Da gay.it (http://www.gaynews.it/view.php?ID=81876). Intervista di Luca Mastrantonio
Gianteresio detto "Gianni" Vattimo è soddisfatto del suo risultato personale e, soprattutto, dello scenario di partito che dovrebbe rilanciarlo nel Parlamento europeo. «Ho avuto una buona affermazione, un sacco di voti, ma ci sono altri nella mia circoscrizione, che hanno fatto meglio. Antonio Di Pietro, che però resterà al Parlamento italiano, poi Luigi De Magistris e Sonia Alfano, ma credo che Alfano non finirà nella mia circoscrizione. Ogni decisione sarà presa con il partito. Io però sono ottimista…».
In una conversazione telefonica con il Riformista, autografa le motivazioni politiche: «Ci sono molte buone ragioni per farmi tornare in Europa. Sono il più a sinistra dell'Italia dei valori, per ragioni storiche, anche in funzione di alleanza con il Pd sono utile, e Di Pietro ha preso molti voti a sinistra, mentre con De Magistris ha preso molti grillini. E poi nella circoscrizione nord-ovest non possono esserci due meridionali. Potrebbero suscitare obiezioni. Non vorrei fare il leghista, anch'io vengo dal sud, mio padre è calabrese e in campagna elettorale l'ho fatto pesare, per i figli di immigrati, ma bisogna rispettare l'elettorato del nord». Leghismo debole? «Perché no...».
Vattimo si dice convinto che «sia davvero iniziata la fine del berlusconismo. Certo, se cadiamo dalla padella di Berlusconi alla brace di Bossi è un bel rischio. Ma Berlusconi in questa situazione assomiglia molto di più alla sinistra, divisa e in preda a correnti. La scandalosità della sua storia politica e personale, non dico di Noemi ma delle troppe bugie legate al caso, è evidente a tutti e ha causato una flessione dei voti dei cattolici».
Da ex militante della Gioventù cattolica - assieme a Umberto Eco - Vattimo sperava in un crollo "controllato" del Pd, una frana verso Casini. «Guardo con simpatia al Pd, per legami personali di amicizia, e mi piace Franceschini, anche se io avrei preferito Rosy Bindi, perché i pochi di sinistra di quel partito sono quelli che vengono dalla sinistra della Dc. Gli altri sono i professionisti del calcolo, come Massimo D'Alema, un genio del male, che fa e disfa… come Penelope». Romano Prodi è Ulisse? «Guardi, io mi occupo dei Proci, anzi, dei froci, dei diritti dei gay, vorrei andare in Europa proprio per difendere i loro diritti. Speravo, comunque che i Rutelli e i clerico-radicali si separassero dal Pd e andassero con Casini». Così sarebbe stato più facile che il Pd diventasse «un punto di coagulo di molta gente di sinistra che non sa più dove sbattere la testa. Io mi sono candidato con l'Idv per portare elettorato di sinistra a una forza che poi si possa alleare al Pd».
6 commenti:
Eccoli qua... ha citato i 'teodem', a mio avviso un vero e proprio cancro del PD... Il suo problema principale è l'assenza di una visione 'aziendale' di obiettivo: per voler piacere per forza a tutti, scontenta tutti! Troppe voci senza sintesi sono poco più che una ammucchiata... né carne né pesce!
"i 'teodem', a mio avviso un vero e proprio cancro del PD"
Albe, francamente, neanch'io capisco la scelta di certa gente . Ma come fanno certi mistici a scegliere la politica - che per principio deve rappresentare ogni chiesa- ed entrare in un partito di sinistra, quando ci sta una grande Chiesa misericordiosa , pronta ad accoglierli con le braccia spalancate?
Quella Binetti per me è un monsignore o una guardia svizzera travestito da politico,per far perdere punti al PD. Una spia del Vaticano, sicuramente.
Penso che nessuno voglia un partito 'ateo': piuttosto lo si vuole laico, capace di rispettare ANCHE le posizioni non religiose. Non mi piace confondere la politica coi numeri, ma i numeri in politica contano eccome. Ora mi chiedo: ma quanti voti portano 'sti teodem rispetto a tutti quelli che fanno perdere?!
