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lunedì 28 febbraio 2011

Proposta di risoluzione comune sull'uccisione di David Kato (Uganda)


Proposta di risoluzione comune


presentata a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, del regolamento

in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi

Verts/ALE (B7‑0133/2011)

ALDE (B7‑0143/2011)

ECR (B7‑0145/2011)

GUE/NGL (B7‑0146/2011)

PPE (B7‑0149/2011)

S&D (B7‑0150/2011)


16 febbraio 2011


sull'Uganda: l'uccisione di David Kato


Michèle Striffler, Cristian Dan Preda, Alain Cadec, Tunne Kelam, Elena Băsescu, Monica Luisa Macovei, Eija-Riitta Korhola, Filip Kaczmarek, Bogusław Sonik a nome del gruppo PPE
Michael Cashman, Corina Creţu, Ana Gomes a nome del gruppo S&D
Kristiina Ojuland, Marietje Schaake, Sophia in 't Veld, Sonia Alfano, Ramon Tremosa i Balcells, Renate Weber, Leonidas Donskis, Jens Rohde, Louis Michel, Frédérique Ries, Gianni Vattimo, Sarah Ludford, Marielle De Sarnez, Alexandra Thein a nome del gruppo ALDE
Raül Romeva i Rueda, Ulrike Lunacek, Judith Sargentini, Nicole Kiil-Nielsen, Bart Staes, Keith Taylor, Jean Lambert a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock a nome del gruppo ECR
Rui Tavares, Marie-Christine Vergiat, Eva-Britt Svensson, Cornelia Ernst a nome del gruppo GUE/NGL

Il Parlamento europeo,

– visti gli obblighi e gli strumenti internazionali in materia di diritti umani, compresi quelli che figurano nelle convenzioni dell'ONU sui diritti umani e nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, le quali garantiscono i diritti umani e le libertà fondamentali e vietano la discriminazione,

– visto l'accordo di partenariato firmato il 23 giugno 2000 a Cotonou tra i membri del gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro (accordo di Cotonou), riesaminato a Ouagadougou il 23 giugno 2010, nonché la clausola sui diritti umani in esso contenuta, segnatamente all'articolo 8,

– visti gli articoli 6, 7 e 21 del trattato sull'Unione europea (TUE) che impegnano l'Unione e i suoi Stati membri a sostenere i diritti umani e la libertà fondamentali e a predisporre strumenti per lottare contro la discriminazione e le violazioni dei diritti umani a livello dell'UE,

– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare l'articolo 21, il quale vieta la discriminazione basata sulle tendenze sessuali,

– viste tutte le attività dell'UE collegate alla lotta contro l'omofobia e la discriminazione basata sulle tendenze sessuali,

– viste le sue precedenti risoluzioni sull'omofobia, la protezione delle minoranze e le politiche contro la discriminazione,

– viste le sue risoluzioni del 17 dicembre 2009 sulla proposta di legge contro l'omosessualità in Uganda e del 16 dicembre 2010 sulla cosiddetta «legge Bahati» e la discriminazione nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) in Uganda,

– vista la dichiarazione resa il 17 maggio 2010 dal vicepresidente/alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton e dal Presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek alla Giornata internazionale contro l'omofobia,

– vista la dichiarazione del 28 settembre 2010 dell'Assemblea parlamentare ACP sulla coesistenza pacifica delle religioni e l'importanza attribuita al fenomeno dell'omosessualità nel partenariato ACP-UE,

– vista la dichiarazione resa il 6 dicembre 2010 in risposta della dichiarazione ACP da membri dell'UE all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE su iniziativa dei gruppi PPE, S&D, ALDE, Verde/ALE e GUE/NGL nel Parlamento europeo,

– vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE del 3 dicembre 2009 sull'integrazione culturale e la partecipazione dei giovani,

– visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,

A. considerando che il 26 gennaio 2011 David Kato Kisule, difensore dei diritti umani e personalità rilevante del gruppo Sexual Minorities Uganda per i diritti di gay e lesbiche e della comunità LGBT in generale, è stato brutalmente ucciso in Uganda,

