...e quella cantata!
Video dal sito: ungiornodapecora.blog.rai.it

tro la Tav con la richiesta all’Ue di revocare i finanziamenti comunitari.
I No Tav: "Il 31 maggio è passato, ora l'Europa rinunci all'opera"
Anche Vattimo, contro il suo partito, chiede lo stop al cantiere di Chiomonte, è polemica con il parlamentare pd Merlo. Coldiretti apre il dialogo
La Repubblica, Torino, 2 giugno 2011. Mariachiara Giacosa
Il 31 maggio è passato e il cantiere non è partito. Ora i No Tav chiedono all'Europa di essere coerente, non accettare ulteriori rinvii e ritirare i finanziamenti alla Torino-Lione. D'accordo con il Movimento anche l'eurodeputato dell'Italia dei valori Gianni Vattimo che martedì da Chiomonte ha chiesto all'Europa lo stop a «un'opera inutile e dannosa p
er il territorio». Una posizione che fa sbottare il parlamentare del Partito democratico Giorgio Merlo: «L’unica cosa che non si deve fare adesso è quella di sospendere i finanziamenti per la realizzazione della Torino-Lione – sostiene Merlo che chiede al suo collega in Europa di mettersi d'accordo con il suo partito. «L’Idv piemontese – ricorda - aveva firmato il documento a favore dell’alta velocità: forse prima di sabotare un grande progetto come la Torino-Lione è bene che un partito di governo come l’Idv si metta d’accordo al suo interno».Un articolo apparso oggi su L'Unità, a commento delle prese di posizione di alcuni intellettuali contro l'accordo proposto da Marchionne; ne riporto qui unicamente la prima parte, con intervista al sottoscritto.
Torino, la Fiat, gli operai...
Se gli intellettuali escono dal sonno
All’ingresso della Sala Valdese di corso Vittorio Emanuele avanza solitaria ed elegante la figura di Gianni Vattimo, filosofo temerario capace di studiare con Hans-Georg Gadamer e Luigi Pareyson e di attraversare con leggerezza ma senza rinunciare allo scontro e alla polemica la politica italiana, dai radicali al pd, fermandosi, per ora, ad Antonio Di Pietro.
a detronizzare i leader di regimi autoritari ci pensano solitamente, in mancanza o prima delle rivoluzioni, gli ex alleati; che però difficilmente sanno fornire spiegazioni convincenti, a posteriori, del perché si siano accorti così tardivamente degli errori compiuti. E lo stesso Fini, che pure ringrazia B. per aver sdoganato l’Msi trasformatosi in An, ha ricordato un solo motivo che possa spiegare l’abbraccio mortale con colui che oggi lo espelle dal partito: fermare, nel ’94, la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto. Certo, sulla macchina non c’era il centro guidato da Martinazzoli, che però avrebbe dato vita all’Ulivo di lì a due anni; ma davvero il pericolo (quale, poi?) della gioiosa macchina da guerra giustifica il regime di B.?
Nichi Vendola nelle elezioni primarie in Puglia, che prelude molto verosimilmente alla sua rielezione alla presidenza della regione, costituisce una delle notizie più confortanti nel panorama politico di questi ultimi giorni, purtroppo dominato ancora dalle manovre berlusconiane per sottrarsi alle leggi e salvare il sistema mafioso su cui si regge la sua maggioranza. Una gran boccata d’aria fresca dalla Puglia, un incitamento per tutti non mollare davanti alle oscene burocrazie partitiche e ai loro intrallazzi di potere. Se c'è qualcosa come il PD, ancora, questo è Vendola e non certo la burocrazia romana che ha cercato invano di liquidarlo, alleandosi con Casini e i peggiori residui della DC.