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giovedì 11 luglio 2013

"Viva la CIA!"

Il filosofo ed eurodeputato Gianni Vattimo risponde alle critiche ricevute per aver abbandonato l’aula plenaria del Parlamento di Strasburgo al grido di “Viva Castro”, in seguito al discorso per l’assegnazione del premio Sakharov a Guillermo Fariñas, noto dissidente cubano.


di Gianni Vattimo

Lascio da parte le coglionerie più evidenti: che sono rimbambito, può anche darsi; e le proposte di mandarmi a Cuba con biglietto di sola andata: grazie, mandino indirizzi e li contatterò in caso. Per il resto, tutti gli interlocutori scandalizzati da ciò che ho detto a Strasburgo la settimana scorsa dovrebbero dare un'occhiata a che cosa continua a fare la CIA con le intercettazioni e i controlli soffocanti, degni esempi della tutela della libertà d'espressione nell'occidente "civilizzato". E' molto probabile che la "talpa" dello scandalo Wikileaks Bradley Manning, anche se dovesse passare il resto della sua vita in cella d'isolamento, non sarà mai insignito del premio Sakharov per la libertà d'espressione. Per non parlare di Edward Snowden...

mercoledì 3 luglio 2013

Premio Sakharov; Vattimo: Posizione Ue su Cuba dovrebbe essere abbandonata

STRASBURGO, 3 LUG - L'Eurodeputato Gianni Vattimo è uscito oggi dall'aula plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo gridando "viva Castro" e salutando con il pugno chiuso in segno di protesta durante la consegna del premio Sakharov per la libertà di pensiero a Guillermo Fariñas, attivista e dissidente cubano. "Fariñas merita il premio per aver difeso coerentemente, e con il metodo non violento dello sciopero della fame, le proprie idee"- spiega Vattimo - "ma la causa per cui si batteva non può essere adottata cosi pedissequamente dall'Unione Europea, come appariva dalla motivazione del premio (ndr: risalente al 2010) letta in aula dal Vicepresidente Pittella. La considerazione di Cuba come uno stato totalitario - conclude - è una posizione atlantica e oltranzista che l'Unione Europea dovrebbe al più presto abbandonare". 


venerdì 31 maggio 2013

Gianni Vattimo a Washington per la liberazione dei 5 cubani


   Danny Glover and Peter Coyote for the Cuban Five

Per il secondo anno consecutivo la campagna internazionale per la liberazione dei 5 arriva negli Stati Uniti, precisamente a Washington, con una fitta agenda d’iniziative che dal 30 maggio al 5 giugno vedranno impegnati giornalisti, intellettuali e politici, arrivati qui da tutto il mondo, tra questi anche una delegazione della Rete dei Comunisti Parlamentari, scrittori, artisti, sindacalisti, leader religiosi, avvocati e giornalisti, provenienti da diversi Paesi del mondo, saranno a Washington per la 2da edizione di questo evento, fitto di incontri e conferenze che esamineranno da diverse angolature il caso vergognoso per la giustizia statunitense dei 5 cubani processati e condannati per la loro attività antiterroristica in Florida.

giovedì 16 maggio 2013

Manifestazione "5 days for the Cuban 5" a Washington

Gianni Vattimo sarà presente alla cinque giorni di manifestazione per la liberazione dei Cuban Five che si terrà a Washington dal 30 maggio al 5 giugno. Insieme all'europarlamentare IdV/Alde ci saranno molti altri intellettuali, politici, scrittori, artisti ed esponenti della società civile e delle organizzazioni internazionali.


