Si pubblica di seguito la risposta di Gianni Vattimo a Alan Dershowitz, professore di Giurisprudenza all'Università di Harvard, da La Stampa. La lettera di Dershowitz è consultabile qui.
giovedì 7 agosto 2014
"Caro Dershowitz, là non c'è una guerra ma una strage"
Si pubblica di seguito la risposta di Gianni Vattimo a Alan Dershowitz, professore di Giurisprudenza all'Università di Harvard, da La Stampa. La lettera di Dershowitz è consultabile qui.
giovedì 13 febbraio 2014
Medio Oriente e anarchia: dal conflitto alla giustizia?
Lunedì, alle 17.30, sarò a Palazzo Nuovo per dialogare con Donatella Di Cesare su "Medio Oriente e anarchia: dal conflitto alla giustizia?"
La serata fa parte dei seminari pubblici di "Trópos. Rivista di ermeneutica e critica filosofica". INGRESSO LIBERO
martedì 29 ottobre 2013
Rassegna Stampa
- http://video.repubblica.it/politica/vattimo-israele-fa-un-uso-spregiudicato-dell-olocausto/144325/142856 (audio della trasmissione radio);
martedì 17 luglio 2012
Gianni Vattimo (Europarlamentare IDV): “Grillo? Ha ragione su Israele e l'Iran”
"Grillo? Ha perfettamente ragione su Iran e Israele. Io vorrei che
Ahmadinejad si facesse finalmente la sua atomica, che sarebbe un
elemento di stabilità per il Medio Oriente. Israele ce l'ha, è un
problema di equilibrio. Non è un dittatore, è eletto come gli altri. Non
è uno schifoso, è una persona perbene che fa una politica diversa da
quella degli Stati Uniti sostenuta da Israele. Io lo appoggio
totalmente".
"E anche qui ha ragione - risponde Vattimo - perché quello che noi
sappiamo su Israele e Palestina, Iran e Siria è filtrato da un'agenzia
internazionale con dietro un ex agente del Mossad: mi fate vedere per
favore la famosa lesbica siriana, che era un signore pagato da qualche
servizio segreto? Se intervenissimo in Siria faremmo l'ennesima porcata.
Questi ribelli che spuntano così chi cavolo li arma? La Cia, ne avete
mai sentito parlare?". Poi Vattimo parla del governo Monti.martedì 14 giugno 2011
Festa per Israele, via ai lavori. Contro-corteo degli antagonisti
Preoccupa il raduno nazionale del 18 giugno in largo Cairoli. La sinistra incalza il sindaco
Corriere della Sera - Milano
Preoccupa di più però la seconda delle manifestazioni in programma. Quella che il comitato «No all'occupazione israeliana di Milano» sta organizzando per il sabato successivo. Un appuntamento nazionale con concentramento nel centralissimo largo Cairoli. L'autorizzazione dalla questura per il raduno è già arrivata. La richiesta di un corteo per le vie del centro è invece ancora in stand-by. «Noi vorremo comunque arrivare in una piazza del centro», dicono gli organizzatori. Rimangono i malumori, in questa parte della sinistra ultra-radicale, rispetto alla posizione espressa dal neosindaco Giuliano Pisapia di fronte alla kermesse israeliana.
«Ci saremmo aspettati più coraggio», dice Pietro Maestri di Sinistra Critica: «Lui, Pisapia, ha scelto di accettare la legittimità di questa esibizione pensando che si tratti di un semplice battage turistico. E invece si tratta di un'operazione di chiara propaganda politica dello Stato d'Israele». A rincarare la dose Gianni Vattimo, eurodeputato Idv: «Pisapia ha sbagliato a non spostare l'evento per Israele. Andava fatta fuori dalla città, fuori da Milano». Gli «antagonisti» intanto arriveranno oggi al Pirellone bis, per un incontro con il sottosegretario alla presidenza, Paolo Alli. «Un incontro di cortesia. «Tempo fa avevamo chiesto chiarezza. Le istituzioni ci devono spiegare quanti soldi pubblici sono stati concessi alla kermesse israeliana».
