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mercoledì 12 giugno 2013

No TAV; Vattimo (IdV) chiede spiegazioni e documentazioni alla Commissione Ue

Strasburgo, 12 giugno 2013





Negli ultimi sei mesi l'associazione ambientalista italiana Re:Common e il comitato di cittadini italiani Movimento No TAV hanno chiesto alla DG Trasporti della Commissione europea di rendere note le cifre e i documenti riguardanti l'utilizzo dei finanziamenti europei per il Progetto Prioritario TEN-T 6, e in particolare per la realizzazione del tratto internazionale della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino - Lione.

"La risposta della DG Trasporti finora è stata troppo lenta e incompleta, in quanto, alla fine del 2012, è stato semplicemente comunicato ai richiedenti il valore dell’importo erogato fino ad oggi al governo italiano senza entrare nel dettaglio circa le finalità d'uso di tali finanziamenti", ha dichiarato Gianni Vattimo, europarlamentare Idv - Alde, che in proposito ha inviato un'interrogazione scritta alla Commissione per sollecitarla a fornire le spiegazioni e le documentazioni richieste.

lunedì 11 giugno 2012

Interrogazione sull'arresto di donne sieropositive in Grecia

Interrogazioni parlamentari
7 maggio 2012
E-004637/2012
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE) , Henri Weber (S&D) , Sophia in 't Veld (ALDE) , Leonidas Donskis (ALDE) , Baroness Sarah Ludford (ALDE) , Alexander Alvaro (ALDE) , Nadja Hirsch (ALDE) e Nathalie Griesbeck (ALDE)

 Oggetto: Arresto di donne sieropositive, test dell'HIV obbligatorio e protezione dei dati personali e sensibili in Grecia e nell'UE
Le autorità greche hanno arrestato 17 donne sieropositive accusandole di reato, dal momento che avrebbero lavorato illegalmente come prostitute. Gli arresti sono stati effettuati nel corso di una serie di retate in centinaia di bordelli non autorizzati operanti nell'intero territorio greco alcuni giorni prima delle elezioni politiche. Nel corso delle perquisizioni sono state arrestate 130 lavoratrici del sesso, costrette in seguito a sottoporsi al test dell'HIV. Il governo ha annunciato che nelle prossime settimane verranno effettuati controlli su centinaia di altre donne.
Inoltre, il 28 aprile 2012, con modalità senza precedenti negli altri paesi europei, le autorità greche, tramite un comunicato stampa, hanno illustrato nei dettagli il caso di una lavoratrice del sesso russa di 22 anni, incluse fotografie e informazioni sulle sue cartelle cliniche. La giovane ha negato di essere a conoscenza del proprio stato di salute. Il 30 aprile 2012 le autorità hanno pubblicato in rete le foto di altre 12 prostitute.

Secondo la Commissione, tali azioni da parte delle autorità greche (in particolare le retate, l'obbligo di sottoporsi a test e la pubblicazione di dati personali e sensibili riguardanti lo stato di salute) sono conformi alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, ai trattati dell'UE e agli obblighi derivanti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo per quanto riguarda la difesa, la protezione e la promozione dei diritti fondamentali, della dignità umana e dell'eguaglianza, il divieto di discriminazione (in particolar modo nei confronti di soggetti sieropositivi, lavoratori del sesso e migranti), il diritto alla riservatezza e la protezione dei dati personali e sensibili, quali le informazioni di tipo sanitario?
Intende la Commissione rivolgersi ai garanti per la protezione dei dati affinché vengano rispettate le norme europee e nazionali in materia di tutela dei dati?
Intende essa indirizzare le proprie preoccupazioni alle autorità greche?

Interrogazione sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione

Interrogazioni parlamentari
24 aprile 2012
E-004240/2012
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione

Articolo 117 del regolamento
Erminia Mazzoni (PPE) , Elisabetta Gardini (PPE) , Andrea Zanoni (ALDE) , Debora Serracchiani (S&D) , Mara Bizzotto (EFD) , Paolo Bartolozzi (PPE) , Sergio Paolo Frances Silvestris (PPE) , Sonia Alfano (ALDE) , Gabriele Albertini (PPE) , Giuseppe Gargani (PPE) , Gianni Pittella (S&D) , Gianni Vattimo (ALDE) , Marco Scurria (PPE) , Oreste Rossi (EFD) , Carlo Fidanza (PPE) , Lara Comi (PPE) , Iva Zanicchi (PPE) , Gianluca Susta (S&D) , Clemente Mastella (PPE) , Crescenzio Rivellini (PPE) , Raffaele Baldassarre (PPE) , Mario Mauro (PPE) , Roberta Angelilli (PPE) , Antonio Cancian (PPE) , Salvatore Tatarella (PPE) , Cristiana Muscardini (PPE) , Vito Bonsignore (PPE) , Luigi Ciriaco De Mita (PPE) e Vincenzo Iovine (ALDE)