"Ora mi chiedo: ma quanti voti portano 'sti teodem rispetto a tutti quelli che fanno perdere?!"
Interessante il quesito che proponi, Albe.
Ma nel calcolo fra costi e benefici ,il Pd , stranamente, dimostra di non saper effettuare scelte strategiche. Le ragioni di questa singolare incapacità sono tante. Prima fra tutte, va ricercata nella vecchia logica del "do ut des" dei detentori di cariche al suo interno, i loro rapporti di interesse, le relazioni amicali e di parentele, etc...
A questo aspetto è legato quello più importante e vitale: il problema della identità di quel partito, che si riflette, peraltro anche nella incapacità di scegliere , sino all'ultimo momento, se stare col gruppo dei liberali o dei socialisti.
Il Pd ,come progetto originario, nasce come forza progressista, ma purtroppo con l'intervento di Veltroni diventa qualcos'altro.E' sotto gli occhi di tutti cosa è diventato , progressivamente.
Poi, ritornando alla questione dei teodem,non si vuol negare ai cattolici di rappresentare le istanze del loro elettorato, perchè è vero sono una larga maggioranza nel Paese, ma neanche accettare che possano legiferare in nome di tutti. All'interno della società italiana, come in tutte le società post-industriali,vi sono una marea di posizioni molto variegate difficilmente riconducibili all'unitarietà. Anche all'interno di quell'elettorato cattolico vi sono posizioni molto diverse sulle questioni etiche. I poteri forti vogliono ridurre alla omogeneità dei valori questa società (polisemica, non atea)per assecondare anche la politica della Chiesa di Roma, questo è chiaro. E personalmente, trovo questo un assurdo anacronismo che ci riporta al 1555 e, nel contempo, un assurdo logico in termini giuridici.
Rappresentanti politici , come la Binetti dovrebbero avere l'intelligenza, l'onestà intellettuale di comprendere che:
un diritto fondamentale come quello della vita( e della morte che è il suo corrispettivo) è dei singoli , non dello Stato. E' libertà DALLO Stato e non mediante lo Stato;
2- Nel nostro ordinamento vige "il divieto del mandato imperativo" . In base a quel principio cardine che qualifica la rappresentanza in ogni liberal-democrazia , ogni rappresentante è chiamato, una volta eletto, a fare gli interessi di tutta la collettività, non di un singolo gruppo. Inoltre, anche se questo gruppo che lei rappresenta è ampio, non è detto che al suo interno tutti condividano la stessa ferrea fede su certi temi;
3- Quando certe posizioni di fede, diventano ricatti per il partito, tali da comprometterne la sua linea direttiva, e la natura progressista dello stesso, è segno che non siamo in presenza di un partito autenticamente democratico.
Quindi resta dimostrato quanto ho scritto prima, ossia che per voler cercare di piacere a tutti, in realtà si scontenta tutti. Quanto alla collocazione in Europa, mi pare di aver capito che abbiano proposto la creazione di un nuovo partito (una roba tipo ASDE)che comprendesse socialisti e democratici...
Come se non bastasse, mentre qualcuno del loro schieramento parla di 'scosse' nella maggioranza, quasi che possa avvenire un qualche terremoto di qui a breve, nel frattempo questi stanno ancora a discutere dei loro problemi d'identità...
'scosse' nella maggioranza?
Se sono come quelle abruzzesi, che durarono anni facendo assuefare la popolazione,il terremoto arriverà fra dieci anni. "Aspetta e spera... che già l'ora si avvicina " ce la canteranno di nuovo così, temo.
Oggi, intanto leggo che anche l'intellettuale piddino più progressista tesse le lodi a Fini
(l'unico che sembrava esser nato senza peccato mortale). Secondo lui sarebbe stato il nostro presidente della Camera a dire Stop allo show di Gheddafi.
Secondo me a dire Stop ci hanno provato solo gli studenti dell'Onda , ma gli hanno spento i microfoni. Punti di vista inconciliabili. Non a caso, adesso sostengo Vattimo.
Neanche l'ipocrisia li salverà.
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