Pressing degli eurodeputati No-Tav: "L'UE tolga i fondi dalla Torino-Lione"
I presidenti di Piemonte e Rhone Alpes: agiamo per ottenere il massimo dei contributi possili
La Stampa, 11 febbraio 2012. di MAURIZIO TROPEANO
«Il regolamento europeo che prevede la possibilità
di stanziare fino al 40% di contributi per la Torino-Lione è ancora in
discussione e per essere approvato deve completare tutto l’iter
parlamentare: non è detto che passi». Eva Lichtenberger, austriaca, fa
parte della commissione trasporti del parlamento europeo. È dei Verdi e
insieme ad altri tre colleghi (gli italiani Sonia Alfano e Gianni
Vattimo e la tedesca Sabine Wils) è venuta in Valsusa per incontrare il
movimento No Tav e gli amministratori locali. I sindaci della Valle
hanno risposto positivamente.
Cota, Saitta e Fassino hanno declinato l’invito ma si sono detti pronti ad incontrare una delegazione ufficiale di cui facciano parte tutti i gruppi del Parlamento europeo. I quattro, infatti, fanno parte di un gruppo di 24 europarlamentari che a più riprese hanno espresso perplessità sulla Torino-Lione. E che adesso, dopo aver visitato anche l’area dove si stanno ultimando i lavori per lo scavo del cunicolo esplorativo della Maddalena, prepareranno una relazione per informare gli altri parlamentari del loro punto di vista negativo: «Non ho visto un sito di costruzione ma una caserma, e non credo che sia giustificata», spiega ancora Lichtenberger. Vattimo e Alfano aggiungono: «La delegazione ha certificato l’inesistenza del cantiere di Chiomonte, condizione essenziale per la Commissione per la partecipazione con fondi comunitari all’opera. Fondi che a questo punto non possono e non devono essere erogati». Se salta il contributo Ue salta l’opera.
E a riprova di questa tesi i No Tav tirano fuori il primo articolo dell’accordo firmato a Roma lo scorso 29 gennaio che «non ha come oggetto di permettere l’avvio dei lavori definitivi della tratta italofrancese che richiederà l’approvazione di un protocollo addizionale separato» che dovrà tener conto dell’effettiva partecipazione Ue. Resta da capire se il lavoro di lobbing dei deputati europei No Tav troverà sponde nel Parlamento e nella Commissione che ha proposto di portare il contributo dal 30 al 40%. Se la proposta non dovesse essere accolta Francia e Italia dovrebbero tirar fuori più o meno 700 milioni in più. Mario Virano, presidente dell’Osservatorio, è ottimista: «C’è l’impegno ufficiale dei due governi di lavorare con la Commissione per confermare quella percentuale». E ieri da Lione i presidenti del Piemonte (Roberto Cota) e della Rhône-Alpes (Jean-Jack Queyranne) hanno diffuso una nota congiunta per ribadire il loro sostegno «senza riserve» al progetto e l’impegno «in stretto collegamento con gli operatori socioeconomici perché la Torino-Lione riceva i più elevati contributi possibili nel quadro della politica europea dei trasporti».
Cota, Saitta e Fassino hanno declinato l’invito ma si sono detti pronti ad incontrare una delegazione ufficiale di cui facciano parte tutti i gruppi del Parlamento europeo. I quattro, infatti, fanno parte di un gruppo di 24 europarlamentari che a più riprese hanno espresso perplessità sulla Torino-Lione. E che adesso, dopo aver visitato anche l’area dove si stanno ultimando i lavori per lo scavo del cunicolo esplorativo della Maddalena, prepareranno una relazione per informare gli altri parlamentari del loro punto di vista negativo: «Non ho visto un sito di costruzione ma una caserma, e non credo che sia giustificata», spiega ancora Lichtenberger. Vattimo e Alfano aggiungono: «La delegazione ha certificato l’inesistenza del cantiere di Chiomonte, condizione essenziale per la Commissione per la partecipazione con fondi comunitari all’opera. Fondi che a questo punto non possono e non devono essere erogati». Se salta il contributo Ue salta l’opera.
E a riprova di questa tesi i No Tav tirano fuori il primo articolo dell’accordo firmato a Roma lo scorso 29 gennaio che «non ha come oggetto di permettere l’avvio dei lavori definitivi della tratta italofrancese che richiederà l’approvazione di un protocollo addizionale separato» che dovrà tener conto dell’effettiva partecipazione Ue. Resta da capire se il lavoro di lobbing dei deputati europei No Tav troverà sponde nel Parlamento e nella Commissione che ha proposto di portare il contributo dal 30 al 40%. Se la proposta non dovesse essere accolta Francia e Italia dovrebbero tirar fuori più o meno 700 milioni in più. Mario Virano, presidente dell’Osservatorio, è ottimista: «C’è l’impegno ufficiale dei due governi di lavorare con la Commissione per confermare quella percentuale». E ieri da Lione i presidenti del Piemonte (Roberto Cota) e della Rhône-Alpes (Jean-Jack Queyranne) hanno diffuso una nota congiunta per ribadire il loro sostegno «senza riserve» al progetto e l’impegno «in stretto collegamento con gli operatori socioeconomici perché la Torino-Lione riceva i più elevati contributi possibili nel quadro della politica europea dei trasporti».
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