Intervista a Gianni Vattimo di Gianni Carta, CartaCapital
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Appassionato
lettore di Nietzsche e Gramsci, il filosofo Gianni Vattimo ha scritto diversi libri sulla religione, come Il
futuro della religione. Carità, ironia, solidarietà (Garzanti, 2005).
Secondo Vattimo, dimettersi “è una delle cose migliori che un papa può fare”
perché la Chiesa cattolica deve recuperare senso cristiano.
CartaCapital: Ha detto che la rinuncia del
papa è stata un affare italiano. Perché italiano?
Gianni Vattimo: Italiano nel senso che, purtroppo, una
grandissima parte delle questioni che riguardano il pontefice e che
verosimilmente sono entrate in gioco nella sua decisione di rinunciare sono
italiane. Tutte le notizie di Vatileaks, incluse quelle sulla banca vaticana,
riguardano la Chiesa cattolica in generale ma hanno le loro radici a Roma. Inoltre,
l’affare è soprattutto italiano perché tutto è successo in Italia.
CC: Come le politiche vaticane hanno
influenzato l’attuale crisi politica in Italia?
GV: L’ingerenza vaticana nella politica
italiana consiste anzitutto nell'aver screditato la Democrazia cristiana (Dc). Quando
la Dc ha preso il potere dopo la seconda guerra mondiale, era tutto sommato un
partito politico relativamente pulito. Erano persone che avevano resistito al
fascismo anche in nome dei valori cristiani. E naturalmente c’era il Partito
comunista (Pci), che era fortissimo. Il Pci è sempre stato tenuto fuori dal
potere per ragioni politiche, ma anche per motivazioni religiose perché è ateo.
La Chiesa è sempre stata una forza di destra. Per mantenere la struttura
capitalistica, come fosse sempre stata voluta dal cristianesimo, la politica
italiana è diventata corrotta. Quando c’era l’Unione Sovietica, nell'Europa
occidentale la Dc esisteva anche per combattere il comunismo. Lo capisco bene:
Io stesso sono stato un giovane cattolico che andava alle manifestazioni della
Dc. Ma fondamentalmente la presenza della Chiesa cattolica nella politica
italiana è stata disastrosa perché ha tolto progressivamente ogni
possibilità di avere governi democratici di sinistra. Una volta si poteva
essere cristiano senza essere democristiano Oggi non si può essere
progressista senza essere anticlericale. Quindi, in Italia l’unico modo di
essere cristiano è di essere anticristiano.
Joseph Ratzinger |
CC: La rinuncia di Joseph Ratzinger
è stata rivoluzionaria se, come dice lei, l’ha fatta in coscienza. Ma non
sappiamo se sia stato così.
GV: Ratzinger ha detto che è stata una
rinuncia di coscienza. Ora se è questo il caso, io lo trovo straordinario. Anche
il presidente degli Stati Uniti non si dimetterebbe mai se non per ragioni
funzionali, o perché si è scoperto che faceva porcherie con la signorina
stagista. Un papa difficilmente decide in coscienza. Decide in relazione – ma
certamente anche con la sua coscienza –, a quello che ci si aspetta da lui come
titolare della sua funzione. Oggi dimettersi è la cosa migliore che possa fare
un papa della Chiesa cattolica. Se Gesù Cristo fosse papa probabilmente si
dimetterebbe. È’ quasi impossibile trasformare la Chiesa cattolica in qualcosa
di cristiano. Quindi non me lo aspettavo da un papa che sembrava così
conservatore. Non ho mai simpatizzato con Benedetto XVI. Però la cosa che ha
fatto è un grandissimo recupero del senso cristiano.
CC: Ratzinger ha combattuto la
Teologia della Liberazione (cristiano marxista) in America Latina. Un papa
conservatore può diventare rivoluzionario?
GV: Non è mai troppo tardi. Una delle
ragioni per cui non ho mai avuto simpatia per Ratzinger è proprio questa. Anche
se, devo dire, il vero distruttore della Teologia della Liberazione è stato
Giovanni Paolo II. Però è vero che anche Ratzinger si e’ occupato di questa
faccenda. Ma il gesto dell’ ex-papa è comunque rivoluzionario. Anche perché da
ora in poi per i papi sarà difficile portare la croce fino all'ultimo.
GV: I contenuti si riducono a due cose
fondamentali: sesso e soldi. Se non esistesse una banca vaticana e non
esistessero questi divieti assurdi come il celibato ecclesiastico e i tabù
contro psicosessualità la chiesa sarebbe pura e santa. I vescovi stranieri
vogliono sapere il contenuto di Vatileaks perché il dossier verte su queste
questioni. La chiesa d’ Oriente è sempre stata più aperta, per esempio sul
celibato: i preti possono avere moglie e figli. E anche i protestanti. La
Chiesa cattolica ha inventato questa roba, cioè la famiglia, la proprietà, la
ricchezza. Tutto gira intorno al compromesso della chiesa con i poteri terreni.
