giovedì 5 aprile 2012

Protesta contro il governo Milano blinda Piazza Affari

In corteo dalle 14 i No Debito di Cremaschi, i No Tav, Rifondazione comunista e anche alcuni gruppi di destra.   
Fra le adesioni ci sono quelle di Moni Ovadia e Gianni Vattimo

La Repubblica - Milano, 31 marzo 2012, di Ilaria Carra

Contro la crisi. E contro «le misure lacrime e sangue e la macelleria sociale del governo MontiBce». È dal sindacalismo di base, dalla sinistra alternativa, dai movimenti “no debito” e dagli antagonisti dei centri sociali che nasce “Occupyamo Piazza Affari”, la manifestazione nazionale prevista oggi a Milano nella piazza «simbolo della finanza e del capitalismo». Il centro sarà quindi blindato. Una protesta contro le politiche e le riforme del governo Monti, per il no alla Tav e alle modifiche dell’articolo 18. La mobilitazione ingloba varie tematiche. E una miriade di sigle di associazioni, alcune tra gli organizzatori della manifestazione dello scorso ottobre a Roma, guastata anche da episodi di guerriglia. Motivo per cui l’appuntamento desta non poca apprensione tra le forze dell’ordine, che presidieranno massicciamente la marcia e la stessa piazza Affari.

Partenza alle 14 da piazzale Medaglie d’Oro, corteo lungo corso di Porta Romana, via Santa Sofia, Molino delle Armi, via De Amicis, via Torino, via Cordusio, fino alla Borsa. «Bisogna creare uno spazio politico alternativo, fondato su radici sociali reali e notevoli — commenta il leader del coordinamento No Debito, Giorgio Cremaschi — un’alternativa rispetto a questo modello di potere, al contrario delle illusioni del Pd o di Vendola». In piazza anche Rifondazione Comunista «contro il governo Monti, lo strapotere delle banche e degli speculatori», attacca il segretario nazionale Paolo Ferrero. In piazza sono annunciati anche personaggi della cultura, da Moni Ovadia a Gianni Vattimo. Vittorio Agnoletto, già esponente del movimento dei social forum, apre poi le porte a quelle formazioni che «per ora non hanno ritenuto di aderire ufficialmente, pur sapendo che molti dei loro iscritti non vedono l’ora di mandare a casa Monti».

Promette poi di esserci, all’evento, anche la destra. Destra per Milano, Destra sociale, Progetto nazionale e Unione patriottica, oltre al sindacato Ugl, sono le sigle che alla vigilia hanno detto sì. «Una battaglia che vogliamo sostenere — spiega Roberto Jonghi Lavarini, esponente dell’estrema destra milanese — Andremo senza segni di riconoscimento per evitare frizioni, al massimo porteremo dei tricolori. Sono finiti gli schieramenti ideologici: se giuste, le battaglie vanno fatte insieme». 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dobbiamo protestare http://www.youtube.com/watch?v=a-iBKQN7dzQ