lunedì 27 maggio 2013
Sos Greyhound: un vita dignitosa per i levrieri a fine carriera
sabato 11 febbraio 2012
Eurodeputati No-Tav
Pressing degli eurodeputati No-Tav: "L'UE tolga i fondi dalla Torino-Lione"
I presidenti di Piemonte e Rhone Alpes: agiamo per ottenere il massimo dei contributi possili
Cota, Saitta e Fassino hanno declinato l’invito ma si sono detti pronti ad incontrare una delegazione ufficiale di cui facciano parte tutti i gruppi del Parlamento europeo. I quattro, infatti, fanno parte di un gruppo di 24 europarlamentari che a più riprese hanno espresso perplessità sulla Torino-Lione. E che adesso, dopo aver visitato anche l’area dove si stanno ultimando i lavori per lo scavo del cunicolo esplorativo della Maddalena, prepareranno una relazione per informare gli altri parlamentari del loro punto di vista negativo: «Non ho visto un sito di costruzione ma una caserma, e non credo che sia giustificata», spiega ancora Lichtenberger. Vattimo e Alfano aggiungono: «La delegazione ha certificato l’inesistenza del cantiere di Chiomonte, condizione essenziale per la Commissione per la partecipazione con fondi comunitari all’opera. Fondi che a questo punto non possono e non devono essere erogati». Se salta il contributo Ue salta l’opera.
E a riprova di questa tesi i No Tav tirano fuori il primo articolo dell’accordo firmato a Roma lo scorso 29 gennaio che «non ha come oggetto di permettere l’avvio dei lavori definitivi della tratta italofrancese che richiederà l’approvazione di un protocollo addizionale separato» che dovrà tener conto dell’effettiva partecipazione Ue. Resta da capire se il lavoro di lobbing dei deputati europei No Tav troverà sponde nel Parlamento e nella Commissione che ha proposto di portare il contributo dal 30 al 40%. Se la proposta non dovesse essere accolta Francia e Italia dovrebbero tirar fuori più o meno 700 milioni in più. Mario Virano, presidente dell’Osservatorio, è ottimista: «C’è l’impegno ufficiale dei due governi di lavorare con la Commissione per confermare quella percentuale». E ieri da Lione i presidenti del Piemonte (Roberto Cota) e della Rhône-Alpes (Jean-Jack Queyranne) hanno diffuso una nota congiunta per ribadire il loro sostegno «senza riserve» al progetto e l’impegno «in stretto collegamento con gli operatori socioeconomici perché la Torino-Lione riceva i più elevati contributi possibili nel quadro della politica europea dei trasporti».
venerdì 10 febbraio 2012
Militarizzazione della Val di Susa, visita delegazione Parlamento europeo: rassegna stampa
Tav:eurodeputati in Val di Susa;Idv,necessario dibattito Ue
Tav, domenica proteste davanti alle carceri
I presidi si svolgeranno davanti alle carceri di Torino, dove è detenuta Gabriela Avossa; Saluzzo (Cuneo), per Giorgio Rossetto; Alessandria, per Matteo 'Mambo' Grieco; Ivrea (Torino), per Luca Cientanni; Cuneo, per Tobia Imperato; Alba (Cuneo), per Jacopo Bindi.
Tav: "Più che un cantiere sembra un presidio militare"
Un Appello [1] per un ripensamento del progetto di nuova linea ferroviaria Torino–Lione è stato inviato oggi al Presidente del Consiglio Mario Monti redatto da Sergio Ulgiati, Università Parthenope, Napoli, Ivan Cicconi, Esperto di infrastrutture e appalti pubblici, Luca Mercalli, Società Meteorologica Italiana, Marco Ponti, Politecnico di Milano.
