![]() |
Fonte: godandpoliticsuk.org |
martedì 18 giugno 2013
“La Chiesa dovrebbe superare le ipocrisie sulla sessualità”
mercoledì 10 aprile 2013
L'Italia laica fa sentire la sua voce
lunedì 25 marzo 2013
Il futuro della religione
domenica 24 marzo 2013
"La teologia del quotidiano è l'unica possibile"
![]() |
Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco |
Durante la sua visita in Argentina dell’anno scorso ci aveva spiegato che, secondo lei, una speranza di cambiamento andrebbe cercata in America Latina. L’elezione al soglio pontificio dell’Arcivescovo di Buenos Aires, Cardinale Jorge Bergoglio, successore di Benedetto XVI con il nome di Francesco, va in questa direzione?
mercoledì 13 marzo 2013
Anche Cristo si dimetterebbe
sabato 2 marzo 2013
L'atto rivoluzionario del Papa
mercoledì 18 luglio 2012
Ma non è nella natura che si scopre il divino
La Stampa, 5 luglio 2012
di Gianni Vattimo

lunedì 11 giugno 2012
Vattimo: “Soy un cristiano heterodoxo y nostálgico”
Vattimo: “Soy un cristiano heterodoxo y nostálgico”
Revista Criterio, n. 2382, Jnio 2012; por Poirier, José María - Ryan, Rominagiovedì 11 agosto 2011
Gianni Vattimo: “Europe has to defend the European model of public education”

dal sito di Nadja Hirsch, collega dell'Alde al Parlamento europeo.
Gianni Vattimo: “Europe has to defend the European model of public education”
Next to being a member of the European Parliament, Gianni Vattimo is a renowned philosopher and author of numerous publications. He was a professor at the University of Turin, as well as visiting professor at a number of American universities. Within the European Parliament, he is amongst others a member of the committee on culture and education, the delegations for relations with the countries of Central America, as well the vice-chair of the Euro-Latin American Parliamentary Assembly.
Let’s see what Mr Vattimo had to say:
1. You have criticised the police violence used in order to put down peaceful demonstrators – as we have witnessed most recently in Spain. What concrete measures, if any, should the EU take in order to protect the right to peaceful assembly?
What the European Union can do in order to protect the right to peaceful demonstrations everywhere on the Continent is strongly conditioned by the till now very poor powers of the Union on the policies of the different member countries. Not only in terms of rights to demonstrate, bur in many other aspects of the social life, such as bioethics (the example of Italy depending on the Vatican approval on these themes is so eclatant) the laws and rules of the Union deserve to be more clearly enforced.
2. As member of the culture and education committee, you have been dealing extensively with the Bologna Process. In your opinion, what is the greatest challenge that the European Higher Education Area still faces today?
In the field of education, research and university, Europe has to defend the European model of public education, against the persistent temptation of “americanizing” it, namely of leaving education and scientific research in the hands of private capital which is fatally interested in short-term and commercial results, without any, or with very poor, attention to the basic research and to the civil implications of education.
3. You are an internationally recognised philosopher and political thinker: how has this theoretical approach helped – or hindered – you in the political (and thus perhaps more pragmatic) arena?
I don’t feel “exiled” from philosophy, being engaged in my activity as MEP. Probably, I have to confess that the experience of the European Parliament (and of the electoral campaigns, the relationships with my constituency etc.) have marked my recent philosophical activity pushing me towards a more and more intense consideration of the ontological meaning of the praxis. Following Heidegger, Being is Ereignis, Event. Also the results of an election are something of the kind.
4. As a Member of the European Parliament representing Italy and its citizens, what major challenge or opportunity does the EU provide for your country or region?
When I came for the first time to the European Parliament I was persuaded that the problem of Italy was to reach the civil level of the other European countries, especially in the field of civil rights, secularity of politics, etc. Now I still believe that, but I realize that Italy has also a specific original contribution to offer to the rest of Europe, namely the importance of the humanistic tradition in the school and the heritage of the social struggles for better labour rights and social welfare.
5. If you were to convince the citizens of Bavaria in two sentences about why they should come and visit your constituency, what would be your answer?
