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domenica 12 dicembre 2010

Interrogazione sull'iniziativa Yasuni ITT nella prospettiva della lotta contro il cambiamento climatico

24 novembre 2010
O-0191/2010
Interrogazione con richiesta di risposta orale
alla Commissione
Articolo 115 del regolamento
Catherine Grèze, Ulrike Lunacek, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jean-Luc Mélenchon, Luis Manuel Capoulas Santos, Renate Weber, Nirj Deva, Luis Yáñez-Barnuevo García, Jean-Pierre Audy, Jürgen Klute, Helmut Scholz, Bernhard Rapkay, Constanze Angela Krehl, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Antolín Sánchez Presedo, Sven Giegold, Raül Romeva i Rueda, Martin Häusling, Gianni Vattimo, António Fernando Correia De Campos, Bernadette Vergnaud, Oriol Junqueras Vies, Gesine Meissner, Dirk Sterckx, Gerben-Jan Gerbrandy, Ilda Figueiredo, Corinne Lepage, Nuno Teixeira, Antonyia Parvanova, Jean-Marie Cavada, Charles Goerens, Pavel Poc, Michael Cashman, Isabelle Durant, Rebecca Harms, Francisco Sosa Wagner, Véronique De Keyser, Jo Leinen, Thijs Berman, Damien Abad, Mariya Nedelcheva, Marie-Christine Vergiat

Oggetto: Sostegno all'iniziativa Yasuni ITT nella prospettiva della lotta contro il cambiamento climatico

L'iniziativa Yasuni ITT, lanciata dal governo ecuadoriano e riguardante un parco naturale considerato riserva mondiale dall'UNESCO, mira a finanziare il non sfruttamento del petrolio del sottosuolo di una zona che ospita una delle più grandi biodiversità mondiali. Inoltre, la zona è abitata da varie comunità indigene, tra cui i popoli Tagaeri e Taromenane che vivono in isolamento volontario.

La rendita petrolifera ecuadoriana rappresenta il 22,2% del PIL dell'Ecuador e il 63,1% delle esportazioni del paese. Il parco Yasuni racchiude 850 milioni di barili di petrolio, ossia il 20% delle riserve totali di petrolio del paese equivalenti a 7,2 miliardi di dollari all'esportazione. Il fondo fiduciario internazionale, istituito il 3 agosto 2010 e amministrato dal PNUD, mira a raccogliere l'importo succitato, per metà dello Stato ecuadoriano, per l'altra metà della comunità internazionale, al fine di investirlo nelle energie rinnovabili nonché nell'occupazione connessa con tali attività. Conformemente al principio consacrato dall'ONU "delle responsabilità comuni ma differenziate" (Dichiarazione di Rio sul cambiamento climatico - 1992), il progetto va considerato come un tentativo innovativo di cambiare il modello di sviluppo.

A seguito dei sostegni annunciati all'iniziativa Yasuni ITT, in particolare da Benita Ferrero-Waldner in veste di commissario europeo per le relazioni esterne il 6 marzo 2009, dalla Comunità andina il 5 febbraio 2010, dai capi di Stato e di governo dei paesi dell'America latina e dei Caraibi il 23 febbraio 2010, dal Consiglio europeo nella dichiarazione del vertice tra la Comunità andina e l'Unione europea il 19 maggio 2010, intende la Commissione sostenere politicamente e dunque finanziariamente l'iniziativa Yasuni ITT? È essa disposta a incoraggiare in tal senso gli Stati membri, le grandi città d'Europa, l'OCSE e tutta la comunità internazionale? È essa disposta, infine, a riflettere sulla valorizzazione e la realizzazione di progetti analoghi all'iniziativa Yasuni ITT nel suo territorio e in altre zone del mondo?