Gianni Vattimo sui Cuban Five al Parlamento europeo (17/04/2012)

da Prensa Latina


L'evento che si terrà tra pochi giorni a Washington DC a favore degli agenti dell'antiterrorismo cubano incarcerati da 12 anni negli Stati Uniti "sarà il più importante del 2013 a sostegno della loro causa, organizzato proprio nel cuore dell'impero", ha affermato il portavoce di un gruppo di solidarietà cubano.

sabato 9 ottobre 2010

Seminario a Roma sui Cinque cubani imprigionati per aver scoperto il terrorismo Usa contro Cuba


Seminario a Roma sui cinque cubani imprigionati per aver scoperto il terrorismo Usa contro Cuba

Articolo21
(Francesca Mara Tosolini Santelli)

Domenica 17 ottobre alle 19.00, all'Auditorium Parco della Musica, sala Petrassi, l'Associazione di amicizia Italia-Cuba Circolo di Roma, organizza un seminario internazionale sul caso dei Cinque agenti dell'intelligence cubana da dodici anni in carcere negli Stati Uniti, dopo aver scoperto il terrorismo ideato e organizzato in Florida e messo in atto a Cuba, con oltre tremila morti nel corso degli anni.

Il seminario, coordinato da Gianni Minà, e al quale interverrà Rosa Frijanes, moglie di uno dei prigionieri, Fernando Gonzales, interverranno, fra gli altri, Wayne Smith, ex capo dell'Ufficio di Interessi degli Stati Uniti a l'Avana che alla fine degli anni '70, per conto del presidente Jimmy Carter, trattò un ristabilimento dei rapporti con Cuba, “poi andato in fumo per l'elezione alla presidenza di Ronald Reagan”, e il teologo della liberazione brasiliano Frei Betto, promotore del dialogo aperto negli ultimi anni fra la Revolucion e la Chiesa Cattolica, che ha portato alla recente liberazione di molti dei dissidenti arrestati nel 2003 a Cuba dopo il tentativo fallito del governo di Bush Jr di mettere con le spalle al muro il sistema politico dell'isola. Interverrà anche il prestigioso filosofo Gianni Vattimo, da sempre impegnato in tante battaglie per i diritti civili.

Il destino dei Cinque agenti dell'intelligence cubana, condannati per presunto spionaggio in un giudizio definito “arbitrario” dall'Onu, svoltosi a Miami e poi bocciato dalla Corte di Appello di Atlanta, è sospeso. Dopo il rifiuto ad intervenire della Corte Suprema degli Stati Uniti, ora è infatti nelle mani del presidente Obama che per legge potrebbe risolvere con un gesto politico la questione.
La campagna per la liberazione dei Cinque si sta svolgendo in tutto il mondo, compresi gli stessi Stati Uniti, dove si sono mossi intellettuali come Noam Chomsky e più recentemente un gruppo di artisti fra cui il regista Oliver Stone, l'attrice Susan Sarandon, Elliott Gould, Graham Nash, Ry Cooder, Pete Seeger e perfino Francisco Letelier, nipote dell'ex ministro degli Esteri del governo del leader cileno Salvador Allende, assassinato a Washington nel settembre del '76 dai terroristi di Miami su incarico della DINA, la polizia segreta del dittatore Augusto Pinochet.
I più noti di quei terroristi, Luis Posada Carriles, Orlando Bosch e Santiago Alvarez, sono ancora liberi e protetti a Miami.

venerdì 3 settembre 2010

L'articolo di Jacopo Iacoboni sull'omosessualità a Cuba, da "La Stampa" di ieri.

Il mea culpa di Castro sui gay
e i ricordi dei "pellegrini all'Avana"