A. Se.
09 giugno 2011
giovedì 12 maggio 2011
Vattimo: "Palestina invitata in sordina ma meglio di niente"

Vattimo: "Palestina invitata in sordina ma meglio di niente"
La Repubblica, Torino, 12 maggio 2011. Vera Schiavazzi
«Intanto, trovo che questa decisione non sia stata granché pubblicizzata, io l'ho appreso dai giornali. Non che il Salone fosse tenuto a dircelo, visto che non eravamo allora e non siamo adesso un gruppo organizzato, ma mi pare che non ci sia paragone possibile tra la visibilità data allora a Israele, ma resta il fatto che se ne è saputo ben poco, mentre l'invito a Israele, forse anche grazie alle nostre contestazioni, è stato in prima pagina per giorni. L'abitudine di oscurare la Palestina e le sue ragioni di nazione occupata, del resto, è radicata un po' ovunque nel mondo. Mentre Israele è dappertutto al pari delle altre nazioni, dai campi di calcio alle Olimpiadi ai vertici internazionali, la Palestina continua a essere una sorta di fantasma. Comunque, meglio questo invito un po' in sordina che un secondo Salone dedicato a Israele. Accontentiamoci, e sosteniamo questa presenza a Torino».
Lei e i suoi compagni di protesta che cosa avete fatto in questi tre anni per proseguire la vostra battaglia?
«Molti di noi fanno parte dell'International Solidarity Mouvement, un'organizzazione attiva in modo permanente che, tra l'altro, sta organizzando la nuova Freedom Flotilla che partirà in giugno per cercare di raggiungere Gaza».
Lei ci sarà?
«Non ho più l'età per una navigazione così lunga. Ma, assieme ad altri, ho intenzione di fare il possibile per raggiungere Gaza in modo da attendere l'arrivo del convoglio, nella speranza che non ci siano né i nove morti dell'ultima volta né incidenti gravi. E naturalmente anche nella speranza che non accada niente di grave a me, anche se non sono così importante».
È mai stato a Gaza?
«No. Ma più volte in Israele, anche se negli ultimi anni ho preferito evitarlo».
Come parlamentare europeo che cosa sta facendo?
«Abbiamo prima scritto al ministro degli Esteri Catherine Ashton affinché chiedesse ufficialmente al governo israeliano di evitare ogni forma di violenza contro il convoglio navale che partirà, sottolineando tra l'altro come a bordo ci saranno alcuni europarlamentari. E proprio martedì, in commissione, abbiamo sottolineato - mi pare nella condivisione generale - l'idea che il Parlamento europeo debba intervenite in questa vicenda, se non altro con compiti di garanzia come, appunto, la presenza sulle navi pacifiste».
lunedì 17 gennaio 2011
Gianni Vattimo interviene a "Freedom Flotilla 2"
L'intervento dell'europarlamentare IdV Gianni Vattimo in sostegno della spedizione italiana a "Freedom Flottilla 2", presentata a Roma il 13 gennaio nella sede di Italia dei Valori
domenica 6 giugno 2010
Torino a sostegno della Palestina
Anche a Torino, come in molte altre città italiane, la giornata di ieri, 31 maggio, è stata all'insegna della solidarietà per il popolo palestinese, dopo l'attacco israeliano a Freedom Flotilla, la flotta internazionale di attivisti pacifisti che è stata assalita nella notte tra domenica e lunedì mentre tentava di portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza.
Sin dal mattino, infatti, gli studenti universitari hanno organizzato attività di volantinaggio per informare sull'accaduto e sensibilizzare intorno alla questione del conflitto israelo-palestinese. Due i punti della città prescelti: piazza della Repubblica con l'affollatissimo mercato di Porta Palazzo e cuore m
ultietnico della città, e Palazzo Nuovo, la sede delle facoltà umanistiche dove banchetti, musica e bandiere palestinesi hanno invaso l'atrio per tutta la giornata.Secondo gli organizzatori, infatti, è necessario evitare di far passare sotto silenzio quello che è accaduto in quanto si tratta "dell'ennesima dimostrazione che Israele non è quel modello di democrazia mediorientale che si tende a pensare. La situazione della Palestina è davvero grave, i territori occupati sono grandi prigioni per la popolazione". Ed il timore è che anche questa volta non ci sarà nessuna sanzione significativa da parte della comunità internazionale.
Inoltre, proprio a Palazzo Nuovo nel pomeriggio si è tenuto un presidio trasformatosi poi in corteo che ha attraversato il centro cittadino coinvolgendo anche molti passanti che hanno sfilato dietro un carro allegorico raffigurante un mostro con elmetto militare ed uno striscione dalla scritta "Boicotta Israele. Sostieni la Palestina".
