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domenica 15 gennaio 2012

Legge ammazza-cani in Romania, primo successo

Un articolo de Il Fatto Quotidiano (Alessio Pisanò) sulla famigerata legge ammazza-cani in Romania contro la quale stiamo combattendo in Europa.

Romania, un cassonetto dove vengono gettati i cani randagi (foto Oipa)
La Corte Costituzionale rumena boccia la legge ammazza-cani approvata da Bucarest a novembre che prevedeva la possibilità di praticare l’eutanasia ai randagi malati, aggressivi o pericolosi dopo soli tre giorni dalla loro cattura. La decisione dell’alta Corte arriva dopo che la Romania è stata travolta dall’ondata delle proteste della comunità animalista internazionale. Adesso la tanto contestata legge torna in Parlamento per le dovute modifiche.

Possono tirare un sospiro di sollievo i randagi rumeni che hanno rischiato di finire ‘sulla ghigliottina’ per una legge contestata tanto dentro che fuori i confini nazionali. La Corte Costituzionale nazionale ha infatti giudicato incostituzionali due articoli del testo legislativo (8 voti contro 1) che prevedeva la possibilità di sopprimere i cani malati, aggressivi o pericolosi dopo soli tre giorni dalla loro cattura, senza specificare come le amministrazioni comunitarie avrebbero potuto prendere questa decisione, e lasciando assolutamente vago anche il concetto di “consultazione popolare” prevista per la soppressione di cani non malati né pericolosi dopo 30 giorni.

Adesso la legge torna al parlamento rumeno, che l’aveva approvata il 23 novembre scorso, dove dovrà essere discussa dal Senato e poi di nuovo dalla Camera, per poi tornare all’esame dei giudici costituzionali. Soddisfatti gli animalisti dell’associazione Vier Pfoten che avevano dato mandato alla Corte di intervenire, con l’appoggio di 120 deputati dell’opposizione, sicuri dell’incostituzionalità della legge. Un testo che aveva attirato sulla Romania gli sguardi scandalizzati degli animalisti di tutta Europa e della stessa Bruxelles. Alcuni eurodeputati (tra cui gli italiani Andrea Zanoni, Sonia Alfano, Niccolò Rinaldi e Gianni Vattimo) avevano addirittura chiesto al Commissario Ue competente, il maltese John Dalli, di intercedere con il Presidente rumeno Traian Basescu affinché non promulgasse questa legge. Sempre a Bruxelles il 7 dicembre, l’Oipa (International organization for animal protection) insieme a Zanoni hanno consegnato alla Commissione europea una petizione di 113 mila firme che chiedeva all’Ue azioni urgenti contro l’uccisione di cani e gatti randagi in tutta Europa.

Secondo gli animalisti, il testo di legge così come scritto oggi, avrebbe spinto indirettamente i sindaci a optare per la soppressione dei randagi viste le difficoltà introdotte sia a tenere gli animali nei canili che ad adottarli. Ad esempio non era previsto nessun finanziamento per aiutare i Comuni a costruire e gestire i canili, e per chi fosse stato interessato ad adottare un cane avrebbe dovuto pagare una tassa, registrarlo in un apposito registro, dotare l’animale di apposito microchip, dimostrare di avere i mezzi finanziari e il giusto spazio per tenerlo e perfino chiedere il permesso dei vicini di casa (nel caso si adottassero più di due animali). Insomma tutti criteri probabilmente buoni sulla carta ma che difficilmente si sposano con le condizioni economiche della maggior parte dei cittadini rumeni.

E tutto questo, secondo le autorità rumene, solo per risolvere l’annoso problema del randagismo. Una scusa bella e buona, secondo gli animalisti, che servirebbe solo a nascondere il business dei “boiacani” che, secondo Save the Dogs “si arricchiscono catturando ed uccidendo i randagi romeni”. Secondo l’associazione Four Paws, infatti, ci sono ben altri metodi per contenere il fenomeno del randagismo, come ad esempio la sterilizzazione e la vaccinazione. Sono ben 8292 i randagi così trattati dai volontari dell’associazione nel corso del 2011 in Romania (5122), Lituania (1437) e Bulgaria (1200).

In Europa, intanto, si sta lavorando ad una nuova ‘Strategia sul benessere degli animali’ che dovrebbe essere messa a punto nei primi mesi del 2012 e che terrà in considerazione quanto sancito dall’articolo 13 del Trattato di Lisbona che definisce gli animali come “esseri senzienti” e quindi portatori dei relativi diritti. Ma per mettere definitivamente la parola fine alla legge sui randagi in Romania, bisognerà però aspettare ancora qualche mese.