B. considerando che David Kato era stato in precedenza citato in giudizio e aveva vinto il processo contro il giornale locale Rolling Stone, che il 9 ottobre e il 15 novembre 2010 aveva pubblicato un elenco di nominativi, con dati personali e fotografie, di oltre cento presunti omosessuali, tra cui David Kato, con l'incitazione ad aggredirli e impiccarli,

C. considerando che il 3 gennaio 2011 la corte suprema dell'Uganda ha sentenziato che il giornale Rolling Stone aveva violato il diritto costituzionale di tutti i cittadini alla dignità e alla riservatezza privata, specificando che neppure la legislazione vigente in Uganda contro l'omosessualità poteva essere intesa come circostanza attenuante per aggressioni o uccisioni di omosessuali, considerando che dopo la sentenza della corte suprema David Kato Kisule ha denunciato un'intensificazione delle minacce e delle intimidazioni,

D. considerando che il copresidente dell'Assemblea paritetica UE-ACP, il presidente della sottocommissione per i diritti dell'uomo, il Presidente del Parlamento europeo, i responsabili della missione UE a Kampala, il Presidente e il Segretario di Stato degli Stati Uniti, l'Alto commissario per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite e altre personalità della comunità internazionale hanno reso omaggio a David Kato in quanto difensore dei diritti umani e sollecitato le autorità dell'Uganda a portare dinanzi alla giustizia i responsabili,

E. considerando che il Parlamento europeo, organizzazioni non governative internazionali e rappresentanti di governo dell'UE e degli USA hanno ripetutamente espresso preoccupazione per la situazione delle persone LGBT in Uganda, esposte a discriminazioni e persecuzioni, nonché per l'incitamento all'odio contro persone LGBT da parte di esponenti e organizzazioni della sfera pubblica e privata in Uganda,

F. considerando che il gruppo di cui faceva parte David Kato si è pubblicamente opposto al disegno di legge contro l'omosessualità (Anti Homosexuality Bill), presentato al parlamento ugandese dal deputato David Bahati il 25 settembre 2009, il quale prevede la reclusione da sette anni all'ergastolo nonché la pena di morte per gli atti omosessuali; considerando altresì che, a norma del citato disegno di legge, chi omette di dichiarare l'omosessualità di un figlio o di un paziente è punito con la reclusione fino a tre anni; considerando che la proposta è tuttora all'esame,

G. considerando che le persone LGBT in Uganda, nonché le persone di cui il Rolling Stone ha pubblicato fotografia e dati personali, che successivamente sono stati diffusi alla radio e alla televisione, si trovano ora in pericolo effettivo di essere perseguitati e in gran parte sono ora senzatetto, disoccupati, costretti a evitare luoghi pubblici e a nascondersi,

H. considerando che in Africa l'omosessualità è legale soltanto in 13 paesi ed è reato in 38 paesi; considerando che in Mauritania, Somalia, Sudan e Nigeria del nord l'omosessualità è punita con la pena di morte; considerando che dirigenti politici e religiosi estremisti, tra gli altri, incitano alla violenza contro le persone LGBT, mentre le autorità tollerano e lasciano impuniti i crimini commessi sulla base delle tendenze sessuali, considerando altresì l'aumento costante delle discriminazioni, degli arresti arbitrari o dei maltrattamenti basati sulle tendenze sessuali,

1. condanna fermamente la brutale uccisione di David Kato Kisule, difensore dei diritti umani in Uganda;

2. invita la autorità ugandesi a precedere a un'indagine approfondita e imparziale sull'omicidio e a portare dinanzi alla giustizia i responsabili, procedendo in tal modo anche per ogni altro atto di persecuzione, discriminazione e violenza contro persone LGBT e tutti gli altri gruppi minoritari; sollecita le autorità ugandesi a effettuare indagini sugli individui che hanno pubblicamente incitato all'uccisione di David Kato, nonché sulle loro organizzazioni, ruoli e fonti di finanziamento;

