Visualizzazione post con etichetta San Giovanni in Fiore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta San Giovanni in Fiore. Mostra tutti i post

venerdì 26 marzo 2010

Emiliano Morrone chiude la campagna elettorale

Ecco un'intervista al candidato al consiglio regionale calabrese Emiliano Morrone, che invito tutti voi a sostenere in queste elezioni.

SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) - Il 26 marzo, alle ore 21 presso l'Hotel Dino's di San Giovanni in Fiore (Cosenza), il giornalista antimafia Emiliano Morrone, candidato indipendente al consiglio regionale nella lista di Idv della circoscrizione di Cosenza, conclude la sua campagna elettorale. Lo fa in modo insolito, "per indurre - spiega - a una riflessione sul senso del voto e sull'inutile violenza della campagna elettorale in Calabria". Morrone precisa: "Con me ci saranno anzitutto i giovani del movimento 'Il coraggio della parola', che, con autonomia e indipendenza, seguendomi negl'incontri, anche insieme a ragazzi non elettori, hanno voluto dare un segnale di come si può fare politica dal basso, senza deturpare muri e ambiente con manifesti abusivi e affissioni selvagge".

Annunciando la presenza del sassofonista jazz Stefano "Cocco" Cantini, considerato tra i migliori del mondo, Morrone aggiunge: "Parlerà anzitutto la musica, suonata da un maestro del jazz. Seguirà la parola, di denuncia e prospettiva politica. Il nostro impegno è per il futuro dei giovani e il contrasto dell'emigrazione, imposta dalla criminalità e dalla politica del malaffare". Morrone riferisce: "In una realtà come quella calabrese, che nel tempo ha perduto il valore dell'unità e solidarietà, vogliamo dare anche nella forma un segnale di speranza. Ho chiesto quindi a Cantini di suonare pure 'Bocca di rosa', di De Andrè, un brano quasi evangelico che richiama per certi versi l'episodio della Maddalena. Questo per significare che è fondamentale la lotta alla 'ndrangheta, la quale non ha titolari. Col silenzio o con l'accettazione delle logiche del potere, diventiamo complici delle mafie. E' finito il tempo della paura, della schiavitù. La Calabria non è terra delle cosche, lo abbiamo detto anche ieri ad Amantea, in piazza, a voce alta".

Morrone conclude: "Avremo una diretta con i parlamentari europei Gianni Vattimo e Sonia Alfano. I due rappresentano, rispettivamente, la cultura e il movimento attivo e vivo, spontaneo. Alla nostra regione serve, appunto, un movimento culturale che vinca la mentalità del compromesso morale e che non abbia bandiere o colori ma si batta disinteressatamente per il bene d'una terra in ginocchio, i cui giovani sono obbligati a partire dopo gli studi. Con la vigilanza, la fermezza e l'aggregazione civile, impediremo l'uso indebito delle risorse pubbliche. E, mantenendo il coraggio della parola, racconteremo sempre dei problemi e drammi della nostra Calabria. Sono certo che vinceremo".

martedì 23 marzo 2010

Un intervento di Emiliano Morrone

Un intervento di Emiliano Morrone, candidato indipendente a consigliere regionale nella liste di Italia dei Valori della circoscrizione di Cosenza.