Tra i manifestanti del corteo c'era anche Gianni Vattimo, filosofo ed europarlamentare che di fronte al municipio ha preso la parola per commentare quanto accaduto in medioriente. Parole molto forti le sue, non solo nei confronti di Israele, ma anche della comunità europea e del governo italiano giudicati colpevoli di finanziare e giustificare una politica di guerra e violenza.
Proprio davanti alla sede del comune, inoltre, non sono mancati momenti di tensione dovuti all'incontro con l'onorevole Agostino Ghiglia che avvistato dai manifestanti è stato insultato ed inseguito da alcuni di loro.
Il corteo è poi proseguito fino a Porta Palazzo cercando di coinvolgere anche la numerosa popolazione araba che vi risiede. Per i prossimi giorni sono previste ulteriori manifestazioni per ribadire la ferma opposizione all'atto di violenza compiuto da Israele.
Centri sociali e sinistra in corteo contro Israele
«Assassini»: l’urlo di Vattimo davanti al municipio. Ghiglia colpito con un calcio: «Estremisti violenti»
LUCIANO BORGHESAN
TORINO
Davanti a Palazzo Nuovo è una studentessa di origine ebraica a dar voce alla protesta contro l’attacco israeliano alla «nave della pace» che portava aiuti ai palestinesi. «Hanno ucciso 19 pacifisti, decine di feriti, per un carico di medicine, di casa prefabbricate,
di cibo», grida al microfono Dana Lauriola, 28 anni, studentessa-lavoratrice iscritta a Psicologia. Si ripete accompagnando il camioncino che guida il corteo verso via Po e piazza Castello: «Proprio perché sono ebrea - spiega - ho seguito e seguo con apprensione la questione israelo-palestinese, ci sono stati 1414 moti negli ultimi dieci anni tra i palestinesi, e quello che è capitato ora è gravissimo, non porta certo alla convivenza dei popoli».
Il corteo fila via liscio fino a metà via Pietro Micca quando davanti alla sede della Defonseca e dell’associazione Italia-Israele i manifestanti si fermano e gridano «Assassini. Pagherete caro, pagherete tutto». Altro stop di fronte a Palazzo Civico: prende il microfono Gianni Vattimo: «Assassini, bastardi. Continuano a sparare su gente inerme, io avrei potuto essere su quella nave. E gli intellettuali italiani del c... sono contro il boicottaggio delle merci israeliane: fuori dalle palle!».
Intanto si moltiplicano i comunicati e le iniziative di condanna dell’aggressione israeliana. Ieri sera, in vai Fiochetto, si sono riunite la comunità palestinese in Piemonte Al Baiader, l’Unione Araba di Torino e il Centro colturale Dar Alhekma, chiedono, tra l’altro, «il rilascio immediato di tutte le persone sotto sequestro, la consegna degli aiuti alla popolazione di Gaza, l’eliminazione dell’embargo e l’apertura dei varchi a Gaza in modo definitivo, la costituzione di un tribunale internazionale». Ferma condanna dalle Acli e da altri movimenti. Interviene anche l’on. Gianni Vernetti che l’altro ieri aveva promosso una protesta davanti alla Coop «contro il boicottaggio delle merci made in Israele»: il deputato di Alleanza per l’Italia, esprimendo «rammarico per i morti e i feriti», auspica che si eviti «che i fatti di oggi compromettano il dialogo fra il Governo di Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese».