3. deplora il silenzio delle autorità ugandesi in merito ai discorsi discriminatori nei confronti di omosessuali e mette in risalto i loro obblighi a norma del diritto internazionale e dell'accordo di Cotonou, segnatamente il dovere di proteggere tutte le persone da minacce e violenze contro di loro, indipendentemente dalle tendenze sessuali o dall'identità di genere;

4. ribadisce, in occasione delle elezioni generali e presidenziali previste il 18 febbraio 2011, la necessità di impegnarsi contro la repressione dell'omosessualità e di adottare misure appropriate per far cessare le campagne di stampa omofobe e ogni discorso di incitazione all'odio contro una comunità minoritaria o di giustificazione generica di simili atti compiuti sulla base del genere o delle tendenze sessuali;

5. invita il governo ugandese ad assicurare alle persone LGBT e a tutti gli altri gruppi minoritari in Uganda una adeguata protezione dalla violenza e ad adottare azioni tempestive contro tutti i discorsi di minaccia o odio atti a incitare alla violenza, alla discriminazione o all'ostilità contro le persone LGBT;

6. rinnova in detto contesto la sua condanna del disegno di legge Bahati contro l'omosessualità e invita il parlamento dell'Uganda a depenalizzare l'omosessualità e a respingere in ogni circostanza l'applicazione della pena capitale; si associa all'appello del 10 dicembre 2010 del Segretario generale dell'ONU Ban Ki per la depenalizzazione universale dell'omosessualità;

7. denuncia ogni tentativo volto a istigare all'odio e sostenere la violenza contro i gruppi minoritari, compresi quelli sulla base del genere o delle tendenze sessuali; si associa all'appello che l'organizzazione di David Kato (SMUG) e altre organizzazioni hanno rivolto alle autorità e ai dirigenti politici e religiosi, nonché ai mezzi di informazione, affinché pongano fine alla stigmatizzazione delle minoranze sessuali e alle spinte verso un clima di violenza contro le persone LGBT;

8. sollecita la Commissione e gli Stati membri a inserire i militanti LGBT nei rispettivi programmi a sostegno dei difensori dei diritti umani; invita le organizzazioni non governative in Uganda a cooperare con la coalizione ugandese per i diritti umani e con le organizzazioni LGBT;

9. invita l'UE e gli Stati membri a far sì che la rispettiva politica estera, compresa la loro politica di cooperazione e di sviluppo, nei confronti dei paesi terzi, in relazione tanto alle autorità che alle ONG, tenga in debita considerazione la situazione di diritti umani di tutti i gruppi minoritari, comprese la persone LGBT, al fine di assicurare che in tale ambito siano compiuti progressi concreti; invita la Commissione, il Consiglio e il servizio europeo per l'azione esterna a fare pieno uso dello strumentario per la promozione e la tutela dell'esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) nell'ambito delle relazioni con l'Uganda, fornendo piena protezione ai militanti LGBT in Uganda e sostenendone le attività; invita la Commissione a inserire tali problematiche nella tabella di marcia contro l'omofobia la cui l'elaborazione è stato sollecitata dal Parlamento europeo(1);

10. esprime profonda preoccupazione perché donatori internazionali, organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative, organizzazioni umanitarie e mediche dovrebbero riconsiderare o cessare le proprie attività in taluni settori ove il progetto di legge fosse approvato e rileva che la Germania ha deciso di bloccare la metà dei 33 milioni di dollari di aiuto esterno destinati al Malawi a causa della criminalizzazione dell'omosessualità e delle restrizioni alla libertà di stampa, con successivo rifiuto degli Stati Uniti di erogare oltre 350 milioni di dollari di aiuto estero al Malawi in assenza di ulteriori colloqui sulla legge che limita le libertà individuali;

11. ribadisce la sua adesione ai diritti umani universali e rammenta che le tendenze sessuali sono un ambito che rientra nella sfera del diritto individuale alla riservatezza nei termini in cui essa è garantita del diritto internazionale sui diritti umani, secondo cui occorre tutelare l'uguaglianza e la non discriminazione e va garantita la libertà di espressione e ricorda alle autorità ugandesi i loro obblighi a norma del diritto internazionale e dell'accordo di Cotonou, il quale stipula che devono essere rispettati i diritti umani universali;