E adesso vien da chiedersi cosa significa tutto questo, qual è la storia da cui promana, perché proprio ora e, in definitiva, non è ormai troppo tardi?
Il papa dell’ultimo comunismo, il cubano Fidel Castro, risorge per l’ennesima volta dalle sue presunte ceneri chiedendo scusa per le persecuzioni dei gay. Lo fa in un’intervista al quotidiano messicano «La Jornada», non al leggendario organo di partito cubano «Granma»: «Voglio chiedere scusa agli omosessuali» per averli perseguitati negli anni ‘60 e ‘70 (soltanto?), «se qualcuno è responsabile sono io, non darò la colpa a nessuno». «Personalmente non ho pregiudizi», ma aver spedito migliaia di gay nei campi di lavoro è stata «una grande ingiustizia». A 84 anni, sia l’ultima resurrezione o una patetica svolta senile, è probabilmente un cercato pretesto per indicare al mondo che esiste ancora un posto chiamato Cuba. E la sua storia è inesorabilmente legata a quella, almeno intellettuale, di molti pezzi d’Europa. Italia compresa.
Tra i tantissimi intellettuali che fecero «il viaggio a Cuba», quelli che Paul Hollander chiamò «i pellegrini dell’Avana», Gianni Vattimo, filosofo, comunista, gay, è stato uno dei più assidui. Uno che tenacemente non ha cambiato idea. «L’ultima volta che sono stato a L’Avana ho parlato a lungo con Mariela, la nipote di Castro, che si è spesa per far cessare le leggi omofobe. E sì, tutti i miei amici europei mi dicono “tu a Cuba saresti in galera”. Però vorrei ricordar loro che nel ‘59, quando Castro prese il potere, lasciò ampia libertà ai capi locali. E furono questi, omofobi come forse anche Castro, a volere la repressone, perché omofoba era la società tutta. Le cose peggiorarono ancora all’arrivo dei sovietici. I gay furono attaccati anche come presunte spie, e vissero due stagioni molto dure. Ricordo che il mio amico Reinaldo Arenas, scrittore incarcerato perché gay, divenne un simbolo; ma ricordo anche che esistevano molti gay filocastristi, i quali mi dissero che l’incarcerazione di Arenas era dovuta non alla sua omosessualità, ma a certi suoi adescamenti di minori... Ovviamente non potei mai verificarlo. Lo rammento per dire che esistevano anche dei gay pro Castro».
Ma come, e le persecuzioni, le uccisioni, le inutili (e, per la verità, sporadiche) mobilitazioni in Occidente? «Voglio solo dire che anche a Cuba la realtà è stata più complessa, e ha visto diverse fasi», spiega il filosofo eurodeputato. «Mi raccontano che oggi a Cuba gli omosessuali fanno tutti il comodo loro, anzi - sorride ironico - quasi quasi mi spiace non esserci andato di recente... L’ultima volta, nel 2006, Castro mi faceva girare con una vistosa Mercedes nera che rendeva un po’ difficili i contatti».
Certo i tempi erano mutati da un po’. Anche prima delle chiacchiere su Raul, o della battaglia anti-omofobia di sua figlia Mariela. Mario Vargas Llosa narrò di quando Carlos Franqui, direttore del quotidiano «Revolución», assisteva ai Consigli dei ministri a Cuba, nei primi anni ‘60: Fidel e i suoi luogotenenti domandavano ai Paesi fratelli che politica consigliassero per porre un freno al «problema omosessuale». «La risposta della Cina popolare di Mao - annotò Vargas Llosa - fu netta: “Non abbiamo questo problema. Li fuciliamo tutti”».
Tutto un mondo era omofobo, e Castro seguiva. Rossana Rossanda, una delle testimoni di quelle stagioni, già sul “manifesto” scrisse della sua disillusione sul castrismo. Nel ‘67 la colpì tra l’altro che, durante un pranzo con Castro e K. S. Karol, il lìder maximo si fosse dichiarato all’oscuro delle purghe a Mosca negli anni ‘30. Poi Karol scrisse «La guerriglia al potere», e per i cubani divenne un «servo della Cia». «Non vado più a Cuba da allora - ricorda adesso la Rossanda -. E non posso sapere molto di ciò che motiva l’uscita di oggi. Certo mi fa piacere che Castro si apra ai diritti civili. Quello che posso raccontare è che allora l’omofobia in tutto il continente americano, non solo a sud, era diffusa nella società, e in modi del tutto trasversali. Non solo nei partiti comunisti. Quella di Castro, poi, non era solo omofobia, era sessuofobia tout court. Era terrorizzato anche dai rapporti tra uomini e donne, normali in Europa in quella stagione. Ricordo che una volta, all’Avana, io non avrei avuto nessun problema a dormire nella grande tenda dove c’erano anche soldati. Fu lui a dirmi “signora, la prego, sa, da noi queste cose non si usano”...».