 Oggetto: Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione
Visto il regolamento (CE) n. 1927/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione,
considerando che il citato regolamento già prevede, tra l'altro, che in circostanze eccezionali il FEG può intervenire anche se le condizioni di intervento non sono interamente soddisfatte, qualora i licenziamenti abbiano un'incidenza grave sull'occupazione e sull'economia locale, e che l'importo cumulato dei contributi a titolo di dette circostanze eccezionali non può eccedere il 15 % delle spese massime del FEG in un anno;
prendendo atto:
che quasi mai la Commissione ha dichiarato applicabile tale procedura eccezionale, mostrando un basso grado di flessibilità;
che le condizioni previste dal regolamento, troppo complesse in relazione alle esigenze di urgenza prospettate dai casi cui dovrebbe applicarsi, hanno portato a un utilizzo parziale del Fondo nonostante il dilagare di crisi aziendali e l'aumento del numero di lavoratori che escono dal mercato del lavoro;
che casi come quello degli 800 lavoratori della Servirail (ex Wagon Lits) operanti in tutta Italia, dei 700 lavoratori della Irisbus di Valle Ufita, dei 400 lavoratori della Benefil e della Tessival del polo tessile di Airola, dei 300 lavoratori della Itierre in Molise e dei 300 lavoratori del sito produttivo Fiat di Pomigliano D'Arco non hanno ricevuto il sostegno del FEG;
si chiede alla Commissione:
se intenda anticipare i tempi di revisione del regolamento per migliorare l'efficienza del Fondo a breve termine, semplificandone le procedure, aumentandone la visibilità e favorendo gli scambi di esperienze;
se preveda la possibilità di rafforzare l'impatto del FEG relativamente alla creazione di posti di lavoro e alla formazione di lavoratori europei;
se ritenga che il FEG potrebbe essere utilizzato anche per incoraggiare la mobilità dei lavoratori e per analizzare e prevedere meglio l'evoluzione della congiuntura economica.

Interrogazione sulla situazione del credito in Europa

Interrogazioni parlamentari
19 aprile 2012
E-004116/2012
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione

Articolo 117 del regolamento
Giommaria Uggias (ALDE) , Gianni Vattimo (ALDE) , Andrea Zanoni (ALDE) e Niccolò Rinaldi (ALDE)

 Oggetto: Situazione del credito in Europa a seguito delle due operazioni LTRO adottate dalla BCE
Lo scorso 29 febbraio la Banca Centrale Europea ha distribuito a 800 banche europee 529,5 miliardi di euro a tre anni con un tasso di interesse dell'1 % nell'ambito del secondo LTRO (Operazione di rifinanziamento a lungo termine). Come per il primo LTRO, grazie al quale lo scorso 22 dicembre 523 banche usufruirono di 489 miliardi di euro, l'erogazione di liquidità di lungo termine ha lo scopo di allentare la tensione sul mercato dei debiti soprattutto per quei paesi caratterizzati da bilanci in rosso. Considerando entrambe le operazioni di rifinanziamento, la BCE ha introdotto nel sistema finanziario oltre 1000 miliardi di euro in poco più di un trimestre.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso marzo a Francoforte, il Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha affermato che, mentre il primo LTRO aveva lo scopo di «garantire liquidità al sistema finanziario, la seconda tranche di LTRO si prefigge di sostenere l'economia reale, e soprattutto le PMI, che costituiscono circa l'80 % del mercato occupazionale».
Considerato che l'afflusso di risorse finanziarie rappresenta un fattore imprescindibile per la crescita dell'economia europea, può la Commissione far sapere:
in che misura le banche beneficiarie del prestito della BCE hanno destinato le risorse ricevute per sostenere l'economia reale, quale settore ne ha usufruito maggiormente e soprattutto se tale prestito ha migliorato le condizioni di cittadini e imprese nell'accesso ai mutui?
qual è l'attuale tasso d'interesse medio applicato dalle banche europee per l'ottenimento di mutui e prestiti, e se esso è diminuito a seguito dei due LTRO?
cosa è in grado di fare per assicurarsi che le risorse erogate raggiungano effettivamente l'economia reale e siano meglio finalizzate ad aiutare cittadini e imprese?

sabato 24 marzo 2012

Interrogazione sulla criminalizzazione delle persone senza fissa dimora in Ungheria

8 marzo 2012
O-000061/2012
Interrogazione con richiesta di risposta orale
alla Commissione

Articolo 115 del regolamento
Cecilia Wikström, Nadja Hirsch, Renate Weber, Gianni Vattimo, Sonia Alfano, Andrea Zanoni, Louis Michel, Leonidas Donskis, Jan Mulder, Sophia in 't Veld, Jens Rohde, Baroness Sarah Ludford, Ramon Tremosa i Balcells, Niccolò Rinaldi, Nathalie Griesbeck, Marielle de Sarnez, a nome del gruppo ALDE

