CASA EUROPA
CASA EUROPA
Verso un nuovo modello di convivenza,
tra solidarietà e libertà
Convegno internazionale
Consiglio regionale del Piemonte – Palazzo Lascaris, Via Alfieri 15 (Torino)
Consiglio regionale del Piemonte – Palazzo Lascaris, Via Alfieri 15 (Torino)
Venerdì 18 dicembre 2009
ORE 15,00: “ATTUALITÀ E PROGETTUALITÀ DEL MODELLO EUROPEO”
Apertura dei lavori
Gianni Vattimo (Filosofo, Deputato al Parlamento europeo)
Relazioni
Umberto Morelli (Docente di Storia dell’integrazione europea, Università di Torino): “L’avanguardia europea, all’interno come all’esterno: il progetto politico e una nuova concezione della sicurezza”
Luciano Gallino (Sociologo, Università di Torino): “Riforma dell’architettura finanziaria: proposte non ortodosse per l’Unione europea”
Coffee break
Apertura dei lavori
Gianni Vattimo (Filosofo, Deputato al Parlamento europeo)
Relazioni
Umberto Morelli (Docente di Storia dell’integrazione europea, Università di Torino): “L’avanguardia europea, all’interno come all’esterno: il progetto politico e una nuova concezione della sicurezza”
Luciano Gallino (Sociologo, Università di Torino): “Riforma dell’architettura finanziaria: proposte non ortodosse per l’Unione europea”
Coffee break
ORE 16,30: “L’EUROPA CHE CI ATTENDE”
Relazioni
Sonia Alfano (Deputato al Parlamento europeo; diretta streaming): “Migliori e peggiori prassi: politica e giustizia, modello europeo e caso italiano”
Giorgio Schultze (Portavoce europeo della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, Movimento Umanista): “L’Europa rimossa: confini e conflitti. La chance del Mediterraneo”
Conclusioni di Antonio Di Pietro (Presidente dell’Italia dei Valori, Deputato al Parlamento italiano)
Dibattito
Sabato 19 dicembre 2009
ORE 9,00: “IL MODELLO EUROPEO TRA DIMENSIONE INTERNA E DIMENSIONE ESTERNA”
Relazioni
Mariacristina Spinosa (Consigliera Regionale del Piemonte): “L’Unione Europea come attore globale: politiche di sicurezza, democrazia e diritti umani”
Leoluca Orlando (Vicepresidente ELDR, Deputato al Parlamento italiano): “Identità e convivenza”
Dibattito e Coffee break
ORE 11,00: “LA SFIDA DELL’EUROPA”
Tavola rotonda
Gianni Vattimo (Filosofo, Deputato al Parlamento europeo)
Fernando Savater (Filosofo, Università dei Paesi Baschi)
Coordina Federico Vercellone (Filosofo, Università di Torino)
Dibattito
Ore 13,00: Chiusura dei lavori
***
La cittadinanza è invitata a partecipare
Organizzazione:
Segreteria di Gianni Vattimo in Italia
+39.338.1292352 +39.349.7841361
gianni.vattimo@europarl.europa.eu
http://www.giannivattimo.blogspot.com/
+39.338.1292352 +39.349.7841361
gianni.vattimo@europarl.europa.eu
http://www.giannivattimo.blogspot.com/
***
Cari amici,
È con vero piacere che invito voi tutti a partecipare a un convegno internazionale (con sede a Torino) da noi organizzato con il sostegno del gruppo Alde, l’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa, di cui l’Italia dei Valori e noi parlamentari europei eletti in quelle liste facciamo parte.
Si tratta di un convegno aperto (tutta la cittadinanza è invitata), di informazione e discussione sul tema del “modello europeo”. Il titolo “Casa Europa”, di gorbacioviana memoria, deriva da un articolo che scrissi per La Stampa il 31 maggio 2003, giorno nel quale (i tempi erano quelli dell’allargamento ai paesi dell’Est e della discussione sulla possibile costituzione europea) alcuni intellettuali europei (tra questi Habermas, promotore dell’iniziativa, Savater, Derrida, Eco, io stesso) pubblicavano, ciascuno su un grande organo di stampa del proprio paese, articoli ed editoriali sulla struttura e la vocazione “identitaria” dell’Unione europea a confronto con le istanze provenienti dal mondo della cultura e dalla società civile. Nel mio articolo discutevo questioni ancora di attualità, dall’allargamento alla Costituzione europea, dalla politica estera comunitaria alla “identità condivisa” eventualmente propria di quel progetto sempre in fieri (di una progettualità mai conclusa, per così dire) che è il processo d’integrazione europea.
