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giovedì 11 luglio 2013

"Viva la CIA!"

Il filosofo ed eurodeputato Gianni Vattimo risponde alle critiche ricevute per aver abbandonato l’aula plenaria del Parlamento di Strasburgo al grido di “Viva Castro”, in seguito al discorso per l’assegnazione del premio Sakharov a Guillermo Fariñas, noto dissidente cubano.


di Gianni Vattimo

Lascio da parte le coglionerie più evidenti: che sono rimbambito, può anche darsi; e le proposte di mandarmi a Cuba con biglietto di sola andata: grazie, mandino indirizzi e li contatterò in caso. Per il resto, tutti gli interlocutori scandalizzati da ciò che ho detto a Strasburgo la settimana scorsa dovrebbero dare un'occhiata a che cosa continua a fare la CIA con le intercettazioni e i controlli soffocanti, degni esempi della tutela della libertà d'espressione nell'occidente "civilizzato". E' molto probabile che la "talpa" dello scandalo Wikileaks Bradley Manning, anche se dovesse passare il resto della sua vita in cella d'isolamento, non sarà mai insignito del premio Sakharov per la libertà d'espressione. Per non parlare di Edward Snowden...

mercoledì 3 luglio 2013

Corte Suprema USA favorevole alle nozze gay, Vattimo: "Abbiamo vinto noi, forse troppo"

"La Rivoluzione è completa, ma no ai ´froci da buffet`"



“Voi conservatori dovete accettare che non esiste alcuna legge naturale, ma soltanto il positivismo. E’ la legge di Hume: trarre una norma dal fatto è una contraddizione in termini”. Gianni Vattimo, classe 1936, teorico del “pensiero debole” e della “secolarizzazione del cristianesimo”, intellettuale apertamente omosessuale, commenta così col Foglio la sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti che ha aperto al matrimonio omosessuale.

venerdì 31 maggio 2013

Gianni Vattimo a Washington per la liberazione dei 5 cubani


   Danny Glover and Peter Coyote for the Cuban Five

Per il secondo anno consecutivo la campagna internazionale per la liberazione dei 5 arriva negli Stati Uniti, precisamente a Washington, con una fitta agenda d’iniziative che dal 30 maggio al 5 giugno vedranno impegnati giornalisti, intellettuali e politici, arrivati qui da tutto il mondo, tra questi anche una delegazione della Rete dei Comunisti Parlamentari, scrittori, artisti, sindacalisti, leader religiosi, avvocati e giornalisti, provenienti da diversi Paesi del mondo, saranno a Washington per la 2da edizione di questo evento, fitto di incontri e conferenze che esamineranno da diverse angolature il caso vergognoso per la giustizia statunitense dei 5 cubani processati e condannati per la loro attività antiterroristica in Florida.

martedì 17 luglio 2012

Gianni Vattimo (Europarlamentare IDV): “Grillo? Ha ragione su Israele e l'Iran”


"Grillo? Ha perfettamente ragione su Iran e Israele. Io vorrei che Ahmadinejad si facesse finalmente la sua atomica, che sarebbe un elemento di stabilità per il Medio Oriente. Israele ce l'ha, è un problema di equilibrio. Non è un dittatore, è eletto come gli altri. Non è uno schifoso, è una persona perbene che fa una politica diversa da quella degli Stati Uniti sostenuta da Israele. Io lo appoggio totalmente".

Lo dice alla Zanzara su Radio 24 l'europarlamentare dell'Idv Gianni Vattimo, a proposito dell'intervista rilasciata da Beppe Grillo a un quotidiano israeliano. Vattimo va a ruota libera su Israele, Iran e Stati Uniti. "Sull'impiccagione in Iran di cui parla Grillo - dice per esempio Vattimo  - e sulla pena di morte negli States ha ragione lui al cento per cento: fino a 300 anni fa il Vaticano sosteneva la pena di morte, la pena di morte in Iran è solo un altro tipo di legislazione.

Lo stato di diritto? E perché esiste in America dove vince chi ha più soldi? Aprite gli occhi. La più grande democrazia del mondo? Ma di cosa parliamo, mi metto a ridere. In America c'è una schifezza non una democrazia". Grillo ha parlato anche di informazione in Occidente ‘guidata' da un'agenzia israeliana, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo.

ahmadinejad"E anche qui ha ragione - risponde Vattimo - perché quello che noi sappiamo su Israele e Palestina, Iran e Siria è filtrato da un'agenzia internazionale con dietro un ex agente del Mossad: mi fate vedere per favore la famosa lesbica siriana, che era un signore pagato da qualche servizio segreto? Se intervenissimo in Siria faremmo l'ennesima porcata. Questi ribelli che spuntano così chi cavolo li arma? La Cia, ne avete mai sentito parlare?". Poi Vattimo parla del governo Monti.

"In Egitto i Fratelli Musulmani hanno vinto e sono contento - dice alla Zanzara - se l'alternativa era l'esercito. Meglio i Fratelli Musulmani di Monti? Almeno lì ci sono state le elezioni perchè almeno li c'è stata una votazione, la democrazia. Monti invece è solo un emissario delle banche mondiali. Sono contenti anche gli israeliani che ci sia lui a governare, essendo un governo che più capitalista non si può. Diciamolo chiaramente: fa la stessa politica di Berlusconi ma la fa più seriamente, è meno vergognoso ma molto più pericoloso perchè non si vede come si possa scalzarlo, è sostenuto da tutti".

Dagospia, 26 giugno 2012

venerdì 20 aprile 2012

Cinque Cubani in carcere negli Usa: intervento di Gianni Vattimo in seduta plenaria al Parlamento europeo


Gianni Vattimo (ALDE). 
Grazie Signor Presidente.
Questa settimana molti personaggi della società civile e della politica si incontreranno a Washington per sollecitare il Presidente OBAMA ad un’azione di giustizia: ridare la libertà ai CINQUE cubani arrestati nel 1998 in Florida ed accusati dal governo americano di spionaggio ed infiltrazione negli Stati Uniti come agenti segreti di uno Stato straniero, senza che niente di tutto ciò potesse mai essere provato.
Processati in un forte clima di ostilità a Miami, furono condannati a pene esorbitanti, in violazione del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici. L'ONU ha dichiarato nullo il processo, in quanto privo delle minime garanzie alla difesa, ed ha impegnato il Governo americano a rimetterli in libertà. 
Amnesty International ha più volte criticato gli Stati Uniti per il trattamento riservato ai cinque prigionieri, in quanto contrario ai diritti umani.
Oggi tutti i gradi di giudizio sono terminati, i cubani sono in carcere da 14 anni e dipende solo dal Presidente Obama rimediare a questa grave ingiustizia.
Negli anni molti parlamentari dei paesi europei, intellettuali, artisti e Premi Nobel, hanno chiesto la liberazione dei cinque.
Chiedo con forza che anche il Parlamento europeo faccia sentire la propria voce a sostegno di questa richiesta.