Lo hanno firmato 360 professori universitari, ricercatori e professionisti convinti che il problema della nuova linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Torino-Lione rappresenta “per noi, docenti, ricercatori e professionisti, una questione di metodo e di merito sulla quale non è più possibile soprassedere, nell’interesse del Paese”.
giovedì 9 febbraio 2012
ALFANO E VATTIMO (IDV), NO TAV: “OPERA INUTILE, SERVE DIBATTITO PUBBLICO”
domenica 23 ottobre 2011
Val di Susa: lettera di alcuni parlamentari europei alle istituzioni della UE
Presidente Barroso,
Presidente Buzek,
La concessione della prima tranche del contributo da parte della Commissione Europea era condizionata dal rispetto di varie clausole, tra le quali il raggiungimento dell'accordo con le comunità locali interessate dal progetto. Tale accordo non esiste poiché la maggioranza della popolazione locale è contraria al progetto per diverse ragioni, documentate da esperti e studiosi autorevoli. L’esclusione della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone (tra i territori italiani maggiormente interessati dai lavori per la nuova linea) e di tutti i sindaci contrari al progetto dalle consultazioni, ha precluso il dialogo e l’ascolto delle ragioni della popolazione locale.
Pertanto, un gran numero di cittadini della Val di Susa ha deciso di ricorrere a forme di resistenza pacifica e passiva, sia acquistando a proprie spese parte dei terreni su cui dovrebbe realizzarsi l'opera, e sia, da diversi mesi, occupando le zone destinate agli scavi. Le varie modifiche al progetto iniziale, i ritardi e le numerose proroghe, sono appunto dovute all'opposizione da parte della maggioranza della popolazione locale.
Dal 27 giugno scorso oltre 2000 tra militari e agenti delle forze di polizia, dopo aver proceduto allo sgombero delle zone occupate dai cittadini che hanno opposto resistenza passiva e pacifica, hanno occupato un terreno a circa 500 metri da quello del futuro cantiere. Lo scopo di tale occupazione militare è stato quello di garantire l’apertura del cantiere per lo scavo della galleria geognostica a La Maddalena di Chiomonte (frazione in provincia di Torino) entro il 30 giugno scorso, condizione fissata dalla Commissione Europea per la conferma dell'erogazione del finanziamento di 671,8 milioni di euro promessi all'Italia e alla Francia.
Le manifestazioni di protesta che si sono susseguite a partire da questa data, e alle quali hanno partecipato decine di migliaia di persone, sono state violentemente contrastate dalla polizia (cfr. video http://www.youtube.com/watch?v=RZI5Vo7saRQ).
Come constatato personalmente da numerosi osservatori esterni (compresi due MEPs: Gianni Vattimo e Paul Murphy), ad oggi il cantiere non è stato ancora aperto e i lavori in corso riguardano solo la recinzione di un terreno sorvegliato da centinaia di militari e poliziotti.
A prescindere dalle ragioni di chi è favorevole e di chi è contrario a quest’opera, è impensabile rispondere al dissenso della popolazione con una militarizzazione del territorio che rischia di protrarsi per molti anni. Inoltre, è inaccettabile che tale palese violazione del diritto dei cittadini di uno Stato membro dell'UE si appoggi sull'indifferenza delle istituzioni comunitarie, le quali sono chiamate a monitorare attentamente i progetti realizzati con fondi europei.
1) appoggiare le richieste dei cittadini e delle associazioni che, attraverso numerose petizioni al Parlamento europeo tuttora aperte (accompagnate dalla consegna di 32.000 firme il 25 settembre 2007), 24 delibere di opposizione da parte di altrettanti Comuni alla fine del 2010 e tre denunce all'OLAF di probabili frodi ai danni dell'UE nell'ambito del progetto del TAV Torino-Lione, da anni chiedono all'Unione Europea la realizzazione di studi imparziali per accertare il rapporto costi-benefici (di tipo economico, ambientale e sociale) dell'opera;
2) organizzare una delegazione ufficiale del Parlamento Europeo in Val di Susa con il compito di verificare e attestare la militarizzazione del fittizio cantiere del sito de La Maddalena di Chiomonte, e di incontrare i cittadini, i rappresentanti delle associazioni e delle autorità locali che da anni si oppongono al progetto della ferrovia ad alta velocità Torino – Lione.
Auspichiamo che ciascuno di voi, nell’ambito del proprio ruolo, compia tutti gli atti necessari a favorire una soluzione pienamente democratica di questa situazione.
No Tav: istituzioni europee interpellate sulla militarizzazione della Val di Susa
Ufficio Stampa Comitati No Tav, 22 ottobre 2011
Non si può pensare di costruire un’opera di questo tipo con una ventennale militarizzazione del territorio.
