lunedì 20 febbraio 2012
La questione gay e il disciplinamento ai tempi dei governi tecnici
mercoledì 28 settembre 2011
Interrogazione parlamentare sulle discriminazioni su base sessuale (legge GB su unioni civili e no italiano a unioni civili nei consolati britannici)
Interrogazioni parlamentari | ||
15 settembre 2011 |
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Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Articolo 117 del regolamento Gianni Vattimo (ALDE) e Sonia Alfano (ALDE) |
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Le coppie omosessuali che vogliono far registrare nei consolati
esteri la loro unione, celebrata ai sensi della legislazione britannica
in materia, vale a dire del Civil Partnership Act del 2004 e del Civil
Partnership Order del 2005, stanno avendo serie difficoltà e, talvolta,
si vedono addirittura negare questa possibilità. I due atti, infatti,
stabiliscono che a tal fine deve essere presentata una richiesta al
paese ospitante, che può opporsi alla registrazione (cfr. sezione
210(2)(c) del Civil Partnership Act). L'associazione Certi Diritti ha
denunciato una serie di casi in cui il governo italiano si è opposto
alla registrazione delle unioni civili nei consolati del Regno Unito. Non ritiene forse la Commissione che la legislazione britannica spiani la strada a una discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, dal momento che le unioni civili sono consentite solo alle coppie omosessuali? Non ritiene forse la Commissione che l'opposizione del governo italiano a che le unioni civili siano celebrate nei consolati del Regno Unito in Italia rappresenta una discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale? Non ritiene forse la Commissione che una simile discriminazione ostacoli la libera circolazione e l'uguaglianza dei cittadini dell'UE? |
venerdì 11 settembre 2009
Case popolari e servizi sociali alle coppie di fatto
mercoledì 9 settembre 2009
Torino, unioni civili: conferenza stampa di presentazione della proposta di iniziativa popolare per il riconoscimento di pari opportunità

Torino, unioni civili: conferenza stampa di presentazione della proposta di iniziativa popolare per il riconoscimento di pari opportunità.
Venerdì 11 settembre, alle ore 11, presso il Comune di Torino (diritto di Tribuna).
(da http://www.radicali.it/view.php?id=145893)
Davanti ad un Governo e ad un Parlamento che hanno deciso di non riconoscere una situazione di fatto ormai ampiamente diffusa nella società italiana e nel vivere quotidiano, i cittadini e le cittadine di Torino hanno dimostrato di essere più governanti dei loro rappresentanti istituzionali, attribuendo, con la sottoscrizione, efficacia giuridica vincolante alla proposta di delibera di iniziativa popolare che chiede alla città di Torino il riconoscimento di pari opportunità per le unioni civili nelle materie di sua competenza (assistenza, case popolari, asili, cultura, diritti, politiche per i giovani e per gli anziani, formazione e scuola).
La proposta è stata presentata dalle associazioni torinesi: Associazione Radicale Satyagraha, Associazione Radicale Certi Diritti, Associazione Radicale Adelaide Aglietta, Consulta torinese per la laicità delle istituzioni, Coordinamento Torino Pride, Casa delle Donne, Circolo evangelico Arturo Pascal, Comitato torinese per la laicità della scuola, Gruppo Lambda e ArciGay Torino, alla quale hanno poi aderito 31 associazioni torinesi.
L’appello alla sottoscrizione è stato sottoscritto da 57 personalità del mondo della cultura e dell’Università torinese, tra cui: Chiara Saraceno, Alfonso Di Giovine, Gianni Vattimo, Massimo Salvadori, Edoardo Tortarolo, Francesco Remotti, Carlo Augusto Viano, Franco Giampiccoli, Franco Sbarberi, Piera Egidi, Loredana Sciolla, Vincenzo Ferrone, Tullio Telmon.
Sono state raccolte oltre 2800 firme di cittadini e cittadine, residenti e votanti a Torino fra cui: Luciana Litizzetto, Franco Debenedetti, Maria Pia Brunato, Pietro Garibaldi, Nicola De Ruggero, Bianca Guidetti Serra, Elena Negri, Giorgio Ardito, Magda Negri, Antonio Boccuzzi, Stefano Esposito, Carmelo Palma, Emilia Rossi, Massimo Negarville, Rosanna Abbà, Laura Fornaro, Nicoletta Casiraghi, Gigi Brossa, Juri Bossutto.
A seguito della verifica formale dalle sottoscrizioni da parte dei competenti uffici comunali, sono state ritenute valide 2582 firme.
La proposta di delibera si fonda sull’esigenza di garantire a ciascuno, senza discriminazioni di sorta, i diritti civili e sociali statuiti agli artt. 2 e 3 della Costituzione.
Non si chiede, pertanto, al comune di Torino l’istituzione di un registro delle unioni civili, ma si vuole impegnare l’amministrazione comunale ad adottare delibere volte ad eliminare le disparità di trattamento fra le coppie coniugate e le convivenze che ottengono il rilascio del “certificato di famiglia anagrafica basato sul vincolo affettivo” inteso come reciproca assistenza morale e materiale ai sensi dell’articolo 4 del vigente regolamento anagrafico (DPR 223/1989), nei settori di competenza della medesima amministrazione comunale e quindi: casa (assegnazione di case popolari e di contributi a sostegno di acquisti ed affitti), servizi sociali e sanitari (le unioni civili devono diventare destinatarie delle politiche rivolte alle famiglie), anziani e minori (diritto di rappresentanza e tutela dei propri conviventi di fronte ai servizi pubblici), scuola, formazione ed educazione (interventi di informazione) diritti e partecipazione (sportello informativo per i conviventi).
Peraltro, già oggi, la famiglia anagrafica ha un riconoscimento pubblico: infatti, per gli interveti di natura socio-assistenziale gestiti dalla Città di Torino, i redditi dei conviventi fanno cumulo al fine dell’accertamento dei requisiti reddituali. Se pertanto, già oggi l’unione civile assume rilievo pubblicistico – negativo in quanto finalizzato a non riconoscere un sostegno – non si vede per quale motivo non debba assumere anche una valenza positiva, per l’attuazione di quanto statuito dagli artt. 2 e 3 Cost.
Se pertanto, già oggi la convivenza, l’unione civile, la famiglia anagrafica assume rilievo pubblicistico – che possiamo definire negativo in quanto finalizzato a negare un sostegno – non si vede per quale motivo non debba assumere anche una valenza positiva, per il riconoscimento dei diritti civili e sociali di cui agli artt. 2 e 3 Cost.
Abbiamo raggiunto il primo risultato, ma la lotta è ancora lunga: vi sono infatti troppe resistenze -basate su interessi personali, elettorali e di bottega – che vorrebbero negare i diritti della maggioranza dei cittadini e delle cittadine di ogni età, orientamento politico e fede.
I cittadini conviventi – che oggi hanno obblighi e doveri - chiedono diritti: gli amministratori devono decidere, assumendosi la responsabilità, anche, di negare tali richieste, di negare tali diritti!
La proposta di delibera – se approvata dal Consiglio Comunale - integrerebbe il primo riconoscimento pubblicistico delle coppie di fatto: un passo verso la modernità di un’Italia ancora troppo ancorata all’evo antico dei diritti.
Stefano Mossino – Tesoriere Associazione Radicale Satyagraha e portavoce del Comitato
Enzo Cucco – Associazione Radicale Certi Diritti
Jolanda Casigliani – Associazione Radicale Satyagraha
Sede del Comitato: 011.5212033 Mail: unioni.civili.torino@gmail.com