venerdì 7 ottobre 2011

Proposta di risoluzione sull'adesione di Bulgaria e Romania a Schengen



PROPOSTA DI RISOLUZIONE
 
5.10.2011
PE472.717v01-00
 
B7-0532/2011
presentata a seguito delle interrogazioni con richiesta di risposta orale B7‑0440/2011, 0621/2011 e B7‑0621/2011
a norma dell'articolo 115, paragrafo 5, del regolamento

sull'adesione della Bulgaria e della Romania a Schengen

Marian-Jean Marinescu, Andrey Kovatchev, Carlos Coelho, Henri Weber, Simon Busuttil, Monica Luisa Macovei, Mariya Nedelcheva, Elena Oana Antonescu, Georgios Papanikolaou, Véronique Mathieu a nome del gruppo PPE
Claude Moraes, Ioan Enciu, Iliana Malinova Iotova, Liisa Jaakonsaari a nome del gruppo S&D
Renate Weber, Sophia in 't Veld, Alexander Alvaro, Cecilia Wikström, Sarah Ludford, Filiz Hakaeva Hyusmenova, Stanimir Ilchev, Louis Michel, Metin Kazak, Sonia Alfano, Gianni Vattimo, Nathalie Griesbeck a nome del gruppo ALDE
Tatjana Ždanoka, Judith Sargentini a nome del gruppo Verts/ALE
Cornelia Ernst a nome del gruppo GUE/NGL

Risoluzione del Parlamento europeo sull'adesione della Bulgaria e della Romania a Schengen 
B7‑0532/2011
Il Parlamento europeo,
–   vista la risoluzione legislativa dell'8 giugno 2011 sul progetto di decisione del Consiglio sulla piena applicazione delle disposizioni dell'acquis di Schengen in Bulgaria e in Romania(1),
–   viste le conclusioni del Consiglio "Giustizia e affari interni" tenutosi a Lussemburgo il 9 e 10 giugno 2011(2),
–   viste le conclusioni del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2011(3),
–   viste le interrogazioni del 29 settembre 2011 al Consiglio e alla Commissione sull'adesione della Bulgaria e della Romania a Schengen (O-000224/2011 – B7‑0440/2011, O-000225/2011 – B7‑0621/2011, O-000223/2011 – B7‑0439/2011),
–   visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del proprio regolamento,
A. considerando che la libera circolazione delle persone è un diritto fondamentale garantito ai cittadini dell'Unione europea dai trattati;
B.  considerando che la creazione dell'area Schengen e l'integrazione dell'acquis di Schengen nel quadro dell'UE è una delle maggiori conquiste del processo di integrazione europea;
C. considerando che la Romania e la Bulgaria hanno soddisfatto tutti i criteri per una conclusione riuscita del processo di valutazione di Schengen;
D. considerando che la preparazione dei due paesi ai fini dell'adesione all'area di Schengen è stata confermata dal Parlamento nella sua risoluzione dell'8 giugno 2011 e dal Consiglio nelle sue conclusioni del 9 giugno 2011;
E.  considerando che, durante il Consiglio europeo del 24 giugno 2011, i capi di Stato e di governo hanno convenuto che la decisione riguardante l'adesione della Bulgaria e della Romania dovrebbe essere presa entro settembre 2011;
F.  considerando che la decisione sull'adesione della Romania e della Bulgaria è stata rinviata in seguito alla mancata votazione del Consiglio durante la riunione del 22 settembre 2011;
1.  sottolinea che i due paesi hanno ridisegnato e riorganizzato in modo sostanziale i propri sistemi di gestione integrata delle frontiere investendo considerevolmente nelle autorità incaricate dell'applicazione della legge, in particolare nella formazione e nelle ultime tecnologie, ed hanno visibilmente rafforzato il proprio quadro istituzionale e giuridico, come riconosciuto nelle diverse relazioni di valutazione di Schengen;
2.  nota il sostegno e la solidarietà regolarmente dimostrati dalla Bulgaria e dalla Romania quali partner affidabili dell'Europa sud-orientale, nonché il loro costante contributo alla sicurezza delle frontiere in questa parte dell'Unione;
3.  sottolinea che entrambi i paesi hanno pienamente attuato l'acquis di Schengen che – conformemente al loro trattato di adesione e al quadro giuridico in vigore nell'Unione europea – è l'unico prerequisito alla loro adesione all'area Schengen;
4.  sollecita tutti gli Stati membri ad adottare la decisione di ampliare l'area Schengen al fine di includere la Bulgaria e la Romania sulla sola base dell'acquis e delle procedure di Schengen; ritiene che non si possano imporre criteri supplementari agli Stati membri che hanno già avviato il processo di adesione all'area Schengen;
5.  ribadisce il sostegno del Parlamento a favore dell'ampliamento dell'area Schengen al fine di includere la Romania e la Bulgaria ed invita il Consiglio europeo a procedere in conformità dei trattati UE e ad adottare le misure necessarie per consentire alla Romania e alla Bulgaria di accedere all'area Schengen;
6.  invita gli Stati membri a rispettare gli impegni assunti ai sensi del quadro giuridico dell'Unione europea per quanto riguarda i criteri di adesione di Schengen ed a non dare la priorità al populismo nazionale;
7.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1)
(2)
da completare.
(3)
da completare.