L'Internazionale dei No-tutto
Alessandro Mondo - La Stampa, 29 agosto 2011
«Vi porto brutte notizie: la battaglia non potrà essere vinta nel Parlamento europeo e nemmeno in quelli nazionali, dove in tutti i partiti, di destra come di sinistra, prevalgono quanti difendono gli interessi di banchieri e speculatori. Servono nuovi partiti di lotta che non tradiscono i cittadini».
Paul Murphy |
Emblematico l’intervento di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc, che prima di visitare con Murphy il cantiere della Maddalena ha chiesto al Movimento di mobilitarsi il 6 settembre in occasione dello sciopero generale e per stoppare il «Giro della Padania» in programma lo stesso giorno: «Questo tour di regime è riconosciuto dalla Federazione ciclistica italiana, significa che lo Stato fa suoi i simboli di un partito razzista. Saremo a Paesana, la tappa di partenza, per bloccare l’iniziativa. Vi invito ad unirvi a noi». In mattinata aveva preso la parola Gianni Vattimo, nel pomeriggio Ferrero e Guido Viale. Tra gli ultimi a intervenire, Sandro Plano. Difficile sapere se i «No Tav» manderanno a Paesana una delegazione. «Mentre in concomitanza dello sciopero studieremo qualcosa», anticipa Alberto Perino, protagonista di una requisitoria contro le forze dell’ordine che presidiano il cantiere di Chiomonte: «Non giustifico le violenze, sono inaccettabili da ambo le parti, ma lo Stato non può continuare a calpestare i diritti dei cittadini».
Resta la sensazione di un salto di qualità del Movimento, in cerca di sponde oltreconfine: perché è sempre più solo, come teorizzano gli avversari, o perché ha capito che non mancano i punti d’incontro con altre proteste-gemelle. Alcune si sono manifestate ieri negli interventi appassionati tradotti dagli interpreti a uso del pubblico italiano, francese, spagnolo e tedesco: dalla levata di scudi contro la costruzione di una nuova galleria in Cadore al braccio di ferro tra la polizia tedesca e «Stuttgart 21». L’oggetto del contendere - spiega Thomas Puls, esponente del movimento - è la demolizione della vecchia stazione ferroviaria di Stoccarda per costruirne una ad Alta Velocità, con l’abbattimento di alberi centenari e costi lievitati in corso d’opera. Da qui il susseguirsi di manifestazioni, tensioni e scontri: «Anche nel nostro caso la polizia ci criminalizza».
Fronti comuni, che potrebbero saldarsi una volta di più. L’«Internazionale dei Nimby», come paventano i detrattori, o una nuova forma di democrazia partecipata e transnazionale? La partita è aperta.
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