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lunedì 11 giugno 2012

Interrogazione sull'arresto di donne sieropositive in Grecia

Interrogazioni parlamentari
7 maggio 2012
E-004637/2012
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE) , Henri Weber (S&D) , Sophia in 't Veld (ALDE) , Leonidas Donskis (ALDE) , Baroness Sarah Ludford (ALDE) , Alexander Alvaro (ALDE) , Nadja Hirsch (ALDE) e Nathalie Griesbeck (ALDE)

 Oggetto: Arresto di donne sieropositive, test dell'HIV obbligatorio e protezione dei dati personali e sensibili in Grecia e nell'UE
Le autorità greche hanno arrestato 17 donne sieropositive accusandole di reato, dal momento che avrebbero lavorato illegalmente come prostitute. Gli arresti sono stati effettuati nel corso di una serie di retate in centinaia di bordelli non autorizzati operanti nell'intero territorio greco alcuni giorni prima delle elezioni politiche. Nel corso delle perquisizioni sono state arrestate 130 lavoratrici del sesso, costrette in seguito a sottoporsi al test dell'HIV. Il governo ha annunciato che nelle prossime settimane verranno effettuati controlli su centinaia di altre donne.
Inoltre, il 28 aprile 2012, con modalità senza precedenti negli altri paesi europei, le autorità greche, tramite un comunicato stampa, hanno illustrato nei dettagli il caso di una lavoratrice del sesso russa di 22 anni, incluse fotografie e informazioni sulle sue cartelle cliniche. La giovane ha negato di essere a conoscenza del proprio stato di salute. Il 30 aprile 2012 le autorità hanno pubblicato in rete le foto di altre 12 prostitute.

Secondo la Commissione, tali azioni da parte delle autorità greche (in particolare le retate, l'obbligo di sottoporsi a test e la pubblicazione di dati personali e sensibili riguardanti lo stato di salute) sono conformi alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, ai trattati dell'UE e agli obblighi derivanti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo per quanto riguarda la difesa, la protezione e la promozione dei diritti fondamentali, della dignità umana e dell'eguaglianza, il divieto di discriminazione (in particolar modo nei confronti di soggetti sieropositivi, lavoratori del sesso e migranti), il diritto alla riservatezza e la protezione dei dati personali e sensibili, quali le informazioni di tipo sanitario?
Intende la Commissione rivolgersi ai garanti per la protezione dei dati affinché vengano rispettate le norme europee e nazionali in materia di tutela dei dati?
Intende essa indirizzare le proprie preoccupazioni alle autorità greche?

domenica 10 giugno 2012

European Parliament strongly condemns homophobic laws and discrimination in Europe

May 24th, 2012
With a large majority (430 for, 105 against), the European Parliament has adopted a resolution to condemn homophobic laws and discrimination in Europe.

Flags outside the European Parliament building Louise Weiss in StrasbourgFor the first time since the last European elections, all five mainstream political groups co-authored the text, including centre-right EPP, S&D, ALDE, Greens/EFA andGUE/NGL.
In today’s resolution, the European Parliament “strongly condemns any discrimination on the basis of sexual orientation and gender identity”.
The Parliament adopted its official position after a debate on Tuesday, where MEPs almost unanimously asked the European Commission and European governments to better protect the rights of lesbian, gay, bisexual and transgender people.
The resolution particularly condemns recent laws or proposals in EU countries (Lithuania, Latvia, Hungary) and Council of Europe Member States Russia, Ukraine and Moldova, making it a penal or criminal offence to talk positively about homosexuality in public.
These laws and proposals consider “gay propaganda” any support, tolerance or acceptance of LGBT people. They have already been used to arrest and fine citizens, and legitimise homophobia and sometimes violence, as was the case in Kiev and Saint Petersburg.
Ulrike Lunacek MEP, Co-President of the LGBT Intergroup in the European Parliament, commented: ”Such a huge support from across political groups shows that homophobes are losing their ground in Europe.
“Politicians in Lithuania, Latvia, Hungary, Russia, Ukraine and Moldova should take note: all political families in Europe find it unacceptable to limit freedom of expression as they do. We will not rest until these laws are repealed, and LGBT people in these countries can live without fear.”
Michael Cashman MEP, who is also Co-President of the Intergroup, added: Homophobia, lesbophobia and transphobia are still a cruel reality for too many in Europe.
“We must take action now: the anti-discrimination Directive, the Framework Decision on hate crimes, the recognition of civil status documents and their effects… these are tangible measures we can take within the next two years. We hope Viviane Reding and the Council will show all the good will they promised in this debate.”
Read more:

Risoluzione del Parlamento europeo sulla lotta all'omofobia in Europa: la proposta Alde

PROPOSTA DI RISOLUZIONE




Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0234/2012
21.5.2012
PE489.265v01-00
 
B7-0243/2012
presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

sulla lotta all'omofobia in Europa (2012/2657(RSP))

Sophia in 't Veld, Sarah Ludford, Renate Weber, Sonia Alfano, Frédérique Ries, Kristiina Ojuland, Gianni Vattimo, Ramon Tremosa i Balcells, Marietje Schaake, Louis Michel, Jan Mulder, Edward McMillan-Scott a nome del gruppo ALDE

