giovedì 23 maggio 2013

Vattimo sul suicidio di Notre Dame: "Un gesto rispettabile, ma che sa di Medioevo"


di Giulia Belardelli, L'Huffington Post

                                                                                                        Foto: La Vanguardia

“Un gesto paradossalmente rispettabile, di una persona che, in questo caso, ci ha messo non solo la faccia, ma anche la vita”. È questo il primo commento a caldo di Gianni Vattimo, filosofo ed europarlamentare dichiaratamente omosessuale, alla notizia del suicidio “di protesta” compiuto dallo storico e saggista francese Dominique Venner. 


L’intellettuale 78enne, vicino ai movimenti anti-gay francesi, aveva annunciato sul suo blog che avrebbe compiuto un “gesto simbolico e spettacolare”. E così è stato: è entrato nella cattedrale di Notre Dame affollata di turisti e si è sparato in bocca, affidando le ragioni del suo gesto a un biglietto che la polizia gli ha trovato addosso.

Per Vattimo, si tratta di “un gesto paradossalmente rispettabile”. “Anche i martiri si ammazzavano – spiega – e noi li abbiamo santificati. Non so però perché si arrivi a questi estremi in una società come quella francese, dove ci sono molti modi di manifestare il dissenso. I kamikaze palestinesi – prosegue il filosofo - si fanno saltare in aria perché non hanno altri mezzi per far sentire la loro voce. In Francia, invece, c’è pur sempre un’opinione pubblica; i giornali sono liberi, ci sono mille modi per esprimersi. Arrivare a compiere un atto così estremo in condizioni di non-censura è un gesto tipicamente di destra, tipicamente reazionario”.

C’è, secondo Vattimo, un elemento di pura “reazionarietà” nel suicidarsi per opporsi a una legge regolarmente approvata in Parlamento. Di più: c’è una vera e propria “voglia di Medioevo”. “La decisione di togliersi la vita proprio a Notre Dame, nella cattedrale simbolo del Medioevo, suscita moltissime suggestioni. Di sicuro – continua il professore – Venner ha voluto coinvolgere la Chiesa e i cattolici francesi. Un'idea, ancora una volta, attaccata a un mondo perduto: con tutti i guai che ha la Chiesa in questo momento, l’ultima cosa di cui può occuparsi è la legge sui matrimoni omosessuali in Francia. In Vaticano, ora, ci sono problemi decisamente più urgenti. Diciamo che sarebbe molto più attuale se qualcuno si suicidasse nella sede dello Ior per richiamare la Chiesa alla sua funzione morale”.

Di fronte al commento di Marine Le Pen – secondo la quale il suicidio di Venner “risveglia il popolo di Francia” – Vattimo non si scompone più di tanto. “La coscienza dei francesi – osserva – è un’entità piuttosto estesa. È anche la coscienza di tutti coloro che sono a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Sarà la sua coscienza (quella della leader del Fronte Nazionale, ndr) a sentirsi risvegliata”. Il punto è che la sua coscienza, come anche quella dello storico suicida, “non rappresenta affatto la coscienza del popolo francese…”.

5 commenti:

Mauro Pastore ha detto...

Forse questo suicidio voleva testimoniare anche un proprio fallimento, forse l'estrema destra si sente in parte responsabile se in Europa, in Occidente, la repressione sessuale ha prodotto una drammatica perversione, che ovviamente non consiste nella difesa dei diritti a una libera sessualità, ma in una omofobia al rovescio che cerca di attribuire all'omosessualità una funzione che non potrebbe mai avere, cioè quella di famiglia. La questione verte attorno alle adozioni, dato che il matrimonio in Occidente è legato alla famiglia. Il legame omosessuale è intrinsecamente alieno da sentimenti paterni o materni e oltretutto non è stabile, infatti l'omosessualità non è una identità. Ma si tenta di confinare l'omosessualità credendola una natura diversa e insopprimibile. Nei fatti essa è una potenzialità presente in tutti e realizzata non sempre ugualmente in tutti e nulla più di questo e si fa violenza a tutti quando la si vuol grottescamente impegnare con la proposta delle adozioni, che in verità è stata una scusa per sperimentazioni psicologiche ai danni delle proli. Non si può, non si deve, non si doveva usare la politica per occuparsi di questioni senza avere né volere il minimo di conoscenze adeguate, vano sarebbe tirar fuori dalla scatola magica parole quali "transessuale" o "transgender", dato che le protesi artificiali, le asportazioni, le castrazioni, non costituiscono effettivi mutamenti e sono strumento nelle mani di una repressione stavolta feroce. Neppure l'ermafroditismo esiste per davvero, dato che si tratta di casi nei quali un solo organo funziona anche se solo in parte e nessun cambio di sesso è mai possibile. Insomma il terzo sesso non c'è e di "mammi" e "babbe" non solo non c'è bisogno, ma c'è necessità di quel minimo di chiarezza adatta a non disturbare ingenui e ignari. La politica è fatta di discorsi pubblici e raccontare sciocchezze sull'umanità nuoce, soprattutto ai piccoli ed ai più giovani.
Mauro Pastore

Mauro Pastore ha detto...