 Oggetto: Criminalizzazione delle persone senza fissa dimora in Ungheria
Il 1° dicembre 2011 in Ungheria è entrata in vigore una legge sulla criminalizzazione delle persone senza fissa dimora. Dopo un primo avvertimento, ai senzatetto che dormono in strada sarà comminata una multa da 445 euro o si procederà al loro arresto. I relatori delle Nazioni Unite sui diritti umani, nello specifico i relatori speciali sulla povertà estrema, sui diritti umani e sul diritto a un alloggio adeguato, hanno criticato la legge e invitato l'Ungheria a riconsiderare questa norma nonché ad adottare una strategia nazionale per l'alloggio che tenga conto delle esigenze e dei diritti delle persone senza fissa dimora, conformemente agli obblighi internazionali in materia di diritti umani. Si stima che in Ungheria vivano tra le 30 000 e le 35 000 persone senza fissa dimora, tra cui persone affette da disabilità(1). A seguito della crisi economica e finanziaria è aumentato il numero delle famiglie che vivono per strada. Le autorità ungheresi hanno comunicato che sono stati costruiti nuovi ricoveri, ma i detrattori sottolineano che ciò non giustifica le multe o l'arresto di coloro che non hanno ancora trovato un alloggio.
1. Può la Commissione indicare se ritiene che la legge citata sia incompatibile con i valori fondanti dell'Unione europea, enunciati all'articolo 2 del TUE, in particolare per quanto concerne "il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze... in una società caratterizzata... dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità"?
2. Concorda sul fatto che la legge è incompatibile con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare con l'articolo 1 (diritto alla dignità), l'articolo 4 (proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumati o degradanti), l'articolo 6 (diritto alla libertà e alla sicurezza) e l'articolo 7 (rispetto per la vita privata e familiare), nonché con l'articolo 31 della Carta sociale europea rivista, che stabilisce il diritto a un alloggio?
3. Concorda nell'affermare che detta legge è incompatibile con le politiche dell'Unione europea intese a combattere la mancanza di alloggio, compreso il riferimento specifico contenuto nella relazione comune per il 2010 sulla protezione sociale e l'inclusione sociale adottata dal Consiglio?
4. Concorda sul fatto che il provvedimento costituisce una misura che non rispetta il criterio di proporzionalità e di necessità in una società democratica stabilito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo?
5. Concorda nell'affermare che la legge ha ripercussioni discriminatorie su coloro che vivono in condizioni di povertà?
6. Concorda sul fatto che detta legge farà sì che le risorse siano spese per la vigilanza, la detenzione, i procedimenti giudiziari e l'incarcerazione, anziché essere utilizzate più efficacemente per individuare soluzioni in materia di alloggio?
7. Fornirà statistiche sulla mancanza di alloggio in tutti gli Stati membri?
8. Qualora condivida queste preoccupazioni, quali azioni intraprenderà nei confronti delle autorità ungheresi? Intende avviare una procedura d'infrazione nei confronti dell'Ungheria?
(1) http://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=11829&LangID=E

Interrogazione sul rilascio dei visti per gli studenti del Mediterraneo meridionale

8 marzo 2012
O-000063/2012
Interrogazione con richiesta di risposta orale
alla Commissione

Articolo 115 del regolamento
Renate Weber, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Sophia in 't Veld, Sonia Alfano, Baroness Sarah Ludford, Andrew Duff, Ivo Vajgl, Marielle de Sarnez, Ramon Tremosa i Balcells, Andrea Zanoni, Gianni Vattimo, Robert Rochefort, Louis Michel, Leonidas Donskis, Nadja Hirsch, Cecilia Wikström, Nathalie Griesbeck, a nome del gruppo ALDE

 Oggetto: Agevolazioni per il rilascio dei visti per gli studenti del Mediterraneo meridionale
I movimenti di protesta nei paesi del Mediterraneo meridionale sono stati sostenuti da una generazione giovane e dinamica che ha espresso domande e aspirazioni concrete, tra cui il diritto a un'istruzione di qualità.
La Commissione ha ripetutamente manifestato la volontà di promuovere scambi accademici con i paesi confinanti con l'UE.
Il progetto Erasmus per i paesi Euromed offre all'UE la possibilità di rispondere in modo specifico a tale domanda di istruzione e mobilità. Tuttavia, gli scambi accademici sono subordinati al rilascio dei visti, le cui procedure possono essere lunghe e piuttosto costose.
Quali misure intende adottare la Commissione per agevolare il rilascio dei visti per gli studenti provenienti dai paesi del Mediterraneo meridionale?

Interrogazione sulla legge ungherese sui media

6 marzo 2012
E-002533/2012
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione

Articolo 117 del regolamento
Renate Weber (ALDE) , Sonia Alfano (ALDE) , Gianni Vattimo (ALDE) , Louis Michel (ALDE) , Cecilia Wikström (ALDE) , Jan Mulder (ALDE) , Stanimir Ilchev (ALDE) e Baroness Sarah Ludford (ALDE)

 Oggetto: Legge ungherese sui media
La situazione in Ungheria sta sollevando gravi preoccupazioni a livello europeo e internazionale in seguito alle modifiche apportate dal governo alla Costituzione e all'approvazione di «leggi cardinali» e di misure legislative, che impongono il controllo del governo sul Parlamento, sulla magistratura e sull'economia, nonché sui mezzi di comunicazione. Il Parlamento ha approvato tre risoluzioni concernenti l'Ungheria, in cui invita a intraprendere azioni volte a evitare una crisi politica che potrebbe coinvolgere l'intera Unione europea. Inoltre la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha organizzato un'audizione sulla situazione in Ungheria il 9 febbraio 2012, alla quale hanno partecipato anche alcuni rappresentanti del governo ungherese.
Nel corso di tale audizione il vice Primo ministro ungherese, Tibor Navracsics, ha dichiarato che, in seguito alla sentenza della Corte costituzionale ungherese in merito alla legge sui media, quest'ultima sarà modificata e il governo ungherese provvederà a inviare i progetti di emendamento al Consiglio d'Europa per una valutazione.
1. Risulta alla Commissione che il Consiglio d'Europa sia già stato invitato a effettuare una valutazione della legge sui media e che le autorità ungheresi abbiano già inviato la legge in questione e i relativi emendamenti al Consiglio d'Europa e, in particolare, alla Commissione di Venezia?
2. Nel corso dell'audizione e in seguito ad essa alcuni membri della delegazione Fidesz presso il Parlamento europeo, tra cui József Szájer(1), Lívia Járóka(2) e Kinga Gál(3), hanno pubblicamente espresso le loro critiche nei confronti delle osservazioni formulate dal commissario Kroes in tale occasione. Qual è la reazione della Commissione di fronte a tali critiche?
(1)http://www.politics.hu/20120213/fidesz-mep-szajer-accuses-eu-media-commissioner-kroes-of-overstepping-authority/.
(2)http://www.politics.hu/20120217/fidesz-mep-asks-eu-commissioner-kroes-to-respect-facts/.
(3)http://www.europeanvoice.com/article/2012/february/kroes-has-grave-concerns-about-hungarian-media-laws/73557.aspx.

