domenica 19 maggio 2013

Se non ora quando?

di Gianni Vattimo




Il senatore Zanda capogruppo del PD in Senato, ha riaffermato il suo appoggio alla eventuale mozione sulla ineleggibilità di Berlusconi. Ebbene, che cosa si aspetta a proporla? I senatori 5 Stelle sono d’accordo, dobbiamo pensare che solo il PD esiti? Ma se passa l’ineleggibilità, si dice, Berlusconi fa saltare il tavolo del governo, e si va a elezioni con il Porcellum – lui vincerebbe e potrebbe poi addirittura aspirare al Quirinale. Certo, al marciume non c’è limite... 


Ma ci si arriverebbe davvero? Una maggioranza alternativa in Parlamento c’è, basterebbe che PD e Grillini si mettessero finalmente d’accordo per formare quel governo di coalizione che avrebbero già dovuto costituire subito dopo le ultime elezioni. Chi potrebbe essere il capo di quel governo?  Per esempio Rodotà, come si dice che avesse suggerito D’Alema (allora non è così malvagio!) a Bersani prima delle recenti catastrofi. Che si aspetta? Il timore che il PdL costringa il Capo dello Stato a sciogliere le Camere è solo fondato sulla erronea aspettativa che Napolitano voglia salvare a tutti i costi Berlusconi. Napolitano non potrà far altro, in caso di crisi di questo governo, che cercare una diversa maggioranza. Che c’è, se solo i due partiti che ne dispongono decidessero di farla valere. Se non si decidono loro, allora vano sarebbe lamentare che Napolitano è troppo prudente e  che magari concederebbe di nuovo a Berlusconi un paio di mesi per comprare voti qua e là, come ha già fatto. Mettiamolo, e mettiamoli tutti alla prova. Chi davvero vuole salvare Berlusconi e l’oscena coalizione che egli domina a sua totale discrezione? E i mercati, si dirà? Ma se i famosi e maledetti mercati tollerano un governo come questo, sostenuto da gruppi che più eterogenei non si può, e sempre sul punto di essere travolto o dai processi del cavaliere o dai (pochi) sussulti di coscienza del PD, allora possono tollerare tutto. Un governo nuovo, con una maggioranza politica chiara anche  se limitata nel numero e nei punti programmatici, garantirebbe gli “investitori” molto più che questo coacervo sempre sul punto di esplodere.


La strada è fin troppo chiara. Votazione sulla ineleggibilità del Cavaliere. Sua esclusione dal Senato. Crisi di governo e incarico a Rodotà o chi per lui. Nuovo governo e nuova atmosfera politica; cittadini un poco meno sfiduciati, e anche ridotto rischio di moltiplicarsi delle guerriglie urbane. (E Caselli  meno ossessionato dai fantasmi di tentati omicidi in Val di Susa!). Finalmente si potrebbe intraprendere la via della ricostruzione non solo della nostra economia (difficile: dipende dai banchieri e dalla “comunità internazionale”; cioè dalla più minacciosa criminalità organizzata che si conosca) ma prima di tutto del nostro tessuto sociale, ormai ridotto a livelli di spappolamento che possono solo portare a un crescendo di violenza. Altro che pacificazione a costo di assolvere Berlusconi da tutti i suoi processi! Chi davvero impedisce che si possa realizzare un progetto simile, addirittura idilliaco? Chi non vuole che ci avvii verso una società dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno? Se colpevolmente non imbocchiamo questa strada, quel che ci aspetta è la militarizzazione progressiva di porzioni sempre più grandi della nostra società: la Val di Susa insegna, la zona rossa viene progressivamente allargata per permettere che il cantiere della inutile linea ferroviaria in cui pascolano tutte le mafie continui i suoi scavi, inquinando non solo letteralmente ogni falda di acqua pulita.

Se non ora, quando? Potrebbe non essere ancora troppo tardi, ma non c’è tempo da perdere.

Gianni Vattimo

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