parlavamo. Perché la verità è che non cambia mai niente. Guardi, quando mi assento dall'Europa magari per una settimana senza la possibilità di leggere i giornali, torno e trovo tutto esattamente come prima. Il tempo sembra scorrere rapido, ma in realtà il cambiamento non c'è».
La svolta che non c'è ne rende urgente il bisogno?
«Da cultore di Heidegger, sostengo che l'Essere ti cambia. Ma non c'è nessun Evento in grado di cambiare la nostra vita».
Non c'è qualche cosa di specifico nel senso di smarrimento dei giorni nostri, soprattutto se confrontato con le paure della metà del secolo scorso?
«La diversità fondamentale è che queste paure sono limitate all'Occidente, direi all'Europa. Il senso di smarrimento di cui parliamo non c'è in Cina, non c'è in India. Meno che mai lo riscontriamo in America Latina, dove al contrario c'è una grande fiducia nel futuro. E tuttavia l'epoca attuale richiama per certi versi gli anni Venti del secolo scorso. Crisi della finanza, globalizzazione, incertezza diffusa, segnali di xenofobia. Le ultime scoperte, sia pure da confermare, sulla velocità dei neutrini mettono il crisi la fisica di Einstein non meno di quanto Einstein stesso mise in crisi il sapere scientifico dell'epoca precedente».
L'uomo dunque non spera più di migliorare?
Oswald Spengler
«Se ci limitiamo all'Europa, è vero quel che lei dice. Il nostro sembra essere un mondo dal quale non ci si possono aspettare miglioramenti. Oswald Spengler scrisse nel 1918 Il Tramonto dell'Occidente: c'è qualche cosa di simile a noi nell'uomo descritto da Spengler. Un uomo che non spera di migliorare, ma che punta a conservare semplicemente quel che ha. Un mondo al tramonto. Ma, ripeto ancora, questo può essere vero soltanto per questo mondo, per questa Europa. Il resto del pianeta è un'altra cosa. Anche perché gli eventi non davano ragione a Spengler. Lei parlava di Einstein. Non so se sia un caso che la teoria della relatività generale nasca a Zurigo negli stessi anni in cui proprio a Zurigo emergono le avanguardie artistiche. Erano espressioni di un mondo che stava cambiando».
Non le sembra eccessivo il ruolo attribuito alla scienza e alla tecnica, ormai tentate di dire la loro anche in discipline riservate fino a ieri a filosofi e teologi?
«Guardi, il ruolo della scienza è favorito dal prestigio sociale degli scienziati. Le tecniche e la finanza muovono risorse economiche che premiano il loro lavoro a scapito delle altre discipline. Basta vedere che cosa accade nelle nostre Università: le Facoltà umanistiche non hanno un centesimo, ormai. Lo scienziato oggi è un divo, ma solo per il prestigio sociale di cui gode, per gli interessi economici e finanziari collegati alle sue attività. Non per la capacità della scienza di offrire risposte all'uomo del nostro tempo».

venerdì 17 settembre 2010

Torino Spiritualità

Dal Venerdì di Repubblica, di oggi:

A Torino torna di casa la spiritualità
Cinque giorni di dialoghi sulle religioni, e non solo. Torna, dal 22 al 26 settembre, Torino spiritualità. Tra gli ospiti della rassegna, giunta alla sesta edizione, Antonio Sciortino (giovedì 23), il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, i teologi Vito Mancuso ed Enzo Bianchi, i filosofi Gianni Vattimo e Maurizio Ferraris.
La kermesse è dedicata quest'anno alla Gratuità, con incontri sugli sprechi alimentari e una "cena collettiva" per mille persone in piazza Carignano, in collaborazione con Slow Food e Last Minute Market, prima tappa delle Giornate europee contro lo spreco.

giovedì 17 settembre 2009

Margini


Margini

Si inaugura in questi giorni una settimana di iniziative intitolata "Torino spiritualità". Conferenze, esercizi di meditazione, presentazione di libri e illustrazione di figure di mistici - non solo cattolici o cristiani, anche rappresentanti di altre religioni. Tutto questo mentre impazzano tra Bari, Roma e la Sardegna le escort (leggi puttane) dell'utilizzatore finale (leggi puttaniere) Silvio Berlusconi. Qual è qui il fenomeno marginale? La mignottocrazia berlusconiana, tinta del razzismo "cristiano" della Lega, oppure la settimana di spiritualità torinese? E ancora, a proposito di eventi "marginali": il 16 settembre, mentre un Parlamento Europeo disincantato e distratto rieleggeva Barroso presidente della Commissione europea, consapevole che questo era un ennesimo scacco all'autorità e vitalità del Parlamento (unica istituzione europea eletta direttamente dai cittadini), in una piccola aula del palazzo di Strasburgo si ricostituiva, poiché siamo a inizio legislatura, l'intergruppo sul benessere e la conservazione degli animali, questi nostri fratelli muti, con cui condividiamo tanti problemi di sopravvivenza. Una boccata di aria non mefitica, da Torino e da Strasburgo, libera anche forse perché spira nei margini, sfugge all'attenzione dei poteri forti, ma come la vecchia talpa scava loro la fossa.

Gianni Vattimo

mercoledì 22 luglio 2009

Torino spiritualità 2009


Torino Spiritualità 2009, sono tra gli ospiti (forse qualcuno di voi era presente alla prima edizione, credo nel 2005: partecipai a una bella lezione del compianto Rorty, al Carignano). Naturalmente, vi informerò meglio più in là: in ogni caso, si terrà dal 23 al 27 settembre, e il tema è quello del dis-inganno. Tutte le informazioni (ancora preliminari) qui sotto:




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