Risoluzione del Parlamento europeo sulla lotta all'omofobia in Europa (2012/2657(RSP))  
B7‑0243/2012
 
Il Parlamento europeo,
–   visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, la Convenzione sui diritti del fanciullo e la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,
–   visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 5, e gli articoli 6, 7, 21 e 27 del trattato sull'Unione europea, gli articoli 10 e 19 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'UE,
–   visto lo strumentario per la promozione e la tutela dell'esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), adottato dal gruppo di lavoro "Diritti umani" del Consiglio dell'Unione europea,
–   viste la risoluzione 1728 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, del 29 aprile 2010, sulla discriminazione basata sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, e la raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Comitato dei ministri, del 31 marzo 2010, sulle misure per combattere la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale o l'identità di genere,
–   vista la relazione dell'Agenzia per i diritti fondamentali del novembre 2010 in materia di omofobia, transfobia e discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere,
–   viste le sue precedenti risoluzioni sull'omofobia, in particolare quelle del 26 aprile 2007 sull'omofobia in Europa, del 15 giugno 2006 sull'intensificarsi della violenza razzista e omofoba in Europa, del 18 gennaio 2006 sull'omofobia in Europa, del 19 gennaio 2011 sulla violazione della libertà di espressione e sulle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale in Lituania, del 17 settembre 2009 sulla legge lituana sulla tutela dei minori contro gli effetti dannosi della pubblica informazione, del 18 aprile 2012 sui diritti umani nel mondo e la politica dell'Unione europea in materia, comprese le conseguenze per la politica strategica dell'UE in materia di diritti umani, del 14 dicembre 2011 sul prossimo vertice UE-Russia e del 28 settembre 2011 sui diritti umani, l'orientamento sessuale e l'identità di genere nel quadro delle Nazioni Unite,
–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'Unione europea si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, e che essa afferma e promuove tali valori tanto al suo interno quanto nelle relazioni con il resto del mondo;
B.  considerando che l'omofobia consiste nella paura e nell'avversione irrazionali provate nei confronti dell'omosessualità e di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) sulla base di pregiudizi, ed è assimilabile al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo; che si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto diverse forme, tra cui incitamento all'odio e istigazione alla discriminazione, scherno e violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e uccisioni, discriminazioni a violazione del principio di uguaglianza e limitazione ingiustificata e irragionevole dei diritti, e spesso si cela dietro motivazioni fondate sull'ordine pubblico, sulla libertà religiosa e sul diritto all'obiezione di coscienza;
C. considerando che la Commissione ha asserito il proprio impegno ad assicurare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali nell'UE, dichiarando che l'omofobia non sarà tollerata in Europa;
D. considerando che negli Stati membri e nei paesi terzi continuano a verificarsi casi di omofobia, tra cui omicidi, interdizione delle marce per l'orgoglio omosessuale (gay pride) e delle manifestazioni per l'uguaglianza, utilizzo pubblico di un linguaggio aggressivo, minaccioso e improntato all'odio, incapacità della polizia di assicurare un'adeguata protezione, violente manifestazioni autorizzate di gruppi omofobi ed esplicito divieto di riconoscere le unioni esistenti tra partner dello stesso sesso;
E.  considerando che in alcuni Stati membri i partner dello stesso sesso non godono di tutti i diritti e le tutele assicurati ai coniugi eterosessuali, subendo così discriminazioni e penalizzazioni, e che allo stesso tempo sempre più paesi in Europa hanno dichiarato di garantire le pari opportunità, l'inclusione e il rispetto, o si stanno muovendo in tale direzione, assicurando la tutela dalla discriminazione basata sull'orientamento sessuale, sull'espressione di genere e sull'identità di genere come pure il riconoscimento delle famiglie composte da partner dello stesso sesso;
F.  considerando che il Parlamento europeo ribadisce il proprio impegno a favore dell'uguaglianza e della non discriminazione in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere nell'UE, in particolare per quanto concerne l'approvazione della direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale, che è attualmente bloccata a causa delle obiezioni di alcuni Stati membri, nonché per quanto riguarda le future proposte per il riconoscimento reciproco degli effetti dei documenti di stato civile, la prossima revisione della decisione quadro sul razzismo e la xenofobia per includere il reato di omofobia e una tabella di marcia globale che assicuri l'uguaglianza sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere;
G. considerando che in Lituania resta giuridicamente difficile stabilire se la pubblica informazione possa promuovere l'accettazione dell'omosessualità in base alla legge sulla tutela dei minori contro gli effetti dannosi della pubblica informazione, modificata nel 2010;