La politica italiana è fatta di strategie, ordini di scuderia, contraddizioni, incoerenza, facciata, forma. È l'altro, palese aspetto che la caratterizza, oltre alla promozione di clown, ballerine, lustrini, vuotezza.
In campagna elettorale c'è la convinzione, di candidati e fedelissimi, che uno slogan, un ritocco di foto, una buona comunicazione in generale, una socialità festaiola e leggera valgano a produrre consensi a pioggia, buoni a conquistare il palazzo, di pasoliniana memoria. Tutto fa brodo, allora: svanisce così ciò che conta, la storia del candidato e la sua visione del futuro.
Da Berlusconi in avanti, la politica è diventata «supercazzora», messaggio subliminale, solenne imperativo ipotetico, miraggio indecoroso, culto della propaganda, marketing. Questo nell'intera nazione, distratta dalle seduzioni del piccolo schermo, priva dell'identità di popolo e della consapevolezza della forza collettiva.
In Calabria, dove i fondi pubblici sono spariti come le persone, emigrate, perdute o schiacciate, è certamente ancora peggio. Scorrendo le liste, si trovano cari amici della 'ndrangheta, profittatori, furbetti riciclati, massoni trasversali, campioni dell'affarismo, mangioni santificati, tirapiedi e sognatori.
Giù nella mia terra, conoscendone le risorse, i drammi, il dolore e le logiche, piccolo ho deciso di candidarmi, conscio dei rischi e degli sviluppi d'un passo del genere. Non sono uno che se la tiene, non sopporto aggiustamenti, le azioni di nascosto, la legittimazione di metodi e figure che hanno tolto il sangue e il respiro alla mia gente, che l'hanno piegata, mortificata, distrutta nell'anima.
Vengo dalla società civile, dal mondo dei movimenti e, prima di tutto, sono un narratore. Come tutti i narratori, sogno, immagino un tempo migliore, cioè l'inizio del riscatto. Ma si può narrare solo se si vive, se si è scossi dalla rabbia per come siamo ridotti e per come potremmo essere, solo a volerlo. Si può narrare se si coglie ogni attimo l'inganno che continuiamo a subire: non siamo in democrazia, «Stato» è una parola come «caccia» o «pesca», se le regole si cambiano ad uso di pochi e se corre il sospetto, tante volte la certezza, che abbia tramato contro se stesso, mandando a morte o a rotoli i suoi servitori più integerrimi, i cittadini che lo alimentano col lavoro, l'impegno, il sacrificio.
Vengo dal Popolo delle Agende rosse, che, sorto spontaneamente per iniziativa di Salvatore Borsellino, raccogliendo l'eredità di suo fratello Paolo tenta dal basso d'organizzare quel movimento culturale, auspicato dal grande giudice siciliano, che s'opponga al puzzo del compromesso morale.
Devo riferire pubblicamente, senza nascondere nulla o ricorrere a tatticismi politici, che ho delle perplessità sul progetto di rinnovamento in Calabria che ha in Filippo Callipo il suo riferimento. Perplessità che vanno sciolte senza esitazioni.
Non avrei mai accettato d'affrontare le elezioni, lo sa bene Sonia Alfano con cui ho discusso a lungo, se avessimo ceduto ad Agazio Loiero, che non ho mai condiviso e che ha la responsabilità politica d'aver sciupato cinque anni di governo non producendo il minimo cambiamento nella nostra terra; sempre identica a se stessa, sempre vinta, sempre travagliata e oggi pronta ad essere conquistata da nuovi, si fa per dire, predatori patentati.
Ho il dovere di spiegare apertamente i miei dubbi su Callipo, il quale, mi risulta da una verifica, non ha partecipato a una mia iniziativa elettorale a San Giovanni in Fiore (Cosenza) pur venendo lo stesso giorno nella mia città d'origine e andando in giro con Tommaso Durante, personaggio candidato in una lista comunale di Mario Pirillo, politico che ho sempre avversato per i suoi metodi, perfino denunciandone in rete delle operazioni moralmente riprovevoli a ridosso dell'ultimo voto europeo.
Non me ne abbia nessuno: se Callipo smentisce subito e pubblicamente quanto con carattere di certezza si continua a dire nella comunità di San Giovanni in Fiore, e cioè che la sua mancanza al mio incontro elettorale del 13 marzo scorso, presente in sala Gianni Vattimo e Luigi de Magistris in diretta telefonica, non è stata determinata da diversi orientamenti, da una vicinanza a Durante e Pirillo, io gli confermo con tutto il cuore il mio consenso, la considerazione che gli ho riservato nel mio discorso di quella serata (su You Tube in tre parti, inserito nel canale di Enzo Gigliotti).
Il principio è che noi giovani dell'antimafia civile non possiamo essere servi di nessuno e dobbiamo dare l'esempio reale d'autonomia e fermezza. Nessuno può mandarci in prima linea, usando strumentalmente le nostre facce e le nostre denunce per diffondere l'idea d'un fresco profumo di libertà che per conto nostro perseguiamo senza mezzi, con la semplice passione e la convinzione che vale la pena parlare, scrivere, manifestare, piuttosto che restare indifferenti o in attesa di piccole grazie, facendoci quindi complici d'un sistema marcio.
Perciò, non vorrei essere frainteso: ho solo bisogno d'una netta dichiarazione pubblica di Callipo in merito alla vicenda di San Giovanni in Fiore. Dica che con Pirillo non ha nulla da spartire, punto.
In tempi difficili e problematici per la Calabria, regione a se stante, ciò libererebbe il campo da ogni equivoco e darebbe più coesione e fiducia ai tanti giovani che, come me, scommettono nel valore delle idee e della verità, per cui abbiamo deciso d'appoggiare Callipo, senza alcuna pretesa o calcolo opportunistico.
Emiliano Morrone

