lunedì 26 luglio 2010

Il destino dell'antagonista"vincitore"


26/7/2010
Il destino dell'antagonista "vincitore"
La Stampa

GIANNI VATTIMO
Il fatto che i Ditirambi di Dioniso - l’unica raccolta poetica che Nietzsche abbia progettato di pubblicare come libro a parte, e che uscì poi postuma - siano quasi ignorati o comunque assai poco discussi dalla letteratura filosofica, e invece oggetto di attenzione da parte dei musicisti (a iniziare da Richard Strauss e dal suo Poema sinfonico su Così parlò Zarathustra), è un altro dato emblematico della contraddittoria fortuna del filosofo come «rivoluzionario della cultura».

Il nome di Dioniso collega queste poesie alla prima grande opera nietzschiana, La nascita della tragedia, in cui il poco meno che trentenne professore di filologia classica annunciava il suo progetto di rinnovamento «wagneriano» della decadente civiltà europea ormai dominata dal razionalismo socratico e dalla incipiente organizzazione totale della società industriale.

Quel progetto - ripresa della creatività perduta con il distacco dal mito preclassico che si celebrava nelle feste dionisiache da cui era nata la tragedia greca - accompagna in forme diverse tutta la carriera filosofica di Nietzsche, nonostante la delusione e il distacco da Wagner cominciati proprio con la nascita del Festival di Bayreuth, e culmina nel finale grande attacco al Cristianesimo riassunto nel motto «Dioniso contro il Crocifisso». Un attacco che, emblematicamente, rivive oggi, come a Bayreuth, solo in un festival. Ma il destino dell’antagonista «vincitore» è poi tanto diverso?
Si veda inoltre: Salisburgo, così cantò Zarathustra, di Giorgio Pestelli.

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