Ci proponiamo allora, a sei anni di distanza, in occasione del Trattato di Lisbona e di una crisi economico-finanziaria senza precedenti, di riaggiornare quelle riflessioni, di pensare la specificità storica dell’Unione Europea e di valutare le potenzialità future del tanto declamato “modello europeo”. Un modello sempre (più) in bilico, per svariate ragioni; ma anche un modello che può tornare al centro della scena, quella continentale come quella internazionale, a patto che l’Europa riesca a compiere quel salto di qualità che in tempi ormai lontani, veri e propri alfieri del processo d’integrazione quali Altiero Spinelli invocavano per un futuro migliore, di pace, di convivenza libera e solidale. Quel salto di qualità che ancora oggi, l’Europa non ha compiuto, e che nell’attuale contesto globale, e forse è l’ultima occasione, è chiamata a compiere.
Ne discuteranno con voi, oltre al sottoscritto, intellettuali, militanti e rappresentanti politici che hanno a cuore il modello europeo, quello del passato, quello del presente e quello che verrà. Umberto Morelli, federalista, storico del processo d’integrazione europea, tratterà i temi dell’integrazione politica, e non solo economica, dell’Europa, nonché la novità rappresentata dal Trattato di Lisbona in tema di politica estera e di sicurezza comune, destinata a diventare una politica di solidarietà tra gli stati membri e di promozione dei diritti umani e dello sviluppo anche all’esterno. Un tema, quello dell’Europa come attore globale, sul quale tornerà Mariacristina Spinosa, consigliera regionale del Piemonte, impegnata dal basso, per così dire, a promuovere quelle stesse politiche delle quali l’Europa di Lisbona dovrà farsi protagonista sulla scena globale.
A Luciano Gallino, sociologo noto a voi tutti, spetta il compito di riflettere sulla riforma dell’architettura finanziaria internazionale, e sul contributo che un’Europa più coraggiosa, rispetto a quella che affronta timorosa i guasti della crisi economica e con maggior timore ancora le questioni dell’ordine economico internazionale, potrà dare alla risoluzione degli squilibri globali. Giorgio Schultze, portavoce della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, discuterà delle prospettive di un’integrazione più ampia e solidale, che coinvolga l’area mediterranea, e dei conflitti che in essa si svolgono, che l’Europa tende colpevolmente a lasciare ai suoi margini.
Sonia Alfano, deputata europea, tratterà il tema delle migliori prassi, uno dei cardini del modello europeo (almeno tale dovrebbe essere), e in particolare la questione dei rapporti tra politica e giustizia, facendo riferimento al triste caso italiano e al contributo che l’Europa può fornire per un’Italia che non solo non fa onore al continente, ma che anzi è in grado di minare alle fondamenta il processo stesso di coesistenza europea. Ad Antonio Di Pietro toccherà il compito di riflettere sull’”Europa che ci attende” (o forse non ci attende), sull’Europa che chiama l’Italia, come ogni altro suo paese membro, a un’assunzione di responsabilità nei confronti degli impegni che il nostro paese ha accettato di onorare fondando la nuova entità politica europea. Del modello europeo, di un modello che deve coniugare in modo nuovo l’identità del continente europeo e le esigenze sempre più complesse di una convivenza sempre più problematica, discuterà Leoluca Orlando, vicepresidente del Partito europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori. Una convivenza difficile, che tuttavia l’Europa deve necessariamente garantire adottando standard sociali elevati, nei confronti di chi già abita la casa europea come in quelli di coloro che sono, e saranno, i nostri nuovi inquilini, provenienti da altri paesi.
