Visualizzazione post con etichetta La Voce di Fiore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta La Voce di Fiore. Mostra tutti i post

mercoledì 31 marzo 2010

Emiliano Morrone (Idv) ringrazia i suoi elettori

Il giornalista antimafia Emiliano Morrone, candidato indipendente nella lista di Idv della circoscrizione elettorale di Cosenza, ringrazia profondamente i suoi elettori, a conclusione d'una campagna elettorale condotta insieme a giovani calabresi e di altre regioni, tutta dal basso.
Morrone dichiara: “Abbiamo ottenuto 833 preferenze. Si tratta di voti liberi, che non provengono dalla 'ndrangheta, da accordi, scorrettezze o promesse vuote. Chi ha sostenuto il nostro progetto politico di lotta alla criminalità organizzata, controllo dei fondi pubblici, tutela dell'ambiente, sanità e scuola pubblica e investimento sulle nuove generazioni, lo ha fatto riconoscendone la purezza e bellezza”.
Morrone aggiunge: “Abbiamo ottenuto più consensi di politici navigati, come Eva Catizzone e Luigi Marrello. Il nostro risultato dimostra che c'è una voglia di cambiamento e un'attenzione per i contenuti che, in autonomia e coraggio, portiamo avanti come figli della Calabria, seguendo l'invito di Paolo Borsellino, il quale ci ha lasciato in eredità un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà”.
Morrone conclude: “L'affermazione regionale è solo l'inizio di un nuovo percorso culturale e politico insieme alla società civile. Saremo presenti con più forza, vigilanza e proposta nelle scuole, nelle piazze, sulla rete e in primo luogo fra i giovani. Uso il plurale persuaso che solo il coinvolgimento e la partecipazione degli onesti porteranno ad una Calabria emancipata e realmente moderna, nella quale non ci sia più l'emigrazione, la sottomissione, l'abbandono, la 'ndrangheta”.

martedì 23 marzo 2010

Un intervento di Emiliano Morrone

Un intervento di Emiliano Morrone, candidato indipendente a consigliere regionale nella liste di Italia dei Valori della circoscrizione di Cosenza.

