mercoledì 20 febbraio 2013

Elezioni, Vattimo: “Un voto di resistenza antimontiana”

18/02/13, Micromega

colloquio con Gianni Vattimo di Rossella Guadagnini


Gianni Vattimo
Il countdown è cominciato. La settimana che manca al voto significa per i partiti l’ultima occasione per rafforzare le proprie posizioni, conquistare gli indecisi, contrastare la spinta all’astensionismo. L’incognita del Senato pesa come un macigno sulla formazione del futuro governo. Nella convulsa campagna elettorale cui abbiamo finora assistito due sono le novità: Beppe Grillo con il M5S e Antonio Ingroia con Rivoluzione Civile. E il resto? E’ noia, secondo il filosofo Gianni Vattimo, che spiega a MicroMega come sulle politiche economiche ci sia ben poco di diverso tra le proposte di Bersani e quelle di Monti. Per scongiurare un futuro di conflitti sociali, avvisa l’europarlamentare Idv, serve una forte affermazione delle componenti della sinistra, a partire da Rivoluzione Civile.


Destra e sinistra: qualcuno sostiene che siano concetti obsoleti, non più in grado di descrivere la realtà, specie per i giovani.

La differenza tra destra e sinistra è l’unica cosa in cui possiamo ancora credere. Destra e sinistra oggi sono più vive che mai e si vede benissimo. La destra, in questo momento, significa Europa, Monti, banche e messa in ordine dei conti. Uno schieramento che domina perché ha il controllo dei media. La sinistra, invece, significa più politica sociale, meno disuguaglianze, sostegno ai diritti civili e una patrimoniale seria. Il patto con la Svizzera per il rientro dei capitali, noi non l’abbiamo fatto. L’hanno fatto Inghilterra e Francia, tassandoli al 20 per cento. La destra ha una natura darwiniana e razzista: vuole usare le differenze naturali per lo sviluppo. La sinistra vuole correggere le differenze naturali in modo che tutti possano competere cominciando dallo stesso livello. 

martedì 12 febbraio 2013

Procreazione assistita: la Corte di Strasburgo respinge il ricorso italiano sulla legge 40. Una vittoria laica

Pubblichiamo dal sito dei Radicali Italiani


Il 28 agosto del 2012 la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva dichiarato lesiva dei diritti umani la legge 40/2004, che vieta l'accesso alla fecondazione assistita per le coppie fertili, ma portatrici di malattie trasmissibili. Il governo italiano aveva presentato ricorso in difesa della Legge 40, ma l'11 febbraio 2013 la Corte lo ha respinto in via definitiva.
Nella sentenza si constatava che la legge 40 viola l'art 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo relativamente al rispetto della vita familiare e dichiara, sulla base di documenti e relazioni scientifiche, che tale legge non può coesistere con altre che consentono diagnosi prenatali e pre-impianto, confermando ciò che alcuni tribunali ordinari italiani avevano già rilevato.
L'eurodeputato Alde-Idv Gianni Vattimo
L'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca aveva presentato un intervento nel procedimento insieme alle associazioni di coppie infertili Amica Ciogna, Cerco un Bimbo e l'Altra Cicogna, a supporto dei ricorrenti Costa-Pavan, difesi dall'avvocato Nicolò Paoletti. L'intervento era stato sottoscritto da oltre sessanta parlamentari di diversi schieramenti politici e si era arricchito dell'istanza che l?associazione coscioni aveva inviato alla corte europea in collaborazione con 4 europarlamentari: Niccolò Rinaldi, Andrea Zanoni, Gianni Vattimo di Alde-Idv e Gabriele Albertini del Ppe-Pdl.

venerdì 8 febbraio 2013

Il Festival Sete Sóis Sete Luas presentato al Parlamento europeo

Pubblichiamo qui di seguito l'articolo apparso qualche giorno fa su Il Tirreno in relazione alla visita della delegazione del Festival Sete Sóis Sete Luas alla Commissione per la Cultura e l'Istruzione del Parlamento europeo, patrocinata dall'eurodeputato del gruppo ALDE Gianni Vattimo


di Andrea Lanini, Il Tirreno

L'onda del Festival Sete Sóis Sete Luas non è solo un azzeccato marchio di fabbrica, un grazioso logo. Oltre a snodarsi in forma di mosaico sui muri esterni dei tre Centrum attualmente in attività (a Pontedera, a Ponte de Sor, a Frontignan) come sintesi della vicinanza, del dialogo dei popoli del Mediterraneo e delle loro radici culturali, oltre a comparire elegante e sinuosa su dépliant e manifesti come simbolo dell'energia propulsiva di un progetto ventennale, quel flusso di valori e saperi attraversa fisicamente, concretamente, paesi e confini, scavalca barriere linguistiche, arriva a lambire il fulcro delle istituzioni europee, scombinandone allegramente i cerimoniali, i rigidi protocolli, le sperimentate abitudini, seducendone gli autorevoli esponenti, portando con sé, a cavallo della propria cresta schiumosa, i suoni del folklore, le note di antichissimi canti, il carattere schietto di terre lontane, di affascinanti tradizioni.