venerdì 28 maggio 2010

Per Cuba

Per Cuba
Senza discutere sulla buona fede degli intellettuali italiani che hanno di recente preso posizione pubblica contro il governo cubano a seguito della tragica morte in carcere di Orlando Tamayo Zapata, parlando – ma sempre sulla base delle informazioni USA – di “prigionieri politici e di coscienza” nelle galere di Cuba, noi desideriamo ricordare alla pubblica opinione italiana, succube di una stampa “indipendente” da sempre nemica della rivoluzione castrista, che questa rivoluzione continua a essere un punto di riferimento e una potente ispirazione per tutte le forze che, sempre più numerose non solo in America Latina, si battono per un mondo senza sfruttamento, senza guerra e senza violenza. La morte di Zapata, che il governo cubano ha pubblicamente ricordato con dolore e senso di solidarietà, mentre si attende ancora che il governo italiano faccia qualche gesto analogo per la morte di Stefano Cucchi e il suicidio di decine di carcerati delle nostre democratiche prigioni, è stata occasione per una campagna di sfacciata denigrazione “democratica” della rivoluzione cubana. Non importa che Zapata fosse anzitutto detenuto per svariati reati comuni e solo di recente avesse inteso dare alla propria contestazione della vita carceraria (compresa la richiesta di disporre di una cucina e di un telefono privato in cella) una precisa connotazione politica. Non importa che anche pubblici documenti di Amnesty International diano atto che a Cuba non è mai stato torturato nessuno (eccetto che nella base americana di Guantanamo) e non si sono mai praticate quelle esecuzioni extragiudiziali per cui si è reso tristemente famoso il “democratico” Stato di Israele. Non importa, infine, che in un recente processo in Florida sia stato accertato che un vecchio e riconosciuto terrorista come Santiago Alvarez sia stato tra i finanziatori costanti delle Damas de blanco: anche loro certamente in buona fede, ma altrettanto certamente utilizzate dalla CIA per le sue manovre – che durano da cinquant’anni con una serie impressionante di attentati – per rovesciare il democratico governo di Cuba.
Noi sappiamo che a Cuba, come ha ricordato Fidel Castro, l’assistenza sanitaria per tutti è legge da decenni, mentre Obama fatica a farla accettare dal Congresso USA; sappiamo che medici, maestri, professori cubani operano al servizio di tutti i poveri dell’America Latina (con uno dei migliori ospedali oftalmici del mondo a disposizione gratuita di chi ne ha bisogno), che l’istruzione è libera e gratuita per tutti nell’isola; e che le restrizioni a cui ancora oggi il popolo cubano è soggetto (in termini di disponibilità di merci, di denaro convertibile, ecc.) sono solo conseguenza del feroce e immotivato embargo a cui l’isola è sottoposta da parte degli Usa e di pochi loro alleati. Siamo scandalizzati, ma non sorpresi, del cinismo con cui i media, soprattutto italiani e spagnoli, hanno utilizzato la morte di Orlando Zapata, per la quale esprimiamo ancora una volta il nostro sincero dolore. Sperando che la sua storia e l’uso che se ne è fatto da parte anche di giornalisti e politici italiani servano non tanto alla “liberazione” dei pretesi “prigionieri politici” di Cuba, ma ad aprire finalmente gli occhi dell’opinione pubblica sulla spregiudicatezza della propaganda di un imperialismo internazionale che, lo speriamo, ha ormai i giorni contati. Su queste idee chiediamo un pronunciamento dal mondo dell’intellettualità, dell’arte e dello spettacolo…

