mercoledì 20 giugno 2012

Vattimo: le risposte della filosofia

ViviMilano, 20 giugno 2012. Di Ida Bozzi

Che cosa sta succedendo nel mondo e nella concezione del mondo? Come il pensiero contemporaneo si confronta con elementi quali la crisi del capitalismo e il cosiddetto ”nuovo ordine mondiale”? L’occasione per capire uno dei fronti di elaborazione in cui si trova il pensiero filosofico, è la presentazione del nuovo saggio del filosofo Gianni Vattimo, ”Della realtà. Fini della filosofia” (Garzanti), nell’incontro di giovedì 21 alla Fnac con il pubblico milanese. 

“Proprio in tempi di crisi – ha illustrato Vattimo a ViviMilano, anticipandoci i temi del libro – come quella che stiamo vivendo, che tutti riconoscono come crisi strutturale, mi sembra importante la filosofia. Che certo non ha suggerimenti immediati da fornire – su come ridurre il debito, come rifinanziare (ancora una volta!) le banche, eccetera – ma ci chiede una riconsiderazione generale del nostro modo di vivere e dei nostri sistemi di valori. Potremmo dire che attraverso questo saggio si ha una panoramica del ”prima” e del ”dopo”, a partire dal ”pensiero debole” della fine del Novecento per arrivare all’oggi, un tempo che il filosofo descrive nel libro come il «ritorno all'ordine che nella cultura, non solo filosofica, si è fatto sentire in questi ultimi anni – effetto forse dell’11 settembre? Della lotta contro il terrorismo internazionale? Della crisi finanziaria che sembra si possa battere solo con un ”nuovo realismo”?».

Insomma, in un saggio che non è di pura divulgazione ma nemmeno solo teoretico, Vattimo prende posizione su quello che sta accadendo nel mondo, non solo del pensiero, con il ritorno al ”realismo” e i richiami al rigore, allo stringere la cinghia e così via. Qual è, in breve, la sua posizione, lo anticipa lo stesso filosofo, che conclude illustrandoci il senso del suo libro: “Richiamando i (miei) lettori a non lasciarsi imporre le pretese ricette ”realiste”, che si fondano sempre su una interpretazione (situata, socialmente e storicamente; e dunque interessata) della realtà e non, come pretendono, sulla conoscenza oggettiva delle cose (la conoscenza che sarebbe propria dei ”tecnici” neutrali), invita a professare la filosofia come progetto attivo di modifica del mondo com’è e non come contemplazione inerte dell’ordine (!) esistente”. La filosofia, insomma, si occupa come non mai delle questioni più scottanti del presente, e il dibattito è aperto e caldissimo.

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