giovedì 7 febbraio 2013

Vattimo y la crisis


por Andrés Ortiz-Osés (filósofo español)


Es mérito de Gianni Vattimo haber criticado al capitalismo contemporáneo mucho antes de su crisis actual, cuando aparecía como arrogante y casi invencible. Pero en su último libro, escrito con su discípulo Santiago Zabala, el filósofo italiano afila sus argumentos críticos no sólo contra el capitalismo sino también contra la democracia liberal, a la que nuestros autores denominan irónicamente la “democracia emplazada”: emplazada como una empalizada o “fuerte” frente a sus adversarios débiles o debilitados tachados de comunistoides o anarcoides. Pues bien, nuestros autores recogen el reto y se declaran sin complejos como comunistoides y anarcoides, representantes de un comunismo siquiera débil por cuanto pasado por la hermenéutica relativizadora.

Evo Morales, Lula y Hugo Chavez
El libro que comentamos de Vattimo y Zabala se titula precisamente Comunismo hermenéutico (Herder, Barcelona 2012), y en él se defiende frente a la democracia capitalista un comunismo débil. Hablar de comunismo hoy resulta obviamente provocativo de lo establecido, pero también convocativo de la izquierda dispersa, evitando el término conservador de comunitarismo, así como el más atrabiliario de comunalismo. Sin duda los autores agitan el fantasma del comunismo como un espectro o daimon, capaz de poner en solfa al neoliberalismo imperante. Un tal espectro tiene hoy el aspecto del socialismo latinoamericano propio de Lula, Chávez, Morales y demás socios del nuevo comunismo democrático en Sudamérica.

martedì 5 febbraio 2013

Eco è sempre Eco

31/01/2013, L'Espresso
di Gianni Vattimo

Due fasi nel pensiero del grande intellettuale? No. Leggendo la raccolta degli "Scritti sul pensiero medievale", dice il filosofo, si nota la coerenza del metodo. Tomista.



Dovremo dunque riconoscere che c'è un primo Eco e un secondo Eco, così come si parla comunemente di un primo e secondo Heidegger o di un primo e secondo Wittgenstein? Una questione rilevante, perché è certo che uno degli elementi che tengono viva la ricerca su un autore, e dunque la fortuna delle sue idee, oltre alla mole del suo eventuale "Nachlass" di inediti da scoprire decifrare, pubblicare (Nietzsche, Benjamin come sommi esempi), è anche la questione dell'eventuale evoluzione o trasformazione interna del suo pensiero, con tutti i risvolti biografici e storico-generali (qui soprattutto Heidegger: il secondo Heidegger è nato con la scelta nazista?).


A tutte le ragioni della già stragrande popolarità di Eco se ne aggiunge dunque una che finora non era apparsa, e ciò accade principalmente con la pubblicazione, nella collana Bompiani del Pensiero occidentale diretta da Giovanni Reale, dei suoi "Scritti sul pensiero medievale". Sono 1.332 pagine di testi che, partendo dalla tesi di laurea (uscita nel 1956) su "Il problema estetico in Tommaso d'Aquino" (discussa a Torino sotto la guida di Luigi Pareyson) e fino alla "Intervista (immaginaria) a Tommaso d'Aquino" per il "Corriere della Sera", (2010) includono tutto (o solo probabilmente tutto) l'Eco medievalista, costituendo una sorpresa non solo per i lettori dei suoi scritti più recenti (filosofia, semiotica, romanzi, giornali, enciclopedie e storie della cultura) ma anche per coloro che lo hanno seguito fin dagli inizi della sua carriera di pensatore. (Sia detto tra parentesi, chi scrive fu uno dei primi recensori del libro su San Tommaso e degli studi sull'Estetica medievale negli anni Cinquanta del secolo-millennio scorso. "Quantum mutatus ab illo", dice Enea a Ettore nell'Eneide).