(Continua dal precedente.) Dunque non si può far valere un diritto in mancanza di una conoscenza adeguata e non si può formulare un'accusa senza un riferimento a un evento, piaccia o no all'intellettuale a tutto campo, al filosofo razionalista, al politico ignorante. Nessuno Stato può proporsi di costruire una montagna completamente piatta senza coprirsi di ridicolo e terminare la propria esistenza. Oltretutto le conoscenze intorno all'umanità non hanno negli umani alcun carattere di novità e la scienza è l'ultima a venire. Ciò significa che pensar giusto sulla sessualità è facile e spontaneo, allora come non evidenziare il mortifero carattere di ipocrisia di un movimento di liberazione che nega i propri compiti e scopi per proclamare fantasie irrealizzabili oltre che offensive e brutte? La vera emancipazione era altra. C'era la poesia simbolista francese, i movimenti di protesta tra gli studenti anglosassoni, la lotta politica per una legislazione equa e chiara. A tutto questo ha fatto eco una letteratura spazzatura a favore del disimpegno dello Stato, le manifestazioni fasulle ove il puritanesimo più retrivo viene spacciato per progressismo, le rivendicazioni politiche sbagliate che stanno distruggendo il significato dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alle leggi. Dunque si parla dell'omosessualità come se fosse eterosessualità per non parlare di niente, la stessa parola "gay" si presta ed è usata per tacere le sofferenze delle vittime del pregiudizio, alla fine la violenza non finisce, si creano nuovi ghetti, nuove difficoltà, nuove solitudini. Chi non accetta questo, come me, viene trattato alla stregua di un criminale. Ma non sono io né gli altri come me a voler imporre l'uso della maglietta fuori dalle spiagge, mi si consenta l'ironia, io non dimentico neppure che il nudo non è un delitto. Infatti l'estrema conseguenza dell'inautenticità in materia di politica e libertà sessuale è l'offesa contro il corpo (e neppure imporre il nudo sarebbe una scelta giusta, come qualche fraintenditore sognerebbe). Ricordo le dichiarazioni di un sindaco che tentava di difendere il proprio assurdo operato. Costui diceva che molta gente non ha un bel corpo, dunque a sua detta nel suo paese bisognava girare tutti in maglietta senza mostrare il busto. Altrove avevano vietato di mangiare merende per strada, motivando la cosa con le più tremende peripezie di pensiero ed espressione. Quale la sorte delle nazioni, degli Stati, in questa oscena baraonda?
Mauro Pastore

Mauro Pastore ha detto...

(Continua dal precedente.) Detto questo, potrebbe forse apparire la morte di quel francese un gesto dal significato profondo pur nella tragedia del gesto suicida.
Mauro Pastore

Mauro Pastore ha detto...

E aggiungo che questo mio discorso non sarebbe dovuto apparire ai margini o dai margini. Non si ha voluto dare risonanza a manifestazioni di pensiero come questa mia anche per coprire tanti altri fatti, quali le odiose false diagnosi dei medici che tentavano di trattare l'omosessualità come una malattia, cui erano seguite le false indagini genetiche che tentavano di ritenere questo o quello "solamente un omosessuale", affermazione a dir poco sciocca oltre che odiosa. Così da vittime degli abusi della malasanità molti divenivano vittime di un nuovo doloroso apartheid e di minacce finanche al desiderio di generare, giudicato da false equipe un "sogno di onnipotenza". La prassi preferita era l'analisi dei cervelli di persone defunte. Francamente, non siamo liberi da questi scempi, stiamo ancora alle prese con violenze intollerabili, le quali, si badi, non sono soltanto di matrice nazista o fascista ma anche comunista, mi sto riferendo agli orrori delle persecuzioni staliniste in Urss. Purtroppo si usa la psicologia nel tentativo di analizzare discorsi come il mio senza comprenderli prima e i protagonisti di questo ulteriore scempio restano impuniti, con il titolo di laurea e la stima di colleghi ancora più ambigui. Questo accade perchè in Italia hanno più poteri i molestatori che le vere autorità giudiziarie. I cittadini che non vorrebbero denunce di stupri sono ancora tantissimi al Sud, al Nord abbondano quelli che vorrebbero fossero trattate negli ospedali invece che negli uffici giudiziari, nel Centro si vorrebbe per esse l'esorcismo, nelle Isole le vittime sarebbero preferite in esilio per mare. La verità, come dicevo, che si vuol tacere, è una gigantesca e sinistra commedia ai danni soprattutto di bamibini e adolescenti. Una commedia che finge l'umanità estranea all'umanità e che pretende particolari informazioni dagli inesperti ma pratica per se stessa la distrazione dal senso delle cose. Infatti un minimo di conoscenza sulla vita umana accompagna sempre la vita umana, non si doveva eleggere l'autostordimento di ambigui uomini politici come esempio di morale integerrima.
Mauro Pastore

Mauro Pastore ha detto...

Nell'ultimo messaggio alla terzultima frase c'è stato un errore di battitura, "bamibini" invece che "bambini". Spero che il lapsus non diventi preda dello stolto di turno, parlo di chi per esempio non sa che inciampando si può anche trovare una corona e non ha mai sentito parlare di percezioni non del tutto consapevoli. Mai ridere del re che ha trovato il proprio regno scivolando per terra. Quanto si impara sbagliando l'orario di una lezione e guardando una nuvola invece che la faccia di uno stimato professore lo sa chi ha sbagliato orario e ha contemplato una nuvola, non lo sa il professore nella sua aula.
Mauro Pastore