H. considerando che in Lettonia un membro del consiglio municipale di Riga ha recentemente presentato un progetto di legge inteso a vietare la "propaganda dell'omosessualità" per impedire lo svolgimento della marcia dell'orgoglio baltico (Baltic Pride) del marzo 2012, e che questa proposta non è ancora stata esaminata;
I.   considerando che in Ungheria il partito di estrema destra Jobbik ha recentemente presentato diversi progetti di legge intesi a introdurre il nuovo reato di "diffusione dei disturbi del comportamento sessuale" e che il partito Fidesz ha presentato al consiglio municipale di Budapest un'ordinanza locale per "limitare le marce oscene" prima del gay pride di Budapest; che le proposte sono successivamente state abbandonate, anche se potrebbero essere reintrodotte nei parlamenti nazionali o locali; che la revisione della definizione di famiglia è fonte di preoccupazione;
J.   considerando che in Russia sono state approvate leggi penali e amministrative contro la "propaganda dell'omosessualità" nelle regioni di Rjazan' nel 2006, Archangel'sk nel 2011 e Kostroma e San Pietroburgo nel 2012, e che le regioni di Novosibirsk, Samara, Kirov, Krasnojarsk e Kaliningrad stanno considerando l'adozione di norme simili; che dette leggi prevedono sanzioni fino a 1 270 euro per le persone fisiche e fino a 12 700 euro per le associazioni e le imprese; che la Duma federale sta considerando l'introduzione di una legge analoga;
K. considerando che in Ucraina sono all'esame del parlamento due progetti di legge presentati nel 2011 e nel 2012 nell'ottica di introdurre il reato di "diffusione dell'omosessualità", che includerebbe l'organizzazione di riunioni, parate, azioni, dimostrazioni e manifestazioni di massa intese a diffondere intenzionalmente informazioni positive sull'omosessualità; che le sanzioni proposte comprendono multe e pene detentive fino a cinque anni; che la commissione per la libertà di espressione sostiene tale progetto di legge;
L.  considerando che in Moldova i consigli distrettuali e i territori di Bălți, Anenii Noi, Chetriş e Hiliuţi hanno adottato nel 2012 norme intese a vietare "la propaganda omosessuale e le attività musulmane"; che tali misure sono già state dichiarate incostituzionali dalla Cancelleria di Stato di Chetriş;
M. considerando che la delegazione dell'UE in Moldova ha espresso "profondo rammarico e viva preoccupazione" in relazione a tali "manifestazioni di intolleranza e discriminazione";
Situazione nell'Unione europea
1.  condanna fermamente qualsiasi forma di violenza e discriminazione basata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere e sostiene la necessità di continuare ad adoperarsi in modo sistematico a livello di Unione europea, Stati membri e paesi terzi per combattere l'omofobia all'interno della società e impedire l'adozione di norme che potrebbero nuocere alla comunità LGBTI; invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a garantire la protezione della comunità LGBTI in relazione ai discorsi omofobi improntati all'odio, all'istigazione all'odio, alla violenza e alle discriminazioni nonché ad assicurare che i diritti, le libertà, il rispetto, la dignità e le tutele riconosciuti ai partner dello stesso sesso siano uguali a quelli garantiti al resto della società; condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli;
2.  chiede alla Commissione di rivedere la decisione quadro sul razzismo e la xenofobia per rafforzarne e ampliarne il campo di applicazione, onde includere, tra l'altro, l'omofobia e la transfobia;
3.  invita il Consiglio dell'Unione europea e gli Stati membri a concretizzare l'obiettivo della lotta alle discriminazioni omofobe, rimuovendo gli impedimenti alla proposta di direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, dalla disabilità, dall'età o dall'orientamento sessuale;
4.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che la direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione sia attuata senza discriminazioni in base all'orientamento sessuale e a deferire alla Corte gli Stati membri che l'hanno recepita parzialmente o in modo scorretto; invita la Commissione a proporre misure per riconoscere reciprocamente gli effetti dei documenti di stato civile in base al principio del riconoscimento reciproco;
5.  richiama l'attenzione sulle conclusioni della relazione dell'Agenzia per i diritti fondamentali dell'Unione europea intitolata "Omofobia, transfobia e discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere"; invita la Commissione e gli Stati membri a dare seguito nella massima misura possibile ai pareri contenuti in detta relazione; chiede alla Commissione di esaminare attentamente i futuri risultati dell'inchiesta LGBT dell'Agenzia per i diritti fondamentali e di intraprendere azioni appropriate;
6.  invita la Commissione a garantire che la relazione annuale sull'applicazione della Carta dei diritti fondamentali comprenda una strategia per rafforzare la protezione dei diritti fondamentali nell'UE, includendo informazioni integrali ed esaustive sull'incidenza dell'omofobia negli Stati membri nonché soluzioni e azioni proposte per superarla;
