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venerdì 8 febbraio 2013

Il Festival Sete Sóis Sete Luas presentato al Parlamento europeo

Pubblichiamo qui di seguito l'articolo apparso qualche giorno fa su Il Tirreno in relazione alla visita della delegazione del Festival Sete Sóis Sete Luas alla Commissione per la Cultura e l'Istruzione del Parlamento europeo, patrocinata dall'eurodeputato del gruppo ALDE Gianni Vattimo


di Andrea Lanini, Il Tirreno

L'onda del Festival Sete Sóis Sete Luas non è solo un azzeccato marchio di fabbrica, un grazioso logo. Oltre a snodarsi in forma di mosaico sui muri esterni dei tre Centrum attualmente in attività (a Pontedera, a Ponte de Sor, a Frontignan) come sintesi della vicinanza, del dialogo dei popoli del Mediterraneo e delle loro radici culturali, oltre a comparire elegante e sinuosa su dépliant e manifesti come simbolo dell'energia propulsiva di un progetto ventennale, quel flusso di valori e saperi attraversa fisicamente, concretamente, paesi e confini, scavalca barriere linguistiche, arriva a lambire il fulcro delle istituzioni europee, scombinandone allegramente i cerimoniali, i rigidi protocolli, le sperimentate abitudini, seducendone gli autorevoli esponenti, portando con sé, a cavallo della propria cresta schiumosa, i suoni del folklore, le note di antichissimi canti, il carattere schietto di terre lontane, di affascinanti tradizioni.


venerdì 20 aprile 2012

"L'enseignement supérieur en Europe"



L'enseignement supérieur en Europe
Comment faire converger tous les établissements supérieurs en Europe vers le haut ? Quels sont les critères de l'excellence européenne ? Y-a-t-il un modèle européen de l'enseignement supérieur ? Mais au fait, l'enseignement supérieur est au service de qui ? De la recherche ? Des entreprises ? De la société ? A t'on déjà pris le soin de définir les missions précises de l'enseignement supérieur?
Les invités de Cyrille Douillard :
Doris Pack
, la présidente de la commission de la Culture et de l'Education, membre du groupe PPE.
Gianni Vattimo,
eurodéputé italien, membre de la commission Education et membre du groupe ADLE.
Arnauld Leclerc
, professeur en Sciences politiques, 1er Vice-doyen de la faculté de Droit de l'université de Nantes.

Citoyen et responsable

L'émission qui engage le débat européen, c'est «Citoyen et responsable». Chaque mois, Eur@dioNantes se déplace au Parlement européen pour suivre les sessions plénières, une heure de débat, des interviews, des chroniques, des papiers... En partenariat avec Europocket TV. Que font nos eurodéputés? La rédaction d'Eur@dioNantes associée à la société civile se mobilise pour décrypter l'actualité européenne. Citoyen et Responsable, c'est tous les 2èmes vendredis de chaque mois à 20h00 sur Eur@dioNantes, et à retrouver en podcast sur euradionantes.eu


mercoledì 20 gennaio 2010

Brevi cenni sulle attività al Parlamento europeo negli ultimi mesi


Segnalerei tre punti significativi, il primo dei quali è di strettissima attualità, e non richiede ulteriori commenti rispetto a quelli che trovate negli altri post del blog: la mia “segnalazione”; per così dire, al Parlamento e all’Europa sulla vicenda della Tav (sulla quale per altro continuerò, come ovvio, a informarvi nei prossimi giorni).

Secondo punto: sono stato eletto (nominato: il posto, per altro, “toccava” a un deputato dell'Alde, il gruppo dei liberali, del quale l’Idv fa parte) vicepresidente di Eurolat – l’assemblea interparlamentare del Parlamento europeo e dei Parlamenti Latino-americani. Sinora, a riunirsi è stato il bureau di questo “parlamento” (tutta l'assemblea, composta da 50 membri, si riunisce solo una volta all'anno). Il bureau è un gruppo più ristretto, una ventina di membri circa, e si è riunito a fine ottobre a Panama. Al centro dei dibattiti, la situazione in Honduras: sia come componente europea (in modo più deciso), sia come bureau di Eurolat, abbiamo 1) preso posizione contro il colpo di stato di Micheletti ai danni di Zelaya, 2) ascoltato la segretaria di Stato del deposto Zelaya, 3) appoggiato una risoluzione finale che chiedeva, per le elezioni imminenti, tenutesi poi a gennaio, garanzie internazionali (http://www.europarl.europa.eu/intcoop/eurolat/documents/declarations/honduras2009/794942en.pdf). Gli interessati potranno seguire l’evoluzione dei nostri sforzi sulla situazione in Honduras (e sulle materie trattate dalla nostra assemblea) alla pagina http://www.europarl.europa.eu/intcoop/eurolat/default_en.htm, che contiene tutti i documenti adottati non da Eurolat ma dall’Unione europea tutta. A parte la relativa inefficacia delle decisioni, difetto tipico di tutte le istituzioni sopranazionali, Eurolat è importante per i contatti con l´America Latina; io mi sto occupando di creare un piano per incontrare colleghi latino-americani nei prossimi mesi, a cominciare da cubani e venezuelani.

