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martedì 11 maggio 2010

"No nos tomemos el velo tan en serio"

"No nos tomemos el velo tan en serio"
Entrevista al filósofo y activista de izquierdas italiano Gianni Vattimo
ÁNGEL MUNÁRRIZ Córdoba 01/05/2010
http://www.publico.es/espana/309385/tomemos/velo/tan/serio/comentarios-valorados
Público.es

Con el debate sobre el uso de símbolos religiosos en el espacio público en primera plana, cobra vigencia el cristianismo antidogmático del filósofo y activista de izquierdas italiano Gianni Vattimo (Turín, 1936), uno de los gurús de la postmodernidad, que esta semana ha participado en la Universidad de Córdoba en una conferencia sobre hermenéutica. Su juicio sobre el velo que expresa dejando un amplio margen a la duda es que "parece razonable que la cara deba ir siempre descubierta".
¿El límite en el espacio público está entonces en el burka y no en el velo?
Podría ser, sí. El principio de ser reconocible me parece fundamental. Pero, ¿hay que tener la cara siempre descubierta o sólo si lo pide la policía, como si pide la documentación? Si yo voy todos los días como en carnaval, ¿qué pasaría?
Pero nadie cree que una máscara sea impuesta o resulte discriminatoria.
¿El velo discrimina? No sé... Una sociedad no se puede tomar demasiado en serio las reglas de sus comunidades particulares. No deberíamos tomárnoslo tan en serio. Habrá quien crea que se le discrimina por no poder acostarse con muchachos de 12 años. Pero la ley pone otro límite. Y hay que cumplir la ley. Yo soy favorable a la integración de las distintas comunidades, siempre que cumplan la ley de todos.
¿Cree que el debate tiene un sesgo islamófobo?
Sí, es una polémica artificial. No sé en España todavía, pero en Italia hay una islamofobia terrible y creciente, y se nota en todo este debate. Atacar el velo mientras se da dinero público a la escuela católica es estúpido. Y en Italia también está el problema de los crucifijos en los tribunales.
O en las aulas, en España...
Claro. No puede haber símbolos de parte en espacios neutrales, es peligroso. Si nadie lamentara que haya un crucifijo, yo tampoco, porque soy cristiano. Pero si hay una persona que se siente amenazada, hay que quitarlo.
Más que soluciones, usted aporta reflexiones...
¡Es que no lo tengo claro! Lo básico es aplicar las leyes que haya con coherencia y sentido común, no crear nuevas leyes para velos o burkas.
¿Le convence la respuesta de la Iglesia a los casos de curas pederastas?
Bueno, yo intento ser creyente (ríe). Intento ir a misa, pero no me quieren porque soy homosexual. Y yo no los quiero por este papa antimodernidad. Los curas pedófilos han hecho lo que han querido y el papa y los obispos los defienden. Es escandaloso.
¿No espera una verdadera autocrítica de la Iglesia?
¡No pido una gran transformación! Pero permitir a los curas casarse y a las mujeres ordenarse sería un buen comienzo. El problema es que la Iglesia no renuncia al poder de castigar las costumbres sexuales de los demás.
¿Roma se radicaliza para competir con el Islam?
El Papa tiene la ilusión de que los nuevos católicos del Tercer Mundo, más fundamentalistas, salven a la Iglesia. Pero ya no somos carne de cruzada. O la Iglesia se adapta o pierde, porque los otros son más fuertes. En un enfrentamiento duro, ganan los musulmanes.
La ocupación de filósofo de izquierdas debe de ser dura en la Italia de hoy.
Te sientes un poco fuera de la comunidad humana, pero bien (ríe). Ha habido un desplazamiento de la opinión pública a la derecha. Antes yo escribía en diarios, ahora ya no. Soy un extremista que tiene que justificarse. ¡Si la esperanza de la izquierda es un ex fascista [Fini]!
¿Europa ha aprendido la lección del siglo XX?
El siglo XX está muy lejos. Los jóvenes ven la democracia como algo rutinario, un viejo objeto de familia. A mí no me gustan las crisis, pero son la única forma de que la gente se lo tome en serio.
¿Pero ésta no ha acabado fortaleciendo el sistema?
Sí, ya lo sé... Quizás no tengo razón. Puede que el capitalismo sea eterno y sólo necesite reparaciones periódicas. Mi gran esperanza es América Latina. Chávez, Morales... Soy un castrista con dudas. Me gustan los peores (ríe).

sabato 28 novembre 2009

Crocifisso / Contropetizione di Vattimo ed eurodeputata olandese


Crocifisso/ Contropetizione di Vattimo ed eurodeputata olandese
Dichiarazione scritta a difesa sentenza della Corte dei diritti