lunedì 19 marzo 2012

Interrogazione sulle attività USA e UE di data mining


Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002428/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE)
Oggetto: Global Intelligence Files di WikiLeaks, attività generalizzate di data mining da parte degli Stati Uniti e dell'UE, e profiling di cittadini dell'UE
Il 27 febbraio 2012 WikiLeaks ha lanciato "The Global Intelligence Files", da cui è emerso che:
1. Le autorità di contrasto statunitensi si avvalgono di aziende private al fine di monitorare, analizzare e contrastare le attività di attivisti e manifestanti pacifici, ad esempio tramite Stratfor, un'azienda che fornisce servizi riservati di intelligence a grandi società e alle agenzie governative interessate, con le quali l'azienda intrattiene relazioni strette (ex dipendenti del governo USA lavorano adesso per la Stratfor) così come le intrattiene con importanti imprese mediatiche (tra cui la Reuters).
2. Palantir, una società fondata dall'azienda della CIA In-Q-Tel1, fornisce alle autorità statunitensi i software per collegare i dati provenienti da diverse basi dati (dati sul codice di prenotazione, dati bancari, dati relativi a trasferimenti finanziari, dati sull'ubicazione e sulle comunicazioni) con dati da fonte aperta (quali Twitter e Facebook) al fine di individuare, sulla base di modelli di un non meglio definito "comportamento sospetto", le persone che presentano un "rischio".
3. Facebook, a quanto si afferma, è finanziato dalla CIA tramite altre aziende e amministratori che hanno ricevuto o ricevono fondi per mezzo di In-Q-Tel.
Inoltre il Dipartimento per la Sicurezza interna (DHS) ha dato incarico all'azienda privata General Dynamics di monitorare i media e i social media al fine di attuare la propria politica2; ciò ha determinato, ad esempio, l'arresto, l'interrogatorio e l'espulsione di due innocenti turisti dell'UE, Leigh Van Bryan ed Emily Bunting, per via di alcune battute su Twitter3.
Viene riferito che Europol impiega intelligence da fonte aperta e processi di data mining (estrazione di dati) e di profiling (profilazione) basati sui pacchetti software I2 e Themis4, ed è cliente di Orgnet.com, un'azienda che fornisce "software e servizi per l'analisi dei social network". Inoltre, in relazione alla revisione del regolamento su Europol, un funzionario della Commissione ha annunciato progetti volti a consentire operazioni che comportano "ricerche su Internet" da parte di Europol.
È la Commissione a conoscenza delle questioni summenzionate?
Ritiene che le situazioni descritte siano compatibili con la direttiva 95/46/CE, del 24 ottobre 1995, con la Carta dei diritti fondamentali e con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo?
Quali provvedimenti intende adottare per garantire che i dati personali dei cittadini dell'UE non siano oggetto di abusi da parte di aziende private statunitensi e autorità di contrasto mediante attività generalizzate di data mining e profiling?
Intende chiedere informazioni circa i criteri applicati e le persone che sono considerate un "pericolo", nonché difendere i diritti dei cittadini dell'UE?
Che cosa ha fatto per difendere i diritti dei cittadini europei Leigh Van Bryan ed Emily Bunting?
Intende esprimere la sua preoccupazione in merito a tale incidente?
Ritiene che la proposta di estensione del mandato di Europol sia compatibile con i trattati?
Quali provvedimenti intende adottare per garantire che Europol e gli Stati membri non seguano questa prassi preoccupante di spiare segretamente le vite private dei cittadini?
1 http://en.wikipedia.org/wiki/Palantir_Technologies
2 http://www.dhs.gov/xlibrary/assets/privacy/privacy_pia_ops_publiclyavailablesocialmedia.pdf
3 http://www.dailymail.co.uk/news/article-2093796/Emily-Bunting-Leigh-Van-Bryan-UK-tourists-arrested-destroy-America-Twitter-jokes.html#ixzz1nmxPbsDQ
4 http://www.statewatch.org/news/2012/feb/eu-profiling-and-europol-question.pdf

