Dal mio blog sul sito de Il Fatto quotidiano, 3 dicembre 2011
La disgregazione sociale renderà vani i sacrifici
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Dicono i giornali di oggi che i due leader dei partiti maggiori che hanno dato la fiducia a Monti non si fanno sentire, e anche i commentatori e gli opinion maker
si interessano per lo più alle indiscrezioni circa l’uno o l’altro
aspetto della “manovra” piuttosto che al significato politico generale
di quello che sta per accadere, o caderci sulla testa. Persino la
lodevole campagna del “Fatto” sui conflitti di interesse che, nonostante le buone intenzioni, o presunte tali, di Monti
gravano su non pochi componenti del governo si può leggere come un
richiamo al dovere di attenersi davvero al programma enunciato in
parlamento dal premier piuttosto che come un’espressione di riserve
politiche su tutta l’operazione. Certo, la sapida satira di Travaglio
sulla “sobrietà” e le lodi universali tributate dai giornali main
stream alla figura di Monti ha l’aria di esser qualcosa di più che un
semplice divertimento. Sta di fatto, però, che l’attività di Monti e dei
suoi ministri, per quel che se ne sa, rimane circondata da una specie
di silenzio sacramentale che non fa sperare niente di buono;
o meglio, che preannuncia la rassegnata accettazione da parte di una
maggioranza “emergenziale” che salverà qualche faccia tollerando (o
anche programmando?) qualche voto contrario su questo o quel punto
della manovra.
Intanto, i giornali sono pieni di illustrazioni apocalittiche delle
conseguenze che seguirebbero alla fine dell’euro, il temuto default, la
dissoluzione dell’Unione Europea e il ritorno a quella sorta di stato di
natura da cui credevamo di essere usciti. Non si pecca di eccessiva
sospettosità se si pensa che tutto questo sia una sorta di
“concertazione” generale diretta a far digerire anche i peggiori aspetti dell’azione
che il governo si prepara ad attuare. E’ una tattica ricalcata su
quella della lotta al “terrorismo internazionale”: se sollevate anche il
minimo dubbio su come siano andate davvero le cose l’11 settembre siete
bollato come potenziale terrorista; se vi scandalizzate ancora per il
lager di Gaza e le sorti della flottiglia siete antisemiti. Sarà
possibile armare una piccola flottiglia per limitare i danni che il
governo Monti minaccia di infliggere agli strati più poveri della
società italiana? Per esempio, mostrando che se si applicheranno tutte
le misure (misurate? Impressionanti!) di cui sentiamo parlare l’Italia
rischia davvero di cadere in una condizione di disgregazione sociale che
renderà vane proprio quelle misure. Anche noi tendiamo dunque a
criticare Monti dall’interno, obiettandogli che il suo piano sarebbe
buono ma non avrà efficacia? Forse sì, la flottiglia ha sempre avuto
anche il senso di portare alcuni soccorsi immediati. Che non la lascino
operare mostra che, se lo potesse fare, romperebbe anche il “blocco”.
Siamo anche noi, qui in Italia, vittime di un blocco –
l’universale approvazione della cosiddetta opinione pubblica nei
confronti di Monti. Se riuscissimo anche solo a far cancellare qualcuno
dei punti più selvaggi del suo piano avremmo già fatto qualcosa anche
per liberarcene.
Gianni Vattimo
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