Grillo sempre Grillo fortissimamente
Grillo. Forse è ora di smitizzare un po’
il grande trionfo dei Cinque Stelle, anche se è giusto aspettare che gli eletti
del Movimento si “qualifichino” in
Parlamento e con le decisioni che prenderanno. Io non ho nessun dubbio che i
loro programmi coincidano con le mie aspettative, dunque anche per me Cinque
Stelle è la possibilità buona di cambiare finalmente l’Italia, di realizzare
quella “rivoluzione civile” per cui, anche nell'ultima campagna elettorale, mi
sono impegnato.mercoledì 6 marzo 2013
Grillo, sempre Grillo, fortissimamente Grillo
Grillo sempre Grillo fortissimamente
Grillo. Forse è ora di smitizzare un po’
il grande trionfo dei Cinque Stelle, anche se è giusto aspettare che gli eletti
del Movimento si “qualifichino” in
Parlamento e con le decisioni che prenderanno. Io non ho nessun dubbio che i
loro programmi coincidano con le mie aspettative, dunque anche per me Cinque
Stelle è la possibilità buona di cambiare finalmente l’Italia, di realizzare
quella “rivoluzione civile” per cui, anche nell'ultima campagna elettorale, mi
sono impegnato.martedì 5 marzo 2013
Gianni Vattimo: «Grillo non è Lenin»
Quindi lei non ci crede?
mercoledì 20 febbraio 2013
Elezioni, Vattimo: “Un voto di resistenza antimontiana”
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| Gianni Vattimo |
lunedì 28 gennaio 2013
Ingroia, Di Pietro e la rivoluzione che non può più attendere
venerdì 29 aprile 2011
Appello della società civile per Luigi de Magistris sindaco di Napoli
“Contro la destra, per una politica nuova”. Appello della società civile per Luigi de Magistris sindaco di Napoli
Ma Napoli non è soltanto la terza città d’Italia, è anche la capitale del Mezzogiorno, di quella parte d’Italia abbandonata a sé stessa e cancellata dalle priorità nazionali nell’ultimo quindicennio di confuse riforme istituzionali e di falso federalismo. I tagli dei trasferimenti e la compressione degli investimenti per il Mezzogiorno, le tante promesse tradite, come la soluzione dell’emergenza rifiuti, svelano l’abisso in cui è caduto il governo Berlusconi, caratterizzato dalla propaganda leghista sulla “questione settentrionale”.

Serve una svolta nella direzione del rigore e della efficienza, della lotta alle clientele, della difesa degli assets pubblici contro le privatizzazioni selvagge, per il rispetto del piano regolatore e il rilancio di una programmazione industriale finalizzata allo sviluppo sostenibile e alla difesa della buona occupazione, per l’energia pulita e contro il ricorso al nucleare, contro gli inceneritori, per la dignità delle periferie, per l’acqua pubblica e la difesa dei ceti deboli minacciati dalla crisi.
Ebbene, noi riteniamo che la candidatura di Luigi de Magistris sia quella maggiormente in grado di ridare voce autorevole ai napoletani nel Paese e impedire la vittoria delle destre in Città. Per queste ragioni, invitiamo tutte e tutti a sostenere la candidatura di Luigi de Magistris sindaco per Napoli.