12. invita gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a ribadire il principio che per le persone esposte a rischio di persecuzione e di trattamenti inumani e degradanti tale aspetto va considerato ai fini dello statuto di rifugiato;

13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente/alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Presidente della Repubblica dell'Uganda, al presidente del parlamento ugandese, all'Assemblea legislativa dell'Africa orientale, nonché all'Unione africana e alle sue istituzioni.

mercoledì 30 dicembre 2009

Proposta di risoluzione comune sulla proposta di legge contro l'omosessualità in Uganda

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
presentata a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, del regolamento in sostituzione della proposta di risoluzione presentata dai gruppi: S&D (B7‑0259/2009) ALDE (B7‑0260/2009) ECR (B7‑0261/2009) Verts/ALE (B7‑0262/2009) GUE/NGL (B7‑0263/2009) PPE (B7‑0265/2009) sulla proposta di legge contro l'omosessualità in Uganda
Michèle Striffler, Monica Luisa Macovei, Cristian Dan Preda, Eija-Riitta Korhola, Maurice Ponga a nome del gruppo PPE
Michael Cashman a nome del gruppo S&D
Sophia in 't Veld, Frédérique Ries, Alexandra Thein, Renate Weber, Sarah Ludford, Gianni Vattimo, Marielle De Sarnez, Louis Michel a nome del gruppo ALDE
Ulrike Lunacek, Raül Romeva i Rueda, Jean Lambert, Judith Sargentini, Eva Joly a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannocka nome del gruppo ECR
Eva-Britt Svenssona nome del gruppo GUE/NGL

Risoluzione del Parlamento europeo sulla proposta di legge contro l'omosessualità in Uganda