7.  chiede nuovamente alla Commissione di stabilire una tabella di marcia globale che assicuri l'uguaglianza sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere;
8.  plaude ai progressi registrati negli Stati membri per superare le discriminazioni subite dalle persone LGBTI e dalle coppie dello stesso sesso, ad esempio per quanto concerne l'eredità, le disposizioni in materia di proprietà, le locazioni, le pensioni, le tasse, la previdenza sociale, ecc., riconoscendo in particolare le relazioni tra partner dello stesso sesso attraverso la coabitazione, l'unione civile o il matrimonio; plaude al fatto che sedici Stati membri offrono attualmente queste opportunità e invita gli altri Stati membri a fare altrettanto; chiede agli Stati membri di assicurare la denuncia dei reati omofobi, di provvedere alla formazione del personale incaricato dell'applicazione della legge, affinché gestisca adeguatamente tali situazioni, e di combattere il bullismo nelle scuole;
9.  chiede agli Stati membri di concedere l'asilo alle persone perseguitate in base all'orientamento sessuale o all'identità di genere;
Leggi omofobe e libertà di espressione in Europa
10. è gravemente preoccupato che in alcuni Stati membri dell'UE e in paesi terzi siano elaborate leggi che prendono di mira la pubblica informazione sull'omosessualità, limitando di conseguenza la libertà di espressione e di associazione in base a idee infondate in materia di omosessualità e transessualità;
11. deplora il fatto che dette leggi siano già state applicate per arrestare e multare i cittadini, compresi i cittadini eterosessuali che esprimono sostegno, tolleranza o accettazione verso lesbiche, gay, bisessuali e transgender; deplora altresì la legittimazione dell'omofobia, e talvolta della violenza, operata da tali leggi, come nel caso del violento attacco a un autobus di attivisti LGBT avvenuto il 17 maggio 2012 a San Pietroburgo;
12. sottolinea che il termine "propaganda" è raramente definito; è costernato dal fatto che le reti di informazione si sono dimostrabilmente censurate, che i cittadini sono minacciati e temono di esprimere le proprie opinioni e che le associazioni e le società che utilizzano simboli gay-friendly, come gli arcobaleni, possono essere perseguite;
13. sottolinea che queste leggi sono contrarie al Patto internazionale sui diritti civili e politici e alla Convenzione europea sui diritti umani che tutelano l'orientamento sessuale da leggi e pratiche discriminatorie(1) e cui aderiscono Russia, Ucraina, Moldova, Lituania, Lettonia e Ungheria; chiede al Consiglio d'Europa di indagare su tali violazioni dei diritti fondamentali, di verificarne la compatibilità con gli impegni connessi al Consiglio d'Europa e all'appartenenza alla Corte europea dei diritti dell'uomo, prendendo le misure adeguate;
14. sottolinea inoltre che tali leggi sono contrarie all'interesse superiore del minore, il cui diritto di cercare e ricevere informazioni e idee di ogni genere è tutelato dalla Convenzione sui diritti del fanciullo; afferma che i bambini LGBT devono avere accesso a informazioni positive e rassicuranti rispetto alla propria sessualità; deplora che dette leggi rendano difficile e illegale l'accesso a tali informazioni;
15. sottolinea infine che i tribunali nazionali e internazionali hanno affermato ripetutamente che le preoccupazioni in materia di moralità pubblica non giustificano un trattamento differenziato, anche in relazione alla libertà di espressione; indica l'ampia maggioranza di paesi europei in cui non vigono leggi analoghe e dove prosperano società eterogenee e rispettose;
16. chiede alle competenti autorità di Russia, Ucraina, Moldova, Lituania, Lettonia e Ungheria di dimostrare e garantire il rispetto del principio di non discriminazione e di riconsiderare tali leggi alla luce della legislazione internazionale in materia di diritti umani e dei propri impegni da essa derivanti;
17. condanna l'attacco violento a danno dei dimostranti pacifici che partecipavano al gay pride di Kiev; deplora il fatto che le autorità ucraine non siano riuscite a garantire la sicurezza e la protezione necessaria ai partecipanti;
18. invita le autorità moldove ad adottare infine il progetto di legge contro la discriminazione che attua il principio di uguaglianza e dovrebbe includere inoltre la discriminazione basata sull'orientamento sessuale;
19 invita la Commissione, il Consiglio e il Servizio per l'azione esterna a prendere atto di tali divieti e a condannarli, specialmente nel contesto degli affari interni, del dialogo bilaterale e della politica europea di vicinato; invita inoltre il Consiglio dell'Unione europea e il Servizio per l'azione esterna a sollevare la questione nei pertinenti consessi internazionali, quali il Consiglio d'Europa, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e le Nazioni Unite;
20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio dell'Unione europea e all'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai governi e ai parlamenti nazionali di Russia e Ucraina, ai parlamenti regionali russi citati e ai consigli locali moldovi citati.
(1)
Toonen v. Australia, Comunicazione n. 488/§992, Doc. ONU CCPR/C/50/D/488/1992 (1994); Young v. Australia, Comunicazione n. 941/2000, Doc. ONU CCPR/C/78/D/941/2000 (2003); X v. Columbia, Comunicazione n. 1361/2005, Doc. ONU CCPR/C/89/D/1361/2005 (2007).