Primi firmatari:
Dario Fo (premio Nobel per la letteratura) Daniel Cohn-Bendit (ecologista leader del maggio francese) Giorgio Cremaschi (presidente della Fiom) Paolo Flores D'Arcais (filosofo direttore di Micromega) Luciano Gallino (sociologo Università di Torino) don Andrea Gallo (sacerdote) Ferdinando Imposimato (magistrato) Gerardo Marotta (presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici) Citto Maselli (regista) Giorgio Parisi (fisico National Academy of Sciences) Franca Rame (attrice e drammaturga) Ermanno Rea (scrittore) Riccardo Realfonzo (economista Università del Sannio) Paolo Rossi (attore e regista) Gianni Vattimo (filosofo Università di Torino) Dario Vergassola (attore) Enzo Albano (presidente del Tribunale di Torre Annunziata) Nerino Allocati (avvocato lavorista) Andrea Amendola (segretario generale Fiom Napoli-Campania) Vincenzo Argentato (Fiom Napoli) Gianluca Attanasio (campione italiano di nuoto paralimpico) Enzo Avitabile (cantante e compositore) Davide Barba (giurista Università del Molise) Oliviero Beha (giornalista) Rosario Boenzi (architetto) Gianfranco Borrelli (filosofo Università di Napoli "Federico II") Salvatore Borsellino (Movimento delle Agende Rosse) Massimo Brancato (coordinatore nazionale Fiom Mezzogiorno) Alberto Burgio (filosofo Università di Bologna) Antonio Casagrande (attore regista) Sergio Caserta (Associazione per il Rinnovamento della Sinistra) Dario Castaldi (Rsu Fiom Alenia Capodichino) Salvatore Cavallo (Rsu Fiom Ansaldo Trasporti) Domenico Ciruzzi (avvocato penalista) Giancarlo Cosenza (urbanista) Ciro Costabile (produttore artistico) Lilia Costabile (economista Università "Federico II" di Napoli) Ettore Cucari (presidente della Federazione Imprese Viaggi e Turismo) Wanda d'Alessio (giurista Università "Federico II" di Napoli) Riccardo Dalisi (architetto artista) Rosaria De Cicco (attrice) Michele Della Morte (costituzionalista Università del Molise) Giancarlo de Vivo (economista, Università "Federico II" di Napoli) Antonio Di Luca (operaio FIAT Pomigliano) don Vitaliano Della Sala (parroco della Chiesa madre di Mercogliano) Marinella de Nigris (avvocato) Francesco De Notaris (Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia) Antonella Di Nocera (produttice presidenza nazionale Arci-Ucca) Luciano Ferrara (fotografo) Gigi De Falco (presidente Italia Nostra Campania) Lucia di Pace (linguista Università di Napoli "l'Orientale") Guido Donatone (presidente Italia Nostra sez. "A. Iannello") Eugenio Donise (Associazione per il Rinnovamento della Sinistra) Nino Ferraiuolo (Associazione per il Rinnovamento della Sinistra) Paola Giros (Presidente direttivo Fiom Napoli) Enzo Gragnaniello (cantante e compositore) Giovanni Impastato (Centro Documentazione Antimafia Peppino Impastato) Bruno Jossa (economista Università di Napoli "Federico II") Peppe Lanzetta (attore e scrittore) Lucio Leombruno (avvocato) Ugo Marani (economista presidente Ires-Cgil Campania) Sergio Marotta (giurista Università Suor Orsola Benincasa di Napoli) Maurizio Mascoli (Fiom Campania) Claudio Massari (ispettore editoriale) Loris Mazzetti (giornalista scrittore) Emilio Molinari (Contratto mondiale sull'acqua) Andrea Morniroli (operatore sociale) Salvatore Morra (Rsu Fiom Whirlpool) Enzo Morreale (Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio) Walter Palmieri (storico CNR-Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo) Rosario Patalano (economista Università "Federico II" di Napoli) Francesco Percuoco (Rsu Fiom FIAT Pomigliano) Ciro Pesacane (forum ambientalista) Marco Pezzella (filosofo Scuola Normale Superiore di Pisa) Raffaele Porta (biochimico Università "Federico II" di Napoli) Giuliana Quattromini (avvocato lavorista) Giulio Raio (filosofo Università di Napoli l'Orientale) Carla Ravaioli (saggista ambientalista) Diego Risi (Rsu Fiom IBM Napoli) Giorgio Salerno (direttore Istituti di Cultura italiani all'estero) Tommaso Sinigallia (direttore libreria Ubik) Massimo Squillante (matematico Università del Sannio) Carlo Starace (imprenditore) Salvatore Vitagliano (artista).