Sui 5 cubani in carcere negli USA


5 giorni a WASHINGTON e in tutto il mondo per i 5 cubani in carcere negli U.S.A. da 14 anni - 17-21 aprile 2012

intellettuali, docenti, religiosi, sindacalisti, attori e artisti...
fra gli altri Noam Chomsky, Danny Glover, Mike Farrell, Pete Seeger, Angela Davis, Tony Woodley, Rafael Cancel Miranda, Gayle McLaughlin (Sindaco di Richmond--CA), il Sacerdote Cattolico inglese Geoffrey Bottoms ...
fra le Organizzazioni: "Gremio Nazionale Avvocati", "Alleanza for Global Justice", "Osservatorio Scuola delle Americhe", "National Network on Cuba", "Center for Constitutional Rights"...
danno vita a manifestazioni, conferenze, eventi teatrali, mostre, attività di pressione su Congressisti e Senatori per rompere l'omertà che avvolge il vergognoso caso dei 5 antiterroristi cubani, oggetto di un processo nullo, quindi di una carcerazione abusiva, e per farsi sentire dal Presidente U.S.A.
OBAMA HA IL POTERE di mettere fine a questa ingiustizia con un INDULTO
La stessa voce si è alzata anche nel Parlamento Europeo, proprio nel giorno di apertura delle 5 giornate di Washington.
L'europarlamentare GIANNI VATTIMO - noto e importante filosofo, già testimonial nella campagna mondiale per la liberazione dei Cinque - ha chiesto ed ottenuto la parola per denunciare il caso, informare sull'Evento di Washington e sollecitare il Parlamento ad appoggiare la richiesta al presidente USA di porre rimedio a tanta ingiustizia e tanto dolore già consumati, concedendo l'indulto.


lunedì 19 marzo 2012

Interrogazione sulle attività USA e UE di data mining


Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002428/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE)
Oggetto: Global Intelligence Files di WikiLeaks, attività generalizzate di data mining da parte degli Stati Uniti e dell'UE, e profiling di cittadini dell'UE
Il 27 febbraio 2012 WikiLeaks ha lanciato "The Global Intelligence Files", da cui è emerso che:
1. Le autorità di contrasto statunitensi si avvalgono di aziende private al fine di monitorare, analizzare e contrastare le attività di attivisti e manifestanti pacifici, ad esempio tramite Stratfor, un'azienda che fornisce servizi riservati di intelligence a grandi società e alle agenzie governative interessate, con le quali l'azienda intrattiene relazioni strette (ex dipendenti del governo USA lavorano adesso per la Stratfor) così come le intrattiene con importanti imprese mediatiche (tra cui la Reuters).
2. Palantir, una società fondata dall'azienda della CIA In-Q-Tel1, fornisce alle autorità statunitensi i software per collegare i dati provenienti da diverse basi dati (dati sul codice di prenotazione, dati bancari, dati relativi a trasferimenti finanziari, dati sull'ubicazione e sulle comunicazioni) con dati da fonte aperta (quali Twitter e Facebook) al fine di individuare, sulla base di modelli di un non meglio definito "comportamento sospetto", le persone che presentano un "rischio".
3. Facebook, a quanto si afferma, è finanziato dalla CIA tramite altre aziende e amministratori che hanno ricevuto o ricevono fondi per mezzo di In-Q-Tel.
Inoltre il Dipartimento per la Sicurezza interna (DHS) ha dato incarico all'azienda privata General Dynamics di monitorare i media e i social media al fine di attuare la propria politica2; ciò ha determinato, ad esempio, l'arresto, l'interrogatorio e l'espulsione di due innocenti turisti dell'UE, Leigh Van Bryan ed Emily Bunting, per via di alcune battute su Twitter3.
Viene riferito che Europol impiega intelligence da fonte aperta e processi di data mining (estrazione di dati) e di profiling (profilazione) basati sui pacchetti software I2 e Themis4, ed è cliente di Orgnet.com, un'azienda che fornisce "software e servizi per l'analisi dei social network". Inoltre, in relazione alla revisione del regolamento su Europol, un funzionario della Commissione ha annunciato progetti volti a consentire operazioni che comportano "ricerche su Internet" da parte di Europol.
È la Commissione a conoscenza delle questioni summenzionate?
Ritiene che le situazioni descritte siano compatibili con la direttiva 95/46/CE, del 24 ottobre 1995, con la Carta dei diritti fondamentali e con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo?
Quali provvedimenti intende adottare per garantire che i dati personali dei cittadini dell'UE non siano oggetto di abusi da parte di aziende private statunitensi e autorità di contrasto mediante attività generalizzate di data mining e profiling?
Intende chiedere informazioni circa i criteri applicati e le persone che sono considerate un "pericolo", nonché difendere i diritti dei cittadini dell'UE?
Che cosa ha fatto per difendere i diritti dei cittadini europei Leigh Van Bryan ed Emily Bunting?
Intende esprimere la sua preoccupazione in merito a tale incidente?
Ritiene che la proposta di estensione del mandato di Europol sia compatibile con i trattati?
Quali provvedimenti intende adottare per garantire che Europol e gli Stati membri non seguano questa prassi preoccupante di spiare segretamente le vite private dei cittadini?
1 http://en.wikipedia.org/wiki/Palantir_Technologies
2 http://www.dhs.gov/xlibrary/assets/privacy/privacy_pia_ops_publiclyavailablesocialmedia.pdf
3 http://www.dailymail.co.uk/news/article-2093796/Emily-Bunting-Leigh-Van-Bryan-UK-tourists-arrested-destroy-America-Twitter-jokes.html#ixzz1nmxPbsDQ
4 http://www.statewatch.org/news/2012/feb/eu-profiling-and-europol-question.pdf