The reasons mentioned above may help also in relation to the Bavarian citizens. With a special accent on the secularity of the civil power. It’s not a matter of being less “christian” because in Italy (and may be in Bavaria) we have too much Church-power. Rather, it’s a matter of interpreting Christianity, also in virtue of our historical experience, in more spiritual terms (I think of Joachim de Flore…): Less Vatican, more Christianity.
domenica 31 luglio 2011
Ipotesi su Gesù
L'Espresso, 4 agosto 2011

Gianni Vattimo
martedì 28 giugno 2011
“Questo è il terreno su cui la Chiesa esercita il suo potere”

Il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, cattolico, ha firmato la legge che riconosce i matrimoni omosessuali
“Questo è il terreno su cui la Chiesa esercita il suo potere”
di Maurizio Assalto
La Stampa, 26.6.11
È l’America che si conferma più avanti del Vecchio Continente?
«La differenza è soprattutto tra America e Italia. In Europa esistono tanti istituti simili al matrimonio omosessuale, mentre da noi non se ne può neppure parlare. Mi sembra la dimostrazione del fatto che in Italia c’è una separazione tra politica politichese e opinione pubblica corrente, basti pensare a tanti sondaggi dove anche i cattolici praticanti sono largamente favorevoli al riconoscimento delle unioni civili gay. E mi fa rabbia che la politica ufficiale abbia così paura di dispiacere al Papa da fregarsene di dispiacere ai cattolici. Purtroppo l’etica familiare e sessuale resta il terreno principale su cui la Chiesa esercita il suo potere, e su questo non cede».
Forse però adesso qualche cosa potrebbe cambiare. Noi siamo sempre stati americanofili, in particolare vicini a New York. «Ma nooo! Non ci credo. Credo che quello di New York sia un buon esempio, ma non avrà nessuna influenza. Noi, in quanto filoamericani, continuiamo a bombardare la Libia con la Nato, ma quanto al resto... Piuttosto, l’Italia dovrebbe guardare non a New York si sa, New York è la città del peccato -, ma ad altri Stati americani più arretrati come lo Iowa, che pure ha approvato i matrimoni gay: se li ammette anche uno Stato così poco glamour , allora potremmo ricavarne un buon esempio».
Pensa di fare qualcosa come parlamentare europeo?
«Non ci avevo ancora pensato. Appena tornerò a Strasburgo, a inizio luglio, cercherò di farmi sentire con i colleghi della commissione Libertà, di cui sono membro supplente. Ma ho l’impressione che il Parlamento europeo sia poco sensibile, a dimostrazione che la lobby gay non è così forte come dice Buttiglione».
Sembra sfiduciato. Non sarà che a questa legge non tiene poi troppo neppure lei?
«Sull’importanza della legge non ho dubbi, sul fatto che molti gay la attendano con ansia invece sì. Immagina cosa direbbe Pasolini? Probabilmente non ne sarebbe entusiasta, lui che era così geloso della sua diversità. E tutto sommato io stesso non so che cosa farei. Anche perché ormai non trovo più, posso solo adottare dei bambini remotamente...».
Italy: Vatican Colonialism and Cowardice of Politicians
Interviewed by Repubblica, commenting on New York’s legalization of same-sex marriage, philosopher Gianni Vattimo, MEP, believer, gay activist, was very clear: “Italy is the problem for Europe. It’s not the fault of the Italians, but it’s because of Vatican colonialism and the cowardice of politicians.”
Vattimo attacked the Catholic Church also for its claim that its doctrine is “natural law”, not only about same-sex unions, but also about bioethics, end of life, divorce.
According to the Italian philosopher, despite the majority of Italians support human rights, politicians prefer not to lose the vote and influence of bishops and parish priests.
Nozze gay: Vattimo, i politici italiani temono il Vaticano
'Il problema dell'Europa si chiama Italia, non per colpa degli italiani, ma per la colonizzazione portata avanti dal Vaticano e per la codardia dei politici'. Intervistato dalla Repubblica e dalla Stampa il filosofo Gianni Vattimo, eurodeputato dell'Idv, esprime dubbi sul fatto che ci possa essere una svolta in Italia nel riconoscimento delle coppie gay. 'Il problema è l'intreccio tra l'arretratezza politica e una Chiesa che considera i suoi principi come principi di diritto naturale, non solo sulle unioni omosessuali, ma sulla bioetica, sul fine vita, sul divorzio. Principi non negoziabili, anche se la Chiesa si dichiara democratica', spiega Vattimo. In questo contesto 'il politico, pur di non perdere un voto del vescovo o del parroco, preferisce evitare di affrontare la questione, anche se nel Paese la posizione è diversa. In Italia c'è una separazione tra politica politichese e opinione pubblica corrente, basti pensare a tanti sondaggi dove anche i cattolici praticanti sono largamente favorevoli al riconoscimento delle unioni civili gay', prosegue Vattimo. 'Mi fa rabbia che la politica ufficiale abbia così paura di dispiacere al papa da fregarsene di dispiacere ai cattolici. Purtroppo - conclude - l'etica familiare e sessuale resta il terreno principale su cui la Chiesa esercita il suo potere, e su questo non cede'.