lunedì 4 aprile 2011
Olbia: Vattimo apre la campagna dell'Italia dei Valori
La Nuova Sardegna, 3 aprile 2011
lunedì 25 ottobre 2010
Intervista a "Lo Specchio"
giovedì 18 giugno 2009
''L'Idv a Torino: tanti ragazzi pochi tromboni''. ''Ceto medio, riflessivo, attento per niente leghista di sinistra''

''L'Idv a Torino: tanti ragazzi pochi tromboni''. ''Ceto medio, riflessivo, attento per niente leghista di sinistra''
«Me lo sono meritato», dice, «E con tutto il rispetto, sono uno dei pochi indipendenti. E dei pochi di sinistra».
venerdì 12 giugno 2009
«Voglio andare in Europa per fare l’agit-prop»
«Voglio andare in Europa per fare l’agit-prop»
intervista di Luciano Gulli
sabato 6 giugno 2009
Eccoli
Direte, giustamente, "eccoli chi"?
Anche se non sono saliti alla ribalta della cronaca (almeno fino a questo post), si tratta delle persone che si sono spese per "creare", letteralmente, questa campagna elettorale.
Codazzo, staff, manifesti, furgoncino, manifestazioni, volantini e volantinaggi, viaggi, ufficio stampa, sito, blog e facebook. Sempre con me, obbligandomi (ma non esageriamo) a parlarvi, scrivervi, ecc.
Tutto - o quasi: articoli, risposte su internet, comizi e presentazioni del mio libro sono miei, ma anche qui, quando cause di forza maggiore, di solito i tempi, la Tv e le autostrade, mi hanno impedito di partecipare agli incontri in programma, qualcuno di loro ha dovuto sostituirmi in tutto e per tutto - è opera loro. Almeno so con chi prendermela se non sarò eletto...Scherzo, ovviamente. Naturalmente non sono i soli: e anzi ringrazio tutte le persone dell'IdV, tutti gli amici, e tutti coloro che mi hanno sostenuto in questi giorni terribili.
Quelli che vedete nelle fotografie qui a fianco sono anche quelli che hanno dovu
to sopportare le mie ire nei momenti più difficili, e vi assicuro che non dev'essere facile. In più, si tratta di persone convinte del progetto, con le quali ho discusso quotidianamente, persone insomma con idee, e il coraggio (dato il mio carattere!) di esprimerle, anche in caso di critica.Nella fotografia in alto (uso l'ordine alfabetico), ecco immediatamente alla mia sinistra, con maglietta rossa (era il pranzo della giornata di manifestazione alla Fiat; con lui Stefano e Glauco, di cui sotto), Emanuele Antonelli, giovane filosofo di Torino, instancabile volantinatore, attacchino, e guidatore del pulmino elettorale.
Nella seconda fotografia, Mario Cedrini, economista, mio assistente a Torino
Al mio fianco il Primo maggio, ecco Stefano Cuteri (con gli occhiali scuri). Ci ha portato ovunque con la sua automobile, e qualche volta senza che nessuno glielo avesse chiesto (in campagna, si finisce spesso... in campagna, e cioè in luoghi sbagliati. Il navigatore ci ha salvati più di una volta). Instancabile.
Nella successiva fotografia, ecco Mario mentre attacca manifesti davanti all'Olivetti a Ivrea (so bene che il posto del manifesto non è quello giusto: nessuno ci quereli, è stato subito tolto e piazzato nel posto giusto. Ma la foto con il manifesto giusto è mossa), insieme
Nello scatto del corteo, ecco Alberto Martinengo, alla mia destra. Anch'egli filosofo, ha fatto un po' di tutto. Sempre col sorriso sulle labbra, nonostante il compito (gravoso? Forse non è abbastanza) di coordinare, insieme a Mario, l'intero progetto.
E ancora, ecco Emiliano Morrone, l'agente di Roma. Nel senso che si è occupato delle altre due circoscrizioni nelle quali sono candidato, Centro e Sud. La Voce di Fiore, nel vero senso della parola.

Infine, Glauco Tiengo, filosofo e cantante, l'uomo-ufficio stampa, presentatore e diffusore del mio programma. Sempre presente, ha portato carichi (di volantini) persino superiori alle sue possibilità.