Qui invece il testo della proposta di risoluzione comune presentata il 22 maggio in sostituzione di quelle dei singoli partiti (PPE (B7-0234/2012), Verts/ALE (B7-0236/2012), S&D (B7-0238/2012), GUE/NGL (B7-0242/2012), ALDE (B7-0243/2012))

mercoledì 6 giugno 2012

Vattimo al Pride "attacca" il Vaticano

«Gay? Solo i ricchi non hanno problemi»

 
«Finchè il Vaticano continuerà a dire quello che dice ci sarà sempre un buon motivo per partecipare a un Pride». Così ieri pomeriggio nell’ex area Salid, il deputato europeo Gianni Vattimo, protagonista della Giornata mondiale contro l’omofobia celebrata dal Salerno Campania Pride, durante l’incontro "Omofobia. Atteggiamenti, pregiudizi e strategie di intervento".
 
L’onorevole - filosofo, anche autore del libro "Della realtà. Fini della filosofia", edito da Garzanti e ieri presentato durante il convegno, ha fatto il punto sulla situazione dei diritti civili in Italia, situazione definita quanto mai arretrata se paragonata a quella vigente in altri paesi d’Europa. Vattimo si è concentrato soprattutto sull’importanza che i riconoscimenti sanciti da alcuni governi hanno nella vita degli omosessuali o di chiunque non riconosca nel matrimonio l’unico vincolo di unione affettiva. «Nella cultura italiana ci sono ancora tantissime riserve - ha dichiarato il parlamentare - e continuo a dire, da buon marxista-leninista, che l’omosessualità è anche una questione di classe: i ricchi possono tranquillamente vivere la loro vita sessuale "ordinaria" in una casa e quella "straordinaria" nella villa in Marocco dove hanno l’amante, il problema rimane per i piccolo-borghesi che devono fare i conti con una vita che non può essere nascosta». Vattimo è però convinto che «qualcosa, negli ultimi anni, è cambiato». 
 
Poco d’accordo con lui Massimo Andrei, regista napoletano intervenuto al convegno, che ha invece denunciato il grave immobilismo che accompagna il nostro paese dal secondo dopo guerra in poi: «C’è una fortissima arretratezza nel diritto civile in Italia - ha affermato - e gli unici a prendere una posizione e a fare piccoli passi avanti sono i mass media come il cinema, la fiction, mentre la politica, che dovrebbe battersi affinchè tutti abbiano gli stessi diritti, rimane ferma. L’unica cosa che è cambiata dai tempi di Mussolini è che gli omosessuali non vengono più arrestati». Seduti al tavolo della discussione anche il giornalista Edoardo Scotti, Pasquale Quaranta, fondatore del circolo "Garcia Lorca", Antonello Sannino e Lorenzo Forte, portavoce il primo e responsabile cultura del Salerno Campania Pride il secondo, che hanno ripercorso in breve la storia del movimento omosessuale salernitano ricordando anche il primo Pride svoltosi in cittá, nel 2005, al quale prese parte lo stesso Vattimo. Forte, allora consigliere comunale, si è detto convinto che da allora, la Salerno abbia fatto diversi passi in avanti nell’affrontare la questione omosessuale anche grazie al supporto ricevuto da Palazzo di Città. Il programma di oggi prevede alle 17 un confronto sulla questione carceraria in Italia con il convegno "Chiusi dentro". Alle 19 si discuterá di "Diritto allo studio e bullismo omofobico" con le associazioni studentesche. La giornata si chiuderá con il coro "Peter’s Gospel Choir".

giovedì 17 maggio 2012

Giornata internazionale contro l'omofobia

Salerno Campania Pride 2012, 17.05.2012

Giornata Internazionale contro l'Omofobia 

Si può essere omosessuali e cattolici? Bisogna metterci più “violenza” per rivendicare i propri diritti? Sarebbe meglio un’unica manifestazione dove precari, migranti, omosessuali facciano sentire tutti insieme la loro voce piuttosto che tanti singoli cortei? E soprattutto è giusto celebrare ancora la giornata contro l’omofobia? Il filosofo-europarlamentare Gianni Vattimo ha parlato di tutto questo al Parco dei diritti del Salerno Campania Pride 2012. Lo ha fatto con il portavoce della manifestazione Antonello Sannino, con il responsabile cultura-eventi Lorenzo Forte, con i giornalisti Edoardo Scotti e Pasquale Quaranta e con il regista Massimo Andrei. Ma prima di tutto, Vattimo ha parlato di se stesso. Del rapporto con sua madre, a cui non ha mai detto di essere omosessuale, della sua candidatura a Torino con i Radicali e della politica di ieri e di oggi che ancora non è riuscita a fare dell’Italia un Paese al pari delle altre nazioni europee. “L’omosessualità è una questione di classe – ha detto –partecipo sempre meno ai cortei ma fino a quando il Vaticano continuerà a dire ciò che dice io ci vado ai Pride”. Fu proprio Vattimo a inaugurare il primo Pride salernitano del 2005 e adesso dopo sette anni torna a Salerno a parlare del suo libro “Della realtà”, “una rarità nel mercato editoriale, dove quello che io definisco il pensiero debole è l’idea che bisogna diminuire il peso della realtà per andare verso qualcos’altro” dice l’autore che si definisce un anarchico-comunista o rivoluzionario-riformista e che dà la colpa alla scomparsa del Pci se bisogna ancora battersi per i diritti civili negati. “C’è ancora qualcosa che possiamo fare politicamente per cambiare le leggi”, ha ribadito, giustificando il suo impegno politico in Europa “anche se in questo progetto non ci credo più”. Da radicale, poi marxista-leninista all’Italia dei Valori – “mi sono candidato solo perché ero innamorato di de Magistris” ironizza ribadendo che il suo è uno scherzo – ha seguito da Bruxelles la tragedia americana dell’11 settembre 2001 “che – ammette – mi ha fatto diventare sempre più sinistroide”. Adesso però dice di avere paura. “Ho molto paura dei tempi che corrono – ha concluso – la soluzione è trovarsi sempre più spesso in una realtà come questa del Salerno Campania Pride dove c’è dibattito, convergenza e scambi di opinioni, costruzione di un pensiero nuovo che possa ricostruire la politica”.