venerdì 12 marzo 2010

Fermare l’emigrazione, riprendiamoci la Calabria: incontro a San Giovanni in Fiore

"Fermare l’emigrazione, riprendiamoci la Calabria", incontro pubblico il 13 marzo a San Giovanni in Fiore (Cs) con De Magistris, Callipo, Vattimo ed Emiliano Morrone
I giovani di "Il coraggio della parola" sostengono il progetto politico, dal basso, del giornalista antimafia Emiliano Morrone

"La Voce di Fiore", sabato 13 marzo 2010.

Il prossimo 13 Marzo, nella sala convegni dell’Hotel Dino’s di San Giovanni in Fiore (Cs), si terrà l’incontro pubblico “Fermare l’emigrazione, riprendiamoci la Calabria”, promosso dai giovani del movimento “Il coraggio della parola”, i quali sostengono, autonomamente dai partiti, il giornalista antimafia Emiliano Morrone come candidato indipendente in IdV al consiglio regionale della Calabria, nella circoscrizione elettorale di Cosenza. Interverranno all’iniziativa l’imprenditore Pippo Callipo, candidato alla presidenza della Regione Calabria, il deputato europeo Luigi De Magistris, presidente della Commissione per il controllo dei bilanci in seno al Parlamento UE, il filosofo ed eurodeputato Gianni Vattimo e lo stesso Morrone.
In merito a questo appuntamento, Morrone anticipa: “Con i giovani di ’Il coraggio della parola’, abbiamo voluto dare un segnale forte alla comunità di San Giovanni in Fiore, probabilmente il comune con il più alto tasso di emigrazione e disoccupazione a livello europeo, e all’intera Calabria”.
Morrone aggiunge: ”E’ proprio dalle urgenze dei territori che dobbiamo partire, riconoscendo collettivamente l’esistenza di un rovinoso sistema generale e trasversale di clientele, favori e condizionamento del voto, per cambiare la politica, alimentando il coraggio dell’azione e della svolta radicale”.
Ancora, Morrone dichiara: “La determinazione dei giovani, che comprendono l’importanza di lottare per il futuro della Calabria, la fermezza delle scelte politiche di Callipo, Vattimo e De Magistris e il bisogno diffuso di giustizia, trasparenza e concretezza costituiscono la base fondamentale del nostro progetto politico, che ha l’obiettivo di arginare l’emigrazione, responsabilizzare la società civile, combattere culturalmente la ’ndrangheta, sconfiggere la politica del malaffare che ha devastato e paralizzato la nostra terra”.
Morrone conclude: “Ringrazio profondamente i tanti ragazzi, che, attraverso la rete, mi hanno chiesto d’impegnarmi politicamente ed è soprattutto con loro e per loro che mi spenderò, mai per mio utile, affinché ci siano le condizioni effettive per il lavoro, l’autonomia degl’individui e la possibilità, quindi, di scegliere liberamente da chi farci amministrare, sulla base del curriculum dei singoli, della loro onestà, della loro passione civile, della loro competenza. L’affrancamento dal bisogno e la libertà individuale sono le condizioni essenziali per una legalità reale ed un futuro senza mafie, armate o bianche”.

martedì 21 aprile 2009

Io comunista eretico calabrese voterò per Gianni Vattimo


di Francesco Scarcelli



Sono un comunista eretico calabrese.