Interrogazione sulle azioni USA contro Wikileaks



Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002429/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE)
Oggetto: Azioni degli Stati Uniti contro WikiLeaks, Assange e i presunti attivisti di Anonymous
Il 27 febbraio 2012, WikiLeaks ha lanciato "The Global Intelligence Files", da cui emerge che le autorità di contrasto statunitensi hanno segretamente formulato dei capi d’imputazione – a quanto pare per terrorismo e associazione per delinquere – contro Julian Assange e persone collegate a WikiLeaks; esse stanno esercitando pressioni per ottenere l'estradizione di Assange negli Stati Uniti, e intendono applicare nei confronti suoi e di altre persone collegate a WikiLeaks la stessa linea che gli USA hanno adottato nei confronti di Al Qaeda. In seguito alla pubblicazione, anche tramite media internazionali, dei file Stratfor in possesso di una "CIA parallela", l'Interpol ha effettuato una serie di arresti di presunti attivisti di Anonymous di età compresa tra i 16 e i 40 anni.
È la Commissione a conoscenza di questi fatti?
Ritiene che essi siano compatibili con i trattati, con la Carta dei diritti fondamentali e con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo?
Che cosa intende fare per garantire che Assange, gli attivisti di WikiLeaks e le persone legate ai media non siano perseguitati o estradati negli Stati Uniti, dove rischierebbero di essere sottoposti a procedure segrete che comportano persecuzioni, torture e trattamenti inumani o degradanti, ivi compresa la detenzione a Guantanamo, com’è accaduto e accade ad altri?
È in grado di confermare che la convenzione di estradizione UE-USA non consente tali estradizioni?
In relazione agli attivisti di WikiLeaks, ad Assange e ai presunti attivisti di Anonymous, che cosa intende fare la Commissione per garantire che la libertà d’informazione, la segretezza delle fonti giornalistiche, la libertà di espressione e di manifestazione, il diritto a un processo equo e il diritto a non essere estradati in un paese in cui le persone rischiano di essere perseguitate, torturate o sottoposte a trattamenti inumani o degradanti, tra cui la detenzione in isolamento e i processi militari, siano rispettati nell'UE come previsto dai trattati, dalla Carta dei diritti fondamentali e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo?











Interrogazione sulle società private USA che detengono dati dei cittadini UE



Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002430/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE)
Oggetto: Intimazioni degli Stati Uniti a società private che detengono dati di cittadini dell'UE
Le autorità statunitensi hanno emesso un'intimazione (“subpoena”) nei confronti di SWIFT, imponendole di fornire dati finanziari, presumibilmente a fini di antiterrorismo; ciò ha provocato una controversia con l'UE, in seguito alla quale è stato negoziato e adottato un trattato internazionale mirante a disciplinare tale accesso e a tentare di garantire che le autorità statunitensi non facciano un uso scorretto dei dati per scopi diversi, ad esempio per controllare le aziende dell'UE a fini commerciali e industriali o per spiare i dati finanziari dei cittadini dell’UE. È possibile che siano state oggetto di intimazioni analoghe altre società private che sono in possesso di dati privati di carattere personale di cittadini dell'UE, quali società emittenti di carte di credito, aziende di telecomunicazioni, fornitori di apparecchiature mobili, fornitori di servizi Internet, banche, fornitori di motori di ricerca Internet e di altre applicazioni, e società di media o social media. Ciò sarebbe in contrasto con la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali prevista dalla direttiva 95/46/CE1 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, nonché con la Carta dei diritti fondamentali e con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
La Commissione è in possesso di informazioni, di qualsiasi fonte, in merito ad altre intimazioni (“subpoena”) emesse dalle autorità statunitensi nei confronti di aziende private che detengono dati di cittadini dell'UE?
In caso affermativo, come giudica la compatibilità di tali richieste statunitensi con i trattati, con la Carta dei diritti fondamentali e con la legislazione dell'UE sulla protezione dei dati, tra cui la direttiva 95/46/CE, e che cosa intende fare se tale comportamento risulta contrario ai valori, ai principi e all’ordinamento dell'UE?
Se la Commissione non è al corrente di altre intimazioni (“subpoena”), intende chiedere alle autorità statunitensi di fornire tali informazioni alle autorità dell'UE? E quale azione intende adottare qualora tale trattamento di dati personali sia contrario al diritto dell'UE?
1 GU L 281 del 23.11.1995, pag. 31.







giovedì 26 gennaio 2012

Interrogazione parlamentare sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio


