Tav:eurodeputati in Val di Susa;Idv,necessario dibattito Ue
(ANSA) - BRUXELLES, 9 FEB - Dopo la ''militarizzazione''
della Val di Susa avvenuta la scorsa estate ''siamo riusciti ad
aprire un dibattito tra No Tav, esperti e alcuni deputati
europei su ciò che sta succedendo nella valle''. Lo ha indicato
l'europarlamentare dell'Italia dei Valori, Gianni Vattimo, che
con Sonia Alfano (Idv) dà il via oggi alla visita di una
delegazione del Parlamento Europeo in Val di Susa insieme ad
altri 22 eurodeputati.
''Una maggiore sensibilizzazione - ha indicato Vattimo - su
questo tema nell'ambito delle istituzioni dell'Unione Europea,
che partecipa al progetto attraverso ingenti investimenti
finanziari, è assolutamente necessaria". ''Il dibattito
pubblico è indispensabile e forse siamo ancora in tempo - ha
segnalato Alfano - per non distruggere la Val di Susa e per non
spendere diversi miliardi di euro pubblici che con buona
probabilità finirebbero nelle tasche delle mafie e di comitati
di affari''.
Tav, domenica proteste davanti alle carceri
(VideoPiemonte.it, 9 febbraio) Il movimento No Tav protesterà domenica a
partire dalle 14.00 davanti a sei carceri piemontesi, contro gli
arresti avvenuti lo scorso 26 gennaio, contro le condizioni carcerarie
dei detenuti e contro i loro trasferimenti, avvenuti nella giornata di
ieri.
I presidi si svolgeranno davanti alle carceri di Torino, dove è detenuta Gabriela Avossa; Saluzzo (Cuneo), per Giorgio Rossetto; Alessandria, per Matteo 'Mambo' Grieco; Ivrea (Torino), per Luca Cientanni; Cuneo, per Tobia Imperato; Alba (Cuneo), per Jacopo Bindi.
I presidi si svolgeranno davanti alle carceri di Torino, dove è detenuta Gabriela Avossa; Saluzzo (Cuneo), per Giorgio Rossetto; Alessandria, per Matteo 'Mambo' Grieco; Ivrea (Torino), per Luca Cientanni; Cuneo, per Tobia Imperato; Alba (Cuneo), per Jacopo Bindi.
Intanto ieri sera quattro europarlamentari, gli italiani Gianni
Vattimo e Sonia Alfano, la tedesca Sabine Wils e l'austriaca Eva
Lichtenberger, hanno incontrato gli esponenti del movimento No Tav e
della Comunità montana valli di Susa e Sangone. Questa mattina poi, gli
europarlamentari hanno effettuato una visita al cantiere della
Torino-Lione in località La Maddalena di Chiomonte (Torino). I dirigenti
di Ltf, la società incaricata di realizzare l'opera, "hanno presentato -
riferisce la stessa società - alla delegazione l'attuale fase di
cantierizzazione, al momento rallentata a causa delle condizioni
atmosferiche, ed evidenziato le prossime tappe con l'avvio, nei prossimi
mesi, degli scavi per il cunicolo esplorativo". La visita, tuttavia,
non ha soddisfatto l'onorevole Vattimo, che sostiene di "non avere visto
nessun cantiere. Il problema vero - aggiunge - è che l'Europa continua a
dare soldi per lavori che non sono nemmeno cominciati. Non hanno ancora
cominciato l'esproprio delle aree dove dovrebbe cominciare lo scavo e
la valutazione di impatto ambientale è stata fatta copiando quella che
si era fatta prima per il cunicolo previsto a Venaus. Questa è una cosa
che fa rabbrividire. E il tutto - conclude - è sostenuto da uno
schieramento militare". La delegazione aveva chiesto di incontrare i
vertici di Regione, Provincia e Comune nel pomeriggio. "Non ci hanno
neppure risposto - osserva Vattimo - e questo la dice lunga sulla 'coda
di paglia' degli amministratori di questi luoghi".
Tav: "Più che un cantiere sembra un presidio militare"
(Il Fatto Quotidiano, canale YouTube, 9 febbraio) Un gruppo di europarlamentari ha visitato il cantiere
dell'alta velocità a Chiomonte in Valsusa, per osservare lo stato dei lavori.
