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lunedì 9 settembre 2013

Vattimo e il TAV

Si pubblica di seguito la lettera di Gianni Vattimo uscita su La Stampa di venerdì 6 settembre a proposito dei rapporti tra l'europarlamentare e il movimento No-TAV


Caro Direttore, 

come ormai antico collaboratore de La Stampa mi sembra giusto chiedere proprio al nostro giornale, che è anche quello di gran lunga più letto nella nostra regione, ospitalità per chiarire  in modo riassuntivo le notizie che mi hanno coinvolto negli ultimi giorni riguardo ai miei rapporti con il movimento No-TAV. Sento l’esigenza di un tale chiarimento anche perché, proprio il giorno prima che io mi recassi in Procura convocato come “persona informata sui fatti”, il procuratore della Repubblica Caselli ha tenuto una importante conferenza stampa che credo riguardasse anche me. 

domenica 18 marzo 2012

Intervista sulle dichiarazioni di Caselli sul movimento "No Tav"


Intervista a Gianni Vattimo sulle dichiarazioni del Procuratore di Torino Giancarlo Caselli sul Movimento "No Tav"

Radio Radicale, Strasburgo: 14 marzo 2012.
Intervista di David Carretta



giovedì 23 febbraio 2012

Sulle contestazioni a Caselli

"LE CONTESTAZIONI? GLI FACCIAMO SOLO PUBBLICITÀ"
La Repubblica, 23 febbraio 2012. Di
Ottavia Giustetti
 
«Abbiamo contestato il procuratore Caselli in tante occasioni ma se volete un'opinione personale gli abbiamo solo procurato tanta pubblicità. Ragazzi, basta così, lasciamogli presentare il suo libro, i suoi spettatori saranno sempre una ventina e non di più. È una pubblicità che non si merita come persona». Alberto Perino, leader del movimento No Tav, ha parlato così ieri, di fronte agli studenti dell'Università di Torino nel corso di una contestata «lezione» nell'aula 10 di Palazzo Nuovo, la sede delle facoltà umanistiche.
Tra il pubblico, oltre ai ragazzi del Collettivo autonomo, sedevano anche attivisti del movimento e il filosofo Gianni Vattimo. «Se potessi fare una domanda al Procuratore però chiederei se pensa che la legge sia come un paio di pantofole che si possono indossare o togliere secondo l´occorrenza - ha detto Perino - gli chiederei perché il poliziotto Luigi Spaccarotella è rimasto in servizio fino al terzo grado di giudizio mentre Giorgio e i No Tav si trovano in carcere?».
Secondo il leader della Valsusa lo Stato sta mettendo in atto una precisa strategia perché teme il movimento, lo sta accusando di antagonismo per poter alzare il livello di scontro e «mettere in atto la stessa strategia che negli anni Settanta è stata adottata contro il movimento operaio». «Ci hanno accusati di insubordinazione militare perché il tendone di fronte al museo è un tendone militare - ha concluso - peccato che non ce ne siano di altro tipo in commercio, lo tingeremo di un altro colore per non destare sospetto».
Anche Gianni Vattimo, che ha preso la parola al termine della lezione come rappresentante del Parlamento Europeo, ha speso parole durissime nei confronti del Procuratore capo di Torino: «Anche durante il fascismo i giudici applicavano la legge italiana - ha detto il filosofo - chiederei a Caselli di giudicare sì secondo la legge, ma con umanità».

mercoledì 1 febbraio 2012

Governo Monti, danni collaterali

Dal mio blog su Il Fatto Quotidiano, 29 gennaio 2012

I danni collaterali del governo tecnico

Non so se stia davvero crescendo la nostalgia per Berlusconi, certo aumenta vistosamente l’insofferenza verso il governo Monti, e anche verso chi, come il Pd, se ne è fatto sostenitore senza se e senza ma. Il sospetto niente affatto inverosimile è che tutto sia un gioco delle parti, quale che sia la consapevolezza degli attori.

La destra maledice Monti, e proprio per questo la cosiddetta sinistra lo difende. In termini elettorali (prima o poi si dovrà pure andare a votare) chi paga il prezzo di questo governo del rigore bancario-fondomonetarista, è il Pd, che finirà per dissanguarsi e per scoraggiare definitivamente il suo elettorato. Il quale ha sopportato finora solo perché terrorizzato dalla grande stampa “indipendente”: se va male alle banche va malissimo a tutti. E così via.

Ma fino a quando durerà questa sopportazione?
In giro per l’Italia ci sono scioperi e agitazioni sociali di vario tipo. Non basta stimolare l’odio per i camionisti e i forconi “infiltrati” dalla mafia, o contro i parlamentari e i loro privilegi. Presto o tardi, anzi già ora, la protesta sociale di padroncini, famiglie monoreddito, mamme che devono badare ai bambini cacciati anzitempo dalle scuole, anziani lasciati senza assistenza sociale, pensionati ridotti a rubare nei supermercati, si farà sentire in modi meno soft.

Quando Di Pietro dice, come qualche tempo fa, che prima o poi ci scappa il morto lo si copre di insulti come se fosse un terrorista; ma intanto il morto ai blocchi stradali dei camionisti ci è scappato, e i pacchi esplosivi alle agenzie delle tasse sono arrivati. I sacrifici che Monti (e Napolitano, e il potere bancario) chiede agli italiani non possono più essere sopportati in nome del governo “tecnico”. O si va a elezioni subito o la situazione sociale non farà che peggiorare. Non è la marcia su Roma, certo; o non ancora. Ma un governo tecnico messo di fronte a tensioni sociali crescenti non diventerà prima o poi, per ragioni puramente “tecniche”, un governo autoritario?

Sono solo ragioni “tecniche” quelle che hanno ispirato l’ondata di arresti di No-Tav ordinata da un magistrato sicuramente democratico come Giancarlo Caselli: non poteva fare diversamente di fronte all’evidenza di azioni violente perpetrate in Val di Susa nell’estate scorsa. Inutile dire che dei gas illegali sparati dalla polizia contro i manifestanti anti-Tav non si sa più nulla; e della illegalità permanente in cui hanno proceduto finora i lavori per la nuova ferrovia – dalla mancata consultazione delle comunità territoriali interessate, alle menzogne spacciate all’Unione Europea per spremerne i fondi, alla militarizzazione della Valle e alla sordità rispetto a tutti i pareri tecnici contrari all’opera – non vi è traccia nei mandati di arresto caselliani. Tutto questo, del resto, è politica, non tecnica, e va tenuto lontano.

Il fatto – non solo questo fatto specifico dei No-Tav, ma del governo tecnico in generale – è che, come si è detto spesso, sbagliando, del fascismo italiano rispetto a quello tedesco, Berlusconi era meglio perché era meno serio. Monti è un rigoroso – anche perché apolitico – esecutore delle regole del sistema. Non per niente il Financial Times lo considera la colonna portante dell’Europa; e Obama lo vede tanto di buon occhio. Miseria, disoccupazione, infelicità crescente in tutti i livelli della società? Danni collaterali.