Bruxelles, 27 nov. (Apcom) - Due eurodeputati del gruppo liberaldemocratico (Alde), l'italiano Gianni Vattimo (Idv) e l'olandese Sophie in 't Veld (del partito liberal progressista D66) hanno sottoposto alla firma dei colleghi, oggi a Bruxelles, una proposta di dichiarazione scritta del Parlamento europeo a difesa della sentenza della Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro l'obbligo di esposizione del crocifisso nelle scuole pubbliche italiane. Il testo è una sorta di contro-petizione rispetto a un'analoga iniziativa, di senso opposto, di cui sono iniziatori gli europarlamentari italiani del Ppe.
"La presenza obbligatoria di simboli religiosi nelle scuole pubbliche va contro la libertà religiosa e la libertà di pensiero. Le istituzioni pubbliche dovrebbero rispettare tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro religione o dalle loro credenze, l'affiliazione politica o altro. Le istituzioni pubbliche come i tribunali, le scuole, gli ospedali etc. Dovrebbero essere neutrali", afferma Sophie in 't Veld in una nota.
L'europarlamentare olandese (che aveva già svolto un ruolo importante nella 'bocciatura' europarlamentare di Rocco Buttiglione, cinque anni fa, quale commissario designato alla Giustizia) sta mobilitando i suoi colleghi sulla questione. Quattro di loro hanno già firmato la dichiarazione scritta "sulla libertà di pensiero, coscienza e religione, il diritto all'istruzione e il divieto di discriminazione in relazione ai simboli religiosi".
Una dichiarazione scritta che sia firmata da più della metà degli eurodeputati assume lo stesso valore di una risoluzione adottata dalla plenaria del Parlamento europeo. Nel testo sottoposto alle firme "noi difendiamo il significato e religioso e l'importanza del crocifisso, che il governo italiano ha negato di fronte alla Corte europea dei diritti umani, facendolo passare per un simbolo culturale nazionale o tradizionale", spiega Vattimo nella nota.
Nella dichiarazione scritta, fra l'altro, si riafferma il principio della separazione fra Stato e Chiesa, la libertà di coscienza, pensiero e religione, nonché il diritto all'istruzione e il divieto di discriminazione come "valori centrali dell'Ue"; d'altra parte, si fa appello agli Stati membri "affinché riconoscano e rispettino la rilevanza confessionale e la natura dei simboli religiosi".
Le istituzioni pubbliche, sia al livello Ue che nazionale, continua il testo, "devono rappresentare tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro credenze, dalla loro religione o credo filosofico, senza discriminazioni".
La dichiarazione si conclude con un appello, sempre rivolto agli Stati membri, ad "ottemperare alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e a garantire che i simboli religiosi non siano esposti in luoghi usati dalle pubbliche autorità".

venerdì 27 novembre 2009

Dichiarazione scritta sulla libertà religiosa ed in difesa della sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo sui simboli religiosi

Pe: depositata dichiarazione su libertà religiosa in difesa della Corte Europea dei diritti dell'uomo
Radicali Italiani e Certi Diritti ringraziano i deputati firmatari e si augurano che venga quanto prima approvata dal PE
26 novembre 2009
http://www.radicali.it/view.php?id=149813

Radicali Italiani e Associazione Radicale Certi Diritti ringraziano i deputati europei che hanno stamane depositato al PE di una dichiarazione scritta sulla libertà religiosa ed in difesa della sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo sui simboli religiosi ed in particolare il crocefisso. La Dichiarazione è stata depositata dagli eurodeputati del gruppo liberale e democratico Sophie In't Veld, Gianni Vattimo, Stanimir Ilchev, dall'eurodeputato spagnolo del PSE Miguel Angel Martinez e dal francese Jean-Marie Cavada del PPE. La dichiarazione riafferma l'importanza dei valori fondamentali europei quali la libertà di pensiero, coscienza e religione, il diritto all'educazione e la proibizione delle discriminazioni; considera che le istituzioni pubbliche dovrebbero rappresentare tutti i cittadini, a prescindere dalla loro religione, credo o filosofia, senza discriminazioni; chiede agli Stati membri di rispettare il diritto alla libertà di religione e di riconoscere pienamente e rispettare la natura e l'importnaza confessionale dei simboli religiosi; chiede infine agli Stati membri di rispettare la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo riguardo il caso Lautsi contro l’Italia e di assicurare che i simboli religiosi non siano imposti nei luoghi pubblici.
La dichiarazione scritta sarà esaminata dalla presidenza del PE e gli eurodeputati potranno firmarla dalla sessione di dicembre del PE, i quali potranno scegliere tra questa e quella depositata da Sergio Silvestris (PDL), Mario Mauro (PDL, capo-delegazione), Magdi Cristiano Allam (CDU), Carlo Casini (UDC) e Mario Borghezio (Lega) ma anche dai - a questo punto teodem - David Maria Sassoli (capo delegazione PD) e Gianni Pittella (Vice-presidente PD del PE).
Certi Diritti invita tutti gli eurodeputati italiani a firmare la dichiarazione di Sophie In't Veld, Gianni Vattimo, Stanimir Ilchev, Miguel Angel Martinez e Jean-Marie Cavada, e a boicottare quella fondamentalista-talebana, nonché da bi-Stato italiota-vaticano, firmata anche dall'inciucio PDL-teodem PD.


Segue il testo della Dichiarazione scritta:


Written declaration on freedom of thought, conscience and religion, the right to education and the prohibition of discrimination in relation to religious symbols
The European Parliament,
having regard to the freedom of thought, conscience and religion, the right to education and the prohibition of discrimination, as protected by articles 9, 2 of Protocol nr 1 and 14 of the European Convention on Human Rights, as well as by articles 10, 14 and 21 of the EU Charter of Fundamental Rights,
having regard to the judgment of the European Court on Human Rights Lautsi v. Italy
having regard to the Lisbon Treaty and the future accession of the EU to the ECHR,
having regard to Rule 123 of its Rules of Procedure,
1. States its attachment to the principle of separation of church and state, freedom of thought, conscience and religion, the right to education and the prohibition of discrimination, as core values of the EU,
2. Considers that public institutions, at the national and EU level, should represent all citizens, regardless of belief, religion or philosophy, without discriminations,
3. Calls Member States to respect the right to freedom of thought, conscience and religion and to fully recognise and respect the confessional relevance and nature of religious symbols;
4. Calls on Member States to abide to the European Court of Human rights ruling and ensure that religious symbols are not displayed in premises used by the public authorities
5. Instructs its President to forward this declaration, together with the names of the signatories, to the Parliaments of the Member States.