http://www.imgpress.com/notizia.asp?idnotizia=61416&idSezione=1
domenica 26 giugno 2011
"Anche in Italia ci vorrebbe una svolta ma i politici hanno paura del Vaticano"
La Repubblica, 26 giugno 2011. Intervista di Diego Longhin
TORINO - «Il problema dell'Europa si chiama Italia, non per colpa degli italiani, ma per la colonizzazione portata avanti dal Vaticano e per la codardia dei politici». Il professor Gianni Vattimo, filosofo ed eurodeputato dell'Italia dei Valori, nutre dubbi sul fatto che ci possa essere una svolta in Italia nel riconoscimento delle coppie gay.
Si continuerà a far polemiche su una pubblicità Ikea e sullo slogan "siamo aperti a tutti i tipi di famiglia"?
«Il problema è l'intreccio tra l'arretratezza politica e una Chiesa che considera i suoi principi come principi di diritto naturale. Non solo sulle unioni omosessuali, ma sulla bioetica, sul finevita, sul divorzio. Principi non negoziabili, anche se la Chiesa si dichiara democratica. Il politico, pur di non perdere un voto del vescovo o del parroco, preferisce evitare di affrontare la questione, anche se nel Paese la posizione è diversa».
La maggioranza è a favore delle unioni gay?
«Basta guardare i sondaggi. Non vogliamo usare la parola matrimonio perché infastidisce. Va bene. Sarebbe importante un riconoscimento legale. Anche i cattolici sono d'accordo. Anche io mi considero un cristiano, non tanto praticante perché la Chiesa pensa che sia un bandito...».
La maggioranza politica non corrisponde a quella reale?
«No, ma è una cosa che accade sempre più spesso. Si vincono i referendum, ma poi si perde in parlamento».
Tra i politici italiani vede un Cuomo o un Obama che possa infrangere la codardia?
«Difficile, non vedo nessuno».
L'ex primo cittadino di Torino, Chiamparino, aveva partecipato alle nozze tra due lesbiche per riportare l´attenzione sul tema. Una spinta da parte dei sindaci avrebbe un effetto?
«Chiamparino ha fatto bene e si è dimostrato aperto. Ma quanti sindaci sono disposti a seguire il suo esempio? Pochi».
L'oncologo Veronesi ha esaltato l'amore gay come scelta consapevole, più evoluta del rapporto etero. È d'accordo?
«Alcune argomentazioni hanno un loro senso. Veronesi dice che nell'amore gay si cerca la vicinanza di pensiero e sensibilità con l'altro, mentre l'amore etero è strumentale alla procreazione. In una battuta sfido a trovare un maschio normale che voglia assomigliare alla sua signora. Poi si possono avere figli con tecniche diverse, senza ricorrere a strumenti biologici. Attenzione però a non esagerare. E lo dico come gay. Non c'è una superiorità nell´amore gay rispetto all'amore etero».
Lei si sposerebbe?
«Sono per una legalizzazione. Non è un problema di matrimonio nel senso classico. Pasolini oggi sarebbe a favore delle nozze? Ho dei dubbi perché tra i gay prevale la difesa della propria diversità. Altra cosa è un riconoscimento legale dell´unione, che varrebbe per le coppie omosessuali come per quelle etero».
mercoledì 27 aprile 2011
Santíssima Páscoa e beata TV. Entrevista com Gianni Vattimo
Santíssima Páscoa e beata TV. Entrevista com Gianni Vattimo
Do ecumenismo um pouco reacionário do Papa Wojtyla ao pós-modernismo de Joseph Ratzinger, o Papa teólogo que aparece ao vivo no canal italiano Rai Uno e que fala com os astronautas em órbita na astronave Shuttle. Conversamos a respeito com Gianni Vattimo, antes da transmissão do programa com Bento XVI.