Numerosi Deputati Europei(1), su iniziativa dei MEP Sonia Alfano e Gianni Vattimo, hanno scritto al Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, della Commissione Manuel Barroso e del Parlamento europeo Jerzy Karol Buzek per richiamare l'attenzione delle massime istituzioni europee relativamente alla militarizzazione della Valle di Susa che proprio in questi giorni è stata ulteriormente inasprita con decreti prefettizi liberticidi in vista della manifestazione di domenica 23 ottobre.
Nell'appello viene anche detto che "Come constatato personalmente da numerosi osservatori esterni (compresi gli europarlamentari Gianni Vattimo e Paul Murphy), ad oggi il cantiere non è stato ancora aperto e i lavori in corso riguardano solo la recinzione di un terreno sorvegliato da centinaia di militari e poliziotti… ."
I Parlamentari europei indicano in due punti la strada per trovare una soluzione:
· appoggiare le richieste dei cittadini e delle associazioni che, attraverso numerose petizioni al Parlamento europeo tuttora aperte (accompagnate dalla consegna di 32.000 firme il 25 settembre 2007), 24 delibere di opposizione da parte di altrettanti Comunie della Comunità Montana alla fine del 2010 e tre denunce all'OLAF di probabili frodi ai danni dell'UE nell'ambito del progetto del TAV Torino-Lione, da anni chiedono all'Unione Europea la realizzazione di studi imparziali per accertare il rapporto costi-benefici (di tipo economico, ambientale e sociale) dell'opera,
· organizzare una delegazione ufficiale del Parlamento Europeo in Valle di Susa con il compito di verificare e attestare la militarizzazione del fittizio cantiere del sito de La Maddalena di Chiomonte, e di incontrare i cittadini, i rappresentanti delle associazioni e delle autorità locali che da anni si oppongono al progetto della ferrovia ad alta velocità Torino – Lione.
(1) L'elenco dei firmatari è in continua evoluzione, queste le prime firme: Sonia Alfano, Gianni Vattimo, Sabine Wils, Nigel Farage, Willy Meyer, Renate Weber, Rui Tavares, Catherine Grèze, Kartika Tamara Liotard, Cornelia Ernst, Eva Lichtenberger, Sabine Lösing, José Bové.
mercoledì 28 settembre 2011
Interrogazione parlamentare sulle discriminazioni su base sessuale (legge GB su unioni civili e no italiano a unioni civili nei consolati britannici)
Interrogazioni parlamentari | ||
15 settembre 2011 |
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Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Articolo 117 del regolamento Gianni Vattimo (ALDE) e Sonia Alfano (ALDE) |
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Le coppie omosessuali che vogliono far registrare nei consolati
esteri la loro unione, celebrata ai sensi della legislazione britannica
in materia, vale a dire del Civil Partnership Act del 2004 e del Civil
Partnership Order del 2005, stanno avendo serie difficoltà e, talvolta,
si vedono addirittura negare questa possibilità. I due atti, infatti,
stabiliscono che a tal fine deve essere presentata una richiesta al
paese ospitante, che può opporsi alla registrazione (cfr. sezione
210(2)(c) del Civil Partnership Act). L'associazione Certi Diritti ha
denunciato una serie di casi in cui il governo italiano si è opposto
alla registrazione delle unioni civili nei consolati del Regno Unito. Non ritiene forse la Commissione che la legislazione britannica spiani la strada a una discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, dal momento che le unioni civili sono consentite solo alle coppie omosessuali? Non ritiene forse la Commissione che l'opposizione del governo italiano a che le unioni civili siano celebrate nei consolati del Regno Unito in Italia rappresenta una discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale? Non ritiene forse la Commissione che una simile discriminazione ostacoli la libera circolazione e l'uguaglianza dei cittadini dell'UE? |
Censura e omofobia su Rai 1: il testo italiano dell'interrogazione al Parlamento europeo

venerdì 9 settembre 2011
Parlamento europeo: Interrogazione su episodi omofobi di censura di Rai 1 ("Un ciclone in convento")
Parlamento europeo: Interrogazione sulle unioni civili
martedì 5 luglio 2011
Tav: Alfano e Vattimo (IDV), striscione No Tav a Strasburgo
''Tutti sanno - ha incalzato Alfano - che la Tav in Val di Susa non si fara' mai: e' possibile militarizzare un territorio per 20 anni?''. Secondo l'eurodeputata del Idv, la situazione attuale e' figlia di opere non concepite ''con e per i cittadini'' ma per ''i comitati di affari partitici di destra e di sinistra''.