La famiglia non è un disvalore, ma è un valore terreno. Gesù Cristo non ha mai
avuto una moglie. La chiesa è diventata il supporto della società patriarcale
e capitalista. Si’, c’è la storia della Maddalena, per carità. Ma tutto
sommato, non ho mai visto una chiesa così sessuofobica come la presente. Per
esempio, ma è mai possibile che non ci sia il sacerdozio femminile? Non
ci sono più preti. Eppure, anche se ci sono tante suore che vorrebbero farsi
prete, non vengono accettate. Questa è una questione di inenarrabile stupidità,
di tradizionalismo patriarcale.
CC: E secondo lei, quale sono le riforme più importanti? Riguardo alla rete di pedofilia, per esempio?
GV: La pedofilia è una questione che
riguarda la legge civile in generale. Voglio dire: non è necessariamente un
affare legato alla chiesa.
CC: Come vede la vittoria del
populismo di Beppe Grillo e Silvio Berlusconi in queste elezioni?
GV: Le stesse ragioni per cui è arrivato
Berlusconi, sono quelle per cui poi ha vinto Grillo. La rivolta contro la
corruzione ha dato forza prima a Berlusconi e poi, visto che Berlusconi è
risultato ancora più corrotto, è venuto Grillo. Secondo me, una cosa che ha
fatto aumentare di molto il consenso per Grillo è stata la decisione del
presidente Giorgio Napolitano di non andare alle elezioni quando Berlusconi ha
perso la maggioranza alla fine del 2011. Prima Napolitano ha dato a Berlusconi
mesi per ricomporre la maggioranza. Poi, quando non era più’ possibile andare
avanti, Napolitano non ha voluto le elezioni.
CC: Grillo ha detto che un uomo come
Pier Luigi Bersani, leader del Partito democratico (Pd) non è affidabile
perché vuole una coalizione con i conservatori Monti, Casini e
Fini.
GV: Il Pd ha tenuto fino ad adesso, ma
la situazione sta diventando, come dice Massimo D’Alema, apocalittica. Ci sono
le vie costituzionali per andare avanti. Se il Pd ha senso di responsabilità,
accetta una parte del programma dei grillini e si allea con loro. Intanto,
quello che si dovrebbe fare alla Camera e’ di dichiarare Berlusconi
ineleggibile. La legge che vieta a Berlusconi di essere eletto c’è (*), ma non
e’ mai stata applicata dal Parlamento perché Berlusconi ha sempre avuto
l’appoggio della maggioranza, quindi e’ stata sempre violata la Costituzione da quando Berlusconi è comparso fino ad adesso. Dichiarare Berlusconi
ineleggibile, questo si’ che sarebbe un atto rivoluzionario.
GV: Io ci credo ancora perché rifiuto l’idea
che la sinistra non abbia più senso. Quelli che dicono che il demonio non c’è
sono il demonio stesso. E quelli che dicono che il mafioso non esiste sono i
mafiosi. Vedo filosoficamente che la destra è un movimento che vuole usare le
differenze naturali per lo sviluppo economico. Quindi è il darwinismo sociale.
La sinistra è quella che vuole correggere le differenze naturali di partenza. La
sinistra non crede alla ricchezza ereditata, alle differenze razziali. L’unico
riferimento è l’uguaglianza, sono i principi della Rivoluzione francese. L’uguaglianza
è una cosa di sinistra.
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(*)Il riferimento
e’ alla legge 361 del 1957, che dichiara ineleggibile chiunque
goda di una concessione statale (concessioni televisive comprese, quindi) sia in
proprio che come amministratore o manager. Questa legge deve essere applicata
dalla Giunta delle elezioni della Camera dei Deputati, anziché da un
magistrato, ed è stata sistematicamente violata. In particolare, nel 1994
(governo di centrodestra) e nel 1996 (governo di centrosinistra) la Giunta ha
respinto i ricorsi dei cittadini contro l’elezione di Berlusconi. Gli esponenti
di sinistra della Giunta hanno sempre votato a favore del Cavaliere, tutti
fuorché il deputato Luigi Saraceni – che nel ’94 espresse il suo
dissenso e che nel ’96 il centro-sinistra non riconfermo’ in Giunta.