Il Parlamento europeo,
– visti gli obblighi e gli strumenti internazionali in materia di diritti umani, compresi quelli previsti dalle convenzioni ONU sui diritti dell'uomo e dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, che assicurano il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e proibiscono la discriminazione,
– visto l'accordo di Cotonou e le sue disposizioni in materia di diritti umani, in particolare l'articolo 9,
– visti gli articoli 6 e 7 del trattato sull'Unione europea e l'articolo 19 del trattato che istituisce la Comunità europea, che impegnano l'Unione europea come pure gli Stati membri ad affermare i diritti umani e le libertà fondamentali e prevedono strumenti di lotta contro la discriminazione e le violazioni dei diritti umani a livello europeo,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare l'articolo 21, che proibisce la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale,
– visto il complesso delle attività che l'Unione europea svolge al fine di combattere l'omofobia e la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'omofobia, la tutela delle minoranze e le politiche antidiscriminatorie, in particolare la risoluzione del 18 gennaio 2006 sull'omofobia in Europa, quella del 15 giugno 2006 sull'intensificarsi della violenza razzista e omofoba in Europa e quella del 26 aprile 2007 sull'omofobia in Europa,
– vista la riunione della commissione per gli affari politici dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE svoltasi a Luanda il 28 novembre 2009,
– vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE del 3 dicembre 2009, sull'integrazione sociale e culturale e la partecipazione dei giovani,
– visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che il 25 settembre 2009 il deputato David Bahati ha presentato al parlamento ugandese una proposta di legge contro l'omosessualità denominata "Anti Homosexuality Bill 2009",
B. considerando che la proposta di legge prevede l'introduzione di pene più severe al fine di criminalizzare l'omosessualità e punire con l'ergastolo o la pena di morte le persone ritenute lesbiche, gay, bisessuali o transgenere,
C. considerando che la proposta di legge comprende una disposizione in base alla quale qualsiasi persona, anche eterosessuale, che non segnali entro 24 ore l'identità di tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali o transgenere che conosce, o che sostenga i diritti umani di persone che lo sono, è passibile di reclusione fino a un massimo di tre anni,
D. considerando che il progetto di legge in questione prevede l'annullamento, per l'Uganda, di tutti gli impegni internazionali o regionali assunti dal paese che siano reputati in contraddizione con le disposizioni di tale progetto di legge,
E. considerando che la legge è già stata condannata dal Commissario europeo De Gucht, dai governi britannico, francese e svedese, come pure dal Presidente degli Stati Uniti Obama e dal presidente e dal vicepresidente della commissione per gli affari esteri della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti,
F. considerando che il progetto di legge è stato denunciato da organizzazioni non governative di tutto il mondo e nella stessa Uganda come un grosso ostacolo alla lotta contro l'HIV e l'AIDS nella comunità omosessuale,
G. considerando che in Africa l'omosessualità è legale soltanto in 13 paesi ed è un reato punibile in 38 paesi, tra i quali la Mauritania, il Sudan e la Nigeria settentrionale che prevedono per l'omosessualità addirittura la pena di morte, e che l'approvazione di una legge siffatta in Uganda potrebbe avere effetti a cascata su altri paesi africani, nei quali le persone sono o potrebbero essere perseguitate in ragione del loro orientamento sessuale,
1. sottolinea che l'orientamento sessuale è una questione che rientra nella sfera del diritto individuale alla vita privata, garantito dalla legislazione internazionale in materia di diritti umani, secondo cui l'uguaglianza e la non discriminazione dovrebbero essere promosse e la libertà di espressione garantita; condanna pertanto la proposta di legge del 2009 contro l'omosessualità;
2. chiede quindi alle autorità ugandesi di non approvare la proposta di legge e di rivedere la legislazione nazionale allo scopo di depenalizzare l'omosessualità;
3. ricorda al governo ugandese i suoi obblighi secondo il diritto internazionale e l'accordo di Cotonou, che invita al rispetto dei diritti umani universali;
4. ricorda le dichiarazioni della Commissione africana per i diritti dell'uomo e della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani secondo cui uno Stato non può, attraverso la legislazione nazionale, venir meno agli obblighi internazionali assunti in materia di diritti dell'uomo;
5. è estremamente preoccupato per l'eventualità che i donatori internazionali e le organizzazioni non governative e umanitarie debbano riconsiderare o cessare le loro attività in determinati settori se la proposta diventerà legge;
6. respinge fermamente qualsiasi iniziativa volta all'introduzione della pena di morte;
7. chiede al Consiglio e alla Commissione un intervento urgente presso le autorità ugandesi e, qualora la proposta di legge fosse adottata e si verificassero violazioni della legislazione internazionale in materia di diritti umani, di riconsiderare l'impegno nei confronti dell'Uganda, proponendo inoltre un altro paese come sede della conferenza di revisione dello Statuto di Roma in programma per il 31 maggio 2010;
8. chiede alla Commissione, al Consiglio e agli Stati membri di analizzare la situazione nei paesi terzi per quanto riguarda le esecuzioni, la criminalizzazione o la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e di adottare misure concertate a livello internazionale per promuovere il rispetto dei diritti umani in tali paesi attraverso mezzi opportuni, inclusa la collaborazione con le ONG locali;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Presidente della Repubblica dell'Uganda e al Presidente del parlamento ugandese.

MOTION FOR A RESOLUTION
15 December 2009
with request for inclusion in the agenda for the debate on cases of breaches of human rights, democracy and the rule of law
pursuant to Rule 122 of the Rules of Procedureon
Uganda: anti homo sexual draft legislation
Sophia in 't Veld, Frédérique Ries, Alexandra Thein, Renate Weber, Sarah Ludford, Gianni Vattimo, Marielle De Sarnez, Louis Michelon behalf of the ALDE Group
European Parliament resolution on Uganda: anti homo sexual draft legislation

