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domenica 24 marzo 2013

"La teologia del quotidiano è l'unica possibile"


Intervista a Gianni Vattimo, La Nacion

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Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco

Durante la sua visita in Argentina dell’anno scorso ci aveva spiegato che, secondo lei, una speranza di cambiamento andrebbe cercata in America Latina. L’elezione al soglio pontificio dell’Arcivescovo di Buenos Aires, Cardinale Jorge Bergoglio, successore di Benedetto XVI con il nome di Francesco, va in questa direzione?
Penso di sì, anche se la speranza del cambiamento che può venire da Papa Francesco è abbastanza vaga come quella che mi aspettavo e mi aspetto dall’America Latina per l’Europa e il mondo: più un grande esempio che un fatto preciso. Come il fatto che ci siano Lula,Chavez, Morales, non significa un cambio immediato nella nostra politica europea, ma qualcosa che ha da fare con il clima generale. Ora sappiamo che non c’è più solo il potere imperialistico nel mondo. Così Papa Bergoglio: la Chiesa non è più soltanto il luogo del dogma, della repressione sessuale, della ricchezza, e della corruzione bancaria romana; si avvicina un  po’ di più a ciò che abbiamo sperato da Cristo: misericordia, vicinanza, anche tenerezza.

mercoledì 13 marzo 2013

Anche Cristo si dimetterebbe

Intervista a Gianni Vattimo di Gianni Carta, CartaCapital
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Appassionato lettore di Nietzsche e Gramsci, il filosofo Gianni Vattimo ha scritto diversi libri sulla religione, come Il futuro della religione. Carità, ironia, solidarietà (Garzanti, 2005). Secondo Vattimo, dimettersi “è una delle cose migliori che un papa può fare” perché la Chiesa cattolica deve recuperare senso cristiano.

CartaCapitalHa detto che la rinuncia del papa è stata un affare italiano. Perché italiano?
Gianni Vattimo: Italiano nel senso che, purtroppo, una grandissima parte delle questioni che riguardano il pontefice e che verosimilmente sono entrate in gioco nella sua decisione di rinunciare sono italiane. Tutte le notizie di Vatileaks, incluse quelle sulla banca vaticana, riguardano la Chiesa cattolica in generale ma hanno le loro radici a Roma. Inoltre, l’affare è soprattutto italiano perché tutto è successo in Italia.

domenica 31 luglio 2011

Ipotesi su Gesù

Ipotesi su Gesù
L'Espresso
, 4 agosto 2011


Il direttore di Micromega, e militante di tante battaglie politico-culturali, diventa storico del Cristianesimo? Il denso libretto su Gesù che ha pubblicato di recente (Paolo Flores d’Arcais, “Gesù. L’invenzione del Dio cistiano”, Add editore, pp. 127, € 5,00) attesta un interesse per le origini del cristianesimo, che qualche apologeta potrebbe interpretare come l’inizio di un cammino di conversione. Flores, tuttavia, arriva a studiare la figura di Gesù partendo dalla Chiesa cattolica e dal Papa, temi a cui si dedica da tempo con chiaro spirito polemico. Ha ragione almeno in questo, che non si può dedicarsi allo studio di Gesù se non parlando della Chiesa. I due temi – Gesù di Nazareth e il cristianesimo con la sua storia – non sono separabili. Il che ha molte implicazioni: per esempio, e non è il caso di Flores, non si può decidere che si guarda al messaggio originale di Gesù prescindendo dalla Chiesa (e dalle tante sue magagne) – come spesso hanno voluto fare gli uomini di Chiesa. Ma d’altra parte, come viene in mente a chi cerca ancora di credere a quel messaggio, non si può ritenere che, dimostrata la spesso evidente contraddittorietà delle testimonianze storiche su Gesù, sia liquidata anche la storia del cristianesimo o, come dice Flores, dei cristianesimi. Che si mostrano ancora ben vivi, fortunatamente non solo in termini di proprietà e privilegi ecclesiastici, e che giustificano l’idea secondo cui “non possiamo non dirci cristiani”.

Gianni Vattimo

Paolo Flores d’Arcais, “Gesù. L’invenzione del Dio cistiano”, Add editore, pp. 127, € 5,00