venerdì 30 ottobre 2009

Interrogazione sulla persistente mancanza d'azione da parte delle autorità italiane contro l'ondata di attacchi omofobici in Italia

Depositata interrogazione da parte delle deputate europee olandesi Jeanine Hennis-Plasschaert e Sophie In't Veld e dei deputati italiani Sonia Alfano e Gianni Vattimo, del gruppo Liberale e Democratico europeo
I deputati europei Jeanine Hennis-Plasschaert, Sophie In't Veld, Sonia Alfano e Gianni Vattimo, del gruppo Liberale e Democratico europeo, hanno depositato oggi, accogliendo la proposta del responsabile europeo dell’Associazione Radicale Certi Diritti, e collaboratore del gruppo, Ottavio Marzocchi, un'interrogazione alla Commissione Europea ed al Consiglio Europeo sulla persistente mancanza d'azione da parte delle autorità italiane contro l'ondata di attacchi omofobici in Italia. Partendo dai recenti attacchi omofobici di Ostia e Milano, gli eurodeputati sottolineano l'assenza di iniziative forti di contrasto di tali fenomeni da parte del Governo italiano e ricordano il rigetto della legge anti-omofobia da parte del Parlamento italiano con l'approvazione della pregiudiziale di costituzionalità, che accomuna l'orientamento sessuale - termine scritto e ben definito nei Trattati UE e nella Carta dei diritti fondamentali - alla pedofilia, alla zoofilia, all'incesto, alla necrofilia.
Nel testo si chiede alla Commissione ed al Consiglio di rafforzare le iniziative europee in materia di lotta all'omofobia ed agli atti omofobici attraverso l'introduzione di un'aggravante ed il lancio di campagne di informazione, di richiamare le autorità italiane al significato di ''orientamento sessuale", definizione che non puo' essere in alcun modo interpretata come indicato nella pregiudiziale di costituzionalità approvata e di chiedere agli Stati membri di stigmatizzare anche pubblicamente gli atti omofobici. Segue il testo dell'interrogazione
Question to the Commission and the Council
by Jeanine HENNIS-PLASSCHAERT, Sophie IN'T VELD, Gianni VATTIMO, Sonia ALFANO
on the Persistent lack of action by Italian authorities against the increase in homophobic attacks
After a wave of violent homophobic acts in Italy and in the absence of any governmental action, a draft law on the creation of an aggravating sanction for homophobic acts - aimed at harmonizing the sanctioning of homophobia with racism and xenophobia - has been rejected by the plenary of the Chamber of Deputies. A motion of unconstitutionality was approved instead, stating that the draft law violates the Italian Constitution since "sexual orientation" can be interpreted to cover incest, paedophilia, zoophilia, sadisms, necrophilia, masochism, etc. These events have been stigmatized by the UN Commissioner for Human Rights, while the Equality Minister promised that she will propose a new draft law with aggravating circumstances for all the grounds for discrimination foreseen by art. 13 TEC and including transphobia. In the meantime, homophobic attacks continue: a 30 years old person has been persecuted, violently beaten up and wounded by a group of right-wing extremists in Ostia (Rome), while another attack took place in Milan. The Prime Minister Berlusconi, the Interior Minister Maroni, the Equality Minister Carfagna never made public interventions to stigmatize homophobic attacks, hereby creating an atmosphere of public condoning of such acts.
How will the Council / the Commission ensure that homophobia and homophobic acts are fought in the EU and its Member States, notably in the framework of the Stockholm Programme and the entry into force of the Lisbon Treaty? Doesn't the Council / the Commission think that "sexual orientation" in the European and Member States' legal order is to be interpreted to cover LGBT orientation and not other acts such as those listed in the Italian motion? Will it make it clear to Italian and other Member States' authorities? Will the Council / the Commission propose to enlarge the Framework Decision on Racism and Xenophobia to cover also sexual orientation? will it ensure that EU funds are used to finance campaigns against discriminations based on sexual orientation? Doesn't the Council / the Commission believe that it is important that governments take action and take a firm and public stance against homophobic attacks?

9 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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adele ha detto...

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha detto NO ai crocifissi nelle aule. Come prevedibile, questa sentenza ha provocato risentite reazioni dal mondo politico italiano e dal Vaticano (infastidito). il governo di SM ha annunciato immediato ricorso e la sua ministra Gelmini attacca già la "corte ideologizzata".
Secondo il moderato Bersani invece l'esposizione del crocifisso è una "tradizione inoffensiva". Decisi e agguerriti i nuovi crociati quindi si coalizzano per difendere il Cristo spodestato dalle aule.

Bersani se sei davvero cristiano, preoccupati piuttosto dei poveri Cristi perseguitati NELLE STRADE. Difendi i diritti dei tanti Cristi attaccati tutti i santi giorni, nelle strade di questa italietta . Cristi pestati perchè omosessuali, zingari, stranieri e, da oggi, anche epilettici.

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

è davvero incredibile quanto la Corte di Giustizia ha deciso in merito alla questione del Crocefisso nelle aule Scolastiche. Essa ha sicuramente trasceso i limiti della corretta applicazione del diritto comunitario ed internazionale. Non si spiega come un tribunale internazionale possa giungere a dettare per sentenza cosa ci deve o non deve stare in un'aula scolastica di un paese membro. tra un pò potrebbe anche dirci di togliere il rosso dalla bandiera perchè discrimina i daltonici, o cancellare le parole dell'inno nazionale perchè contrarie al principio di sussidiarietà ("schiava di roma") o di non cantare più il Piave mormorava perché definisce nemici i soldati austriaci. Permettetemi ma l'aspetto e l'appartenenza simbolica di un popolo è solo affare suo, la discriminazione simbolica è un assurdo insostenibile. La bandiera britannica ha addirittura due Croci nel suo ordito (San Giorgio, Sant'andrea)e Per questo è forse discriminatoria nei confronti dei suoi cittadini non credenti? e ancora chi si sognerebbe di andare in un paese islamico e protestare perchè 4 volte al giorno l'imam non ti fa vedere la TV perché invita alla preghiera i fedeli e loda Allah. lo fa con tanto di megafono in luogo pubblico. Sarebbe laicismo impedirglielo? La turchia per entrare in Europa deve togliere la mezzaluna - alias la sua storia imperiale ed islamica - dal fondo rosso della sua gloriosa bandiera? Se fossi turco preferirei unirmi ad israele che è sicuramente più laico di questa europa in quanto sfoggia con dignità la sua stella di Davide sulla propria bandiera nazionale( e molti suoi cittadini sono arabi ed atei o cristiani).gli aspetti simbolici uniti alla fede popolare partecipano alla costruzione della società laica così come ogni altro aspetto laicista. Non è una conquista laica cacciarli dai luoghi pubblici, se il popolo, laicamente e senza imposizioni clericali, li vuole lì, come i colori della bandiera e i precetti pasquali che qualcuno, ora ,potrebbe farsi rimborsare dallo Stato come ore di insegnamento non godute...
In conclusione Bersani, sbaglia a giudicare inoffensivo un simbolo, esso ha la forza di muovere lo spirito del popolo più di uno qualsiasi dei suoi vacui discorsi. basta vedere la guerra civile spagnola e si capisce perchè si sta sbagliando e di molto a decidere dei simboli e non delle singole azioni di un popolo...

Anonimo ha detto...
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