domenica 16 maggio 2010
Sul boicottaggio di Israele
Salone libro: polemiche per premio a Oz
Vattimo ci riprova
Il Giornale, 8 maggio 2010
Ancora una volta il Salone del Libro, dopo le polemiche del 2008, quando Israele fu il paese ospite, è al centro degli attacchi di intellettuali, come il filosofo Gianni Vattimo,
che si riconoscono nell’Ism (International Solidarity Movement Palestinese) e nella sua campagna di boicottaggio culturale di Israele. In particolare è nel mirino dell’Ism la nomina, tra i tre finalisti del nuovo Premio Salone Internazionale del Libro, dello scrittore israeliano Amos Oz. Scrittore, secondo gli organizzatori della protesta, «vicino al potere e mirato ad avvallarne le politiche violente e razziste nei confronti di tutto ciò che non è ebreo». «Certo non vogliamo la distruzione di Israele, ma della struttura del suo governo», dice Vattimo. Nessuno all’Ism sembra però ricordare che Amos Oz è stato tra i primi in Israele a schierarsi a favore della creazione di uno stato palestinese.Israele divide gli ebrei d'Europa
L'intervento di Wiesel su Gerusalemme, la polemica tra gli intellettuali. Schieramenti: Gad Lerner sostiene il documento di Bernard-Henri Lévy. Paolo Mieli e Giuliano Ferrara con Fiamma Nirenstein
Non sono d'accordo con il mio amico Gianni Vattimo che ha firmato l'appello secondo cui "gli accademici e intellettuali israeliani hanno svolto e svolgono un ruolo di sostegno dei loro governi"
Non condivido affatto la politica del governo israeliano e ho visto con molto interesse il manifesto di moltissimi ebrei europei (JCall) contro l'espansione degli insediamenti israeliani (manifesto che, con le polemiche che ha suscitato, mostra come ci sia una accesa dialettica su questi problemi nel mondo ebraico, dentro e fuori Israele). Ma trovo mendace l'affermazione per cui "gli accademici e gli intellettuali israeliani, nella quasi totalità, hanno svolto e svolgono un ruolo di sostegno dei loro governi", perché tutti sappiamo di quanti intellettuali israeliani abbiano polemizzato e polemizzino su questi temi.Dobbiamo astenerci di ospitare in un congresso di filosofia ogni filosofo cinese per il fatto che il governo di Pechino censura Google? Posso capire che (per uscire dall'imbarazzante argomento israeliano) se si apprende che i dipartimenti di fisica dell'università di Teheran o di Pyongyang collaborano attivamente alla costruzione della bomba atomica di quei paesi, i dipartimenti di fisica di Roma o di Oxford preferiscano interrompere ogni rapporto istituzionale con quei luoghi di ricerca. Ma non capisco perché debbano interrompersi i rapporti coi dipartimenti di storia dell'arte coreana o di letteratura persiana antica. Vedo che ha partecipato al lancio del nuovo appello al boicottaggio il mio amico Gianni Vattimo. Ora facciamo (per assurdo!) l'ipotesi che in alcuni paesi stranieri si diffonda la voce che il governo Berlusconi attenta al sacro principio democratico della divisione dei poteri delegittimando la magistratura, e si avvale del sostegno di un partito decisamente razzista e xenofobo. Piacerebbe a Vattimo che, in polemica con questo governo, le università americane non lo invitassero più come visiting professor, e speciali comitati per la difesa del diritto provvedessero a eliminare tutte le sue pubblicazioni dalle biblioteche Usa? Io credo che griderebbe all'ingiustizia e affermerebbe che fare così è come giudicare tutti gli ebrei responsabili di deicidio solo perché il Sinedrio quel venerdì santo era di malumore. Non è vero che tutti i rumeni sono stupratori, tutti i preti pedofili e tutti gli studiosi di Heidegger nazisti. E quindi qualsiasi posizione politica, qualsiasi polemica nei confronti di un governo, non deve coinvolgere un intero popolo e una intera cultura. E questo vale in particolare per la repubblica del sapere, dove la solidarietà tra studiosi, artisti e scrittori di tutto il mondo è sempre stato un modo per difendere, al di là di ogni frontiera, i diritti umani.
Campagna per il Boicottaggio Accademico & Culturale di Israele
Italian Campaign for the Academic & Cultural Boycott of Israel
Comunicato stampa 2010/04/08/01
Conferenza stampa per il lancio della Campagna per il Boicottaggio Accademico & Culturale di Israele.
Venerdì 7 maggio 2010 alle ore 11.30 presso la Sala dell’Antico Macello di Po in via Matteo Pescatore 7 a Torino, si è tenuta una Conferenza stampa per il lancio della Campagna per il Boicottaggio Accademico & Culturale di Israele.
Alfredo Tradardi ha presentato gli obiettivi e le motivazioni della Campagna. Sono intervenuti Gianni Vattimo e Diana Carminati.
Enrico Contenti ha ricordato l’adesione all’appello di Antonino Salerno, segretario del SIAM, Sindacato Italiano Artisti della Musica.
Erano presenti, tra gli altri, Franca Balsamo e Amedeo Cottino già dell’Università di Torino, Ugo Barbero, Marilla Boffito, Claudio Lombardi e Grazia Raffaelli.