Quanto al nodo degli aiuti comunitari, entrambi gli esponenti del partito di Di Pietro chiedono alla Commissione di ritirare ''il contributo di 662 milioni di euro''. In aula, Vattimo ha ricordato le condizioni legate all'erogazione dei fondi europei, la ''consultazione e accordo delle comunita' locali'', che e' mancata, e il ''rispetto di alcuni termini temporali per l'inizio dei lavori, varie volte ritardati arbitrariamente''.
Oltre a chiedere il ritiro dei contributi, Alfano ha invitato la Commissione petizioni del Parlamento Ue ''ad inviare una delegazione in Val di Susa per verificare sul terreno cosa sta succedendo''. (ANSA).
Show di Vattimo a Strasburgo, striscione no Tav al Parlamento
Show di Vattimo a Strasburgo, striscione no Tav al Parlamento
Il filosofo insieme con l'altro europarlamentare Idv Sonia Alfano si è presentato all'Europarlamento con uno striscione no Tav fin dentro la sala plenaria. Poi ha chiesto alla Ue di non finanziare l'opera
La Repubblica, 5 luglio 2011 Sonia Alfano e Gianni Vattimo, eurodeputati del Idv, hanno portato lunedì notte la battaglia contro la Torino-Lione fin dentro la sala plenaria del Parlamento europeo. Alzando uno striscione No Tav, i due eurodeputati sono intervenuti per denunciare, parole di Alfano, "l'assurdo progetto di costruire la Torino-Lione" e per condannare "ogni forma di violenza, sia la violenza dei facinorosi infiltrati che la violenza dei deputati e ministri italiani che hanno voluto assimilare il pacifico popolo No Tav ai black bloc".
"Tutti sanno - ha incalzato Alfano - che la Tav in Val di Susa non si farà mai: è possibile militarizzare un territorio per 20 anni?". Secondo l'eurodeputata del Idv, la situazione attuale è figlia di opere non concepite "con e per i cittadini" ma per "i comitati di affari partitici di destra e di sinistra".
Quanto al nodo degli aiuti comunitari, entrambi gli esponenti del partito di Di Pietro chiedono alla Commissione di ritirare "il contributo di 662 milioni di euro". In aula, Vattimo ha ricordato le condizioni legate all'erogazione dei fondi europei, la "consultazione e accordo delle comunità locali", che è mancata, e il "rispetto di alcuni termini temporali per l'inizio dei lavori, varie volte ritardati arbitrariamente".
Oltre a chiedere il ritiro dei contributi, Alfano ha invitato la Commissione petizioni del Parlamento Ue "ad inviare una delegazione in Val di Susa per verificare sul terreno cosa sta succedendo".
martedì 14 giugno 2011
Tav, Vattimo: "Un'invenzione delle mafie per guadagnare"
Fonte: TorinoToday
“Oggi rappresenta anche un problema di legalità – ha poi invita

Presenti all’appuntamento anche Federico Bellono, segretario torinese della Fiom, e Michele Curto, neo consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà. "Sono qui – ha spiegato quest’ultimo – per sostenere le ragioni dell'appello e perché credo sia il posto dove devo essere in quanto consigliere comunale".
(ANSA) - TORINO, 11 GIU - ''Vedo la Tav come una cosa inventata dalla mafia per guadagnare'': lo ha affermato il filosofo Gianni Vattimo, europarlamentare dell'Idv, intervenuto a una manifestazione di protesta organizzata dal Movimento No Tav oggi a Torino contro l'alta velocità in Valle di Susa.
