Il filosofo e parlamentare europeo attraverso il suo libro “Della realtà” analizza e commenta la situazione storica attuale
Libreriamo, 22 giugno 2012
MILANO - Basta realismo rassicurante, i problemi della società di oggi
si possono superare solo attraverso la mobilitazione comune. E’ quanto
ha dichiarato il filosofo Gianni Vattimo in un incontro tenutosi ieri sera presso la Fnac a Milano. Il filosofo noto a livello internazionale ha inoltre parlato del suo ultimo libro “Della realtà”, edito da Garzanti,
un saggio filosofico che documenta un percorso di conoscenza e che alla
riflessione sul pensiero di Heidegger unisce una costante attenzione
alle trasformazioni della società contemporanea. Al richiamo alla
realtà, Vattimo contrappone l’ermeneutica, ovvero la costante pratica
dell’interpretazione, lo straordinario strumento conoscitivo che secondo
il filosofo ci consente di superare la dittatura del presente.
DECOSTRUZIONE DELLA VERITA’
- Gianni Vattimo spiega al pubblico come, a suo parere, il discorso sulla
pura negatività dell’ontologia sia molto fondato. “Numerosi pensatori
del ‘900 hanno concepito una funzione più negativa della filosofia. Essa
si presentava molto critica, pensando che l’essere non è, ma diviene,
accade.” Nel suo libro, Vattimo decostruisce, contesta, ma non si oppone
ad una falsità in nome di una verità assoluta. “Quello che io, come
anche Heidegger, pensiamo è che sia impossibile definire l’essere.
Questo discorso non è soltanto negativo, ma permette di non identificare
gli esseri con gli enti, un errore che Heidegger rimproverava alla
metafisica. L’autore di “Essere e tempo” è vissuto all’inizio del ‘900,
un momento di gran positivismo grazie anche allo sviluppo industriale, e
la sua insofferenza nei confronti del positivismo è legata al fatto di
vederla come la filosofia del mondo dell’organizzazione totale.”
BISOGNO DELLA REALTA’ – Secondo Gianni Vattimo, il
realismo di oggi nasce dalla necessità di essere rassicurati, e la
frenesia ed il bisogno di realtà si manifestano soprattutto all’interno
dei quotidiani cosiddetti indipendenti, in realtà a suo avviso reggicoda
di Monti e di tutte le banche mondiali. “Il neorealismo che tiene banco
sui quotidiani negli ultimi mesi, è l’ideologia del tardo capitalismo
cadente, che tenta di salvare le banche tecnicamente.” Il filosofo
italiano si rifà a Nietzsche, il quale affermava che i fatti sono
interpretazioni, che dipendono dal punto di vista dell’osservatore.
“Anche l’economia non è una scienza naturale, ma interpretativa, fatta
da un soggetto concreto, portatore di interessi, legittimi ma parziali.
Una volta preso atto che non ci sono fatti ma interpretazioni, uno che
si propone di avere la verità assoluta è molto pericoloso se non gli si
da retta. In realtà si tratta di una realtà convenuta, che quando non va
bene può mettere il dubbio in chi lo ascolta. Questa è l’essenza del
Marxismo e di Nietzsche, e in parte di Freud.”
VERITA’ ATTRAVERSO LO SCONTRO – Gianni Vattimo ritiene
che sia più ragionevole pensare alla storia come successione di
illuminazioni. “C’è una certa continuità nella storia, ma non vuol dire
che ci sia una linea ontologicamente garantita alla Hegel.” Il filosofo
italiano illustra quindi la sua visione dialettica della storia. “Non
sono d’accordo sul fatto che si possa arrivare alla verità solo
attraverso l’accordo tra maggioranza e minoranza. Credo che la verità si
costruisca soprattutto attraverso lo scontro, la sostituzione, il
cambiamento, la rivoluzione.” Secondo Vattimo la nostra democrazia oggi è
purtroppo questa, e la naturale conseguenza è la mancanza di
convinzione nell’andare a votare pensando di poter cambiare le cose.
“Occorre un po’ più di conflitto: anche il governo tecnico attuale è
figlio dell’accordo tra maggioranza e minoranza di governo. Addirittura
in passato la destra e la sinistra si rimproveravano di essersi copiati i
programmi dell’altro. Una situazione diffusa anche nel resto del
mondo.”
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