Interrogazioni parlamentari
30 novembre 2011
E-011270/2011
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Vittorio Prodi (S&D) , Sonia Alfano (ALDE) , Pino Arlacchi (S&D) , Kriton Arsenis (S&D) , Francesca Balzani (S&D) , Luigi Berlinguer (S&D) , Rita Borsellino (S&D) , Salvatore Caronna (S&D) , Sergio Gaetano Cofferati (S&D) , Silvia Costa (S&D) , Andrea Cozzolino (S&D) , Rosario Crocetta (S&D) , Francesco De Angelis (S&D) , Paolo De Castro (S&D) , Leonardo Domenici (S&D) , Edite Estrela (S&D) , Eider Gardiazábal Rubial (S&D) , Roberto Gualtieri (S&D) , Vincenzo Iovine (ALDE) , Karin Kadenbach (S&D) , Linda McAvan (S&D) , Judith A. Merkies (S&D) , Guido Milana (S&D) , Pier Antonio Panzeri (S&D) , Andres Perello Rodriguez (S&D) , Mario Pirillo (S&D) , Gianni Pittella (S&D) , Rovana Plumb (S&D) , Pavel Poc (S&D) , Niccolò Rinaldi (ALDE) , Daciana Octavia Sârbu (S&D) , David-Maria Sassoli (S&D) , Debora Serracchiani (S&D) , Catherine Stihler (S&D) , Gianluca Susta (S&D) , Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D) , Patrizia Toia (S&D) , Giommaria Uggias (ALDE) , Gianni Vattimo (ALDE) e Andrea Zanoni (ALDE)
 Oggetto: Revisione della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio e divieto dei sacchetti di plastica per la spesa
A marzo 2011 il Consiglio Ambiente dell'Unione europea ha discusso l'impatto ambientale dei sacchetti di plastica per la spesa, giungendo alla conclusione che fosse necessaria un'azione efficace a livello europeo. A maggio 2011 la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica in cui chiedeva quale fosse la soluzione migliore per ridurre l'utilizzo dei sacchetti di plastica. Nell'ambito della consultazione si chiedeva, per esempio, se sarebbe stato efficace imporre una serie di imposte e contributi, o se, invece, sarebbe stato più opportuno ricorrere ad altre opzioni, per esempio a un divieto europeo relativo ai sacchetti di plastica. Si è inoltre sondato il parere dell'opinione pubblica in merito alle opzioni per aumentare la visibilità dei prodotti di imballaggio biodegradabili e migliorare i requisiti di biodegradabilità per gli imballaggi. Secondo i dati pubblicati dalla Commissione, sono pervenute in totale 15 538 risposte, di cui il 96,9 % proveniente dai cittadini. Oltre il 78 % dei partecipanti alla consultazione pubblica si è detto favorevole all'adozione di misure a livello europeo tese a ridurre l'utilizzo dei sacchetti di plastica, più del 71 % si è espresso positivamente in merito all'istituzione di obiettivi in materia di prevenzione dei rifiuti per i sacchetti di plastica, mentre oltre il 70 % ha confermato la necessità di introdurre un divieto europeo relativo ai sacchetti di plastica. L'elevato numero di risposte fornite dai cittadini, nonché l'ampio sostegno ottenuto dalla proposta di introdurre misure a livello dell'Unione dimostrano quanto sia necessario adottare azioni urgenti che permettano di ridurre drasticamente l'utilizzo dei sacchetti di plastica.
Alla luce dell'elevato numero di risposte fornite dai cittadini, nonché dell'ampio sostegno ottenuto dalla proposta di introdurre misure a livello europeo che permettano di ridurre drasticamente l'utilizzo dei sacchetti di plastica, potrebbe la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
1. Quando intende la Commissione proporre una rapida revisione della direttiva 94/62/CE per introdurre un divieto relativo ai sacchetti di plastica monouso e non biodegradabili?
2. Comprenderà la revisione della direttiva 94/62/CE obiettivi specifici in materia di prevenzione dei rifiuti relativi ai sacchetti di plastica monouso e non biodegradabili?
3. Intende inoltre la Commissione proporre misure legislative al fine di promuovere ulteriormente la produzione e l'utilizzo di imballaggi biodegradabili e compostabili conformi alla norma EN 13432 del CEN?
4. Intende la Commissione procedere nei confronti degli Stati membri che non specificano la procedura che tutti gli attori della filiera sono tenuti a osservare per assicurare che gli imballaggi siano immessi sul mercato solo se conformi ai requisiti essenziali della direttiva 94/62/CE?


Interrogazione parlamentare sulle alluvioni in Italia

Interrogazioni parlamentari
1 dicembre 2011
E-011214/2011
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Barbara Matera (PPE) , Mario Mauro (PPE) , Roberta Angelilli (PPE) , Guido Milana (S&D) , Debora Serracchiani (S&D) , Vincenzo Iovine (ALDE) , Silvia Costa (S&D) , Licia Ronzulli (PPE) , Gabriele Albertini (PPE) , Lorenzo Fontana (EFD) , Potito Salatto (PPE) , Salvatore Tatarella (PPE) , Sergio Paolo Frances Silvestris (PPE) , Magdi Cristiano Allam (PPE) , Fiorello Provera (EFD) , Giancarlo Scottà (EFD) , Mario Pirillo (S&D) , Vittorio Prodi (S&D) , Oreste Rossi (EFD) , Pier Antonio Panzeri (S&D) , Francesca Balzani (S&D) , Crescenzio Rivellini (PPE) , Giovanni La Via (PPE) , Salvatore Iacolino (PPE) , Aldo Patriciello (PPE) , Andrea Cozzolino (S&D) , Andrea Zanoni (ALDE) , Sergio Gaetano Cofferati (S&D) , Clemente Mastella (PPE) , Elisabetta Gardini (PPE) , Giommaria Uggias (ALDE) , Niccolò Rinaldi (ALDE) , Gianni Vattimo (ALDE) , Amalia Sartori (PPE) , Lara Comi (PPE) , Roberto Gualtieri (S&D) , Marco Scurria (PPE) , Gianluca Susta (S&D) , Erminia Mazzoni (PPE) , Claudio Morganti (EFD) , Carlo Casini (PPE) , Francesco Enrico Speroni (EFD) , Antonello Antinoro (PPE) , Rosario Crocetta (S&D) , Alfredo Antoniozzi (PPE) , Mara Bizzotto (EFD) , Alfredo Pallone (PPE) , Paolo De Castro (S&D) e Paolo Bartolozzi (PPE)