Interrogazione sulle società private USA che detengono dati dei cittadini UE



Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002430/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Gianni Vattimo (ALDE)
Oggetto: Intimazioni degli Stati Uniti a società private che detengono dati di cittadini dell'UE
Le autorità statunitensi hanno emesso un'intimazione (“subpoena”) nei confronti di SWIFT, imponendole di fornire dati finanziari, presumibilmente a fini di antiterrorismo; ciò ha provocato una controversia con l'UE, in seguito alla quale è stato negoziato e adottato un trattato internazionale mirante a disciplinare tale accesso e a tentare di garantire che le autorità statunitensi non facciano un uso scorretto dei dati per scopi diversi, ad esempio per controllare le aziende dell'UE a fini commerciali e industriali o per spiare i dati finanziari dei cittadini dell’UE. È possibile che siano state oggetto di intimazioni analoghe altre società private che sono in possesso di dati privati di carattere personale di cittadini dell'UE, quali società emittenti di carte di credito, aziende di telecomunicazioni, fornitori di apparecchiature mobili, fornitori di servizi Internet, banche, fornitori di motori di ricerca Internet e di altre applicazioni, e società di media o social media. Ciò sarebbe in contrasto con la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali prevista dalla direttiva 95/46/CE1 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, nonché con la Carta dei diritti fondamentali e con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
La Commissione è in possesso di informazioni, di qualsiasi fonte, in merito ad altre intimazioni (“subpoena”) emesse dalle autorità statunitensi nei confronti di aziende private che detengono dati di cittadini dell'UE?
In caso affermativo, come giudica la compatibilità di tali richieste statunitensi con i trattati, con la Carta dei diritti fondamentali e con la legislazione dell'UE sulla protezione dei dati, tra cui la direttiva 95/46/CE, e che cosa intende fare se tale comportamento risulta contrario ai valori, ai principi e all’ordinamento dell'UE?
Se la Commissione non è al corrente di altre intimazioni (“subpoena”), intende chiedere alle autorità statunitensi di fornire tali informazioni alle autorità dell'UE? E quale azione intende adottare qualora tale trattamento di dati personali sia contrario al diritto dell'UE?
1 GU L 281 del 23.11.1995, pag. 31.







lunedì 20 febbraio 2012

La questione gay e il disciplinamento ai tempi dei governi tecnici


Ordine innaturale
L'Espresso, 17 febbraio 2012

La questione gay come l’articolo 18? Cioè, come una bomba tenuta in riserva dai politici che possono innescarla a piacere, anche in assenza di vere motivazioni economiche, sia per aumentare al bisogno la tensione sociale, sia per farne un concreto strumento di pressione per ridurre i diritti di ogni tipo, da quelli salariali a quelli civili in senso generale? Questa è l’impressione che si ricava dal libro di Paolo Rigliano e dei suoi colleghi: al momento, sembra che la questione sia di attualità solo negli Stati Uniti – una società la cui barbarie e arretratezza non cessano di stupirci, a cominciare dalla interpretazione letterale della Bibbia che ispira la legislazione di tanti Stati, giù giù fino al divieto di insegnare Darwin, alla fanatica difesa del “disegno intelligente”, ai monumenti pubblici in onore del Decalogo mosaico. Noi pensiamo, con qualche ragione, di essere immuni da simili ingenuità. Ma non possiamo mai dimenticare che la difesa dell’ordine “naturale” è sempre in agguato anche da noi: con le leggi contro la fecondazione assistita, contro l’interruzione di gravidanza e la pillola RU 486, con il silenzio imposto a ogni discussione sull’eutanasia e cioè sul diritto di disporre della propria vita. Volete che la normalizzazione messa in atto dal governo tecnico che ci terremo probabilmente per anni non arrivi prima o poi anche a disciplinare “secondo natura” la nostra vita privata? Possiamo fidarci che la “scienza”, quella che ispira le “terapie”popolari negli Usa, sia capace di riconoscere i propri errori? La storia del nucleare e i disastri ambientali legittimano molti dubbi anche a proposito di questo. Forse l’Europa dei banchieri non ci imporrà, per ora, di costituzionalizzare l’obbligo del matrimonio eterosessuale come ha fatto con il pareggio del bilancio, ma il fatto che si riparli di curare i gay esprime purtroppo assai bene la tendenza al disciplinamento che si sta diffondendo in tutti i campi della nostra esistenza al tempo dei governi tecnici.
Gianni Vattimo


RIGLIANO P. , CILIBERTO J. , FERRARI F.
Raffaello Cortina Editore, 2012
ISBN: 9788860304506
Pagine: 265