Ai presenti è stata distribuita una cartellina di documentazione contenente:
1. ICACBI L'appello italiano per il boicottaggio accademico e culturale
2. Free Palestine! Boycott Israel! L'appello BDS
3. PABCI 01 10 09 Linee guida per il boicottaggio accademico
4. PACBI 20 09 09 Linee guida per il boicottaggio culturale
5. 30 Elenchi adesioni al 7 maggio 2010
6. Che cosa è ISM-Italia con alcuni libri consigliati sulla questione palestinese
7. Elenco delle iniziative internazionali 2009 – 2010.
8. BRICUP Newsletter n. 28 – May 2010 70 BRICUP Newsletter
Tutti i documenti indicati sono sul sito http://sites.google.com/site/icacbi/05-news
Tra le adesioni segnaliamo quelle di Wasim Dahmash dell’Università di Cagliari, Angelo Baracca dell’Università di Firenze, Gilda Della Ragione e Paola Manduca dell’Università di Genova, Francesca Biancani della London School of Economics, Nella Ginatempo dell’Università di Messina, Milli Martinelli già dell’Università di Milano, Paolo Valerio e Vito Coppola dell’Università di Napoli Federico II, Iain Chambers e Tiziana Terranova dell’Università di Napoli l’Orientale, Vincenzo Tradardi già dell’Università di Parma, Maria d'Erme e Pina Rosas Piras dell’Università di Roma, Alessandra Algostino dell’Università di Torino, Diana Carminati, Amedeo Cottino, Franca Balsamo e Gianni Vattimo (Europarlamentare) già dell’Università di Torino, Giorgio Faraggiana del Politecnico di Torino, Federico Della Valle dell’Università di Trieste, Domenico Losurdo dell’Università di Urbino, Eros Baldissera dell’Università di Venezia, Enrica Calmieri del CNAM-MIUR e dei ricercatori Vincenzo Brandi (ENEA), Raffaele Capoano, Monica Lanzillotta e Riccardo Zanini.
Degli esponenti politici Vincenzo Chieppa, segretario regionale PdCI Piemonte e Franco Turigliatto di Sinistra Critica.
Di Vittorio Arrigoni, di nuovo a Gaza.
Di Piero Gilardi, artista visivo e non solo, Simone Capula, regista teatrale, Federico Castelli, artista (Parigi), Fausto Giudice, scrittore, Jörg Grünert, scultore, Cam Lecce, attrice, Myriam Marino, scrittrice, Karim Metref, scrittore, Agnese Molinario, regista, Beppe Rosso, autore, regista e attore teatrale, Antonino Salerno, musicista e seg.naz. SIAM, Diego Siracusa, scrittore, Giulio Stocchi, poeta.
In sintesi:
Docenti e ricercatori 29, Studenti universitari 35, Associazioni 1, Esponenti politici 2, Giornalisti 6,
Artisti – Intellettuali- Operatori culturali 27, Attivisti 178.
Per un totale all’8 maggio 2010 di 278 adesioni.
L’elenco completo delle adesioni all’indirizzo
http://sites.google.com/site/icacbi/05-elenchi-adesioni.
Italian Campaign for the Academic & Cultural Boycott of Israel
icacbi.pacbi@gmail.com
adesioneicacbi@gmail.com
http://sites.google.com/site/icacbi/
venerdì 12 marzo 2010
Appello - Fermare l'aggressione all'Iran!
giulemanidalliran@alice.it
Fermare l’aggressione all’Iran! Denuclearizzare l’intero Medio Oriente! Porre fine all’assedio di Gaza e al martirio del popolo palestinese!
Sin da quando G.W. Bush definì l’Iran uno “Stato canaglia” è in corso contro questo paese dalla storia plurimillenaria e il suo governo una brutale campagna di demonizzazione; una campagna fondata sulla menzogna che con tutta evidenza serve a spianare la strada all’aggressione militare.
Tutti ricordiamo come fu preparata la guerra all’Iraq. Mentre le sanzioni e l’embargo provocavano mezzo milione di morti (anzitutto bambini, a causa dell’assenza di medicinali, latte e beni di prima necessità), l’Iraq era accusato di accumulare “armi di distruzione di massa”. Come dimenticare la grande messa in scena con cui Colin Powell, per giustificare quella che sarà la più grande carneficina dopo il Vietnam, giunse a ingannare l’assemblea dell’ONU mostrando la famigerata “pistola fumante”? Gli Stati Uniti, che difendono la loro supremazia mondiale con migliaia e migliaia di testate nucleari e la più imponente macchina bellica di tutti i tempi, giustificano le terribili sanzioni da imporre all’Iran e l’eventuale attacco militare con l’argomento secondo cui la Repubblica islamica cercherebbe di dotarsi della bomba atomica per poter attaccare Israele. L’accusa è sdegnosamente respinta da Tehran, e comunque ancora una volta la Casa Bianca usa due pesi e due misure. E’ infatti noto che Israele possiede centinaia di testate nucleari, buona parte delle quali puntate sull’Iran e ognuna delle quali potrebbe radere al suolo Tehran.