''E' chiaro - ha aggiunto - che intorno alla Tav c'è la mafia che vuole mangiare. Si sta facendo scempio della democrazia e della legalità per pigliarsi i soldi europei, spartirseli con le cosche, e poi lasciare l'opera a metà, perché sappiamo che l'Italia non ha i soldi per realizzarla''. (ANSA).
lunedì 6 giugno 2011
No Tav: "L'Unione europea sia coerente e ritiri i finanziamenti"
No Tav: "L'Unione europea sia coerente e ritiri i finanziamenti"
Per ottenere l'erogazione dei fondi comunitari i cantieri a Chiomonte sarebbero già dovuti partire. Il prefetto di Torino Alberto Di Pace: "Che l'opera si debba fare è fuori discussione"
Fonte: TorinoTodayConsiderato non al 31 maggio non è stato avviato alcun cantiere della Tav, l'Unione Europea sia coerente e ritiri i finanziamenti". Lo chiede il popolo del "no", forte del fatto che la scadenza è stata superata. Negli scorsi giorni si è svolta a la Maddalena di Chiomonte, in val Susa, una riunione alla presenza del deputato europeo Gianni Vattimo, venuto in simbolica rappresentanza di a

domenica 22 maggio 2011
No Tav, "siamo ancora qua"
Carta, 22 maggio 2011.
Chiara Sasso
Uno dei tanti balconi che si affacciano sulla strada dove sta partendo la manifestazione Notav, Rivalta-Rivoli, è addobbato con bandiere. Qualcuno da sotto in su grida: «Cosa fate, non venite?». «Abbiamo la cresima oggi, non si può». Basterebbe questo come carta di presentazione del popolo Notav che ha di nuovo riempito le strade questa volta fuori dalla valle di Susa. Tracciato che interessa la Collina morenica di Rivoli, alle porte di Torino.
Sabato 21 maggio, per la questura quattromila, per l’Ansa quindicimila. Tanti. Come i trattori che hanno aperto la strada: oltre sessanta. Bambini saliti a grappoli, qualcuno è impegnato ad asciugare il sudore al padre impegnato al volante, dentro la cabina si muore di caldo. I cartelli sui musi dei trattori riportano frasi del tipo: La Coldiretti c’è: «Fermiamo il consumo del territorio». «In marcia per difendere l’ambiente, la nostra vita, l’agricoltura». Il segretario provinciale al termine della manifestazione ricorderà: «Oggi tutti hanno lasciato i lavori in cascina, il fieno lo imballeranno domani». Molti commentano l’accaduto di pochi giorni fa al termine di un consiglio comunale aperto, proprio a Rivoli. Un funzionario della Provincia, Paolo Foietta, con il compito di spiegare il tracciato del Tav è stato messo alle strette dal fuoco di domande di un pubblico sempre più esigente e incazzato, alla fine non ha avuto altri argomenti se non quello di appioppare un ceffone all’ex presidente provinciale della Coldiretti, Carlo Gottero. Finimondo. Il giorno dopo Stefano Esposito e Gianfraco Morgando, sottoscrivevano un comunicato Pd nel quale si esprimeva la più totale solidarietà a Foietta, il quale era stato costretto a subire un clima pesante, esasperato, tanto da fargli saltare i nervi e costringerlo a dare un «buffetto» al provocatore Gottero.
Certo non è da tutti poter vantare, come il movimento Notav, una professionalità nonviolenta acquisita in vent’anni, lotta pacifica, precisa come una goccia d’acqua, solo tante domande. Insopportabile.
Apre la manifestazione lo striscione: «In valle in pianura come a Chiomonte». «Hanno provato a Convincerci, a Costringersi a Comprarci», dirà al termine della manifestazione Sandro Plano presidente Comunità Montana, «ma noi siamo ancora qui perché quest’opera è una grandissima bufala. Lo dimostra l’ultima sparata, dicono che l’opera verrà fatta per fasi: prima il tunnel di Chiomonte, poi il nodo di Torino, il pezzo in mezzo, la bassa Valle di Susa, secondo loro se ne parlerà nel 2023. Che senso ha?». Tutto questo deciso nel vertice istituzionale del 3 maggio a Palazzo Chigi con il sottosegretario Gianni Letta, il ministro dei trasporti e delle Infrastrutture, Altero Matteoli, il presidente dell’Osservatorio Tav Mario Virano, il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, e della Provincia, Antonio Saitta, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, e solo alcuni dei sindaci della valle fra questi Antonio Ferrentino. Fuori a protestare con tanto di fascia i sindaci valsusini esclusi dall’incontro.
Chiamparino spiega: «E’ una questione di mancanza di soldi ma anche di ordine pubblico, proseguendo per fasi consentirà che, per almeno un decennio, sarà risparmiata quella parte della Val di Susa che oggi è più contraria alla sua realizzazione». Entro dieci anni saranno sfiancati? Distrutti? tutti morti?