martedì 31 gennaio 2012

No alla guerra contro Iran e Siria: l'appello

Pubblicato su Il Manifesto, 20 gennaio 2012
«Sempre più concrete e minacciose si fanno le probabilità che la macchina di morte che ha infierito sulla Jugoslavia, sull'Afghanistan e sull'Iraq e che ha appena finito di devastare la Libia si scagli contro altri paesi sovrani. Paesi riottosi ad allinearsi ai persistenti progetti di Nuovo Ordine Mondiale ma la cui sottomissione è decisiva per rilanciare il dominio geopolitico degli Usa e della Nato in Asia e nel mondo intero. (...)
La guerra psicologica, multimediale e ideologica è in effetti già cominciata e ha già messo in campo le armi della disinformazione e della criminalizzazione dell'avversario ma ha anche già proiettato sul terreno i primi corpi d'elite. Questo appello, che invitiamo a sottoscrivere, è stato originariamente lanciato ai primi di gennaio in Germania, paese nel quale ha raccolto l'adesione di 5 parlamentari nazionali. Il testo è stato pubblicato e diffuso in molte lingue. Sul blog Freundschaft mit Valjevo e.V. la versione originale e le diverse traduzioni.
Fermare i preparativi di guerra! Mettere fine all'embargo! Solidarietà con il popolo iraniano e siriano!
Decine di migliaia di morti, una popolazione traumatizzata, un'infrastruttura largamente distrutta e uno Stato disintegrato: questo il risultato della guerra condotta dagli Usa e dalla Nato per poter saccheggiare la ricchezza della Libia e ricolonizzare questo paese. Ora preparano apertamente la guerra contro l'Iran e la Siria, due paesi strategicamente importanti e ricchi di materie prime che perseguono una politica indipendente, senza sottomettersi al loro diktat. Un attacco Nato contro Siria o Iran potrebbe provocare un diretto confronto con Russia e Cina - con conseguenze inimmaginabili.
Con continue minacce di guerra, con lo schieramento di forze militari ai confini dell'Iran e della Siria, nonché con azioni terroristiche e di sabotaggio da parte di "unità speciali" infiltrate, gli Usa e altri Stati della Nato impongono uno stato d'eccezione ai due paesi al fine di fiaccarli. (...) Al fine di procurarsi un pretesto per l'intervento militare da tempo pianificato cercano di acutizzare i conflitti etnici e sociali interni e di provocare una guerra civile. A questa politica dell'embargo e delle minacce di guerra contro l'Iran e la Siria collaborano in misura notevole la Ue e il governo italiano
Facciamo appello a tutti i cittadini, alle chiese, ai partiti, ai sindacati, al movimento pacifista perché si oppongano energicamente a questa politica di guerra. Chiediamo al governo italiano: di revocare senza condizioni e immediatamente le misure di embargo contro l'Iran e la Siria; di chiarire che non parteciperà in nessun modo a una guerra contro questi Stati e che non consentirà l'uso di siti italiani per un'aggressione da parte degli Usa e della Nato; di impegnarsi a livello internazionale per porre fine alla politica dei ricatti e delle minacce di guerra contro l'Iran e la Siria. (...)

Domenico Losurdo, Gianni Vattimo, Margherita Hack, Franco Cardini, Giulietto Chiesa, Costanzo Preve, seguono altre firme
 
Per sottoscrivere l'appello: noguerrasiriairan@libero.it, Paolo Ercolani, Università di Urbino, 0722-303600, 335-8370043, Facebook.com/Paolo Ercolani University of Urbino, Msn paolo.ercolani@hotmail.it

domenica 20 novembre 2011

Nine Eleven, la nostra conferenza

Ecco un bel resoconto della conferenza stampa convocata il 3 novembre da Giulietto Chiesa, Fernando Rossi e dal sottoscritto sui fatti dell'11 settembre, scritto da Valerio Spositi per berlinguer.it. Buona lettura.

In via IV Novembre, sede del Parlamento Europeo a Roma, si è tenuta ieri mattina una conferenza alla quale hanno partecipato Giulietto Chiesa, Ferdinando Imposimato, Mike Gravel (senatore USA) e Gianni Vattimo. Conferenza inerente alle tematiche dell’11/9/2001, la cui verità ufficiale crolla giorno dopo giorno sotto il peso delle domande che, a tutt’oggi, non hanno avuto risposta.
Ad aprire la conferenza è Giulietto Chiesa, Presidente e fondatore di Alternativa nonchè giornalista di fama internazionale. “Questo è un evento eccezionale – dice – perchè abbiamo qui con noi due oratori molto importanti che non possono essere tacciati di complottismo. Sono esperti indiscussi e sono il giudice Ferdinando Imposimato, Presidente Onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, e il Senatore americano Mike Gravel”.
Chiesa da la parola al Senatore il quale esordisce dicendo che vuole instaurare una Commissione ufficiale d’Inchiesta sull’11/9. Gravel parla della sua esperienza passata “nell’intelligence, quindi so come funzionano tali sistemi ed essendo anche Senatore, ho compreso anche come funzionano i meccanismi governativi”. Fatta questa premessa, inizia a parlare dell’11/9: “mi è molto piaciuto il film di Chiesa “Zero” che ha messo completamente in imbarazzo gli Stati Uniti. Ma io avevo già capito dall’inizio cosa poteva essere accaduto quell’11 di Settembre”. Quella del Senatore Gravel è una presa di posizione chiara contro l’amministrazione USA e rimanda al mittente le accuse di cospirazione: “l’unica vera cospirazione è quella degli Stati Uniti per impedire di arrivare alla verità, marginalizzando le voci contrarie. Non facendo nessuna indagine sull’11/9 questo governo sta coprendo ugualmente a quello precedente la verità. Infatti Obama quando venne eletto disse di andare avanti, non indietro”. Il senatore chiude con un attacco ai governi americani poichè “come puoi credere che un governo uccida la sua gente? Ebbene è il governo che vuole uccidere il suo popolo mandandolo in guerra a morire invano”.
Il padrone di casa, per così dire, l’Europarlamentare Gianni Vattimo, prende la parola per dire semplicemente poche cose, ma significative: “cosa significa oggi non sapere la verità sull’11/9? Significa continuare ad essere dipendenti da questo sistema fondato sulle corporations. Gli americani hanno fatto esperimenti sul proprio popolo!”.
E’ il turno ora di Ferdinando Imposimato, il giudice istruttore occupatosi dell’omicidio di Aldo Moro, dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II ma anche di mafia, camorra e terrorismo.
Imposimato ha deciso di denunciare alla Corte Internazionale dell’Aja i vertici degli Stati Uniti d’America perchè sapevano e non hanno fatto nulla per impedire la tragedia dell’11/9.
Imposimato inizia in maniera dirompente: “quei fatti hanno avuto ripercussioni gravissime sul nostro destino. Il mio lavoro mi obbliga ad avere elementi concreti per accusare. Ma non voglio far questo – dice Imposimato – voglio invece esporre i fatti, provati.”
Ed eccoli qui, alcuni di essi: “l’11/9 era prevedibile! Io scrissi 4 articoli a riguardo prima che avvenisse l’attentato. Invece gli americani cosa dicono? Che sono stati completamente colti di sorpresa! Io ho studiato a fondo questa vicenda e mi sono trovato di fronte una valanga di prove che la CIA sapeva dell’attacco alle Twin Towers e non fece nulla per evitarlo.”
Il giudice Imposimato inizia ora la stesura delle prove per dimostrare tali accuse:
Mohamed Atta, uno dei 4 uomini del commando dell’11/9 ebbe numerosi contatti con altri terroristi e disse apertamente che avrebbe attaccato gli USA. I servizi americani sapevano tutto ciò, poichè lo pedinavano. Nel 2000 Atta va in Florida ad addestrarsi per pilotare gli aerei ma vi arriva con un visto irregolare, ottenuto a Jeddah, in Arabia Saudita. Su questa vicenda c’è la testimonianza di un funzionario della CIA il quale ha detto che era proprio la CIA che rilasciava tali visti. Ed il consolato americano, in Arabia Saudita, era sempre controllato dalla CIA! Praticamente Mohamed Atta entrava e usciva dall’America con un visto irregolare e ricordo che era sempre sorvegliato dalla CIA”
. Imposimato ora passa ad un particolare più delicato della vicenda, riguardante un passaggio di denaro: “Atta riceve 109.000 dollari da uno sceicco inglese di origine Pakistana, per pagare l’addestramento in Florida dei terroristi. Ma chi diede l’input per dare questi soldi ad Atta? Secondo 4 agenzie di stampa (mai smentite) fu il capo dell’ISI che era un uomo della CIA! Quindi perchè questi signori non sono stati arrestati? Semplicemente perchè sia il capo della CIA che il capo dell’ISI, sapevano tutto della complicità dei vertici USA. E, se non bastasse, pochi mesi prima dell’attentato alle Twin Towers, un’agente della CIA incontrò proprio Osama Bin Laden”
(Maggiori informazioni sono contenute nel libro “ZERO²” di Giulietto Chiesa)
Prima di porre fine al convegno, Giulietto Chiesa tiene a precisare che “noi abbiamo invitato a questa iniziativa tutti i giornalisti italiani ed esteri presenti in Italia, tutti i parlamentari italiani ed europei. Come vedete non ce n’è nemmeno uno perchè hanno paura di ciò che oggi avete ascoltato.”