Cacciato dai partiti forse perché mi rifacevo troppo alla tradizione del PCI e quindi alla questione morale, alla lotta alle mafie, alla militanza e vicinanza ai lavoratori, ai disoccupati ed ai precari. La sinistra radicale calabrese, come in generale la classe dirigente di questa regione, si è allontanata dai problemi reali e quotidiani degli uomini e donne di Calabria.
Quando insieme ad altri giovani abbiamo convinto Gianni Vattimo a candidarsi a sindaco della nostra città, abbiamo trasformato la campagna elettorale per le comunali di San Giovanni in Fiore, in un denuncia “rivoluzionaria” e libertaria di un certo modo di fare politica, ma soprattutto evidenziato l’ indifferenza del popolo meridionale che continua a girare la testa dall’altra parte.
Gianni Vattimo è venuto qui al sud per mettere sotto i riflettori la degenerazione di queste terre del mezzogiorno e la rassegnazione di troppi, tanti cittadini onesti. Allo stesso tempo però abbiamo dimostrato che esiste una buona fetta di società civile, di ambientalisti, di giovani militanti che non vogliono cedere all’indifferenza e alla rassegnazione. Esiste ancora per fortuna al sud, una parte di Popolo disposto a lottare per i propri diritti e per superare lo stato di cose presenti. Su questo terreno la sinistra calabrese ( più o meno radicale ) sembra aver ammainato ogni vessillo e dimenticato i propri martiri: sindacalisti, giornalisti, militanti e dirigenti del partito comunista calabrese che hanno perso la vita nella lotta per l’uguaglianza, la giustizia e la libertà. Basti ricordare il ritratto dei partiti calabresi fatta da Riccardo Iacona nella sua Viva l’Italia pane e politica. La base degli elettori della sinistra calabrese è allo sbando…incredula e demotivata dalle troppe divisioni e scissioni dettate da arrivismi e qualunquismi.

Io militante della sinistra calabrese voterò per Gianni Vattimo. Conosco la sua onestà ed il suo coraggio di intellettuale che ha voluto comprendere i problemi delle genti del mezzogiorno. Lo ha fatto senza intermediazione, rapportandosi direttamente con il territorio, per capire i problemi dei calabresi in quanto tali, proprio secondo i principi della sua filosofia-ontologica.
Io sindacalista della CGIL voterò per Gianni Vattimo, proprio perchè senza titubanze Vattimo continua e condannare il programma economico del governo Berlusconi senza se e senza ma.
Io libero cittadino del mondo voterò per Gianni Vattimo per le sue battaglie a fianco del popolo palestinese, per i diritti delle coppie di fatto, per il rispetto delle minoranze, per le aspettative degli invalidi e contro ogni forma di discriminazione e disuguaglianza economica e sociale.
Io in quanto laico-credente voterò per Gianni Vattimo per le sue cristiane battaglie contro l’invadenza politica della gerarchia ecclesiastica.

Io in quanto calabrese voterò per chi come Gianni Vattimo ha lodato la lungimiranza del pensiero di Gioacchino da Fiore, dandogli una nuova lettura filosofica e postmoderna, divulgando in Europa ed in tutto il Pianeta il pensiero del monaco Florense: oggi più che mai c’è bisogno di credere ancora una volta che un altro mondo è possibile.
Spero venga eletto al parlamento europeo dove porterà le istanze che lo hanno contraddistinto come uomo, filosofo e comunista.