A reportagem é de Iaia Vantaggiato, publicada no jornal Il Manifesto, 22-04-2011. A tradução é de Moisés Sbardelotto.
Filósofo e político italiano, Vattimo é conhecido como o mentor da filosofia do "pensamento fraco". Escreveu inúmeras obras, das quais destacamos Acreditar em acreditar (Lisboa: Relógio D’Água, 1998) e Depois da cristandade. Por um cristianismo não religioso (São Paulo: Record, 2004).
Eis a entrevista.
Está pronto para a transmissão ao vivo? O Papa vai ao ar às 14h10, mas não sabemos se antes ou depois das propagandas.
Ao vivo até certo ponto. Porém, eu estou prevenido, porque não arrisco a levar a sério esse Papa. Ou melhor, dizendo a verdade, o levo muito a sério. Não gosto do modo que ele tem para gerir a sua "papalidade", a sua "papagem". Além disso, não sei nem se conseguiria opor-lhe um outro.
João XXIII, essa é fácil.
Certo. Se penso a respeito, o único que me agradava verdadeiramente era justamente João XXIII.
Wojtyla não?
Humanamente simpático, mas também um grande reacionário. Desmontou o Concílio Vaticano II e destruiu a teologia da libertação. E Ratzinger sempre foi a sua alma obscura.
E a alma obscura hoje aporta na TV. Nem um pouco de emoção ou pelo menos de estupor?
Poderia estar contente se o Papa respondesse às perguntas dos fiéis diretamente. Mas isso não acontece e, então, que não se finja. É como quando ele queria ir à Universidade de Roma para falar com os acadêmicos. Uma pena que ele chegava em liteira e não permitia que ninguém falasse. Dizia as suas coisas, isso sim, coisas também razoáveis, mas não "discutíveis". Era a mesma coisa que dizê-las no Vaticano, sem se incomodar indo até a universidade.
A questão é que hoje o pontífice não vai à universidade, mas à televisão. É diferente, não?
Certamente. Aqui há o espetáculo, a utilização de tecnologias e também o fato de que, em maio, ele irá falar com os astronautas. Mas há algum outro chefe de religião, sei lá, algum pároco que faça isso?
Digamos assim: há um Papa teólogo que abre à ciências as cancelas do Vaticano e se põe em contato com a Shuttle.
Eu acredito que o que mais chama a atenção não é que o Papa fale com os astronautas, senão, sempre é possível evocar Khrushchev quando dizia que Gagarin havia ido ao céu, não havia encontrado deus e, portanto, deus não existia.
Khrushchev à parte, já vimos muitas vezes pontífices na televisão, mas um Papa que vai até "ao vivo" chama um pouco mais a atenção.
Certamente chama a atenção, porque o uso desses instrumentos implica em uma aceitação do sistema de poder que está por trás da ciência e da tecnologia. Jamais imaginaria Jesus Cristo assim, "ao vivo" na Rai Uno.
No fundo, se poderia ler isso como uma missão evangélica.
Não definiria como evangélica a missão de quem vai por aí convertendo as pessoas. Preferiria deixar cada um na sua fé. Mas depois utilizar até os instrumentos que os poderosos da terra usam... A meu ver, isso não cabe nem ao Dalai Lama. Muitos pontífices viajaram nas últimas décadas e o fizeram sempre com espírito "missionário". Aquele mesmo espírito missionário que guiava as obras dos Conquistadores.
Enfim, o senhor aboliria as "missões" ao exterior e, nesse caso específico, também ao espaço.
Os pontífices não viajam a pé, viajam com a Alitalia. E por que não a pé? Por quê? O Papa quem é? É um soberano terreno. É um poderoso. Como faria para falar com os astronautas, por outro lado, se fosse um pobre evangélico?
Uma semana de paixão. Também para os palimpsestos televisivos.
Sim, e na Itália tudo acaba se tornando um pouco entediante. Até a Semana Santa que, nos telejornais, é dada como segundo ou até primeira notícia. Mas quem pode acreditar em uma religião tão envolvida nos sistemas de poder?