Gianni Vattimo, filosofo, Università di Torino, europarlamentare
Margherita Hack, astronoma
Francesco Baccini, cantautore
Domenico Losurdo, storico e filosofo, Università di Urbino
Danilo Zolo, giurista e filosofo, Università di Trieste
Angelo D’Orsi, storico, Università di Torino
Massimiliano Marotta, storico e giurista, Istituto di Studi Filosofici di Napoli
Pier Aldo Rovatti, filosofo, Università di Trieste
Gianni Minà, giornalista
Marco Rizzo, giornalista, già europarlamentare
Luciano Vasapollo, docente di statistica, Università di Roma
Aldo Bernardini, docente di diritto internazionale, Università di Teramo
Ivan Cicconi, economista
Maria Fierro, giurista
Alfonso Galdi, giurista
Silvia Giorcelli, storica, Università di Torino
Cristiano Lucarelli, calciatore
Andrea Mingardi, cantautore
Red Ronnie, musicologo
Paolo Amati, docente di biologia, Università La Sapienza
Roberto Battiglia, rivista “Nuestra America”
Sergio Cararo, giornalista
Alessandra Piattini, docente di antropologia religiosa, Università la Sapienza
Gilberto Forneris, docente della facoltà di medicina veterinaria, Università di Torino
Stefano Garroni, ricercatore CNR
José Luis Gotor, docente di lingua e letteratura spagnola, Università di Tor Vergata
Luisa Anna Ieradi, Istituto Studi Ecosistemi del CNR
Franco Lucchese, docente di psicologia, Università La Sapienza
Simonetta Lux, docente di Storia dell’arte contemporanea, Università La Sapienza
Rita Martufi, Dir. Centro Studi Cestes-Proteo
Grazia Orsati, Dir. rivista “Nuestra America”
Francesco Punzo, docente di farmacia, Università di Catania
Luigi Punzo, docente dell’Università di Cassino
Alessandra Riccio, condirettrice rivista “Latinoamerica”
Marina Rossi, avvocato
Franca Ruggieri, docente di letteratura inglese, Università di Roma Tre
Marco Santopadre, giornalista
Domenico Vasapollo, Dir. “Natura Avventura”
Federica Vasapollo, studentessa, Università la SapienzaViviana Vasapollo, Archeologa
Giovanni Barbieri, giornalista
Paolo Federici, Associazione “Italia Cuba”
Antonio D’Angelo, architetto
Loredana Macchietti, editore rivista “Latinoamerica”
Alessandro Perrone, consigliere della Provincia di Gorizia
Annalisa Melandri, blogger
Franca Pesce, insegnante d’italiano presso il penale di Castro Castro in Perú
Alessandra Riccio, Dir. rivista “Latinoamerica”
Filippo Cannizzo, Fondazione Ugo Spirito
Marco Papacci, Associazione “Italia Cuba”
Violetta Nobili, redazione rivista “Nuestra America”
Federico Castelli, artista
Maurizio Carboneschi, segretario Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
Primo Soravia, Associazione “Italia Cuba”
Robert Pieder Thum
Donata Zurlo
Roberta Antonacci

Roma 17 maggio 2010
Per adesioni o informazioni : appellopercuba@libero.it

lunedì 24 maggio 2010

"L'altra rivoluzione", Speciale TG1

Speciale TG1
Settimanale di approfondimento a cura della redazione Speciali del Tg1. Conduce Monica Maggioni.
In onda: domenica su RaiUno, ore 23.25
Puntata del 23 maggio 2010
“L'altra rivoluzione”
Conduce Monica Maggioni
Una toupe di Speciale Tg1 l’inchiesta è entrata a Cuba, senza permessi, per incontrare chi vive sull’isola e ascoltare i dissidenti. Una sfida ai controlli asfissianti per superare i divieti e raccontare senza filtri cosa è oggi la rivoluzione cubana e come si vive all’Avana. La storia di chi fra mille difficoltà lancia messaggi a tutto il mondo attraverso internet. “l’altra rivoluzione” a Speciale Tg1 l’inchiesta. In studio con Monica Maggioni il filosofo Gianni Vattimo, lo scrittore cubano e dissidente Carlos Carralero, lo scrittore Gordiano Lupi e il giornalista Gianni Perrelli.
Guarda il video

venerdì 29 gennaio 2010

Gianni Vattimo condanna l’ingiusta prigionia dei Cinque Eroi

Perugia - Nella sala Goldiana dell’Università per gli Stranieri dell’Umbria, il filosofo italiano Gianni Vattimo ha offerto una conferenza intitolata: ”CUBA-USA e i diritti umani.