A seguire l’intervista rilasciata da Ferdinando Imposimato a Giulietto Chiesa:

lunedì 31 ottobre 2011

Nuova indagine sull'11 settembre: conferenza a Roma (3 novembre)

Riporto qui l'articolo di Giulietto Chiesa su Il Fatto Quotidiano, "Per una nuova indagine sull'11 settembre 2001", che introduce idealmente la conferenza che terranno Mike Gravel e Fedinando Imposimato a Roma il 3 novembre, chiamati da Chiesa, Fernando Rossi e da me stesso.  


Per una nuova indagine sull’11 settembre 2001, di Giulietto Chiesa 

Mike Gravel (foto a destra), ex senatore dell’Alaska (noto per avere rivelato al mondo i Pentagon Papers, che documentarono l’inganno del Golfo del Tonchino, con cui l’America fu portata in guerra contro il Vietnam) e Ferdinando Imposimato (foto in basso a sinistra), magistrato di gran parte delle inchieste italiane più scottanti contro l’eversione terroristica, annunciano due sensazionali iniziative:
- il primo con l’avvio di una procedura che potrebbe consentire di istituire, negli Stati Uniti, una Commissione d’inchiesta per riaprire il “caso” dell’11 settembre, dotata di poteri inquirenti e in grado di interrogare “sotto giuramento”;
- il secondo per chiamare l’Amministrazione Bush a difendersi, tra l’altro, dall’accusa di “concorso in strage” di fronte al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja.

Lo faranno insieme, in pubblico, a Roma, il 3 novembre, alle ore 11 nella Sala delle Bandiere della rappresentanza dell’Unione Europea a Roma, via IV novembre, invitati da Gianni Vattimo, dall’ex senatore Fernando Rossi e dal sottoscritto (per inciso gli unici tre parlamentari italiani che hanno dichiarato in questi anni di non credere alla versione ufficiale della tragedia).

Immaginando le inevitabili geremiadi sul “complottismo” (ma definire Gravel e Imposimato in questo modo non sarà facile), vorrei qui riportare alcune citazioni di ben noti non complottisti DOC. Eccole:
Governatore Thomas Kean, presidente della Commissone ufficiale sull’11 settembre: “Noi pensiamo che la Commissione, in molti modi, fu costituita in modo tale da farla fallire. Perché non avemmo abbastanza denaro, non avemmo abbastanza tempo, e fummo nominati dalle più faziose persone a Washington”.
Membro del Congresso Lee Hamilton, co-presidente della stessa Commissione: “Io non credo un solo minuto che noi abbiamo ottenuto tutte le cose vere (…) La Commissione è stata istituita perché fallisse (…) la gente dovrebbe cominciare a porsi delle domande sull’11/9 (…)”.
Il commissario Timothy Roemer: Eravamo estremamente frustrati per le false dichiarazioni che stavamo ascoltando”.
Il senatore Max Cleland (che si dimise dalla Commissione in segno di protesta): “E’ uno scandalo nazionale”.
John Farmer, ex Procuratore generale del New Jersey, che guidò lo staff degl’inquirenti: “A un certo livello nel governo, a un certo momento (…) ci fu una qualche intesa, di non dire la verità su ciò che era accaduto (…) Io fui sbalordito per la così grande differenza tra la verità e il modo in cui essa veniva raccontata (…) I nastri dicevano una storia radicalmente diversa da quella che ci veniva raccontata, a noi e al pubblico per ben due anni (…) C’erano interviste fatte dal centro di New York della Federal Aviation Administration la notte del 9/11, ma quei nastri vennero distrutti. I nastri della CIA sugli interrogatori furono distrutti. La vicenda del 9/11, per dirla con un eufemismo, è stata distorta e fu completamente diversa da come andò effettivamente”.

L’incontro di Mike Gravel e Ferdinando Imposimato con giornalisti e parlamentari, italiani e europei, è aperto al pubblico.


lunedì 11 luglio 2011

Un libro per l'estate. Alberto Arbasino, "America amore"

Un libro per l'estate. L'Espresso, 14 luglio 2011

Ricordi
di Gianni Vattimo
La folla solitaria

Non esattamente un libro da spiaggia, l'ultimo di Alberto Arbasino uscito qualche mese fa da Adelphi, "America amore". Non però tanto pesante da non essere portato con sé insieme agli altri parafernalia estivi. E soprattutto di lettura godibilissima, né come un giallo che non riusciamo a interrompere finché finisce e poi si butta ; né come un saggio magari pieno di informazioni curiose, pascalianamente divertenti, ma inessenziali. "America amore" è un libro-epoca. Come altri testi arbasiniani, a cominciare da "Fratelli d'Italia" con i suoi rifacimenti e aggiornamenti; non è una storia, ma la nostra storia. Non solo di chi ha attraversato le stesse epoche, e l'età, dell'autore. Nel bene e nel male, le tematiche della cultura americana che Arbasino incontra negli anni Cinquanta del secolo scorso, quando arriva come studente a Harvard, e continua a frequentare in seguito, sono ancora gli archetipi di gran parte della cultura di oggi.