The European Parliament,

having regard to international human rights obligations and instruments, including those contained in the UN conventions on human rights and in the European Convention on Human Rights and Fundamental Freedoms, guaranteeing human rights and fundamental freedoms and prohibiting discrimination,

having regard to the Cotonou Agreement and human rights clauses contained therein,

having regard to Articles 6 and 7 of the Treaty on European Union (TEU) and Article 13 of the EC Treaty, which commit the EU, as well as the Member States, to uphold human rights and fundamental freedoms and which provide means at European level to fight discrimination and human rights violations,

having regard to the Charter of Fundamental Rights of the European Union, in particular Article 21 thereof, which prohibits discrimination based on sexual orientation,

having regard to all EU activities to fight homophobia and discrimination based on sexual orientation,

having regard to its previous resolutions on homophobia, protection of minorities and anti-discrimination policies and notably to those of 18 January 2006 on homophobia in Europe and of 15 June 2006 on the increase in racist and homophobic violence in Europe resolution of 26 April 2007 on homophobia in Europe,

having regard to the ACP-EU JPA committee on political affairs meeting in Luanda on 28 November 2009,

having regard to the ACP-EU resolution of 3 December 2009 on social and cultural integration and participation of young people,

having regard to Rule 122(5) of its Rules of Procedure,

A. whereas on 25 September 2009 David Bahati MP tabled the "Anti-Homosexuality Bill 2009" before the Ugandan Parliament,
B. whereas the proposed law foresees the introduction of harsher penalties to criminalize homosexuality and punish those alleged to be lesbian, gay or bisexual (LGBT) with life imprisonment or the death penalty,
C. whereas the draft bill includes a provision that could lead to the imprisonment for up to three years of anyone, including heterosexual people, who fail to report within 24 hours the identities of everyone they know who is lesbian, gay, bisexual, or transgender, or who supports human rights for people who are,
D. whereas the bill provides for Uganda to nullify any of its international or regional commitments that it deems in contradiction to the provisions of the proposed bill,
E. whereas the bill has already been condemned by President Obama, the Chair and Vice-chair of the US House of Representatives' Committee on Foreign Affairs, Commissioner De Gucht as well as the British, French and Swedish Governments,
F. whereas the proposed law has been denounced by Non-Governmental Organisations around the world and in Uganda itself as a major obstacle in fighting HIV/AIDS,
G. whereas the bill has been called for and supported by some religious leaders and groups, which led to an internal debate on the issue,
H. whereas in Africa homosexuality is legal only in 13 countries, while it is punished in 38 countries, with Mauritania, Sudan, and northern Nigeria foreseeing also the death penalty, and the approval of such law in Uganda could have spill-over effects on other African countries, where persons are or could be persecuted because of their sexual orientation,
I. whereas Uganda will host the Assembly of States Parties to the Rome Statute, which includes all 27 EU Member States, for its first ever Review Conference, starting 31 May 2010,

1.
Underlines that sexual orientation is a matter falling within the remit of the individual right to private life, guaranteed by international human rights law, according to which equality and non‑discrimination should be promoted, whilst freedom of expression should be guaranteed; in this context, condemns the "anti-homosexuality bill 2009";
2.
Consequently calls on the Ugandan authorities not to approve the bill and to review their laws so as to decriminalize homosexuality;
3.
Calls on political and religious leaders and groups to express their opposition to the persecution of persons on the basis of their sexual orientation;
4.
Reminds the Ugandan Government of its obligations under international law and under the Cotonou Agreement, which calls for universal human rights to be respected;
5.
Recalls statements by the African Commission and the UN Human Rights Committee that a state cannot, through its domestic law, negate its international human rights obligations;
6.
Is extremely concerned that international donors, both governmental and non-governmental, would have to reconsider or cease their activities in certain fields should the bill pass;
7.
Strongly rejects any moves to introduce the use of the death penalty;
8.
Calls on the Council, the Commission and the Member States to raise the issue with Ugandan authorities and, should the criminalization of homosexuality stay and breaches of international human rights law take place, reconsider their diplomatic relations and engagement with Uganda, including proposing another location for the Rome Statute Review Conference;
9.
Calls on the Commission, the Council and the Member States to analyse the situation in third countries in relation to executions, criminalization or discriminations based on sexual orientation and to take concerted international action to promote the respect of human rights in those countries through appropriate means;
10.
Instructs its President to forward this resolution to the Commission, the Council, the President of the Republic of Uganda and the speaker of the Ugandan Parliament.