 Oggetto: Alluvioni in Italia
Nelle passate settimane un'ondata di maltempo si è abbattuta su tutta l'Italia. Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata, sono state duramente colpite da alluvioni e diverse esondazioni. Al pesante bilancio si aggiungono i notevoli danni socio-economici subiti dai territori colpiti.
Molti cittadini sono rimasti senza casa. Interi paesi sono stati evacuati. Collegamenti ferroviari e stradali sono interrotti a causa di frane e smottamenti.
Sono stati colpiti territori che hanno fatto dell'agricoltura e del turismo le loro principali fonti di sostentamento, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista socio-economico. Bellezze naturali e patrimoni paesaggistici riconosciuti a livello internazionale sono andati interamente distrutti.
Può la Commissione far sapere:
se e in che modo intende attivare il Fondo di solidarietà europeo, al fine di permettere ai territori colpiti di poter al più presto riprendere tutte le normali attività;
cosa intende fare, anche alla luce della comunicazione «Verso una forte risposta dell'Unione ai disastri», per migliorare le politiche di prevenzione e stato d'allerta e favorire la formazione e l'esercitazione nonché lo scambio di esperti e progetti di cooperazione che sperimentino nuovi approcci per ridurre il rischio di calamità?

sabato 19 novembre 2011

Interrogazione parlamentare sull'attività di Tony Blair in qualità d'inviato speciale del Quartetto per il Medio Oriente

Interrogazioni parlamentari
11 novembre 2011
E-010298/2011
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione

Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE)

 Oggetto: Attività di Tony Blair nel ruolo di inviato speciale del Quartetto per il Medio Oriente
L'ex primo ministro britannico Tony Blair dal 2007 è l'inviato speciale del Quartetto per il Medio Oriente, che comprende le Nazioni Unite, gli Stati Uniti, l'Unione europea e la Russia. Secondo i media britannici, Blair si sarebbe servito della rete di contatti creata attraverso la sua posizione di inviato speciale per procurare alla sua società di consulenza affari in Medio Oriente per milioni di dollari. Nell'ottobre del 2011 i media hanno riferito che Blair guadagnerà milioni di dollari fornendo consulenza al presidente kazako Nursultan Nazarbayev, per la precisione 12,7 milioni di dollari all'anno per fornire la sua opinione su questioni economiche. Nazarbayev ha governato il Kazakstan dalla sua nascita come Stato indipendente nel 1990 anche ricorrendo a metodi autoritari ed è stato criticato da ONG per i diritti umani per aver violato i diritti fondamentali e represso brutalmente il dissenso. Cabli USA svelati da Wikileaks riferivano di «Gravi limiti nell'abilità di cambiare il proprio governo; tortura di detenuti e prigionieri e altri abusi; prigionieri in condizioni insalubri; arresti e detenzioni arbitrari; mancanza di un sistema giudiziario indipendente; restrizioni alla libertà di parola; corruzione dilagante, soprattutto nell'applicazione della legge e nel sistema giudiziario; discriminazione e violenza contro le donne; traffico di esseri umani»(1). Tuttavia, un portavoce del governo kazako ha dichiarato che Blair e Nazarbayev «si conoscevano e si apprezzavano da anni»(2). I media riportano che, secondo alcuni analisti politici kazaki, Nazabeyev ha assunto Blair perché agisca da rappresentante internazionale di alto livello per il regime. Blair lavora già per diversi governi e organizzazioni di alto profilo, tra cui i sovrani del Kuwait, la banca JPMorgan Chase e la società petrolifera sudcoreana UI Energy Corporation, e si ritiene che abbia guadagnato oltre 20 milioni di sterline da quando ha lasciato l'incarico.
Può la Commissione far sapere se è a conoscenza di questi fatti? Concorda la Commissione che l'inviato speciale non dovrebbe svolgere attività come quelle sopra descritte, per evitare conflitti di interesse e per non gettare una luce negativa sul ruolo dell'inviato speciale e del Quartetto, compromettendone così gli obiettivi? Può la Commissione far sapere se l'UE contribuisce, direttamente o indirettamente, al finanziamento della missione di Tony Blair quale inviato speciale e se intende esprimere la sua preoccupazione in merito ai fatti sopra descritti? Può la Commissione indicare quale tipo di contatti intrattiene l'UE con Tony Blair e in che modo il suo operato è sottoposto a controllo democratico e giurisdizionale?

(1)http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/asia/kazakhstan/8843027/Tony-Blair-helps-Kazakhstan-boosts-its-image-in-West.html.
(2)http://futures.tradingcharts.com/news/futures/Tony_Blair_to_earn_millions_as_Kazakhstan_economic_consultant_167127004.html.

