ISBN: 9788833981055
Editore: Bollati Boringhieri
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Ipnosi e potere
L'Espresso, 25 novembre 2011
È possibile l'esistenza di un ordine sociale razionale, che non utilizzi
i meccanismi della suggestione emotiva, la manipolazione delle
coscienze? Questa è in fondo la questione che ispira il denso libro di
Andrea Cavalletti "Suggestione. Potenza e limiti del fascino politico"
(Bollati Boringhieri, pp. 175, E 15). Siamo tutti continuamente
richiamati a ritrovare i "valori" nella nostra vita collettiva. Ma lo
stesso termine valore ha molto a che fare con la condivisione istintiva
di visioni del mondo assimilate per tradizione o per imitazione.
Cavalletti si concentra sull'interesse sviluppatosi in Europa alla fine dell'Ottocento, ma già dal tardo Settecento, per il mesmerismo, l'ipnosi, l'elettricità: quelle forze che più sembravano difficili da calcolare con i criteri materialistici cari al positivismo. Proprio con la scoperta che il mesmerismo e l'idea di un fluido trasmesso invisibilmente non hanno fondamento si comincia a parlare di suggestione, di diffusione di idee per una sorta di contagio prodotto dal potere dell'imitazione.
Il racconto di Thomas Mann "Mario e il mago", a cui Cavalletti dedica una lunga analisi, definisce l'orizzonte del lavoro: magia, ciarlataneria, uso della suggestione da parte di dittatori, e inizio di una psicologia delle folle, crescente consapevolezza critica presso gli intellettuali (Benjamin, Foucault) sono i temi intorno a cui l'autore raccoglie una miriade di preziose osservazioni e richiami a testi non frequentati dalla critica. Sembra che egli riponga una speranza nel fatto che la stessa suggestionabilità su cui contano i ciarlatani disonesti rappresenti un argine di resistenza inerziale al loro potere.
Cavalletti si concentra sull'interesse sviluppatosi in Europa alla fine dell'Ottocento, ma già dal tardo Settecento, per il mesmerismo, l'ipnosi, l'elettricità: quelle forze che più sembravano difficili da calcolare con i criteri materialistici cari al positivismo. Proprio con la scoperta che il mesmerismo e l'idea di un fluido trasmesso invisibilmente non hanno fondamento si comincia a parlare di suggestione, di diffusione di idee per una sorta di contagio prodotto dal potere dell'imitazione.
Il racconto di Thomas Mann "Mario e il mago", a cui Cavalletti dedica una lunga analisi, definisce l'orizzonte del lavoro: magia, ciarlataneria, uso della suggestione da parte di dittatori, e inizio di una psicologia delle folle, crescente consapevolezza critica presso gli intellettuali (Benjamin, Foucault) sono i temi intorno a cui l'autore raccoglie una miriade di preziose osservazioni e richiami a testi non frequentati dalla critica. Sembra che egli riponga una speranza nel fatto che la stessa suggestionabilità su cui contano i ciarlatani disonesti rappresenti un argine di resistenza inerziale al loro potere.
Gianni Vattimo
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