La politica italiana è fatta di strategie, ordini di scuderia, contraddizioni, incoerenza, facciata, forma. È l'altro, palese aspetto che la caratterizza, oltre alla promozione di clown, ballerine, lustrini, vuotezza.
In campagna elettorale c'è la convinzione, di candidati e fedelissimi, che uno slogan, un ritocco di foto, una buona comunicazione in generale, una socialità festaiola e leggera valgano a produrre consensi a pioggia, buoni a conquistare il palazzo, di pasoliniana memoria. Tutto fa brodo, allora: svanisce così ciò che conta, la storia del candidato e la sua visione del futuro.
Da Berlusconi in avanti, la politica è diventata «supercazzora», messaggio subliminale, solenne imperativo ipotetico, miraggio indecoroso, culto della propaganda, marketing. Questo nell'intera nazione, distratta dalle seduzioni del piccolo schermo, priva dell'identità di popolo e della consapevolezza della forza collettiva.
In Calabria, dove i fondi pubblici sono spariti come le persone, emigrate, perdute o schiacciate, è certamente ancora peggio. Scorrendo le liste, si trovano cari amici della 'ndrangheta, profittatori, furbetti riciclati, massoni trasversali, campioni dell'affarismo, mangioni santificati, tirapiedi e sognatori.
Giù nella mia terra, conoscendone le risorse, i drammi, il dolore e le logiche, piccolo ho deciso di candidarmi, conscio dei rischi e degli sviluppi d'un passo del genere. Non sono uno che se la tiene, non sopporto aggiustamenti, le azioni di nascosto, la legittimazione di metodi e figure che hanno tolto il sangue e il respiro alla mia gente, che l'hanno piegata, mortificata, distrutta nell'anima.
Vengo dalla società civile, dal mondo dei movimenti e, prima di tutto, sono un narratore. Come tutti i narratori, sogno, immagino un tempo migliore, cioè l'inizio del riscatto. Ma si può narrare solo se si vive, se si è scossi dalla rabbia per come siamo ridotti e per come potremmo essere, solo a volerlo. Si può narrare se si coglie ogni attimo l'inganno che continuiamo a subire: non siamo in democrazia, «Stato» è una parola come «caccia» o «pesca», se le regole si cambiano ad uso di pochi e se corre il sospetto, tante volte la certezza, che abbia tramato contro se stesso, mandando a morte o a rotoli i suoi servitori più integerrimi, i cittadini che lo alimentano col lavoro, l'impegno, il sacrificio.
Vengo dal Popolo delle Agende rosse, che, sorto spontaneamente per iniziativa di Salvatore Borsellino, raccogliendo l'eredità di suo fratello Paolo tenta dal basso d'organizzare quel movimento culturale, auspicato dal grande giudice siciliano, che s'opponga al puzzo del compromesso morale.
Devo riferire pubblicamente, senza nascondere nulla o ricorrere a tatticismi politici, che ho delle perplessità sul progetto di rinnovamento in Calabria che ha in Filippo Callipo il suo riferimento. Perplessità che vanno sciolte senza esitazioni.
Non avrei mai accettato d'affrontare le elezioni, lo sa bene Sonia Alfano con cui ho discusso a lungo, se avessimo ceduto ad Agazio Loiero, che non ho mai condiviso e che ha la responsabilità politica d'aver sciupato cinque anni di governo non producendo il minimo cambiamento nella nostra terra; sempre identica a se stessa, sempre vinta, sempre travagliata e oggi pronta ad essere conquistata da nuovi, si fa per dire, predatori patentati.
Ho il dovere di spiegare apertamente i miei dubbi su Callipo, il quale, mi risulta da una verifica, non ha partecipato a una mia iniziativa elettorale a San Giovanni in Fiore (Cosenza) pur venendo lo stesso giorno nella mia città d'origine e andando in giro con Tommaso Durante, personaggio candidato in una lista comunale di Mario Pirillo, politico che ho sempre avversato per i suoi metodi, perfino denunciandone in rete delle operazioni moralmente riprovevoli a ridosso dell'ultimo voto europeo.
Non me ne abbia nessuno: se Callipo smentisce subito e pubblicamente quanto con carattere di certezza si continua a dire nella comunità di San Giovanni in Fiore, e cioè che la sua mancanza al mio incontro elettorale del 13 marzo scorso, presente in sala Gianni Vattimo e Luigi de Magistris in diretta telefonica, non è stata determinata da diversi orientamenti, da una vicinanza a Durante e Pirillo, io gli confermo con tutto il cuore il mio consenso, la considerazione che gli ho riservato nel mio discorso di quella serata (su You Tube in tre parti, inserito nel canale di Enzo Gigliotti).
Il principio è che noi giovani dell'antimafia civile non possiamo essere servi di nessuno e dobbiamo dare l'esempio reale d'autonomia e fermezza. Nessuno può mandarci in prima linea, usando strumentalmente le nostre facce e le nostre denunce per diffondere l'idea d'un fresco profumo di libertà che per conto nostro perseguiamo senza mezzi, con la semplice passione e la convinzione che vale la pena parlare, scrivere, manifestare, piuttosto che restare indifferenti o in attesa di piccole grazie, facendoci quindi complici d'un sistema marcio.
Perciò, non vorrei essere frainteso: ho solo bisogno d'una netta dichiarazione pubblica di Callipo in merito alla vicenda di San Giovanni in Fiore. Dica che con Pirillo non ha nulla da spartire, punto.
In tempi difficili e problematici per la Calabria, regione a se stante, ciò libererebbe il campo da ogni equivoco e darebbe più coesione e fiducia ai tanti giovani che, come me, scommettono nel valore delle idee e della verità, per cui abbiamo deciso d'appoggiare Callipo, senza alcuna pretesa o calcolo opportunistico.
Emiliano Morrone

venerdì 13 novembre 2009

La Calabria onora Gianni Vattimo

La Calabria onora Gianni Vattimo.
Prima all’Università di Cosenza, poi nella sua San Giovanni in Fiore. Nella città silana sarà insieme a Gioacchino Genchi, consulente tecnico in "Why not?" e in altre importantissime inchieste.
Giovedì 12 novembre 2009, La Voce di Fiore
(http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=4538)

Il prossimo 18 novembre, il filosofo ed europarlamentare Gianni Vattimo sarà a Cosenza, all’Università della Calabria. Presenterà, alle 17,30 nell’Aula Caldora dell’ateneo, il suo ultimo libro, "Addio alla verità", pubblicato nel 2009 da Meltemi Editore. All’evento parteciperanno Nuccio Ordine, ordinario di Letteratura italiana e Adriano De Sanctis, preside del corso di laurea in Ingegneria Edile e dell’Architettura.