Terzo punto, le audizioni dei Commissari designati nella nuova commissione Barroso.
Si sono svolte nella settimana scorsa (11-16 gennaio). Io ho partecipato all'audizione del commissario alla Ricerca e della commissaria alla Cultura. Si rivolgono domande, preannunciate, e il commissario designato risponde, dopo di che le commissioni competenti danno un parere sulla sua nomina. Non si sentono cose clamorose, nel senso che le domande sono soprattutto modi per segnalare pubblicamente problemi che si vuole il commissario tenga presenti: l'unico commissario non approvato negli ultimi anni di legislatura del 2004, se non sbaglio, è stato Buttiglione per la sua posizione sui gay (ma come avrete visto, anche questa seconda commissione Barroso vedrà una “rinuncia”). L'audizione della signora Vassiliou, di cui avete letto in questo blog, è stata abbastanza pacifica. Le ho chiesto se era possibile che l'Unione agisse sugli stati membri per migliorare e portare a un livello standard europeo le forme di assistenza al diritto allo studio, borse, residenze universitarie, prestiti d'onore, ecc. Ho suggerito (un vecchio cavallo di battaglia, ma che continua a restare di attualità) che si potrebbe adottare una specie di “Maastricht delle università europee”: se le università dei vari paesi non garantiscono certi standard (numero di borse in una certa percentuale su numero di studenti; e così numero di collegi, di biblioteche, ecc.), si potrebbe non riconoscere i loro titoli a livello europeo. La Commissaria ha promesso che presenterà la questione al prossimo incontro dei ministri dell'istruzione in occasione del decennale del "processo di Bologna". Altra questione su cui ho attirato l'attenzione della Vassiliou è il predominio dei prodotti dell'industria culturale statunitense nel cinema, tv, audiovisivi, ecc., in Europa. Ha promesso che terrà d'occhio la questione, per promuovere di più la nostra produzione di industria culturale, che è anche campo di competenza del commissario ai media e alla comunicazioni. In genere, il filo conduttore del dibattito con Vassiliou è stato istruzione-ricerca-innovazione; ma anche, nello specifico: mobilità di studenti e professori tra le scuole e le università europee (per esempio, per insegnare – anche nelle scuole medie – potrebbe essere richiesto di aver fatto almeno un periodo all'estero); attenzione speciale a gruppi particolarmente sfavoriti, come i bambini immigrati, ecc. (avrei voluto parlare dei carcerati, ma sarei stato immediatamente zittito, perché la politica carceraria è dominio riservato degli stati membri...). La commissaria si è anche impegnata a promuovere le scelte dei giovani verso facoltà-"titoli", per così dire, sia in relazione ai rapporti con le aziende, sia per orientarli verso le scienze dure (pare che troppo pochi studino fisica, chimica, ecc.); e invece a sgonfiare un po' la bolla delle professioni "finanziarie", popolari fino ad ora ma disastrose dopo la crisi bancaria. Questo delle scienze dure e del riorientamento degli studenti verso di esse, sfatando i miti della finanza, è stato anche un leit motiv della presentazione del commissario alla ricerca e innovazione, che vorrebbe vedere associata più spesso la parola “verde” a quella di “industria”.

venerdì 15 gennaio 2010

Audizioni dei Commissari europei: Androula Vassiliou


Un resoconto dell'audizione della Commissaria designata Androula Vassiliou alla Commissione Cultura e Istruzione. Tratto da NewEurope (http://www.neurope.eu/articles/Androula-Vassiliou--European-Parliament-Hearing-Report/98489.php)


Under the auspices of the culture and education Committee in the European Parliament Cypriot national and former Commissioner for Health Androula Vassiliou brought with her a strong, vocal, well developed outlook of Europe on culture, multilingualism, education, sport and inclusive of research.