venerdì 7 ottobre 2011

Discriminazione e persecuzione dei Rom nell'UE, interrogazione parlamentare


Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-008846/2011
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Renate Weber (ALDE), Sophia in 't Veld (ALDE), Gianni Vattimo (ALDE) e Sonia Alfano (ALDE)
Oggetto:       Discriminazione e persecuzione dei Rom negli Stati membri dell'UE e strategia-quadro, orientamenti e azioni dell'UE
Gli orientamenti pubblicati dalla Commissione e destinati agli Stati membri per la formulazione di strategie nazionali per l'integrazione dei Rom non bastano a evitare che essi siano vittime di fenomeni di discriminazione e persecuzione nell'UE e negli Stati membri.
In Ungheria, un piano approvato dal parlamento ungherese lo scorso luglio prevede che chiunque riceva un sussidio sociale debba lavorare presso cantieri, pulire le strade o provvedere alla manutenzione di parchi e foreste. Un eventuale rifiuto comporterebbe l'interruzione dell'erogazione dei sussidi. Chi lavora nell'ambito del programma riceve EUR 200 al mese, spesso in circostanze degradanti, ad esempio impegnato nella raccolta di legna morta in una foresta per giorni a Gyöngyöspata, un lavoro che, usando un trattore, si potrebbe svolgere in poche ore[1]. Questa misura è stata aspramente criticata poiché colpisce eccessivamente i Rom.
Da qualche settimana, la repubblica ceca è teatro di sommosse (simili a veri e propri pogrom), che vedono contrapporsi gli estremisti di destra e i Rom di recente insediamento nella Boemia settentrionale[2]. Il senato ceco d'altrocanto ha affermato che la Repubblica Ceca non dovrebbe partecipare alla strategia europea sui Rom.
Nel Regno Unito, 86 famiglie di Rom di nazionalità irlandese rischiano di essere espulse da Dale Farm in località Basildon, Essex, una decisione che è stata criticata dal comitato contro la discriminazione razziale delle Nazioni Unite[3].
Espulsioni di Rom continuano a verificarsi a Roma (Italia), Parigi (Francia) e Baia Mare (Romania), spingendo le ONG a invitare le autorità e la Commissione europea a intervenire con urgenza.
Può la Commissione spiegare perché gli orientamenti forniti non includono i diritti umani e delle misure antidiscriminazione, contrariamente a quanto richiesto dal Parlamento nella sua relazione sui Rom? Può la Commissione illustrare quali azioni ha intrapreso o intende intraprendere per garantire la cessazione delle politiche e delle leggi discriminatorie e delle violazioni dei diritti umani sopra indicate? Può la Commissione illustrare come garantirà che gli Stati membri rispettino i diritti umani e le norme antidiscriminazione in relazione ai Rom?


[1]     http://www.euractiv.com/socialeurope/hungary-puts-roma-work-news-507804
[2]     http://www.spiegel.de/international/europe/0,1518,786495,00.html
[3] http://www.washingtonpost.com/world/europe/irish-travelers-build-barricades-say-they-will-fight-eviction-in-eastern-england/2011/09/19/gIQAfeCbeK_story.html

mercoledì 28 settembre 2011

Interrogazione parlamentare sulle discriminazioni su base sessuale (legge GB su unioni civili e no italiano a unioni civili nei consolati britannici)

Interrogazioni parlamentari
15 settembre 2011
E-008233/2011
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE) e Sonia Alfano (ALDE)

 Oggetto: Discriminazione in base all'orientamento sessuale — Legge britannica in materia di unioni civili — No dell'Italia alla celebrazione di unioni civili tra omosessuali nei consolati britannici
Le coppie omosessuali che vogliono far registrare nei consolati esteri la loro unione, celebrata ai sensi della legislazione britannica in materia, vale a dire del Civil Partnership Act del 2004 e del Civil Partnership Order del 2005, stanno avendo serie difficoltà e, talvolta, si vedono addirittura negare questa possibilità. I due atti, infatti, stabiliscono che a tal fine deve essere presentata una richiesta al paese ospitante, che può opporsi alla registrazione (cfr. sezione 210(2)(c) del Civil Partnership Act). L'associazione Certi Diritti ha denunciato una serie di casi in cui il governo italiano si è opposto alla registrazione delle unioni civili nei consolati del Regno Unito.
Non ritiene forse la Commissione che la legislazione britannica spiani la strada a una discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, dal momento che le unioni civili sono consentite solo alle coppie omosessuali? Non ritiene forse la Commissione che l'opposizione del governo italiano a che le unioni civili siano celebrate nei consolati del Regno Unito in Italia rappresenta una discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale? Non ritiene forse la Commissione che una simile discriminazione ostacoli la libera circolazione e l'uguaglianza dei cittadini dell'UE?

Censura e omofobia su Rai 1: il testo italiano dell'interrogazione al Parlamento europeo

Ne avevamo dato notizia qui, riportando un comunicato dell'Associazione Certi diritti. Ecco il testo italiano dell'interrogazione.

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-008441/2011
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Sophia in 't Veld (ALDE), Sonia Alfano (ALDE), Renate Weber (ALDE), Alexander Alvaro (ALDE), Ramon Tremosa i Balcells (ALDE), Gianni Vattimo (ALDE), Baroness Sarah Ludford (ALDE), Cecilia Wikström (ALDE), Niccolò Rinaldi (ALDE) e Frédérique Ries (ALDE)
Oggetto:       Censura omofoba da parte del canale televisivo pubblico italiano RAI 1
Il canale della televisione di Stato italiana RAI 1 ha recentemente censurato un episodio della serie TV tedesca "Um himmels willen" ("Un ciclone in convento") perché conteneva delle scene del matrimonio di una coppia omosessuale. La RAI non è nuova a episodi di censura omofoba: a dicembre 2008 aveva censurato delle immagini del film di Ang Lee "Brokeback Mountain" in cui i due protagonisti si scambiavano un bacio, mentre aveva trasmesso immagini simili con persone di sesso diverso.
Può la Commissione chiarire se tale forma di censura omofoba da parte di un canale televisivo pubblico è conforme ai diritti e ai valori fondamentali dell’UE quali la libertà di informazione e di espressione nonché al divieto di discriminazione basata sulle tendenze sessuali, con particolare riferimento alla direttiva 2010/13/UE del 10 marzo 2010 relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi)?