martedì 6 marzo 2012

Genova, un resoconto

 

Genova. Don Gallo e Gianni Vattimo con la trans Valentina e Paola Pettinotti a Palazzo Ducale

Genova.mentelocale.it, 6 marzo 2012. Di Chiara Pieri

 

«Mi hanno sempre affascinato le trans» dice un Don Gallo scherzoso come al solito, durante la presentazione del libro Container e tacchi a spillo. L'accompagnatrice operaia (Fedelo’s, 2012), scritto a quattro mani da  Marco 'Valentina' Canepa e Paola Pettinotti.
Lunedì 5 marzo, nonostante la serata di pioggia, una nutrita schiera di pubblico si è presentata a Palazzo Ducale per ascoltare la genesi di un libro particolare, come Container e tacchi a spillo, un po’ thriller, un po’ romanzo psicologico, che racconta, tra verità e fantasia, la storia di Valentina, trans che vive a Genova e lavora in porto come camallo.
Insieme alle autrici, al co-editor e a Don Gallo, che con la Comunità di San Benedetto da anni si occupa di fornire un aiuto alle trans del ghetto, c’era anche il filosofo Gianni Vattimo: «Sono onorato di essere qui, non nel mio solito ruolo di professore universitario un po’ trombone, ma perché sono gay e credo nell’importanza dei diritti civili, che riguardano tutti, come rivendicazione della personalità».
Il docente torinese ha anche raccontato di come è stato difficile per lui come omosessuale, rapportarsi alla società, specialmente in gioventù: «Da ragazzo pensavo che avrei dovuto fare il parrucchiere o l'architetto, perché quelli erano considerati all'epoca lavori adatti a un omosessuale. Ma ho scelto la carriera universiaria. Quando ho fatto outing, in realtà senza saperlo, perché era stato pubblicato un articolo in cui era presente il mio nome come candidato per il F.u.o.r.i.! (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano), ho subito pensato a mia mamma e poi al mio lavoro. Mi dicevo, ‘Non mi chiameranno più a tenere una conferenza su Heidegger’. Invece, poco tempo dopo sono stato eletto preside della Facoltà, fortunatamente non ho subito discriminazione». 
Anche Don Gallo ha ricordato l’importanza dei diritti civili per il rispetto della dignità della persona, citando a questo proposito l’Associazione Princesa, che riunisce le trans genovesi e che si batte perché possano partecipare alla società civile, lavorando e non solo prostituendosi. Ne è un esempio il calendario del 2012, che mostra le 'ragazze del ghetto' intente in diverse occupazioni, che vorrebbero, ma non possono fare. «Quando è nata l’associazione io non c’ero – ha raccontato scherzosamente il Don - Qualcuno ha chiesto: 'Chi è il presidente?’. E qualcun altro ha risposto: ‘Don Gallo’. Il giorno dopo mi chiama la curia e mi convoca per mezzogiorno, un mezzogiorno di fuoco. Mi presento e il cardinale mi guarda con preoccupazione e dice: 'Don Andrea come la mettiamo con le transessuali?'. Io lo guardo e gli rispondo: 'Eminenza come la mettiamo con le transessuali? Anche loro sono figlie di Dio'».
«Sono una persona fortunata – ha detto Valentina – perché quando ho deciso di rivelare al mondo di essere transessuale e di fare il camallo ho potuto farlo. Molte altre trans non hanno la mia stessa fortuna e sono costrette alla prostituzione per necessità. Il libro nasce anche da questo, dal raccontare come la mancanza di lavoro sia anche una perdita di dignità».
Paola Pettinotti, invece, ha spiegato perché abbiano scelto il genere del thriller: «Container e tacchi a spillo è un libro che si può leggere a più livelli. È molto pulp, ma sotto la superficie ci sono ragionamenti e sentimenti autentici».

lunedì 5 marzo 2012

Una giornata a Genova

Le Religioni e la violenza,
incontro con Gianni Vattimo 

Quarto appuntamento per il ciclo di Palazzo Ducale. Oggi alle 17:45, ospite d’eccezione sarà il filosofo, docente e politico torinese con un incontro dal titolo “Religioni e linguaggio della violenza”
Gianni Vattimo
Intolleranza e sopraffazione in nome della religione sono tornate drammaticamente all'ordine del giorno. Ma le religioni che cosa insegnano a pensare delle altre fedi e di chi non crede? La reazione violenta è prevista nei loro testi fondatori oppure è conseguenza di un uso politico delle religioni?

Dopo aver ragionato su tali argomenti a proposito si Ebraismo, con il rabbino Benedetto Carucci Viterbi, di Cristianesimo, con il pastore valdese Daniele Garrone, e di Islam, con l’esperto Massimo Campanini, oggi pomeriggio tocca a Gianni Vattimo, professore emerito di Filosofia teoretica all'Università di Torino e parlamentare europeo, aggiungere nuovi elementi al dibattito sul rapporto tra le religioni e la violenza.