The basics she mentioned time and again were essential, families and good teachers as well as going into details which left one and all in the committee impressed as she answered every question fully, highlighting relevant legislations, case law, facts, statistics, reports and examples from across Europe as well as her personal life. Especially following the economic crisis she said we have to stand behind the 80 million Europeans with low skills. She is looking forward to the new sectors of her portfolio especially a mandate to engage with youth in the diplomatic process, and sport, which will mean great cooperation with competition and internal market Commissioners.

She mentioned her praise for the Bologna Process amongst universities, the achievement of its 10 year anniversary and the conference surrounding this in March where she plans to bring to education ministers from around Europe a message from the Committee to strengthen and increase the benefits of this system. The European Institute for Innovation and Technology was a school she was greatly looking forward to seeing flourish.

A new initiative will be that of "Youth on the move" embracing the mobility of youth form the school years to researchers to culture to sport and of course the question of volunteering is also very important because we find volunteering is helping young people get better experiences and increase their learning in life. Also being called to talk about the non tolerance in Europe on volunteering being exploited. Culture capitals were encouraged and she hopes these can continue as they bring facets of a city perhaps not so emphasized previously to the fore and aid in the local economies, as happened in an industrial town such as Essen for example recently.

MEP BADIA I CUCHET brought up the sensitive issue of Slovakia where Hungarian has become illegal amongst the minority there of which the Commissioner showed she was well informed on and was heartened by the actions of the two Prime Ministers of the countries pledging cooperation as of course the Commission cannot impose language specifications on any Member State.

Another issue which Madame Vassiliou will be called to tackle if she is given the designate task will be inclusion of youth as the Interest of young people on what is happening in Europe, the distance of youth not only in the EU but also in many societies is well known but as an addition to the Lisbon treaty will have to take action to see that people are more involved in democratic actions, and mobilize interest in EU life, democratic affairs, international affairs and these should be a part of policy making.

Great examples also came from the MEPs themselves as MEP LOKKEGAARD from Denmark brought forth an example from his country that of industrial PhDs; study organized between the state, universities and workplaces and would she be willing to consider such proposals, to which she offered ayes after intial research and proven benefits of course. Examples from the Czech Republic on vocational projects, further initiatives on training and work experience as well as a real focus on multilingualism were purported to be of weighted importance in her 5 year plan to come, should she be confirmed.

MEP VATTIMO brought up the complicated issue of mutual recognition between European Universities which Madame Vassiliou pledged to urge member states to look at in greater detail, "There is a very wide gap between what member states are doing," she conceded.One extension to means amongst them could be a further involvement of the European Investment Bank via loans for students in bilateral actions with the Member States could be an option.

Following prompting from MEP TRUPEL she did not hesitate to highlight that Internet development cannot doubt the right of creators to be properly rewarded for their work otherwise we will not have this work.And finally, as well as covering the importance of the MEDIA portfolio being added to her agenda and asked to provide support to public media by a member she emphasized also the rights of the child and how education was a human right, especially to children who don't have the opportunity to do this immigrants included matching the skills of the market, "to give better prospects to our young people for a better life."A large portfolio, with important elements which will be tackled ably was the impression one was given form this hearing.

Quotes

"I would like for Erasmus Mundus to build Europe's global attractiveness for study and research"
"The MEDIA programme has been added to my portfolio - European cinema is an added factor and part of expressing Europe's culture and must help us bring out the cultural diversity of Europe making it globally competitive"
"Trade agreements are a good way to promote cultural agreements if we want to encourage trade relations with other countries we have to make sure that cultural diversity is respected"
"Those who have been most hit by the crisis are the young people and the less skilled"