O senhor pensa em uma transmissão blindada?
A transmissão é blindada, e o Papa está embedded [embutido].
Como Berlusconi quando vai de Vespa? Comparação pesada e blasfema.
Se Ratzinger usa os mesmos meios de Berlusconi, ele é atingido pela mesma suspeita de mentira.
Os meios podem ser os mesmos, mas os fins não.
Desde quando as pessoas participam pouco das greves? Desde quando elas são anunciadas pela televisão. Se a televisão o diz, já basta. Faz parte da ritualidade social.
Mas também uma modalidade de participação diferente.
Até que ponto pode se falar de religião senão tu-a-tu ou em pequenas comunidades?
Chegamos ao Papa na época de sua reprodutibilidade técnica?
O Papa na época da sua reprodutibilidade técnica e a Igreja na época da comunicação generalizada ainda têm sentido. McLuhan havia dito que o meio é a mensagem, o meio condiciona muito profundamente a mensagem. O Papa que dá a benção urbi et orbi, a missa na televisão no domingo não tem o mesmo valor de cumprir um preceito. Certamente, a benção é um espetáculo, mas não posso me sentir abençoado pelo Papa porque falta algum sentido de proximidade.
Ama o teu "próximo"?
Amar o próximo é amar o próximo. Se depois tu amas todos, praticamente não amas ninguém.
O sofrimento será o tema da transmissão.
Quando o Papa fala do sofrimento como valor, é como se falasse das indulgências, aquelas que os Papas do Renascimento colocavam à venda. O sofrimento jamais foi um mérito para ninguém, no máximo é uma prova moral. E esse discurso sobre o sofrimento também é uma pretensão de autoridade. Porque nós não dispomos desse patrimônio de méritos sobrenaturais – o sofrimento, justamente. É o Papa que dele dispõe.
martedì 26 aprile 2011
Risposta a Giovanardi su Ikea, famiglia e costituzione
Roma, 24 apr. (TMNews) – “Ai vari Merlo che usano l'insulto come arma polemica nella migliore tradizione dei manganellatori verbali fascisti, osservo che ho giurato fedeltà alla Repubblica e di osservare lealmente la Costituzione, come ho spiegato dieci giorni fa a Klaus Davi che mi ha chiesto una opinione sui manifesti dell'Ikea”. Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, torna con una nota sulle polemiche nate dalle sue critiche alle pubblicità che recano l'immagine di una coppia gay ('Siamo aperti a tutte le famiglie').
“Il rispetto per ogni forma di orientamento sessuale e di solidarietà per tutti coloro che sono oggetto di violenza fisica o verbale – si legge nella nota – è cosa ben diversa dalla difesa di un principio cardine del nostro ordinamento che lobby potenti vogliono azzerare parificando la famiglia della Costituzione a qualsiasi forma di convivenza, come Gianni Vattimo onestamente rivendica su Repubblica”.
La risposta di Vattimo

Ma ciò che, “onestamente”, non avevo detto a La Repubblica, e avrei dovuto dire, è che una difesa della famiglia che viene da un esponente della maggioranza di governo, dunque da un difensore della mignottocrazia berlusconiana, farebbe ridere se non fosse un sintomo della tragicità della situazione italiana. E non dica Giovanardi che la mania puttanesca di uno come Berlusconi è un puro accidente, un affare privato del medesimo, che non mette in discussione la sacralità della famiglia eterosessuale e monogamica. Prostituzione, ipocrisia, prossenetismo, giù giù fino alla pedofilia (di parte) del clero (ma non era pedofilia anche quella di cui è stata vittima, più o meno innocente, Ruby?) sono chiaramente collegate alla repressione sessuale, e sociale (per i ricchi le puttane si chiamano escort), che impera ancora nell'Italia ufficiale, di Giovanardi appunto. E infine, una bella legge contro l'omofobia sarebbe davvero contro la Costituzione che Giovanardi dice di voler difendere? Ma sostenerla sarebbe per lui una questione di chiaro conflitto di interessi…
Gianni Vattimo, 26 aprile 2011
domenica 24 aprile 2011
“Governo asservito al Vaticano e l'Europa è sempre più lontana”
“Governo asservito al Vaticano e l'Europa è sempre più lontana”
di Paola Coppola, La Repubblica, 24 aprile 2011
Gianni Vattimo: a caccia di una manciata di voti. Il problema è che in Italia manca una legge anti omofobia, che punisca severamente questi atteggiamenti odiosi. Andrebbe approvata urgentemente
ROMA - «È una polemica pretestuosa, che punta a guadagnare una manciata di voti nel mondo cattolico. L’ennesimo affondo di un governo che pretende di definire le cose come meglio crede e che sul fronte dei diritti civili è rimasto indietro rispetto all’Europa».