«Sono cresciuto a pane e Notav», diceva un cartello. Una storia lunga vent’anni ha visto crescere generazioni. E sfilano anche oggi, carrozzine e bambini di tutte le età. Passano uno dopo l’altro i comitati dei paesi della valle di Susa: Meana, Sant’Antonino, Sant’Ambrogio, Vaie…e via di seguito. Tutti con il suo carico di storie, gente che litiga e si vuol bene, qualcuno passa a miglior vita, qualcuno nasce e fra una sepoltura, un battesimo una cresima si cementa un’unione fra persone che vuole metterci il naso e capire. Fuori non si capisce.
Madonne del Rocciamelone e alpini. Irrompe nel corteo perfino una grandissima bandiera italiana, alzata con un orgoglio tutto nuovo, ricorda: «Anche noi rappresentiamo l’Italia». Scarponi sotto il letto [passerà il giro d’Italia e poi il ballottaggio delle elezioni].
Una di queste sere correremo a Chiomonte. L’ottobre scorso l’Unione europea aveva concesso l’ultima proroga, per non perdere i soldi i cantieri della galleria alla Maddalena devono essere aperti entro il 31 maggio. Per intanto proprio lì è stato costruito un pilone votivo, con santi: San Francesco e la Madonna. Sabato è stato benedetto da don Michele, sotto una pioggerella sottile in una atmosfera che «da tanto non sento in chiesa».
Fra manifestazioni, consigli comunali, iniziative e polentate un aggancio anche con l’Unione europea. Sette eurodeputati [Luigi De Magistris, Sonia Alfano, Gianno Vattimo, Catherine Grèze, Eva Lichtenberger, Sabine Wils, Paul Murphy] di cinque paesi [Italia, Francia, Austria, Germania e Irlanda] e tre gruppi politici hanno chiesto al presidente della Commissione europea e commissione ai Trasporti, perché in contrasto con i principi espressi dalla Convenzione di Arhus alle riunioni del Governo italiano sono esclusi i sindaci di diciassette comuni e il presidente della Comunità Montana, mentre sono stati ammessi sindaci di comuni non interessati all’opera.
Perché vista la massiccia e persistente opposizione popolare a quest’opera è stato chiesto che l’installazione dei cantieri venga fatta con la militarizzazione dell’intera zona. Perché si è deciso di buttare via tutti questi soldi pubblici?
lunedì 16 maggio 2011
Tav: interrogazione parlamentare sulla modifica del progetto e il mancato rispetto italiano delle condizioni poste dalla Commissione
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Articolo 117 del regolamento Luigi de Magistris (ALDE) , Sonia Alfano (ALDE) , Catherine Grèze (Verts/ALE) , Eva Lichtenberger (Verts/ALE) , Paul Murphy (GUE/NGL) , Gianni Vattimo (ALDE) e Sabine Wils (GUE/NGL) 16 maggio 2011 Oggetto: Progetto prioritario RTE-T n. 6 Lione — Torino: modifica del progetto e mancato rispetto, da parte dell'Italia, delle condizioni poste dalla Commissione europea per la concessione del finanziamento UE | |
Secondo quanto pubblicato sui siti Web del ministero italiano delle Infrastrutture e della regione Piemonte e riportato anche da autorevoli quotidiani nazionali (La Stampa, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, ecc.), il 3 maggio 2011 si è svolta a Roma una riunione del Tavolo istituzionale della Torino-Lione, alla presenza del ministro Matteoli, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta, del commissario straordinario Virano, del presidente della delegazione italiana presso la CIG Masera, del presidente della regione Piemonte Cota, del presidente della Provincia di Torino Saitta, del sindaco di Torino Chiamparino e di alcuni sindaci della Valle Susa. In tale riunione il governo italiano avrebbe dovuto comunicare la decisione di ridurre il costo del Progetto Prioritario RTE-T n. 6 mediante l'eliminazione di una delle due canne della galleria di base e della galleria dell'Orsiera per mancanza di fondi da parte dello Stato italiano; tale parte del progetto era già stata respinta al momento della richiesta del finanziamento all'Unione europea da parte di Italia e Francia nel 2007. In manifesto contrasto con i principi espressi dalla Convenzione di Århus del 25 giugno 1998 (direttiva 2003/4/CE), i sindaci dei 17 comuni e il presidente