giovedì 3 settembre 2009

Libertà d'informazione in Italia: Sul sito dell'IDV

Ecco il post che compare a mia firma sul sito dell'IDV. Lo riporto semplicemente perché possiate leggere i commenti anche laggiù, se volete.
La difesa dell’informazione come difesa della libertà in quanto tale. E’ ormai evidente che il regime di Berlusconi, come ogni regime che si rispetti, sta procedendo ad una aggressione della stampa e dei media che travalica le Alpi.
Dopo la crociata interna, ora lo sguardo del premier, politicamente barcollante, si rivolge all’estero, e la crociata diventa transnazionale. Così oltre a La Repubblica e L’Unità, i nemici si chiamano anche The Times, Le Figaro, The Guardian ma soprattutto, stando alle dichiarazioni del suo fido avvocato Ghedini, Le Nouvel Observateur ed El Pais. Una virulenza tale da interessare ormai tutto il Vecchio Continente.
Non a caso proprio il portavoce della Commissione Ue, Leitenberger, in riferimento alle denunce del presidente del Consiglio verso la stampa estera, ha ricordato (e ammonito) che l’Europa tutela la libertà di espressione. In un clima di guerra ormai aperta a tutta l’informazione, le istituzioni comunitarie non possono non reagire restando in silenzio.
Per questo ho informato la Commissione Cultura e Istruzione, per mezzo di una lettera (leggi) indirizzata alla sua presidente, l’On. Doris Pack, dell’appello pubblicato su La Repubblica e promosso dai tre giuristi Cordero, Rodotà e Zagrebelsky, già sottoscritto da migliaia di cittadini e cittadine, esponenti politici, uomini e donne della cultura e dello spettacolo, personalità pubbliche.
Nel mio intervento odierno alla Commissione Cultura, nel quadro della presentazione del programma della presidenza svedese, ho fatto riferimento alle famose 10 domande che il quotidiano diretto da Mauro ha avanzato al presidente del Consiglio, pagando per questo il prezzo della denuncia da parte di Sua remittenza, e ho suscitato l’interesse della presidenza svedese stessa, che per tramite dei suoi ministri ha definito l’anomalia italiana un problema che merita di essere discusso e del quale si discuterà.
La minaccia alla libertà, quella primaria di sapere ed essere informati, è ormai un’emergenza non solo italiana. Per questo il Parlamento europeo deve essere pienamente a conoscenza di quanto sta accadendo per poter intervenire. Si è celebrato nelle scorse ore l’anniversario della II Guerra mondiale, che chiama in causa anche quella politica dell’appeasement che l’Europa adottò verso l’allora nascituro nazismo.Oggi l’Europa è in dovere di non ripetere la debolezza passata e di non sottovalutare i semi che, in Italia, potrebbero far germogliare l’insana pianta del regime. Sotto altre vesti, forse, ma non meno dannosa e tragica.

mercoledì 2 settembre 2009

Lettera di Gianni Vattimo alla Presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo


Ecco il testo della lettera che ho presentato oggi alla Presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo, e della quale ho parlato nel mio intervento odierno alla Commissione. La presidenza svedese, che oggi presentava il suo programma alla Commissione, ha sottolineato che il caso italiano è un problema che merita di essere discusso e sarà discusso nei prossimi mesi.