I nemici dichiarati dell’Iran (anzitutto Israele e Stati Uniti, a cui si accoda l’Unione Europea), nel tentativo di ingannare l’opinione pubblica e compattare il loro fronte interno, indossano la solita maschera, quella di paladini della libertà, della democrazia e della non-violenza. In particolare, essi contestano al governo di Tehran la dura repressione delle proteste. I sottoscritti non amano né le dittature, né la sospensione dei diritti di libertà, ovunque questo avvenga, ma prima di dare lezioni di democrazia i nemici dell’Iran dovrebbero porre fine allo Stato d’assedio e alla minaccia militare a cui sottopongono questo paese, visto che la guerra, come la storia insegna, è il più grave ostacolo alla libertà. In ogni caso, non possono ergersi a campioni dei diritti dell’uomo quegli stessi paesi, le cui truppe compiono massacri in Afghanistan o in Palestina, che sostengono colpi di stato per rovesciare governi ostili (Honduras), che non esitano a ricorrere agli attentati terroristici o all’«eliminazione mirata» di esponenti politici o scienziati considerati pericolosi.
Mentre si aggravano i pericoli di guerra esprimiamo il nostro sdegno per le affermazioni rilasciate da Berlusconi nel corso del suo viaggio in Israele. Non solo egli ha giustificato i massacri indiscriminati contro i palestinesi di Gaza, non solo ha difeso l’idea razzista e segregazionista di Israele quale stato puramente ebraico (con la sostanziale esclusione della popolazione araba dal godimento dei diritti politici). Calpestando i sentimenti di pace del popolo italiano e danneggiando gli stessi interessi nazionali, Berlusconi ha assicurato agli israeliani che l’Italia interromperà le relazioni economiche con l’Iran e sosterrà in ogni sede la richiesta di durissime sanzioni. In altre parole Berlusconi ha dato man forte ai falchi israeliani, i quali sono pronti, una volta ottenuto il semaforo verde da Obama, a rovesciare sull’Iran un devastante bombardamento, senza escludere il ricorso all’arma atomica.
Occorre fermare l’escalation anti-iraniana e smantellare l’arsenale atomico israeliano per denuclearizzare il Medio oriente. L’assedio israeliano di Gaza deve finire ed il popolo palestinese deve vedere finalmente riconosciuti i suoi diritti.

Domenico Losurdo – Università di Urbino
lunedì 30 novembre 2009
A quem interessa isolar o Irã?

Explicações na entrevista de um pensador que radicaliza o discurso ao defender a tolerância
Christian Carvalho Cruz - O Estado de S.Paulo
Estadao.com.br Suplementos Aliàs
lunedì 23 novembre 2009
Gaza Freedom March
La Gaza Freedom March non si limiterà a deplorare la brutalità israeliana, ma agirà per fermarla.
(22 novembre 2009)
lunedì 26 ottobre 2009
Sostegno in crescita alla Gaza Freedom March di fine anno
(26 ottobre 2009; http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o16098:f0)
Sta assumendo dimensioni imponenti il sostegno alla Gaza Freedom March di fine anno, promossa dall’associazione statunitense Code Pink ed alla quale aumentano di giorno in giorno le adesioni di singole personalità e di realtà associative. In un momento in cui il popolo palestinese vive una situazione drammatica, privo di una direzione politica adeguata e ostaggio di interessi e speculazioni di ogni genere, il sostegno della società civile internazionale e dei politici e degli intellettuali più sensibili è di importanza fondamentale. Fra le organizzazioni che sostengono la Gaza freedom March, vogliamo segnalare l’Associazione Americana dei Giuristi, gli Ebrei Americani per
una Pace Giusta, gli Australiani per la Palestina, la Federazione Autonoma dei Lavoratori di Haiti, l’Alleanza canadese per la Pace, il Movimento Gaza Libera di Cipro, l’International Solidarity Movement, il Comitato Israeliano contro la Demolizione delle Case di Israele, Gran Bretagna e Stati Uniti, gli Ebrei contro l’Occupazione di Sydney (Australia), la Voce Ebraica per una Pace Giusta (Austria), la Fondazione Rachel Corrie, l’associazione statunitense dei Veterani per la Pace, l’organizzazione israeliana Yesh G’vul, l’associazione francese Europalestine.