La tavola rotonda (coordinata dal filosofo e amico Federico Vercellone) che animerò con Fernando Savater, filosofo di fama internazionale e attento “osservatore partecipante” del progetto d’integrazione europea, verterà sul tema della sfida, del coraggio. Il coraggio di un’Europa che deve guardare al futuro, più che al passato, che sappia lasciarsi alle spalle le tradizionali diatribe sulle origini e adotti un atteggiamento responsabile nei confronti del mondo che verrà. Un’Europa che sappia rispondere con lungimiranza ed efficacia alle aspettative di tutti noi, che svolga, perché no, una vera e propria funzione di avanguardia, anche in campo internazionale. Un’Europa che sappia essere “casa”, aperta agli altri cittadini della città mondiale. Una casa che spinga il mondo attuale a trarre esempio di quanto di buono in essa, e per suo tramite, può accadere non solo per i suoi ma per tutti gli abitanti della società globale; una casa di cui il mondo futuro che vogliamo, un mondo di cittadini responsabili, possa essere fiera.
È con vero piacere che invito voi tutti a partecipare a un convegno internazionale (con sede a Torino) da noi organizzato con il sostegno del gruppo Alde, l’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa, di cui l’Italia dei Valori e noi parlamentari europei eletti in quelle liste facciamo parte.
Si tratta di un convegno aperto (tutta la cittadinanza è invitata), di informazione e discussione sul tema del “modello europeo”. Il titolo “Casa Europa”, di gorbacioviana memoria, deriva da un articolo che scrissi per La Stampa il 31 maggio 2003, giorno nel quale (i tempi erano quelli dell’allargamento ai paesi dell’Est e della discussione sulla possibile costituzione europea) alcuni intellettuali europei (tra questi Habermas, promotore dell’iniziativa, Savater, Derrida, Eco, io stesso) pubblicavano, ciascuno su un grande organo di stampa del proprio paese, articoli ed editoriali sulla struttura e la vocazione “identitaria” dell’Unione europea a confronto con le istanze provenienti dal mondo della cultura e dalla società civile. Nel mio articolo discutevo questioni ancora di attualità, dall’allargamento alla Costituzione europea, dalla politica estera comunitaria alla “identità condivisa” eventualmente propria di quel progetto sempre in fieri (di una progettualità mai conclusa, per così dire) che è il processo d’integrazione europea.
Ci proponiamo allora, a sei anni di distanza, in occasione del Trattato di Lisbona e di una crisi economico-finanziaria senza precedenti, di riaggiornare quelle riflessioni, di pensare la specificità storica dell’Unione Europea e di valutare le potenzialità future del tanto declamato “modello europeo”. Un modello sempre (più) in bilico, per svariate ragioni; ma anche un modello che può tornare al centro della scena, quella continentale come quella internazionale, a patto che l’Europa riesca a compiere quel salto di qualità che in tempi ormai lontani, veri e propri alfieri del processo d’integrazione quali Altiero Spinelli invocavano per un futuro migliore, di pace, di convivenza libera e solidale. Quel salto di qualità che ancora oggi, l’Europa non ha compiuto, e che nell’attuale contesto globale, e forse è l’ultima occasione, è chiamata a compiere.
Ne discuteranno con voi, oltre al sottoscritto, intellettuali, militanti e rappresentanti politici che hanno a cuore il modello europeo, quello del passato, quello del presente e quello che verrà. Umberto Morelli, federalista, storico del processo d’integrazione europea, tratterà i temi dell’integrazione politica, e non solo economica, dell’Europa, nonché la novità rappresentata dal Trattato di Lisbona in tema di politica estera e di sicurezza comune, destinata a diventare una politica di solidarietà tra gli stati membri e di promozione dei diritti umani e dello sviluppo anche all’esterno. Un tema, quello dell’Europa come attore globale, sul quale tornerà Mariacristina Spinosa, consigliera regionale del Piemonte, impegnata dal basso, per così dire, a promuovere quelle stesse politiche delle quali l’Europa di Lisbona dovrà farsi protagonista sulla scena globale.
A Luciano Gallino, sociologo noto a voi tutti, spetta il compito di riflettere sulla riforma dell’architettura finanziaria internazionale, e sul contributo che un’Europa più coraggiosa, rispetto a quella che affronta timorosa i guasti della crisi economica e con maggior timore ancora le questioni dell’ordine economico internazionale, potrà dare alla risoluzione degli squilibri globali. Giorgio Schultze, portavoce della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, discuterà delle prospettive di un’integrazione più ampia e solidale, che coinvolga l’area mediterranea, e dei conflitti che in essa si svolgono, che l’Europa tende colpevolmente a lasciare ai suoi margini.