Il 19, invece, Vattimo, candidato sindaco di San Giovanni in Fiore (Cosenza) nel 2005, tornerà nella città dell’abate Gioacchino, profeta dell’utopia della Terza Età, di cui il filosofo, nato a Torino e originario di Cetraro, scrive ampiamente nel volume "Dopo la cristianità", Garzanti. Alle ore 18, nella sala convegni dell’Hotel Dino’s, parlerà di utopia e democrazia insieme a Gioacchino Genchi, il maggiore esperto informatico di cui si serve l’Autorità giudiziaria per le inchieste più importanti e complesse. Col patrocinio del Sindacato Autonomo di Polizia della Calabria (Sap), interverranno anche il segretario regionale Michele Granatiero, Roberto Bonina, del Sap provinciale di Crotone, Francesco Scarcelli, sindacalista Cgil, Vincenzo Tiano, vicedirettore di "la Voce di Fiore" e Gerardo Tangaro, degli "Amici di la Voce di Fiore".

Peraltro, Vattimo e Genchi parleranno agli studenti delle scuole superiori di San Giovanni in Fiore, presso l’Istituto Commerciale alle 9,30 del 19 novembre.

lunedì 5 ottobre 2009

Gianni Vattimo firma con "la Voce di Fiore" la petizione di "Il Quotidiano della Calabria" per liberare la regione dalle scorie


Gianni Vattimo firma con "la Voce di Fiore" la petizione di "Il Quotidiano della Calabria" per liberare la regione dalle scorie
"Spero che la Calabria sana e viva, ancora in maggioranza, si ritrovi forte alla manifestazione nazionale del 24 ottobre ad Amantea"
La Voce di Fiore, http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=4436, lunedì 5 ottobre 2009.

Il filosofo italiano Gianni Vattimo, con le motivazioni che sotto riportiamo, ha firmato la petizione di "Il Quotidiano della Calabria" per liberare la Calabria dalle scorie.

Ho appreso della petizione del giornale per liberare la Calabria dalle scorie. Il problema è molto grave, visti i dati emersi a Crotone dopo l’inchiesta "Black Mountains", del pm Pierpaolo Bruni, e per le notizie che si susseguono sulla nave affondata a largo di Cetraro (Cosenza), paese di cui sono originario.
C’è un quadro generale inquietante, già noto al capitano Natale De Grazia, morto inspiegabilmente nel 1995 mentre, come la giornalista Ilaria Alpi, indagava su traffici internazionali di rifiuti.
Già nel 2005, insieme ai ragazzi del laboratorio culturale antimafia "la Voce di Fiore", denunciai pubblicamente delle aree, nell’altopiano della Sila, con la presenza di materiali pericolosi e pannelli di Eternit. Purtroppo, la Calabria è considerata la discarica per eccellenza; non solo per questi risaputi fatti di cronaca, rispetto a cui manca un’attivazione responsabile e decisa della politica.
Come è noto, da ex candidato sindaco di San Giovanni in Fiore (Cosenza) continuo a seguire le vicende regionali; anche nella mia veste di parlamentare europeo. Sono convinto che informazione e società civile possano incidere molto.
Se non c’è unità sociale e convergenza politica, la nostra Calabria resterà luogo di affari, veleni e minorità. Un paradiso maledetto e disperato in mano a signori della morte che, nella o con la ’ndrangheta, continueranno ad arricchirsi. Distruggendo, inquinando, restando impuniti al potere e generando una società sempre più "sparente", obbligata al silenzio o in fuga; oppressa, emigrata, perduta.
Per questo, consapevole dell’utilità della vostra petizione, firmo insieme ai giovani di "la Voce di Fiore", coi quali mi impegno da tempo, sul piano culturale, per concorrere all’emancipazione della Calabria.
Spero che la Calabria sana e viva, ancora in maggioranza, si ritrovi forte alla manifestazione nazionale del 24 ottobre ad Amantea. Lì, anche sostenendo il procuratore di Paola Bruno Giordano, si chiederà l’intervento dello Stato per la bonifica delle acque in cui giace la nave scoperta grazie alle dichiarazioni del pentito Francesco Fonti. A quanto pare con reperti spaventosi.
Gianni Vattimo, parlamentare europeo di Idv
"la Voce di Fiore", laboratorio culturale antimafia