Proprio in quegli anni comincia a delinearsi la rivoluzione post-moderna della società statunitense, e Arbasino non è così esclusivamente concentrato su letteratura, cinema, teatro, arti da non fornire anche significative riflessioni su quella che un sociologo dell'epoca, David Riesman, chiamò la "folla solitaria" - così tremendamente simile alla folla che siamo noi oggi, come se là ci fosse una profezia che si è avverata. Può sembrare un'esagerazione provocatoria, ma leggendo il libro vengono in mente la "Recherche" di Proust (un modello non poi tanto segreto per tutta la prosa dell'autore) e la "Fenomenologia dello spirito" di Hegel. Soprassalto scandalizzato? Ma là come qui si tratta per l'appunto di noi, di quella storia che ci ha fatti quelli che siamo. Se progettate una lettura estiva di un qualche peso, ma certo molto più piacevole che l'opera di Hegel, e forse anche di Proust, questo è il libro per voi.

Le pagine su Boston e Cape Cod, sulla New York dei teatri off Broadway, sulla West Coast, sono esempi del miglior Arbasino narratore. Dilettevole, e più che utile: sostanziale; ci siamo dentro tutti, niente di meglio che riconoscersi con la guida sapiente e leggera di un (grande) scrittore.

Alberto Arbasino: "America amore" (Adelphi, pp. 867, euro 19)

martedì 5 luglio 2011

Interrogazione alla Commissione sul rischio di pena di morte negli Usa per vittime consegne straordinarie Cia e prigioni segrete in Polonia

Interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione
Articolo 115 del regolamento
Baroness Sarah Ludford, Sophia in 't Veld, Sonia Alfano, Gianni Vattimo, Ramon Tremosa i Balcells, Louis Michel, Jens Rohde, a nome del gruppo ALDE
28 giugno 2011

Oggetto: Rischio di pena di morte negli Stati Uniti per le vittime delle consegne straordinarie della CIA e le prigioni segrete in Polonia

Abd al-Rahim al-Nashiri, che è stato detenuto nelle carceri americane per nove anni e si trova attualmente nel carcere di Guantanamo, sta rischiando la vita, in quanto potrebbe essere condannato alla pena capitale da una commissione militare americana(1). Egli ha affermato di essere stato detenuto e torturato, nel 2002-2003, in un centro di detenzione segreto della CIA in Polonia, di cui anche le relazioni Marty e Fava presumevano l'esistenza(2). Il 27 ottobre 2010 il pubblico ministero polacco ha ufficialmente riconosciuto al-Nashiri, com'è poi avvenuto anche il 20 gennaio 2011 per Abu Zubaydah, come vittima nel quadro di un'indagine sulle prigioni segrete della CIA in Polonia(3). Il 10 maggio 2011 al-Nashiri si è appellato alla Corte europea dei diritti dell'uomo, chiedendo alla Corte di ordinare al governo polacco di intervenire presso le autorità statunitensi per cercare di impedire che, nel procedimento giudiziario in atto, la commissione militare chiedesse l'applicazione della pena capitale(4). Il 24 maggio le autorità polacche hanno rimosso il pubblico ministero Jerzy Mierzewski dal caso delle presunte torture inflitte ad al-Nashiri e ad Abu Zubaydah, adducendo un "rimpasto amministrativo", mentre il suo immediato superiore Robert Majewski è stato deposto dalle sue funzioni(5). Secondo quanto riferito dai mezzi d'informazione, essi hanno valutato l'ipotesi di denunciare i membri del governo dell'epoca, compresi l'ex primo ministro Leszek Miller e l'allora Presidente Aleksander Kwasniewski, per violazione della costituzione polacca, connivenza nella detenzione illegale di una serie di persone e complicità in crimini contro l'umanità(6). Il 3 giugno le autorità polacche hanno avviato un'indagine sui mezzi d'informazione per divulgazione di segreti di Stato(7). Il 18 giugno i media hanno riportato che l'allora Presidente Kwasniewski, in base alle sue dichiarazioni, non sarebbe stato a conoscenza dei centri di detenzione della CIA e, alla scoperta della loro esistenza, avrebbe ordinato la loro chiusura, e che i pubblici ministeri stavano proseguendo le indagini, anche sul caso di Khalid Sheikh Mohammed(8).

È la Commissione a conoscenza di questi fatti? Quali passi ha intrapreso per esprimere l'opposizione dell'UE alla pena capitale nel caso di al-Nashiri? Concorda la Commissione sul fatto che l'UE dovrebbe esercitare pressioni sulle autorità polacche in vista di un intervento congiunto, in modo da proteggere tutti gli individui dalla pena di morte, la tortura, la detenzione arbitraria e le sparizioni forzate, garantendo fra l'altro che le inchieste su presunte violazioni dei diritti umani non siano bloccate e che i responsabili siano assicurati alla giustizia? Quali misure sta adottando la Commissione per garantire che sia fatta giustizia in Europa per le vittime dei programmi di consegne straordinarie e di detenzione segreta della CIA in Polonia e in altri Stati membri dell'Unione, tra cui la Romania e la Lituania?