Bruxelles, 2 settembre 2009

Signora Presidente, Onorevoli colleghi,

Intendo richiamare l’attenzione della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo sui gravi fatti che coinvolgono il Presidente del Consiglio italiano.
Dino Boffo, direttore del quotidiano cattolico “L’Avvenire”, è stato oggetto di un attacco da parte del direttore de “Il Giornale”, quotidiano posseduto, con ben poco rispetto delle disposizioni legislative in materia di conflitto di interessi di cui un grande paese che si vorrebbe democratico quale l’Italia dovrebbe dotarsi, dalla famiglia del premier italiano. In un editoriale in prima pagina del giornale del Premier, il direttore Feltri condannava le critiche rivolte a Berlusconi dal direttore de “L’Avvenire” Boffo, diffidandolo, cito testualmente, dal voler "lanciare anatemi e tirare le orecchie a Berlusconi" per una vita privata, quella del Premier, che le intercettazioni della magistratura negli ultimi mesi hanno rivelato essere, per usare un eufemismo, del tutto inadeguata rispetto agli incarichi pubblici che Berlusconi ricopre. Feltri riferisce inoltre, senza alcun imbarazzo per i toni omofobici utilizzati nell’articolo, di una vicenda giudiziaria che vedrebbe Boffo coinvolto in un presunto scandali a natura sessuale (Dino Boffo viene definito, cito testualmente, un “noto omosessuale attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni”; “alla guida del giornale dei vescovi e impegnato nell'accesa campagna di stampa contro i peccati del premier, intimidiva la moglie dell'uomo con il quale aveva una relazione”). La presunta “informativa” utilizzata da Feltri per sostanziare il suo attacco si è rivelata, a seguito della sua pubblicazione su “L’Avvenire”, una lettera anonima, e – nelle parole di Boffo – “uno sconclusionato e sgrammaticato distillato di falsità e di puro veleno costruito a tavolino per diffamare”. Il consiglio di redazione del quotidiano “L’Avvenire” definisce quello di Feltri, cito anche qui testualmente, un “plateale e ripugnante attacco”, e una “chiara intimidazione al direttore di Avvenire e a tutta la redazione del quotidiano”, che nasconde “un attacco alla libertà di pensiero e di stampa”.
Si noti che alla polemica, tuttora in corso, e dunque al tentativo, come riferiscono in Segreteria di Stato, di creare fonti di tensione tra la Santa Sede e i vertici della Conferenza episcopale italiana (cui il Pontefice ha ieri ribadito la sua solidarietà), editore de “L’Avvenire”, è dovuta la decisione di far saltare l'incontro previsto per il 28 agosto a l'Aquila tra il cardinale Tarcisio Bertone (il più stretto collaboratore del pontefice), che avrebbe presieduto la Perdonanza celestiniana, e il premier Silvio Berlusconi, anch’egli a l’Aquila per seguire i lavori di ricostruzione. L’unico risultato tangibile della vicenda è di aver creato seri e ulteriori motivi d’imbarazzo tra lo stato italiano e il Vaticano, al punto che Berlusconi è oggi impegnato nel difendere il “dialogo quotidiano”, nelle sue parole, che intercorrerebbe tra la Santa Sede e l’esecutivo italiano. Il premier ha ritenuto di dover dichiarare che “il Governo non ha alcuna responsabilità per quello che è successo nelle diatribe giornalistiche che si sono verificate”. Ciò è di per sé un sintomo del cattivo stato della democrazia italiana: come tutti sapete, quando è stato nominato per la prima volta presidente del Consiglio italiano, Berlusconi era addirittura ineleggibile, a causa dell’enorme conflitto d’interessi che gravava e grava tuttora, nonostante l’abbozzo di rimedio legislativo che una maggioranza parlamentare incline all’obbedienza ha approvato, sulla sua persona. L’Avvenire è reo, secondo il direttore del giornale (appena nominato) della famiglia Berlusconi, non certo nuovo ad attacchi giornalistici infondati come quello di cui sopra, di aver criticato la condotta privata, ma con ampi risvolti pubblici, del premier stesso. Lo scandalo delle escort che coinvolge il premier era stato definito “situazione desolante”, e si condannava la risposta “non sono un santo” che lo stesso Berlusconi aveva fornito ai media, evidenziando l’inadeguatezza del riferimento costantemente fatto dal premier a sondaggi a lui favorevoli, che dunque ridurrebbero la portata dello scandalo stesso.
