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venerdì 28 giugno 2013

Eroi e Antieroi a Popsophia 2013

Dal 3 al 7 luglio a Rocca Costanza di Pesaro. Tra gli ospiti: Marc Augè, Matteo Renzi, Gianni Vattimo, Josè Altafini, Salvatore Natoli, Alessandro Cecchi Paone e Umberto Galimberti












dal sito Cronachemaceratesi.it

La terza edizione del Festival del Contemporaneo sceglie la città di Pesaro e la straordinaria cornice di Rocca Costanza per una cinque giorni, dal 3 al 7 luglio, dedicata al tema “Eroi e Antieroi”. Con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Pesaro, della Provincia di Pesaro Urbino, della Regione Marche, nonché con lo straordinario contributo del main partner Banca dell’Adriatico, torna Popsophia, festival del contemporaneo, appuntamento nazionale della filosofia che si trasforma in popfilosofia.   

mercoledì 13 gennaio 2010

In attesa degli alieni

Recensione de Marc Augé, Che fine ha fatto il futuro? Dai nonluoghi al nontempo, Elèuthera, pp. 110, euro 12.
L'espresso, 14 gennaio 2009

In attesa degli alieni

Tra i tanti paradossi della nostra esistenza iper o post moderna c’è la scomparsa del futuro: è questo il tema del nuovo stimolante libro di Marc Augé, il noto antropologo francese autore che è uno dei più acuti analisti di questi paradossi. Come antropologo, Augé non guarda solo all’Occidente industrializzato ma anche alle culture che gli occidentali hanno scoperto e insieme cancellato nel lungo processo della colonizzazione. Anche da questa prospettiva largamente comparatistica il lettore si trova posto di fronte alla conclusione che il futuro sembra perdere senso quanto più si attenua l’alterità “geografica” capace di stimolare la nostra immaginazione: il futuro autentico è l’altro, ma quando il mondo si “globalizza”, tutti i suoi vertiginosi mutamenti non fanno altro che segnare il passo come su un tapis roulant. Sarà anche legato a ciò il tramonto dello stesso concetto di rivoluzione? Chi davvero crede ancora alla possibilità di una trasformazione radicale dello stato delle cose? Se non c’è più un luogo “altro”, non c’è più un tempo diverso a cui pensare e in cui sperare. Neanche la religione parla più di Dio “in cielo”. E dopo Einstein forse possiamo davvero non vedere più spazio e tempo come dimensioni separate. Ma forse si tratta solo della giusta punizione per l’avidità colonizzatrice della modernità europea, che conquistando tutti gli spazi si è anche mangiata il proprio futuro. Aspettare l’arrivo degli “alieni”?
Gianni Vattimo