Il caso dei 5 cubani reclusi negli Stati Uniti”. Gianni Vattimo, famoso professore universitario e noto intellettuale ha elaborato durante vari anni complessi temi filosifici come sono l’ontologia ermeneutica contemporanea, il Heghelismo e la sua dialettica, il marxismo e la fenomenologia, la psicoanalisi e lo strutturalismo.

Ha pubblicato 28 libri su questi temi ed e considerato uno dei più importanti filosofi vivi d’Italia. È anche membro del Parlamento Europeo per il Partido Italia dei Valori.

La conferenza è stata organizzata da ASICUBAUMBRIA ed è stata patrocinata dal Comune di Perugia.

Il Sindaco della città, Vladimiro Boccali, ha inviato una lettera, letta ai presenti, nella quale ha segnalato che il terrorismo non si può catalogare come buono o cattivo secondo gli interessi geopolitici di uno Stato.

“Non possiamo proclamarci difensori dei diritti umanai per poi dimenticarceli”.

A proposito dei Cinque cubani reclusi nelle prigioni degli Stati Uniti, il sindaco Boccali ha scritto che i Cinque Eroi hanno posto in gioco la loro stessa libertà ed una normale vita familiare in nome dei principi della Carta delle Nazioni Unite, del diritto dei paesi all’auto determinazione, del diritto di difendersi contro le aggressioni e per quello di vivere in pace, segnala il testo che è stato applaudito nel momento della sua lettura.

L’attività è anche servita da cornice alla presentazione dell’iniziativa “Io con i Cinque, e tu?” che conta già sulle adesioni di importanti figure dell’intellettualità italiana, come Franca Rame, Cristiano Lucarelli, Andrea Mingardi e lo stesso Gianni Vattimo.

A questo incontro hanno partecipato studenti, intellettuali, professori universitari e pubblico in generale, che ha reiterato la denuncia dell’ingiusta prigionia dei 5 Eroi nelle prigioni dell’impero, ed un atto di riaffermazione e amicizia per Cuba.

L’Ambasciatore di Cuba in Italia, Rodney López Clemente, ha ringraziato i presenti per la solidarietà costante che gli italiani mostrano per i Cinque antiterroristi ed ha segnalato che questi sono momenti precisi per raddoppiare le iniziative di denuncia di queste ingiuste condanne.

Ambasciata di Cuba in Italia (Traduzione Granma Int.).

martedì 26 gennaio 2010

Conferenza sui 5 cubani incarcerati

Una parte del mio intervento del alla conferenza "Cuba-Usa e i diritti umani, il caso dei 5 cubani incarcerati negli Usa" (Sala Goldoniana dell'Università per gli Stranieri di Perugia, 22/01/2010, organizzata da AsiCubaUmbria).


venerdì 22 gennaio 2010

Il caso dei cinque Cubani incarcerati negli Usa


Venerdì 22 Gennaio 2010, alle ore 18 presso la Sala Goldoniana dell'Università per Stranieri di Perugia, il Professor Gianni Vattimo interverrà sul tema "Cuba-Usa e i diritti umani il caso dei Cinque Cubani incarcerati negli Usa". Sarà presente l'Ambasciatore di Cuba in Italia Rodney Lopez Clemente. Organizza AsiCubaUmbria con il patrocinio del Comune di Perugia.
http://it.netlog.com/go/out/url=-aHR0cDovL2FzaWN1YmF1bWJyaWEub3Jn