Ciò su cui intendo richiamare l’attenzione della Commissione Cultura e Istruzione è l’inadeguatezza generale di Silvio Berlusconi a ricoprire la carica di presidente del Consiglio italiano, e i pericoli che da ciò discendono sia per la democrazia italiana, sia per l’Unione Europea, di cui l’Italia è membro fondatore. E mi rivolgo al Parlamento europeo poiché, nonostante ciò possa sembrarvi assurdo, sono solo quelli che Berlusconi definisce i “giornali della sinistra” a indagare, suscitando la curiosità e lo sdegno, per quanto sta accadendo in Italia, dei media esteri, sugli scandali del premier. Il servizio pubblico televisivo, letteralmente appaltato, per gran parte, allo stesso Berlusconi, la cui famiglia possiede tre reti nazionali (come l’azienda di stato), non dà infatti alcuna notizia non solo degli scandali che coinvolgono il premier, ma neanche delle domande giornalistiche rivolte al premier, nel pieno rispetto del gioco democratico (e di un gioco democratico da paese avanzato) da uno dei principali quotidiani italiani, “La Repubblica”, fortunatamente non di proprietà del presidente. Da mesi, infatti, “La Repubblica” ha pubblicato dieci domande, ancora evase, scaturite dallo scandalo delle escort, invitando il premier a rispondere pubblicamente per chiarire la sua posizione. Si tratta di domande urgenti, oltre che legittime, suscitate dall’appuramento, tramite intercettazioni, di circostanze che ritraggono il premier in rapporti ambigui con giovani escort e starlettes della televisione, invitate a partecipare, per tramite talvolta di mediatori coinvolti in traffici illeciti, a feste private nelle dimore del presidente. Ad alcune di esse è stata offerta, prima che fosse ritirata in seguito allo scoppio dello scandalo, una candidatura a ricoprire incarichi pubblici di rilievo (non ultimo quello di parlamentare europeo!). “La Repubblica” ha dunque rivolto al premier domande in merito alle “accurate” frequentazioni del premier di prostitute, di ragazze minorenni, all’uso di velivoli di stato per condurle alle dimore del presidente stesso, ai possibili ricatti e azioni di spionaggio cui il premier necessariamente si esporrebbe, all’incoerenza tra le politiche portate avanti a livello pubblico, spesso ispirate a una morale fortemente repressiva, e la condotta privata.
Il premier, suscitando lo sdegno dell’opinione pubblica internazionale e dei principali media esteri, ha recentemente querelato La Repubblica e alcuni giornali esteri, tra i quali “Le Nouvel Observateur” e “El Pais” (quest’ultimo colpevole di aver pubblicato alcune fotografie scattate a una festa in una residenza del premier), per diffamazione (“ho avviato una causa civile”, ha dichiarato). Tre giuristi del calibro di Franco Corsero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelski hanno scritto un appello, firmato per ora da oltre 180mila persone in Italia, e tra questi i principali intellettuali del paese, che definisce quello a La Repubblica un “tentativo di ridurre al silenzio la libera stampa, di anestetizzare l’opinione pubblica, di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in definitiva di fare del nostro Paese un’eccezione della democrazia”. Le domande poste al Presidente del Consiglio, si precisa in polemica con la reazione del premier, “sono domande vere, che hanno suscitato interesse non solo in Italia ma nella stampa di tutto il mondo. Se le si considera "retoriche", perché suggerirebbero risposte non gradite a colui al quale sono rivolte, c’è un solo, facile, modo per smontarle: non tacitare chi le fa, ma rispondere”. “La libertà d'espressione è un valore fondamentale dell'Unione Europea”, ha commentato ieri da Bruxelles il portavoce della Commissione Ue Johannes Laitenberger, ammettendo di non essere a conoscenza della querela sporta da Berlusconi contro “La Repubblica” e i principali quotidiani stranieri. Condannando le parole del portavoce della Commissione Dennis Abbott, autore di un comunicato nel quale spiegava che la Commissione avrebbe chiesto informazioni all’Italia circa il respingimento di un gommone con 75 migranti respinto verso la Libia (Berlusconi ha dichiarato che d’ora in poi dovrà parlare solo il Presidente Barroso, altrimenti “non daremo più il nostro voto, bloccando di fatto il funzionamento della Ue, e chiederemo il dimissionamento dei commissari”), Berlusconi ha rivelato una volta ancora lo stile autoritario di governo che caratterizza il suo operato. Sono ormai quindici anni che l’Italia sopporta continui attacchi alla magistratura, alla libertà di espressione, alla libertà di stampa, condotti da un premier sul quale gravano conflitti d’interessi di tale portata da suscitare dubbi sulla tenuta democratica del paese. L’Europa stessa, e i suoi parlamentari, quei “turisti della democrazia”, come li ha definiti Berlusconi nel giorno di apertura del semestre italiano del 2003, ne hanno già fatto le spese. L’Europa è un esempio di democrazia compiuta, che tuttavia tollera al suo interno derive autoritarie difficilmente gestibili a livello nazionale. Mi auguro che i Deputati di questo Parlamento vigilino costantemente sull’operato di un personaggio pubblico che dimostra ogni giorno la propria inadeguatezza democratica.