della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, contrari alla realizzazione delle nuova linea ferroviaria, sono stati esclusi dalla riunione, mentre sono stati invitati i sindaci di due comuni non interessati geograficamente dall'opera, ma politicamente vicini al governo italiano. È la Commissione al corrente dei fatti esposti? È la Commissione consapevole che la rielaborazione di nuovi progetti preliminari comporterà nuovi ritardi sulla tabella di marcia stabilita dalla Commissione durante la revisione intermedia di ottobre 2010 e che, visti la massiccia e persistente opposizione della popolazione della valle a quest'opera e il mancato accordo tra la maggioranza dei comuni dei territori interessati, l'apertura del cantiere per la realizzazione della galleria geognostica de La Maddalena potrebbe essere realizzata solo militarizzando l'intera zona? |
giovedì 21 aprile 2011
La nuova PidUE

La nuova PidUE

Gianni Vattimo
lunedì 21 giugno 2010
Bruxelles mette sotto processo il ddl sulle intercettazioni
La Stampa, giovedì 17 giugno 2010
Bruxelles mette sotto processo il ddl
E «fatelo subito!» La protesta scatta alla vigilia del vertice dei leader a dodici stelle che si apre oggi a Bruxelles e scatena una ridda di dichiarazioni fra gli italiani di Strasburgo. Il gruppo liberaldemocratico (Alde, terza forza dell`assemblea), è la componente che accoglie l'Italia dei Valori, da giorni impegnata a studiare un modo per attirare l'attenzione sul processo e convinta che «imbavagliare l`informazione è come armare ancora di più la criminalità che tentiamo di sradicare». «Attaccare un provvedimento ancora all`esame del Parlamento italiano è un tentativo di pesante condizionamento perpetrato ai danni delle istituzioni», risponde piccato il capogruppo Pdl, Mario Mauro.
In realtà i dipietristi avevano in mente qualcosa di più rumoroso. La pasionaria Sonia Alfano e il leader ombra dell'Idv, Luigi De Magistris, risultano aver sondato il terreno per inserire un punto legato alle intercettazioni all'ordine del giorno della sessione europarlamentare iniziatasi lunedì. All'ultimo, hanno frenato. «Potevamo anche farcela - racconta un parlamentare -, ma c'era un rischio alto che la questione non fosse capita, una elevato probabilità di sconfitta. Così sui giornali sarebbero usciti titoloni sul tema "l'Europa dà ragione a Berlusconi"».
L'intenzione, aggiunge la fonte, è ora quella di «lavorarci meglio e attendere la plenaria di luglio, così da coinvolgere anche quella parte dello schieramento popolare che potrebbe accettare di sostenere una proposta di ampio respiro». Cauto sul comportamento da tenere in sede europea anche il capogruppo della delegazione Pd, David Sassoli: «Siamo impegnati dentro e fuori il parlamento italiano in una dura opposizione alla legge e faremo ogni sforzo perchè sia cambiata. Finito l'iter valuteremo la compatibilità con la normativa europea».
Nell'attesa, c'è la lettera dell'Alde (firmata anche da Arlacchi, Rinaldi e Vattimo) e il cantiere di un sito web battente bandiera belga che i dipietristi metteranno a disposizione per pubblicare le intercettazioni fuori dall'Italia. Il testo siglato da Verhofstadt sottolinea che la cosiddetta «legge bavaglio» ha sollevato «forte preoccupazione in Italia e fuori», attirando la problematica attenzione dell'Osce - l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, La quale, a ancora ieri, ha bollato il ddl come «non in ottemperanza ai nostri standard». E chiude con l'invito «ad avviare un'azione europea che assicuri la libertà di informazione e una efficace lotta al crimine organizzato».
Detto che la Commissione Ue si barcamena come il solito («sosteniamo il pluralismo dei media»), resta la protesta degli azzurri Mauro e Iacolino che etichettano l'uscita di Verhofstadt & Co. come «paradossale». Il ddl, affermano, «non contiene alcuna limitazione dei reati per i quali possono essere disposte le intercettazioni; si vuole invece evitare che chiunque possa essere intercettato e finire poi alla gogna mediatica». Lo scontro continua. Appuntamento probabile per luglio a Strasburgo.