(1) L'evento è stato condannato dal Parlamento europeo nella sua risoluzione in materia del 9 giugno 2011; cfr. http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0271+0+DOC+XML+V0//IT.
(2) Le segnalazioni fanno riferimento all'esistenza di un "sito nero" presso il centro dei servizi segreti di Stare Kiejkuty, vicino all'aeroporto di Szymany.
(3) Cfr. http://www.cbsnews.com/stories/2010/10/27/world/main6995532.shtml e http://www.interights.org/view-document/index.htm?id=609; entrambi affermano di essere stati sottoposti a tortura, anche con il metodo del quasi annegamento (water-boarding), mentre i governi polacco e statunitense continuavano a negare l'esistenza di prigioni segrete in Polonia.
(4) Cfr. http://www.soros.org/initiatives/justice/litigation/nashiri.
(5) Cfr. http://www.presseurop.eu/en/content/news-brief-cover/683991-cover-over-cia-torture-centres.
(6) Cfr. http://www.thenews.pl/1/10/Artykul/25137,Prosecutor-preparing-to-charge-former-PM-over-CIA-prison-allegations.
(7) Cfr. http://news.yahoo.com/s/ap/20110603/ap_on_re_eu/eu_poland_cia_prison.
(8) Quello che stando alle dichiarazioni era l'ultimo volo, con 7 membri della CIA e 5 prigionieri a bordo, è arrivato da Kabul in Afghanistan il 22 settembre 2003 e ha lasciato la Polonia il 23 settembre da Szymany, alla volta della Romania.

Guantanamo: decisione imminente di pena capitale. Proposta di risoluzione comune (Parlamento europeo)

Parlamento europeo

Proposta di risoluzione comune

presentata a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, del regolamento in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:

S&D (B7‑0362/2011) PPE (B7‑0371/2011) ALDE (B7‑0374/2011) Verts/ALE (B7‑0375/2011)

8 giugno 2011

Guantanamo: decisione imminente di pena capitale

Ioannis Kasoulides, Eduard Kukan, Cristian Dan Preda, Bernd Posselt, Mario Mauro, Michèle Striffler, Tunne Kelam, Eija-Riitta Korhola, Monica Luisa Macovei, Sari Essayah, Giovanni La Via

a nome del gruppo PPE

Véronique De Keyser, Ana Gomes, Claude Moraes, Richard Howitt

a nome del gruppo S&D

Sarah Ludford, Renate Weber, Sophia in 't Veld, Izaskun Bilbao Barandica, Marielle De Sarnez, Marietje Schaake, Kristiina Ojuland, Louis Michel, Ramon Tremosa i Balcells, Alexandra Thein, Ivo Vajgl, Sonia Alfano, Gianni Vattimo

a nome del gruppo ALDE

Barbara Lochbihler, Heidi Hautala, Ulrike Lunacek, Judith Sargentini, Raül Romeva i Rueda

a nome del gruppo Verts/ALE

Rui Tavares


Risoluzione del Parlamento europeo su Guantanamo: decisione imminente di pena capitale

Il Parlamento europeo,

visti gli strumenti internazionali, europei e nazionali in materia di diritti umani e libertà fondamentali e quelli concernenti la proibizione della detenzione arbitraria, delle sparizioni forzate e della tortura, quali il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR) del 16 dicembre 1966 e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 10 dicembre 1984 e i relativi protocolli,

viste le risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite 62/149 del 18 dicembre 2007, che chiede una moratoria delle esecuzioni capitali, e 63/168 del 18 dicembre 2008, che chiede l'attuazione della risoluzione 62/149 dell'Assemblea generale,

viste le sue precedenti risoluzioni sulla pena di morte, in particolare quelle del 7 ottobre 2010 sulla Giornata mondiale contro la pena di morte[1] e del 10 luglio 2008 sulla pena di morte e in particolare sul caso di Troy Davis[2]; su Guantanamo, in particolare quelle del 13 giugno 2006 sulla situazione dei prigionieri a Guantanamo[3], e del 10 marzo 2004 sul diritto a un equo processo dei prigionieri di Guantanamo[4], e sul presunto utilizzo di paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegali di persone, in particolare la risoluzione contenuta nella relazione della sua commissione temporanea, approvata il 14 febbraio 2007[5],

vista la sua risoluzione del 4 febbraio 2009 sul ritorno e il reinsediamento dei detenuti del centro di Guantanamo[6],

vista la lettera inviata dal suo Presidente ai parlamenti nazionali sul seguito dato dagli Stati membri alla risoluzione del Parlamento del 14 febbraio 2007,

visto il protocollo n. 6 alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali relativo all'abolizione della pena di morte, del 28 aprile 1983,

visto il secondo protocollo facoltativo all'ICCPR, del 15 dicembre 1989, che mira all'abolizione della pena di morte,

A. considerando che il governo USA intende chiedere la pena di morte al prossimo processo della commissione militare a carico del saudita Abd al-Rahim Hussayn Muhammed al-Nashiri, che è attualmente detenuto nel carcere americano della Baia di Guantanamo; che per poter procedere occorre l'approvazione di un ufficiale noto come la "convening authority", la cui decisione è attesa nel giro di qualche settimana,

B. considerando che al-Rahim al-Nashiri è stato detenuto nelle carceri americane per quasi nove anni e che, nonostante il suo nome figuri su un atto di incriminazione presentato a un tribunale federale USA solo pochi mesi dopo il suo arresto avvenuto nel 2002, non è stato portato subito dinanzi al giudice e processato senza ingiustificati ritardi, come prescritto dal diritto internazionale, ma è stato tenuto in custodia segreta fino al trasferimento a Guantanamo nel 2006,

C. considerando che per quasi quattro anni Abd al-Rahim risulta essere stato prigioniero della CIA e tenuto in segregazione senza possibilità di comunicare (incommunicado) in località imprecisate e, a quanto sembra, sottoposto a tortura, anche con il metodo del quasi annegamento (water-boarding),

D. considerando che il 20 aprile 2011 il dipartimento americano della Difesa ha annunciato che Abd al-Rahim al-Nashiri è stato accusato in base al Military Commission Act del 2009 anche per i reati di "omicidio in violazione del diritto di guerra" e "terrorismo" per essere stato l'artefice principale dell'attentato all'USS Cole perpetrato nello Yemen il 12 ottobre 2000, in cui hanno perso la vita 17 marinai americani e ne sono rimasti feriti 40, e nell'attacco alla petroliera francese MV Limburg compiuto nel Golfo di Aden il 6 ottobre 2002, in cui ha perso la vita un membro dell'equipaggio,