3 commenti:
caro professore dici(mi scusi le do del tu) che "anche cristo si dimeterebbe" avrebbe avuto anche lui una crisi di coscenza? se per crisi intendiamo un indebolimento di consapevolezza non sò...del proprio messaggio della propria missione.Mi dispiacerebbe dar ragine a oddifreddi...mamma mia ... più tosto mi farei segare una gamba.Con simpatia Alberto
El Papa Francisco dijo en su primera presentación en la plaza de S. Pedro que le bendijeran a él y comentó aquello de “no le tengas miedo a la bondad y a la ternura”. Le solemos tener miedo, porque nos hacemos con los demás débiles, vulnerables. Tenemos miedo al Evangelio, porque te mete en problemas. A diferencia del dogma y las fórmulas de fe que se aceptan y, si no eres muy escrupuloso, te permiten llevar una doble vida o una conciencia tranquilizadora de cumplimiento (cumplo y miento), vivir relatando con nuestra vida la Buena noticia del de Nazaret te compromete en el aquí y ahora.
Los formulismos religiosos son fórmulas muertas, vacías, inadecuadas para la tarea de activar la tradición cristiana en el recuerdo colectivo. Ser cristiano de verdad es muy peligroso. Cuando la institución y los decretos y leyes sólo sirven para el autoconocimiento de la religión y autoreproducción de una Iglesia autoritaria, dogmática que rehuye de esa peligrosidad.
No hay que extrañarse de todo lo que se dice. La Iglesia es parte constitutiva del sistema que alimenta al propio sistema. ¿Por qué no ha hablado la Iglesia oficial italiana contra Berlusconi? Ratzinguer ha sido el colapso de una teología neoescolástica. Pero, ¿qué teología puede aportarnos el nuevo Papa Francisco?
Hay mucho de sensacionalismo en los medios ante los gestos y símbolos de este nuevo Papa, muchas esperanzas y expectativas puestas en este hombre que es ideológicamente conservador, doctrinal y tradicional pero sencillo, humilde, armonizando ese conservadurismo con una exquisita sensibilidad evangélica, sorprendente. Todo apunta a que va a continuar (si le dejan) rompiendo esquemas. Los que lo conocen, muchos jesuitas, coinciden en que Jorge Bergoglio es de fuerte carácter y consecuente, capaz de enfrentar batallas. Es común escuchar que desde que lo hicieron arzobispo curiosamente se hizo más humilde y cercano con el pueblo. Hasta hoy ha sido una tónica en su vida que parece prosigue en su pontificado: zapatos viejos y usados, la cruz que llevaba de antes rechazando la del Papa, llamarse Francisco (sin la numeración: no llamarse Francisco I, como si a partir de él prosiguiera una saga), volver loco a la seguridad papal por su espontaneidad y cercanía, utilizar el papa móvil descapotable, rechazando el blindaje contra posibles atentados, exponiéndose pero, sobre todo, la profundidad teológica de llamarse obispo de Roma y no Papa.
El problema que Bergoglio puede enfrentar es la dificultad de conciliación de esta mentalidad tradicional con su sensibilidad evangélica, consecuente de verdad. No es fácil. Algunos lo consiguieron, pero tuvieron un precio que pagar: Oscar Romero, entre otros que, siendo enviado para apaciguar el fuego político social que habían encendido algunos jesuitas en el Salvador, acabó abrazando al pueblo crucificado cuando tomó contacto y conciencia de la realidad de injusticia, cuando interpretó desde el lugar hermenéutico de los pobres. Ojalá estemos ante una nueva “primavera cristiana”. Ser religioso es seguir la tradición, los dogmas. Ser evangélico, seguir a Jesús de Nazaret es tener una gran sensibilidad evangélica, humana, ser consecuente de aquello que creemos teniendo como límite el amor, el respeto al otro y a lo otro sin dejar de ser nosotros mismos, partir de que nos enriquecemos en nuestras vivencias e interpretaciones plurales.
(conclusiones al hilo de una charla del teólogo J. Mª Castillo y mi investigación)
La explicación de Johann Baptist Metz es lúcida y exigente respecto a la auténtica fe-vida: “La fe dogmática o fe confesional es el compromiso con determinadas doctrinas que pueden y deben entenderse como fórmulas rememorativas de una reprimida, subversiva y peligrosa memoria de la humanidad... Las profesiones de fe y los dogmas son fórmulas “muertas” , “vacías”, es decir, inadecuadas... cuando los contenidos que traen a la memoria no ponen de manifiesto su peligrosidad... cuando esta peligrosidad se difumina bajo el mecanismo de la mediación institucional, y cuando, en consecuencia, las fórmulas sólo sirven para el auto-mantenimiento de la religión que las transmite y para la auto-reproducción de una institución eclesial autoritaria que como transmisora pública de la “memoria” cristiana ya no afronta la peligrosa exigencia de dicha memoria”.
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