Nel corso dell’incontro in Sala del Maggior Consiglio, il filosofo analizzerà l'uso, spesso violento, del linguaggio delle religioni in ogni contesto culturale e sociale. Sul tema, Vattimo ha pubblicato i libri Credere
di credere (Garzanti 1996), Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso (Garzanti 2002) e Il futuro della religione. Carità, ironia, solidarietà (Garzanti 2005). 

La rassegna, che vedrà protagonisti anche Alberto Pelissero (Induismo, 12 marzo) e Gabriella Caramore (Religioni. Una critica alla violenza?, 19 marzo), è realizzata collaborazione con il Centro Studi Don Antonio Balletto.
Gianni Vattimo - Religioni e linguaggio della violenza
Dove: Sala del Maggior Consiglio, Palazzo Ducale, piazza Matteotti 9, Genova
Quando: lunedì 5 marzo 2012, ore 17:45
Ingresso gratuito
Genova, 5 marzo 2012
 
"Container e tacchi a spillo"
Storia di un'accompagnatrice operaia
Vivere Genova 


È il titolo del libro che sarà presentato a Palazzo Ducale questa sera, alle ore 21. Interverranno le  autrici Valentina Canepa e Paola Pettinotti, con  Andrea Marvasi, Giacomo Pinelli, Don Gallo e Gianni Vattimo.
Valntina Canepa è autrice e protagonista del libro
Marco “Valentina” Canepa e Paola Pettinotti, le due autrici del libro, raccontano proprio la storia di quelli che Don Gallo definirebbe come “ultimi”:

Valentina è un trans e anche un “camallo” (così a Genova sono chiamati gli scaricatori di porto). La sua vita sono le banchine del porto,  forse ultimo cuore di una città in cerca di un’identità smarrita, e le “calate” genovesi con le tante storie di accettazione e di integrazione che portano con sé.


Nel volume racconta la sua esperienza. Una storia di come un “diverso” sia riuscito a farsi accettare in un ambiente apparentemente ostile e chiuso quale è la rappresentazione immaginaria del mondo portuale.


Tra container e gru, navi che si caricano e si scaricano, Valentina racconta il suo orgoglio di “camallo”, l’impegno politico, la sua consapevolezza di sé. Ma insieme a Valentina c’è Claudia, professione “bocca di rosa” come l’avrebbe potuta cantare De Andrè. La sua è una vita isolata, difficile, povera, senza speranze, senza scopo.


Due figure apparentemente all’opposto, ma eppure complementari e legate, unite da qualcosa che si svolge pagina dopo pagina tra i misteriosi malesseri di Valentina e le amnesie di Claudia.


Oltre all'autrice, partecipano all'incontro Don Andrea Gallo, il filosofo torinese Gianni Vattimo, il fondatore di Fedelo's Editrice Andrea Marvasi e il co-editor Giacomo Pinelli. L’incontro ha il patrocinio di Approdo – Comitato Provinciale Arcigay Genova e della Comunità di San Benedetto al Porto.

 Le autrici:

Marco “Valentina” Canepa è un trans “camallo” al porto di Genova. Ha partecipato a numerose trasmissioni in tv. E’ consigliera nazionale e provinciale di Arcigay e nel 2010 è stata candidata al consiglio regionale della Liguria per i Verdi. 


Paola Pettinotti è nata a Torino nel 1956. E’ laureata in storia. Ha conseguito il patentino di guida turistica, attività che esercita tutt’ora. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari conseguendo ottimi risultati. Ha pubblicato con la casa editrice Frilli di Genova il romanzo giallo “Ghetto”(2005) e un racconto nell’antologia ”Donne e crimine” (2007).

 
Container e tacchi a spillo – l’accompagnatrice operaia
Dove:   Palazzo Ducale, Sala del Minor Consiglio, piazza Matteotti 9 – Genova
Quando: lunedì 5 marzo 2012 ore 21
Ingresso libero
Info: tel. 010  5574000
Genova, 5 marzo 2012