Eva Lichtenberger, europarlamentare austriaca, dice: "Sembra di stare in
un sito militare o della polizia, piuttosto che in un cantiere. Non ho visto
neanche un segno dell'inizio dei lavori. Nemmeno una buca". Anche Gianni
Vattimo è d'accordo: "Hanno fatto delle strade e hanno portato l'acqua, ma
nessuno segno del tunnel". Alla fine della visita i deputati europei si
interrogano su come siano stati utilizzati i fondi destinati al tunnel.
Lichtenberger: "Questo è un progetto cofinanziato dall'Ue, ma non c'è
trasparenza".
360 professori scrivono al professor Mario Monti
“Le chiediamo di rimettere in discussione in modo trasparente ed oggettivo la Torino-Lione”.
Un Appello [1] per un ripensamento del progetto di nuova linea ferroviaria Torino–Lione è stato inviato oggi al Presidente del Consiglio Mario Monti redatto da Sergio Ulgiati, Università Parthenope, Napoli, Ivan Cicconi, Esperto di infrastrutture e appalti pubblici, Luca Mercalli, Società Meteorologica Italiana, Marco Ponti, Politecnico di Milano.
Lo hanno firmato 360 professori universitari, ricercatori e professionisti convinti che il problema della nuova linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Torino-Lione rappresenta “per noi, docenti, ricercatori e professionisti, una questione di metodo e di merito sulla quale non è più possibile soprassedere, nell’interesse del Paese”.
Un Appello [1] per un ripensamento del progetto di nuova linea ferroviaria Torino–Lione è stato inviato oggi al Presidente del Consiglio Mario Monti redatto da Sergio Ulgiati, Università Parthenope, Napoli, Ivan Cicconi, Esperto di infrastrutture e appalti pubblici, Luca Mercalli, Società Meteorologica Italiana, Marco Ponti, Politecnico di Milano.
Lo hanno firmato 360 professori universitari, ricercatori e professionisti convinti che il problema della nuova linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Torino-Lione rappresenta “per noi, docenti, ricercatori e professionisti, una questione di metodo e di merito sulla quale non è più possibile soprassedere, nell’interesse del Paese”.
E
proseguono affermando che sentono come un dovere riaffermare che il
progetto della Torino-Lione, inspiegabilmente definito “strategico”, non
si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto merci e
passeggeri, non presenta prospettive di convenienza economica né per il
territorio attraversato né per i territori limitrofi né per il Paese,
non garantisce in alcun modo il ritorno alle casse pubbliche degli
ingenti capitali investiti (anche per la mancanza di un qualsivoglia
piano finanziario), è passibile di generare ingenti danni ambientali
diretti e indiretti, e infine è tale da generare un notevole impatto
sociale sulle aree attraversate, sia per la prevista durata dei lavori,
sia per il pesante stravolgimento della vita delle comunità locali e dei
territori coinvolti. [2]
L’Appello, che argomenta nel dettaglio e al quale sono allegati
importanti studi a supporto delle tesi avanzate, afferma che la
sostenibilità dell’economia e della vita sociale non si limita
unicamente al patrimonio naturale che diamo in eredità alle generazioni
future, ma coinvolge anche le conquiste economiche e le istituzioni
sociali, l’espressione democratica della volontà dei cittadini e la
risoluzione pacifica dei conflitti.
In questo senso – prosegue l’Appello -, l’applicazione di misure di
sorveglianza di tipo militare dei cantieri della nuova linea ferroviaria
Torino-Lione sembra un’anomalia che i firmatari chiedono vivamente al
professor Monti di rimuovere al più presto, anche per dimostrare
all’Unione Europea la capacità dell’Italia di instaurare un vero dialogo
con i cittadini, basato su valutazioni trasparenti e documentabili,
così come previsto dalla Convenzione di Århus [3].
Per queste ragioni, termina l’Appello al Prof. Mario Monti, “Le
chiediamo rispettosamente di rimettere in discussione in modo
trasparente ed oggettivo le necessità dell’opera”.
Comunicato Stampa dalla valle che resiste e non si arrende, 9 febbraio 2012
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