E. considerando che il caso di Abd al-Rahim al-Nashiri, cittadino saudita, sarà il primo ad essere giudicato da una corte marziale da quando il Presidente Obama ha ordinato la ripresa di questi processi; che non è stata ancora fissata alcuna data per l'udienza e che l'accusa ha raccomandato che la pena di morte sia una possibile opzione, subordinatamente alla sua approvazione da parte della convening authority della commissione militare, un ufficiale nominato dal segretario della Difesa americano,

F. considerando che la convening authority ha indicato di essere disposta a ricevere contributi scritti sulla questione della pena di morte fino al 30 giugno 2011 e che prenderà la sua decisione dopo tale data,

G. considerando che l'Unione europea è fortemente impegnata a ottenere, in un primo tempo, una moratoria sull'applicazione della pena capitale da parte dei paesi terzi e, successivamente, la sua abolizione universale e che si batte per ottenere l'approvazione generale di tale principio,

H. considerando che le norme internazionali sui diritti umani riconoscono che alcuni paesi possono mantenere la pena capitale, ma vietano di comminare ed eseguire la pena di morte sulla base di un processo non rispondente ai più elevati standard di giustizia,

I. considerando che questo Parlamento ha già espresso critiche al riguardo e ha invitato gli Usa a rivedere il sistema delle commissioni militari, che non è conforme alle norme internazionali sul giusto processo,

J. considerando che nel 2007 il relatore speciale dell'ONU sulla promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali ha chiesto agli Usa di abolire le commissioni militari e che nel 2009 il relatore speciale dell'ONU sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie li ha sollecitati a non chiedere la pena capitale dinanzi a commissioni militari,

K. considerando che Abd al-Rahim al-Nashiri ha dichiarato di essere stato tenuto in custodia segreta in Polonia dalla CIA per molti mesi fra il 2002 e il 2003 e di essere stato sottoposto a torture nello stesso periodo, e che il 10 maggio 2011 ha presentato ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo con il sostegno delle ONG specializzate nei diritti umani,

L. considerando che nonostante le evidenze che dimostrano come nel quadro della lotta al terrorismo siano stati perpetrati atti che violano assai gravemente i diritti umani e reati punibili in base al diritto internazionale, come torture, maltrattamenti, detenzioni incommunicado, e "sparizioni forzate", ben poche persone sono state assicurate alla giustizia per tali fatti, né negli USA né nell'Unione europea,

1. nota che le strette relazioni transatlantiche si basano su un nucleo di valori condivisi e sul rispetto dei diritti umani fondamentali, che sono universali e non negoziabili, come il diritto a al giusto processo e il divieto di detenzione arbitraria; saluta con favore gli stretti rapporti di cooperazione transatlantica su un'ampia serie di problematiche internazionali attinenti ai diritti dell'uomo;

2. riafferma la propria indignazione e riprovazione dinanzi agli attentati terroristici di massa ed esprime solidarietà alle vittime e partecipazione per il dolore e le sofferenze inflitte alle famiglie, ai parenti, agli amici; ribadisce tuttavia che la lotta al terrorismo non può essere combattuta a scapito di valori fondamentali consolidati e condivisi, come il rispetto dei diritti dell'uomo e il principio di legalità;

3. ribadisce la propria opposizione di lunga data al ricorso alla tortura, ai maltrattamenti e alla pena di morte, in tutti i casi e in tutte le circostanze, e sottolinea ancora una volta che l'abolizione della pena capitale contribuisce a promuovere la dignità umana e a far progredire i diritti dell'uomo;

4. chiede alle autorità americane di non comminare la pena di morte ad Abd al-Rahim al-Nashiri e invita l'Alto rappresentante Catherine Ashton, la Presidenza del Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a sollevare urgentemente la questione con le autorità USA e a significare con fermezza all'amministrazione americana l'opportunità di non eseguire la pena capitale nei confronti di Abd al-Rahim al-Nashiri;

5. rinnova il proprio invito alle autorità Usa a rivedere il sistema delle commissioni militari in modo da garantire l'equità dei processi, di vietare in ogni circostanza il ricorso alla tortura, ai maltrattamenti e alla detenzione incommunicado, alla detenzione a tempo indeterminato senza processo e alle sparizioni forzate, e rammenta alle istituzioni dell'Unione europea e agli Stati membri il loro dovere di non prestare collaborazione o copertura per atti vietati dal diritto internazionale, europeo e nazionale;

6. esprime rincrescimento per la decisione del Presidente USA del 7 marzo 2011 di firmare l'ordine esecutivo di detenzione e la revoca dell'interdizione sui tribunali militari; è persuaso che i normali processi penali soggetti alla giurisdizione civile siano il modo migliore per definire lo status dei detenuti di Guantanamo; insiste affinché al-Nashiri e tutti gli altri detenuti nelle carceri USA siano subito accusati e processati secondo gli standard internazionali dello stato di diritto oppure rilasciati; sottolinea in tale ambito che gli stessi standard in fatto di equo processo devono applicarsi erga omnes, senza discriminazioni;

7. invita l'Unione europea e le autorità degli Stati membri come pure le autorità statunitensi a garantire che per le violazioni dei diritti umani e i reati contemplati dal diritto internazionale, europeo e nazionale siano svolte inchieste e indagini accurate, efficaci, indipendenti e imparziali e che i responsabili vangano assicurati alla giustizia, anche quando si tratti di "consegne straordinarie" (extraordinary renditions) e di programmi di custodia segreta in ambito CIA;

8. saluta con favore il fatto che un certo numero di Stati membri abbiano accolto prigionieri di Guantanamo, ed invita gli Stati membri a cooperare a tal fine con il governo USA;

9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Convening Authority for Military Commissions, al Segretario di Stato, al Presidente, al Congresso e al Senato degli Stati Uniti, al Vicepresidente/Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea, al Segretario generale dell'ONU, al Presidente dell'Assemblea generale dell'ONU e ai governi degli Stati membri delle Nazioni Unite.



[1] Testi approvati, P6_TA-PROV(2010)0351.

[2] GU C 294E, del 3.12.2009, p. 80.

[3] GU C 300E, del 9.12.2006, p. 136.

[4] INI/2003/2229.

[5] GU C 287 E del 29.11.2007, pag. 309.

[6] GU C 67 E del 18.03.2010, pag. 91.