Sonia Alfano, deputata europea, tratterà il tema delle migliori prassi, uno dei cardini del modello europeo (almeno tale dovrebbe essere), e in particolare la questione dei rapporti tra politica e giustizia, facendo riferimento al triste caso italiano e al contributo che l’Europa può fornire per un’Italia che non solo non fa onore al continente, ma che anzi è in grado di minare alle fondamenta il processo stesso di coesistenza europea. Ad Antonio Di Pietro toccherà il compito di riflettere sull’”Europa che ci attende” (o forse non ci attende), sull’Europa che chiama l’Italia, come ogni altro suo paese membro, a un’assunzione di responsabilità nei confronti degli impegni che il nostro paese ha accettato di onorare fondando la nuova entità politica europea. Del modello europeo, di un modello che deve coniugare in modo nuovo l’identità del continente europeo e le esigenze sempre più complesse di una convivenza sempre più problematica, discuterà Leoluca Orlando, vicepresidente del Partito europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori. Una convivenza difficile, che tuttavia l’Europa deve necessariamente garantire adottando standard sociali elevati, nei confronti di chi già abita la casa europea come in quelli di coloro che sono, e saranno, i nostri nuovi inquilini, provenienti da altri paesi.
La tavola rotonda (coordinata dal filosofo e amico Federico Vercellone) che animerò con Fernando Savater, filosofo di fama internazionale e attento “osservatore partecipante” del progetto d’integrazione europea, verterà sul tema della sfida, del coraggio. Il coraggio di un’Europa che deve guardare al futuro, più che al passato, che sappia lasciarsi alle spalle le tradizionali diatribe sulle origini e adotti un atteggiamento responsabile nei confronti del mondo che verrà. Un’Europa che sappia rispondere con lungimiranza ed efficacia alle aspettative di tutti noi, che svolga, perché no, una vera e propria funzione di avanguardia, anche in campo internazionale. Un’Europa che sappia essere “casa”, aperta agli altri cittadini della città mondiale. Una casa che spinga il mondo attuale a trarre esempio di quanto di buono in essa, e per suo tramite, può accadere non solo per i suoi ma per tutti gli abitanti della società globale; una casa di cui il mondo futuro che vogliamo, un mondo di cittadini responsabili, possa essere fiera.
Gianni Vattimo
(Per stampare locandina e programma del convegno, cliccate su "view mode" e selezionate "book")
Programma Convegno Casa Europa
4 commenti:
Grazie per la comunicazione. Il 18 dicembre, ci sarò, senz'altro. Morelli è uno studioso e un professore in gamba . Ho seguito il suo ( e dato relativo esame) "storia delle relazioni internazionali".
interessante. perchè non mettere un'opzione di condivisione sui vari social network? ve ne linko uno (tra l'altro un blog molto interessante, "fortress europe") che utilizza il vostro stesso sistema (splinder).
http://fortresseurope.blogspot.com/2009/12/respingimenti-la-corte-europea-ammette.html
Silvia
Grazie a Silvia.
Ora il post (e l'intero blog) dovrebbe essere condivisibile su Facebook ecc.
Fatemi sapere,
GV
Volevo chiederLe cosa ne pensa della privatizzazione dell'acqua pubblica?
E' vero che dietro c'è una specie di direttiva europea che impone questa legge?
Se sì, perchè gli Stati non possono fare nulla contro questo vero e proprio abuso di potere?
Purtroppo ho sempre più la sensazione che i governi non contino nulla: ogni giorno piccole aziende italiane chiudono o vendono a grosse aziende straniere, come capita nel settore dell'acqua in bottiglia e del cibo in genere e le infrastrutture sono realizzate per comunicare meglio con gli altri Stati, il tutto nel più completo menefreghismo dei collegamenti nazionali.
Chi ci guadagna? NOI COMUNI MORTALI NO. Infatti per noi rimangono i soliti tremi lerci, ehm regionali.
Saluti!
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