Gianni Vattimo

Vattimo:"L'appello dei giuristi a Strasburgo. Il Parlamento deve sapere delle 10 domande"

Ecco l'intervista che ho rilasciato a Repubblica, pubblicata oggi, mercoledì 2 settembre 2009, pagina 2. Tra poco porterò il caso italiano al Parlamento europeo, intervenendo alla Commissione
Cultura e Istruzione.

Vattimo: "L'appello dei giuristi a Strasburgo. Il Parlamento deve sapere delle 10 domande"
L'eurodeputato: minacciata la libertà di espressione, accadono cose aldilà del bene e del male

ROMA «Porterò l'appello dei giuristi per la libertà di stampa al Parlamento europeo assieme alle dieci domande contro le quali Berlusconi ha fatto causa». Il filosofo Gianni Vattimo, eurodeputato eletto nelle liste dell'Italia dei Valori, ha preso la decisione dopo aver ascoltato a Radio Radicale la registrazione del dibattito a Genova con il direttore di Repubblica, Ezio Mauro.

Perché questa iniziativa, professore?
«Voglio che il Parlamento sia informato. In Italia stanno accadendo cose al di là del bene e del male. Perciò presenterò l'appello di Cordero, Rodotà e Zagrebelsky in Commissione Cultura domani stesso (oggi per chi legge - ndr)».

Che cosa si aspetta?
«Francamente non lo so perché i poteri del Parlamento europeo e delle commissioni sono molto limitati. Ma ormai libertà e informazione coincidono totalmente. Nessuno oggi ti minaccia di arresto per le tue idee, semmai ti priva di notizie, manipola l'informazione, ti fa credere di essere libero di pensarla come vuoi, ma decide l'ammissibilità di cose che si possono sapere e cose che non si devono sapere, pretende persino di stabilire la liceità delle domande da porre, e infine arriva ad intimorire e intimidire chi esce dallo schema».

Vuole lanciare l'allarme sul caso italiano?
«La minaccia, in Italia è particolarmente acuta. Ma il problema ma non è soltanto nostro. Riguarda l'Europa e il mondo, per questo trovo giusto far conoscere l'appello dei tre giuristi».

E della minaccia di bloccare l'EU se i portavoce non smettono di criticare l'Italia, cosa pensa?
«Mi sembra la conferma che Berlusconi si sente alle corde e diventa imprudente e violento. Cercherà di usare i servizi segreti e qualunque cosa. Si sente minacciato, evidentemente, dietro una compattezza della maggioranza che è tutta apparenza, e se ne esce con sciocchezze incommentabili».

(intervista di l.n.)

mercoledì 22 luglio 2009

Prime nomine

Buongiorno a tutti. Scusate l'assenza, ma gli impegni (più formali che sostanziali, per ora, ma è ovvio) al Parlamento e qualche difficoltà negli spostamenti (voli cancellati, ecc.) mi hanno portato via molte energie. Qui di seguito troverete la mia pagina di deputato, appena creata dal sito del Parlamento europeo, e ancora da riempire.

Come vedrete, sono stato eletto membro titolare della Commissione Cultura e Istruzione, e supplente della Commissione Libertà civili, Giustizia e Affari Interni. Le due commissioni delle quali facevo parte anche tra il 1999 e il 2004, anche se all'epoca ero supplente della prima e titolare della seconda.
Per ora, posso segnalarvi il link al sito del Parlamento in lingua italiana, http://www.europarl.europa.eu/news/public/default_it.htm?language=IT: la prima sessione plenaria inizierà il 14 settembre, e in quel momento, di fatto, comincerà la nuova legislatura. Sul nuovo presidente, Buzek, saprete già tutto: è stato votato a larga maggioranza, con un'intesa sul suo successore: Martin Schulz, del Pse, tristemente noto in Italia per essere stato l'oggetto degli insulti di Berlusconi.
Qui il link all'Alde, l'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa, il gruppo del quale faccio parte pur mantenendo la barra, come sapete, decisamente a sinistra (http://www.alde.eu/index.php). Il nostro nuovo leader è Guy Verhofstadt, l'ex primo ministro belga. Piccola curiosità: da decano, ho presieduto la prima riunione del gruppo.
Infine, ecco la mia mail di deputato: gianni.vattimo@europarl.europa.eu.
Tra luglio (ciò che resta) e agosto, i miei collaboratori provvederanno ad aggiornare tanto il blog quanto il sito, cosicché tutto sia pronto per settembre. Continuate a scrivere, ci si vedrà prossimamente su questi schermi - consegnerò loro, in base alle scadenze dei lavori parlamentari e dell'attualità della situazione europea, video che verranno inseriti nel blog, di facile e immediata fruizione, che si aggiungeranno ovviamente ai commenti scritti e agli articoli che pubblicherò.
Un saluto a voi tutti,
GianniV.