Ecco, ora sapete con chi avete avuto a che fare ai mercati, negli
incontri in giro per la circoscrizione, sulle autostrade, al telefono.
Per qualsiasi rimostranza, vi fornirò i recapiti...
Ormai sembrano pronti ad affrontare qualsiasi campagna elettorale si presenti: potrei fornirli davvero, i loro recapiti, ma non lo farò. Almeno per ora: sanno troppo.
Al di fuori degli scherzi e della retorica, tenuto conto delle condizioni di partenza, mi pare abbiano davvero dato vita a una squadra.
Spero vincente!
I più sentiti ringraziamenti, è ovvio ma non scontato, a tutti loro.
venerdì 5 giugno 2009
(Quasi) finita

domenica 31 maggio 2009
L’Europa che ci attende
dei nostri rappresentanti. Oltre, come sempre, non si va. Ed è un peccato, alla luce della continua, allarmante riduzione del dibattito democratico nel nostro parlamento nazionale – prova ne è il continuo, vergognoso attacco portato da Berlusconi, che naturalmente, e purtroppo, raccoglie consenso tra gli Italiani esausti dei costi della politica. Che il Parlamento italiano sia divenuto, volente o nolente, poco più di una cassa di risonanza del premier, aiutato in ciò dai media televisivi, è appunto un’occasione formidabile per il Parlamento europeo, chiamato ora più che mai ad aiutare l’Italia a riprendersi dal torpore tendenzialmente autoritario nel quale versiamo. Già, ma è risaputo – forse – che il Parlamento europeo “conta” poco, tutto sembra in mano alla Commissione (l’artefice del mercato unico) e al Consiglio, composto dai governi degli stati nazionali). Anche se in Europa la suddivisione dei tre poteri è meno netta, rispetto alla situazione degli stati nazionali (la Commissione è il potere esecutivo, ma possiede poteri di iniziativa legislativa; il Consiglio e il Parlamento, dunque non solo quest’ultimo, sono il potere legislativo), è chiaro che il Parlamento è l’anello debole della catena legislativa europea. E allora forse si spiega almeno in parte perché del Parlamento europeo si parli così poco, sui giornali e nei programmi televisivi italiani. Eppure quando sono stato parlamentare europeo, tra il 1999 e il 2004, di Europa si parlava eccome. Forse perché eravamo ancora prede della sbornia seguita alla costituzione dell’Unione Europea, all’ingresso faticoso dell’Italia nell’Europa di Maastricht, poi all’entrata in vigore dell’euro e alla creazione di una convenzione, quella che poi avrebbe scritto l’avveniristica (almeno inizialmente) Carta europea dei diritti fondamentali, che sembrava rappresentare le migliori speranze del continente. In negativo, l’Europa faceva capolino sui media italiani all’epoca del semestre di presidenza italiana con lo scontro tra Berlusconi e Schulz e la consegna ai parlamentari europei, da parte mia, di un opuscolo a firma di Marco Travaglio, tradotto in cinque lingue, illustrativo della figura del nostro presidente del consiglio. E ancora, con la scoperta del sistema Echelon (ho fatto parte della commissione d’inchiesta), una vera e propria struttura di spionaggio messa in atto dagli Stati Uniti e dalla stessa Inghilterra, con Canada, Australia e Nuova Zelanda; e con il dibattito sulle radici cristiane dell’Europa. Ma il clima, in generale, pareva diverso: per continuare con gli esempi legati alla mia persona, il 31 maggio 2003 (finivano in quei giorni i lavori della Convenzione) avevo promosso un’iniziativa che coinvolgeva alcuni intellettuali europei (Habermas, Derrida, Eco, Savater,
Muschg e Rorty), tutti disposti a pubblicare – io scrissi su La Stampa un articolo dal titolo “Casa Europa” – un saggio sul futuro dell’integrazione europea, ciascuno su un importante quotidiano nazionale europeo.
