Presidente Van Rompuy,
Presidente Barroso,
Presidente Buzek,
Presidente Barroso,
Presidente Buzek,
Le vicende della nuova Linea ferroviaria ad alta velocità/capacità Torino-Lione (Progetto Prioritario TEN-T n°6) vi saranno sicuramente già note. La costruzione di questa linea, oltre a investimenti degli Stati Membri interessati (ovvero Italia e Francia), comporterà un contributo finanziario da parte dell'Unione Europea valutabile in diversi miliardi di euro.
La concessione della prima tranche del contributo da parte della Commissione Europea era condizionata dal rispetto di varie clausole, tra le quali il raggiungimento dell'accordo con le comunità locali interessate dal progetto. Tale accordo non esiste poiché la maggioranza della popolazione locale è contraria al progetto per diverse ragioni, documentate da esperti e studiosi autorevoli. L’esclusione della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone (tra i territori italiani maggiormente interessati dai lavori per la nuova linea) e di tutti i sindaci contrari al progetto dalle consultazioni, ha precluso il dialogo e l’ascolto delle ragioni della popolazione locale.
La concessione della prima tranche del contributo da parte della Commissione Europea era condizionata dal rispetto di varie clausole, tra le quali il raggiungimento dell'accordo con le comunità locali interessate dal progetto. Tale accordo non esiste poiché la maggioranza della popolazione locale è contraria al progetto per diverse ragioni, documentate da esperti e studiosi autorevoli. L’esclusione della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone (tra i territori italiani maggiormente interessati dai lavori per la nuova linea) e di tutti i sindaci contrari al progetto dalle consultazioni, ha precluso il dialogo e l’ascolto delle ragioni della popolazione locale.
Pertanto, un gran numero di cittadini della Val di Susa ha deciso di ricorrere a forme di resistenza pacifica e passiva, sia acquistando a proprie spese parte dei terreni su cui dovrebbe realizzarsi l'opera, e sia, da diversi mesi, occupando le zone destinate agli scavi. Le varie modifiche al progetto iniziale, i ritardi e le numerose proroghe, sono appunto dovute all'opposizione da parte della maggioranza della popolazione locale.
Dal 27 giugno scorso oltre 2000 tra militari e agenti delle forze di polizia, dopo aver proceduto allo sgombero delle zone occupate dai cittadini che hanno opposto resistenza passiva e pacifica, hanno occupato un terreno a circa 500 metri da quello del futuro cantiere. Lo scopo di tale occupazione militare è stato quello di garantire l’apertura del cantiere per lo scavo della galleria geognostica a La Maddalena di Chiomonte (frazione in provincia di Torino) entro il 30 giugno scorso, condizione fissata dalla Commissione Europea per la conferma dell'erogazione del finanziamento di 671,8 milioni di euro promessi all'Italia e alla Francia.
Le manifestazioni di protesta che si sono susseguite a partire da questa data, e alle quali hanno partecipato decine di migliaia di persone, sono state violentemente contrastate dalla polizia (cfr. video http://www.youtube.com/watch?v=RZI5Vo7saRQ).
Come constatato personalmente da numerosi osservatori esterni (compresi due MEPs: Gianni Vattimo e Paul Murphy), ad oggi il cantiere non è stato ancora aperto e i lavori in corso riguardano solo la recinzione di un terreno sorvegliato da centinaia di militari e poliziotti.
A prescindere dalle ragioni di chi è favorevole e di chi è contrario a quest’opera, è impensabile rispondere al dissenso della popolazione con una militarizzazione del territorio che rischia di protrarsi per molti anni. Inoltre, è inaccettabile che tale palese violazione del diritto dei cittadini di uno Stato membro dell'UE si appoggi sull'indifferenza delle istituzioni comunitarie, le quali sono chiamate a monitorare attentamente i progetti realizzati con fondi europei.
Per queste ragioni, come Membri del Parlamento europeo, riteniamo opportuno:
1) appoggiare le richieste dei cittadini e delle associazioni che, attraverso numerose petizioni al Parlamento europeo tuttora aperte (accompagnate dalla consegna di 32.000 firme il 25 settembre 2007), 24 delibere di opposizione da parte di altrettanti Comuni alla fine del 2010 e tre denunce all'OLAF di probabili frodi ai danni dell'UE nell'ambito del progetto del TAV Torino-Lione, da anni chiedono all'Unione Europea la realizzazione di studi imparziali per accertare il rapporto costi-benefici (di tipo economico, ambientale e sociale) dell'opera;
2) organizzare una delegazione ufficiale del Parlamento Europeo in Val di Susa con il compito di verificare e attestare la militarizzazione del fittizio cantiere del sito de La Maddalena di Chiomonte, e di incontrare i cittadini, i rappresentanti delle associazioni e delle autorità locali che da anni si oppongono al progetto della ferrovia ad alta velocità Torino – Lione.
Auspichiamo che ciascuno di voi, nell’ambito del proprio ruolo, compia tutti gli atti necessari a favorire una soluzione pienamente democratica di questa situazione.
1) appoggiare le richieste dei cittadini e delle associazioni che, attraverso numerose petizioni al Parlamento europeo tuttora aperte (accompagnate dalla consegna di 32.000 firme il 25 settembre 2007), 24 delibere di opposizione da parte di altrettanti Comuni alla fine del 2010 e tre denunce all'OLAF di probabili frodi ai danni dell'UE nell'ambito del progetto del TAV Torino-Lione, da anni chiedono all'Unione Europea la realizzazione di studi imparziali per accertare il rapporto costi-benefici (di tipo economico, ambientale e sociale) dell'opera;
2) organizzare una delegazione ufficiale del Parlamento Europeo in Val di Susa con il compito di verificare e attestare la militarizzazione del fittizio cantiere del sito de La Maddalena di Chiomonte, e di incontrare i cittadini, i rappresentanti delle associazioni e delle autorità locali che da anni si oppongono al progetto della ferrovia ad alta velocità Torino – Lione.
Auspichiamo che ciascuno di voi, nell’ambito del proprio ruolo, compia tutti gli atti necessari a favorire una soluzione pienamente democratica di questa situazione.
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