Il filosofo Gianni Vattimo, dichiaratamente omosessuale, non ci sta all’intemerata contro lo spot Ikea che ritrae una coppia gay da parte del sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi.
«È un attacco che fa appello a un’antropologia biblica - replica - che non rispecchia il concetto reale di famiglia nelle sue diverse accezioni e che è più arretrato anche di certe posizioni di parte del mondo cattolico».
Giovanardi legge lo spot che recita “Siamo aperti a tutte le famiglie” come un attacco alla Costituzione: che ne pensa?
«Sulla definizione di famiglia il dibattito è aperto. E la stessa Costituzione la definisce come “società naturale fondata sul matrimonio” ma non specifica che si tratta di quello tra uomo e donna. Se i padri costituenti pensavano alla famiglia tradizionale, oggi quel concetto andrebbe rivisto».
A due giorni dall’aggressione alla deputata Pd, Paola Concia e alla sua compagna, a due passi da Montecitorio, finisce nel mirino lo spot di una coppia mano nella mano...
«Il problema è che in Italia manca una legge contro l’omofobia che punisca severamente questi reati odiosi. Esiste una legge che punisce le offese razziste, ma non un provvedimento in grado di fermare la deriva di insulti contro i gay, che andrebbe urgentemente approvato».
Giusto dunque inserire nella pubblicità del colosso svedese anche la famiglia formata da due persone dello stesso sesso?
«Sì, lo spot intercetta una fetta di mercato feconda, perché disposta a spendere: così “l’antropologia ikeica” dimostra di essere più avanti di un paese asservito al Vaticano».
venerdì 22 aprile 2011
Santissima Pasqua e benedetta tv
Il Manifesto, 14 aprile 2011. Di Iaia Vantaggiato
Giovanni XXIII, questa è facile.
Certo, se ci penso l’unico che mi piaceva davvero era proprio Giovanni XXIII.
Wojtyla no?

Umanamente simpatico ma anche un grande reazionario. Ha smontato il Concilio Vaticano II e distrutto la teologia della Liberazione. E Ratzinger è sempre stato la sua anima nera.
Certo, qui c’è lo spettacolo, il dispiego di tecnologie e pure il fatto che a maggio parlerà con gli astronauti. Ma c’è qualche altro capo di religione, che so, qualche parroco che fa questo?
Krusciov a parte, pontefici in televisione ne abbiamo visti spesso ma un papa che va addirittura «in onda» colpisce un po’.
Certo che colpisce perché l’uso di questi strumenti implica un’accettazione del sistema di potere che sta dietro alla scienza e alla tecnologia. Gesù Cristo non me lo immaginerei mai così, «in diretta» su Rai Uno.
Insomma, lei abolirebbe le «missioni» all’estero e nel caso specifico anche nello spazio.
I pontefici non viaggiano a piedi, viaggiano con l’Alitalia. E perché non a piedi? Perché, il papa chi è? E’ un sovrano terreno. E’ un potente. Come farebbe a parlare con gli astronauti, del resto, se fosse un povero evangelico?
Sì, e in Italia tutto finisce per diventare un po’ stucchevole. Anche la settimana santa che nei telegiornali viene data come seconda o addirittura prima notizia. Ma chi può credere a una religione cosi avviluppata ai sistemi di potere?
Lei pensa a una trasmissione blindata?
La trasmissione è blindata e il papa è embedded.
Se Ratzinger usa gli stessi mezzi di Berlusconi viene colpito dallo stesso sospetto di menzogna.
I mezzi saranno gli stessi ma i fini no.
Da quando la gente partecipa poco agli scioperi? Da quando li annuncia la televisione. Se lo dice la televisione, basta. Fa parte della ritualità sociale.
Ma anche una diversa modalità di partecipazione.
Fino a che punto si può parlare di religione se non a tu per tu o in piccole comunità?