islazione sociale al passo coi tempi e soprattutto con i più deboli (precari, disoccupati, morti sul lavoro), una legislazione libertaria in materia di diritti civili (io stesso sono uno dei 9 – ! – candidati Glbt alle elezioni europee), una legislazione meno (o non) vaticanesca in tema di ricerca scientifica, una politica universitaria che sconfessi in tutto e per tutto la sciagurata riforma del nostro governo, una politica ambientale contraria a quella seguita dall’esecutivo italiano, difensore dei soli interessi industriali (non tutti, solo quelli amici), ecc. Potrei continuare per quasi tutte le materie di dominio ancora riservato, purtroppo, degli stati nazionali, che nel nostro caso è un dominio riservato a una sola persona.
n via di sviluppo esistono eccome, e lottano per integrarsi nell’economia globale. Gli squilibri internazionali, con tutto ciò che ne consegue per un mondo colpito dalla crisi finanziaria americana, non si devono esclusivamente all’equilibrio del terrore Usa-Cina, o alla difficile tenuta di un sistema nel quale gli Stati Uniti scambiano il proprio sovraconsumo con la possibilità offerta al Sud Est Asiatico di crescere per tramite delle esportazioni verso i mercati americani. L’Europa ha delle responsabilità, quelle appunto di non essersi fatta carico, insieme agli Stati Uniti, di una parte della domanda mondiale, e di essere ancorata a principi economici di dubbia utilità, quali quelli monetaristi, in un’epoca di recessione.
a ad armonizzare le politiche economiche europee, si affiancassero strumenti europei, appunto (ripetiamolo, il bilancio comunitario), per dotare il continente di strategie di crescita, di uscita dalla crisi, di crescita sostenibile, ecc., quei parametri godrebbero di stima diversa. Una Maastricht dei diritti, che presti ascolto al frutto più maturo e migliore del messaggio cristiano, quella della laicità, diverrebbe di per sé uno strumento di libertà, poiché sanzionerebbe le violazioni delle libertà dei cittadini degli stati membri, limitate da politiche reazionarie come quelle purtroppo seguite in Italia in merito ai temi della ricerca scientifica, degli orientamenti sessuali, della libertà (appunto) d’informazione, ecc. Una regolamentazione intelligente non si fonda sulle sanzioni disciplinari, quanto sulla libertà che per tramite di quella regola è possibile assicurare ai suoi destinatari.Risposta giovane all’astensionismo
Ma la sensazione di sconforto resta. E allora cosa? Quando osservo i giovani che distribuiscono la mia faccia ai mercati insieme a me, mi capita di pensare che in fondo una risposta all’astensionismo c’è, seppure debole (ma fino a che punto? Forse è meno debole di quanto si pensi). L’elettore, come detto, urla la sua protesta: li ho votati per trent’anni, e non è successo nulla. Già, ma i giovani possono rispondere: “E io?”. Loro non possono dire altrettanto. Non hanno votato “inutilmente” per trent’anni: devono necessariamente trovare una risposta diversa. Quando i giovani rispondono “e io?”, l’elettore si ferma forse imbarazzato, giustificando la rassegnazione: “ne ho viste più di te”, ecc. Ma il giovane non può che ribattere, “io ci sto provando. In gioco c’è il mio futuro, oltre al vostro”. L’elettore tenta allora di spostare l’oggetto: “infatti, siete voi che dovete cambiare le cose”. Sì, risponde il giovane, ma se non riesco a coinvolgere le persone che votano da trent’anni, non potrò mai cambiare nulla, né spingere i giovani astensionisti a ripensare all’occasione perduta: molti di loro, lo dico per esperienza personale (avendo osservato come i ragazzi che sostengono la mia candidatura tentino di persuadere i loro coetanei astensionisti a votare), non attendono altro che un altro giovane disposto a discutere, faccia contro faccia, le ragioni della sua passione politica. I “vecchi” elettori tornano allora con la mente a quando stavano dall’altra parte. E magari ripensano a quanto appena detto. Se anche non è cambiato nulla per loro (ma è poi vero?), questo non è un buon motivo per spegnere le speranze dei giovani.