venerdì 7 ottobre 2011

Discriminazione e persecuzione dei Rom nell'UE, interrogazione parlamentare


Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-008846/2011
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Renate Weber (ALDE), Sophia in 't Veld (ALDE), Gianni Vattimo (ALDE) e Sonia Alfano (ALDE)
Oggetto:       Discriminazione e persecuzione dei Rom negli Stati membri dell'UE e strategia-quadro, orientamenti e azioni dell'UE
Gli orientamenti pubblicati dalla Commissione e destinati agli Stati membri per la formulazione di strategie nazionali per l'integrazione dei Rom non bastano a evitare che essi siano vittime di fenomeni di discriminazione e persecuzione nell'UE e negli Stati membri.
In Ungheria, un piano approvato dal parlamento ungherese lo scorso luglio prevede che chiunque riceva un sussidio sociale debba lavorare presso cantieri, pulire le strade o provvedere alla manutenzione di parchi e foreste. Un eventuale rifiuto comporterebbe l'interruzione dell'erogazione dei sussidi. Chi lavora nell'ambito del programma riceve EUR 200 al mese, spesso in circostanze degradanti, ad esempio impegnato nella raccolta di legna morta in una foresta per giorni a Gyöngyöspata, un lavoro che, usando un trattore, si potrebbe svolgere in poche ore[1]. Questa misura è stata aspramente criticata poiché colpisce eccessivamente i Rom.
Da qualche settimana, la repubblica ceca è teatro di sommosse (simili a veri e propri pogrom), che vedono contrapporsi gli estremisti di destra e i Rom di recente insediamento nella Boemia settentrionale[2]. Il senato ceco d'altrocanto ha affermato che la Repubblica Ceca non dovrebbe partecipare alla strategia europea sui Rom.
Nel Regno Unito, 86 famiglie di Rom di nazionalità irlandese rischiano di essere espulse da Dale Farm in località Basildon, Essex, una decisione che è stata criticata dal comitato contro la discriminazione razziale delle Nazioni Unite[3].
Espulsioni di Rom continuano a verificarsi a Roma (Italia), Parigi (Francia) e Baia Mare (Romania), spingendo le ONG a invitare le autorità e la Commissione europea a intervenire con urgenza.
Può la Commissione spiegare perché gli orientamenti forniti non includono i diritti umani e delle misure antidiscriminazione, contrariamente a quanto richiesto dal Parlamento nella sua relazione sui Rom? Può la Commissione illustrare quali azioni ha intrapreso o intende intraprendere per garantire la cessazione delle politiche e delle leggi discriminatorie e delle violazioni dei diritti umani sopra indicate? Può la Commissione illustrare come garantirà che gli Stati membri rispettino i diritti umani e le norme antidiscriminazione in relazione ai Rom?


[1]     http://www.euractiv.com/socialeurope/hungary-puts-roma-work-news-507804
[2]     http://www.spiegel.de/international/europe/0,1518,786495,00.html
[3] http://www.washingtonpost.com/world/europe/irish-travelers-build-barricades-say-they-will-fight-eviction-in-eastern-england/2011/09/19/gIQAfeCbeK_story.html

mercoledì 28 settembre 2011

Interrogazione parlamentare sulle discriminazioni su base sessuale (legge GB su unioni civili e no italiano a unioni civili nei consolati britannici)

Interrogazioni parlamentari
15 settembre 2011
E-008233/2011
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE) e Sonia Alfano (ALDE)

 Oggetto: Discriminazione in base all'orientamento sessuale — Legge britannica in materia di unioni civili — No dell'Italia alla celebrazione di unioni civili tra omosessuali nei consolati britannici
Le coppie omosessuali che vogliono far registrare nei consolati esteri la loro unione, celebrata ai sensi della legislazione britannica in materia, vale a dire del Civil Partnership Act del 2004 e del Civil Partnership Order del 2005, stanno avendo serie difficoltà e, talvolta, si vedono addirittura negare questa possibilità. I due atti, infatti, stabiliscono che a tal fine deve essere presentata una richiesta al paese ospitante, che può opporsi alla registrazione (cfr. sezione 210(2)(c) del Civil Partnership Act). L'associazione Certi Diritti ha denunciato una serie di casi in cui il governo italiano si è opposto alla registrazione delle unioni civili nei consolati del Regno Unito.
Non ritiene forse la Commissione che la legislazione britannica spiani la strada a una discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, dal momento che le unioni civili sono consentite solo alle coppie omosessuali? Non ritiene forse la Commissione che l'opposizione del governo italiano a che le unioni civili siano celebrate nei consolati del Regno Unito in Italia rappresenta una discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale? Non ritiene forse la Commissione che una simile discriminazione ostacoli la libera circolazione e l'uguaglianza dei cittadini dell'UE?

Censura e omofobia su Rai 1: il testo italiano dell'interrogazione al Parlamento europeo

Ne avevamo dato notizia qui, riportando un comunicato dell'Associazione Certi diritti. Ecco il testo italiano dell'interrogazione.

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-008441/2011
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Sophia in 't Veld (ALDE), Sonia Alfano (ALDE), Renate Weber (ALDE), Alexander Alvaro (ALDE), Ramon Tremosa i Balcells (ALDE), Gianni Vattimo (ALDE), Baroness Sarah Ludford (ALDE), Cecilia Wikström (ALDE), Niccolò Rinaldi (ALDE) e Frédérique Ries (ALDE)
Oggetto:       Censura omofoba da parte del canale televisivo pubblico italiano RAI 1
Il canale della televisione di Stato italiana RAI 1 ha recentemente censurato un episodio della serie TV tedesca "Um himmels willen" ("Un ciclone in convento") perché conteneva delle scene del matrimonio di una coppia omosessuale. La RAI non è nuova a episodi di censura omofoba: a dicembre 2008 aveva censurato delle immagini del film di Ang Lee "Brokeback Mountain" in cui i due protagonisti si scambiavano un bacio, mentre aveva trasmesso immagini simili con persone di sesso diverso.
Può la Commissione chiarire se tale forma di censura omofoba da parte di un canale televisivo pubblico è conforme ai diritti e ai valori fondamentali dell’UE quali la libertà di informazione e di espressione nonché al divieto di discriminazione basata sulle tendenze sessuali, con particolare riferimento alla direttiva 2010/13/UE del 10 marzo 2010 relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi)?