lunedì 29 agosto 2011

Il forum No Tav

L'Internazionale dei No-tutto
Alessandro Mondo - La Stampa, 29 agosto 2011

«Vi porto brutte notizie: la battaglia non potrà essere vinta nel Parlamento europeo e nemmeno in quelli nazionali, dove in tutti i partiti, di destra come di sinistra, prevalgono quanti difendono gli interessi di banchieri e speculatori. Servono nuovi partiti di lotta che non tradiscono i cittadini».
Paul Murphy
La migliore sintesi del Forum internazionale organizzato dal Movimento No Tav a Bussoleno riecheggia nel proclama di Paul Murphy: eurodeputato irlandese del Partito socialista, «con il quale sono in dissenso su questi temi», iscritto al gruppo della Sinistra unitaria a Bruxelles. Se il concetto è questo, come hanno dimostrato gli applausi della platea, il termine «partito», di lotta o meno, rischia di essere improprio: perché tutto desidera il Movimento No Tav meno che diventare un partito, anche solo alla lontana. Piuttosto, una federazione di movimenti - ciascuno con il suo Golia da abbattere (super-treni, autostrade, inceneritori, gallerie, piattaforme petrolifere) -, o se preferite un’Internazionale della protesta unita dalla rete e strutturata in modo sempre più sofisticato. Restando in Italia, e alla Valle Susa, sono semmai i partiti tradizionali - sempre di lotta ma ormai all’angolo - ad appoggiarsi ai No Tav come una stampella per rilanciare le loro battaglie.
Emblematico l’intervento di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc, che prima di visitare con Murphy il cantiere della Maddalena ha chiesto al Movimento di mobilitarsi il 6 settembre in occasione dello sciopero generale e per stoppare il «Giro della Padania» in programma lo stesso giorno: «Questo tour di regime è riconosciuto dalla Federazione ciclistica italiana, significa che lo Stato fa suoi i simboli di un partito razzista. Saremo a Paesana, la tappa di partenza, per bloccare l’iniziativa. Vi invito ad unirvi a noi». In mattinata aveva preso la parola Gianni Vattimo, nel pomeriggio Ferrero e Guido Viale. Tra gli ultimi a intervenire, Sandro Plano. Difficile sapere se i «No Tav» manderanno a Paesana una delegazione. «Mentre in concomitanza dello sciopero studieremo qualcosa», anticipa Alberto Perino, protagonista di una requisitoria contro le forze dell’ordine che presidiano il cantiere di Chiomonte: «Non giustifico le violenze, sono inaccettabili da ambo le parti, ma lo Stato non può continuare a calpestare i diritti dei cittadini».
Resta la sensazione di un salto di qualità del Movimento, in cerca di sponde oltreconfine: perché è sempre più solo, come teorizzano gli avversari, o perché ha capito che non mancano i punti d’incontro con altre proteste-gemelle. Alcune si sono manifestate ieri negli interventi appassionati tradotti dagli interpreti a uso del pubblico italiano, francese, spagnolo e tedesco: dalla levata di scudi contro la costruzione di una nuova galleria in Cadore al braccio di ferro tra la polizia tedesca e «Stuttgart 21». L’oggetto del contendere - spiega Thomas Puls, esponente del movimento - è la demolizione della vecchia stazione ferroviaria di Stoccarda per costruirne una ad Alta Velocità, con l’abbattimento di alberi centenari e costi lievitati in corso d’opera. Da qui il susseguirsi di manifestazioni, tensioni e scontri: «Anche nel nostro caso la polizia ci criminalizza».
Fronti comuni, che potrebbero saldarsi una volta di più. L’«Internazionale dei Nimby», come paventano i detrattori, o una nuova forma di democrazia partecipata e transnazionale? La partita è aperta.

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