Quali misure può proporre la Commissione al fine di aiutare i paesi in via di sviluppo a salvaguardare le foreste nel rispetto delle popolazioni indigene? Quale meccanismo internazionale, flessibile e basato sull'originalità dei progetti, potrebbe essa presentare, fuori del quadro dell'aiuto allo sviluppo, dei Meccanismi di sviluppo pulito nonché di REDD e REDD+?

Lingua originale dell'interrogazione: FR


sabato 21 novembre 2009

Inserire l’acqua nell’agenda dei negoziati di Copenaghen sul cambiamento climatico

Ecco un'iniziativa che sostengo e che mi piacerebbe sosteneste anche voi:

Inserire l’acqua nell’agenda dei negoziati di Copenaghen sul cambiamento climatico
UN’INIZIATIVA DEL WORLD POLITICAL FORUM

Proposta per un accordo globale per una sostenibilità effettiva

- L’insostenibilità dell’attuale sistema di produzione e di consumo è il risultato sia della crescente rarefazione delle risorse naturali - acqua inclusa - sia dell’aumentato squilibrio nell’accesso ai beni e servizi essenziali e insostituibili per la vita fra esseri umani, gruppi sociali, comunità e paesi.
- È anche una questione di sicurezza regionale e globale, poiché la penuria di risorse idriche porta sempre più a tensioni e potenzialmente a grandi conflitti. Oggi l’insostenibilità è fondamentalmente legata ad una proprietà e ad un uso insopportabili, ingiusti e irragionevoli delle risorse, specialmente dell’acqua.
- Insieme all’aria, al sole e alla terra, l’acqua è un elemento essenziale per la vita. Non c’è vita senza acqua. Il diritto alla vita significa il diritto all’acqua e de facto l’accesso ad essa per tutti.

A queste condizioni,

CHIEDIAMO CHE

La questione dell’acqua venga inclusa come tale nell’agenda dei negoziati della Conferenza di Copenaghen (COP 15).

Riteniamo che i grandi negoziati in corso a livello globale sul futuro dell’Umanità e della vita sul pianeta Terra non possano essere dedicati esclusivamente ai problemi del cambiamento climatico e dell’energia. Per più di 3 miliardi di persone, i problemi più critici sono il cibo, l’accesso all’acqua e la salute. Un nuovo trattato mondiale sul clima, l’ambiente e lo sviluppo deve includere nella sua agenda l’acqua come tema centrale.

La Conferenza di Copenaghen concordi sulla decisione di aprire un processo multilaterale basato sull’ONU per il periodo 2010-2012 per la definizione e l’approvazione di un Protocollo Mondiale sull’Acqua.

La comunità internazionale dispone di tutta la conoscenza e l’esperienza necessarie sul piano politico, economico, sociale, scientifico e tecnico per adattare tale protocollo, grazie in particolare all’importantissimo lavoro svolto dalle agenzie ONU negli ultimi 30 anni in termini di analisi, identificazione e selezione dei problemi, buone pratiche, iniziative, tecniche di misurazione, valutazione e previsione.

La Conferenza di Copenaghen riconosca la necessità e l’urgenza di un Patto Mondiale sull’Acqua, tradotto concretamente in un Protocollo Mondiale sull’Acqua. A questo scopo, la Conferenza dovrebbe sostenere la creazione di una “United Nations Water Authority” (UNWA), strumento efficace per una cooperazione partecipata a livello mondiale nel campo dell’acqua.

L’UNWA assicurerebbe il monitoraggio della situazione riguardo all’uso e al consumo dell’acqua e promuoverebbe la prevenzione/soluzione delle dispute internazionali relative all’acqua. L’UNWA dovrebbe essere dotata di una reale autonomia rispetto agli interessi economici, finanziari e commerciali privati, nonché agli interessi dei paesi più potenti.

Qualunque sottoscrizione in supporto dell’iniziativa da parte di cittadini, organizzazioni e istituzioni, sarà benvenuta. Si prega inviarla a secretariat@theworldpoliticalforum.org.