Perino. ''Bisogna continuare a dire no alla tav e non fermarsi mai''
Pacifico il corteo No Tav. Adesioni da tutt’Italia
SUSA - La stima degli organizzatori, 75 mila
partecipanti, è forse un po' troppo generosa, mentre quella Questura di
Torino, che parla di poco più di 12 mila persone, forse tende
all'avarizia. Ma oggi, in Valle di Susa, è certo che molte migliaia di
persone hanno dato vita e forma al popolo No Tav che ha sfilato - in
modo pacifico e senza alcun incidente - da Bussoleno a Susa.
L'esito della manifestazione, promossa dalla Comunità montana, ha
lasciato soddisfatti i comitati che si oppongono alla ferrovia ad alta
velocità Torino-Lione, ma il pensiero corre già alla prossima partita:
quella degli espropri.
L'area del cantiere di Chiomonte deve essere allargata passando sopra
i terreni acquistati a scopo preventivo, qualche anno fa, da centinaia
di simpatizzanti No Tav. Alberto Perino, leader carismatico del
movimento, lancia il grido di battaglia. “Il blitz delle forze
dell'ordine - è la sua previsione - avverrà martedì mattina, dobbiamo
raggiungere e occupare la zona. Delle ordinanze non ci importa nulla.
Vedremo se ci porteranno via di peso”.
Anche gli avvocati dei No Tav si preparano alla battaglia, in questo
caso a colpi di carte bollate: sono pronti i ricorsi al Tar e persino
alla magistratura penale se, come si prevede, l'irruzione si scatenerà
prima della notifica delle ordinanze di esproprio.
“Queste manifestazioni sono l'ultimo baluardo della democrazia nel
nostro Paese”, dice l'europarlamentare Gianni Vattimo (Idv), uno dei
partecipanti. “La migliore risposta a chi ritiene che i No Tav siano un
problema di ordine pubblico”, aggiunge Paolo Ferrero, leader di
Rifondazione Comunista, data da “gente perbene”, ha aggiunto Angelo
Bonelli, presidente dei Verdi.
Oggi a Bussoleno sono arrivati da ogni parte d'Italia, dimostrando
che il movimento contro il supertreno è ormai una calamita per i gruppi e
le associazioni che si oppongono a un modello di sviluppo che passa per
le grandi infrastrutture: dall'Alto Adige sono arrivati quelli che non
vogliono la Galleria di base del Brennero; dal Veneto i contrari alla
base militare Usa al Dal Molin e alla maxi-strada Pedemontana nel
Vicentino; dalla Sicilia un drappello di “No Ponte”. Un'ottantina di
pullman hanno portato a Bussoleno dimostranti da Roma, dalla Toscana,
dal Sud e dal Nord Est, due treni quelli di Genova e Milano.
Non ci sono stati incidenti, né momenti di tensione e nemmeno il
temuto tentativo di occupare l'autostrada Torino-Bardonecchia. Contro
Gian Carlo Caselli, il magistrato che conduce l'inchiesta sugli scontri
dell'estate scorsa e che ha chiesto e ottenuto l'arresto di 26 attivisti
No Tav, si è sentito solo un coretto estemporaneo. Ma a manifestare la
solidarietà agli arrestati c'era lo striscione portato dagli amici e dai
parenti (e nel corso del corteo è stata improvvisata anche una raccolta
fondi per le spese legali).
“Qualche mese fa abbiamo ricevuto un foglio di via che ci impedisce
di entrare in Valle ma noi non lo rispettiamo”, ha proclamato uno
speaker mentre alcuni dimostranti stracciavano platealmente delle carte.
Al corteo c'erano anche i bambini, che cantavano slogan “contro il
treno cattivo”, il carro allegorico dell'artista torinese Piero Gilardi,
i musicisti di strada. Osvaldo Napoli, deputato del Pdl, se la prende
contro la presenza dei sindaci valsusini in fascia tricolore che hanno
aperto il corteo. “Fa rabbrividire - dice - vederli a una manifestazione
che solidarizza con i violenti”. Le dimostrazioni di solidarietà sono
“gravi” anche per il sindacato di polizia Sap. I No Tav fanno litigare
anche il Pd. Ieri il segretario regionale, Gianfranco Morgando, aveva
annunciato che per chi si schiera con il movimento “il rinnovo della
tessera non è automatico”. Il numero uno dei simpatizzanti con la
tessera, Sandro Plano, presidente della Comunità montana, gli ha
risposto, mentre capeggiava il corteo, che “se il Pd vuole vincere le
elezioni deve fare campagna di inclusione e non di esclusione”.
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