Come già saprete, ho dato il mio sostegno alla manifestazione NO TAV del 23 gennaio (locandina sulla destra; vedete il sito
http://www.notav.info/).
Tav, trivelle a Susa
Autofrejus bloccata
I carotaggi in valle: è il giorno nero dei No Tav
Maurizio Tropeano, La Stampa, 20 gennaio 2010
«Non hanno il coraggio di farsi vedere, sti tecnici violano la nostra terra». Sono le 11,40 di ieri quando dal megafono esce l’urlo che racchiude tutta rabbia del popolo No-Tav contro quella trivella bianca, alta una decina di metri, piazzata a meno di un chilometro dal presidio dell’autoporto. Da un’ora l’autostrada Torino-Bardonecchia è bloccata per protesta. Da 7 ore, circondato da un imponente schieramento di forze dell’ordine, quel macchinario sta tirando fuori pezzi di sottosuolo. A sera il buco sarà profondo 28 metri.
Alberto Perino, uno dei volti più noti del movimento, parla di sondaggi «a uso mediatico. Puntano ad abbatterci ma non ci fermeranno». Media o non media la botta per il movimento è stata forte, perché quella trivella è spuntata come un fantasma da uno dei depositi della Polstrada di Susa, sul piazzale Sitaf. L’hanno tirata fuori poco dopo le due dell’altra notte quando da Torino sono arrivati polizia e carabinieri ed è stata piazzata sotto il Rocciamelone, montagna simbolo della resistenza popolare contro la Tav.
Dal presidio scatta la catena dell’allarme. Alle sei parte un corteo di 200 persone. Al buio marciano sulla statale 24 verso il centro direzionale della Sitaf. Sullo svincolo si trovano di fronte quattro cordoni di carabinieri. Passa solo una piccola delegazione di amministratori locali accompagnati da due avvocati. Chiedono di controllare la documentazione del cantiere, le misure di sicurezza per le falde e gli adempimenti di legge. Un tecnico visiona la trivella. Le risposte del responsabile non li convincono; presenteranno un esposto. E comunque, se «per fare un buco devono militarizzare un’intera area vuol dire che abbiamo vinto», ripetono tornando verso il presidio.
È giorno, la temperatura lentamente risale verso zero gradi. Dalle cucine sistemate dentro le baracche escono caffè e fette di panettone. Si discute. C’è chi vorrebbe dare una risposta immediata e chi prendere tempo per giocare il jolly con la manifestazione di sabato prossimo. Poi la decisione: blocco dell’autostrada. Si parte alle dieci e mezza e si marcia verso la trivella. Due-trecento persone per due ore di blocco dell’autostrada. Senza incidenti.
Nessuno può immaginare che nello stesso momento nella piazza del mercato di Susa sta andando in scena la seconda violazione del territorio No-Tav. Una violazione politica: a seguito del camper pro-sondaggi arrivano il presidente della Provincia Antonio Saitta, e l’assessore regionale ai Trasporti Daniele Borioli. Girano per un’ora, indisturbati, a distribuire materiale informativo sui carotaggi e poi se ne vanno quando arriva il camper dei contrari alla Torino-Lione. Nel maggio del 2008 un migliaio di No-Tav impedì a Chiamparino, Saitta e Bresso di arrivare ad Almese per un’iniziativa del Pd sull’alta velocità.
Nel movimento si liquida l’accaduto come azione simbolica, ma in questa battaglia di posizione anche i segni sono importanti ed è evidente che ieri hanno vinto i Sì-Tav. E così nel movimento le due linee d’azione - agire ora o aspettare - si confrontano e si scontrano. Ci vorrà un intero pomeriggio per trovare un compromesso: nuovo blocco dell’autostrada (circa 500 persone) e mobilitazione per il corteo del 23. «Dobbiamo tornare a essere simpatici», spiega Luigi Casel, consigliere comunale a Bussoleno. Un modo per dire che si devono trovare alleanze. E così sabato arriveranno i “fratelli” che da Vicenza a Messina si battono contro la base americana e il Ponte sullo Stretto. Domani sale al presidio Beppe Grillo. Un delegato Fiom annuncia l’adesione alla manifestazione. E ci saranno gli europarlamentari dell’Idv Sonia Alfano e Gianni Vattimo per l’Italia dei Valori. Nella notte si coprirà la valle di locandine, con il timore di un nuovo blitz delle trivelle.
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/119802/No Tav: solidarietà dal Parlamento europeo
Il Deputato europeo Gianni Vattimo – Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, ha pronunciato il 18 gennaio alle ore 18 nell’Aula del Parlamento europeo riunito a Strasburgo la seguente dichiarazione:
“Come deputato eletto nella circoscrizione Nord Ovest dell’Italia, segnalo al Parlamento e alla Commissione Europea alcune vere e proprie violazioni di trattati esistenti e di diritti democratici che si stanno perpetrando da parte del governo italiano e degli enti locali piemontesi in relazione al progetto di nuova linea ferroviaria Lione-Torino.
Gli ingenti finanziamenti dell’Unione Europea erano condizionati, negli accordi finora vigenti, alla condivisione del progetto da parte delle popolazioni locali .Un’altra condizione del finanziamento europeo era l’esistenza di investimenti privati nell’impresa.
Questi ultimi non ci sono; e le comunità locali che si oppongono al progetto sono state ridotte al silenzio d’autorità da un decreto del governo. Mancando queste due condizioni, ci si domanda se il comportamento della parte italiana non rischi di configurarsi come una vera e propria truffa nei confronti dell’Unione Europea.”
La Deputata europea Sonia Alfano – Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, ha inviato il 18 gennaio ai Presidi No TAV della Val Susa e Val Sangone il seguente messaggio:
“In merito alle intimidazioni subite dal Comitato No Tav di Bruzolo,il cui presidio è stato dato alle fiamme il 16 gennaio, esprimo tutta la mia solidarietà ed esorto i presidianti a non darla vinta alla lobby del TAV che vuole impadronirsi della Val di Susa e Val Sangone tramite minacce o imposizioni, deplorando quanto accaduto econdividendo la necessità di rispondere immediatamente alle intimidazioni mafiose.
Aderisco e appoggio con convinzione l’iniziativa della manifestazione di sabato 23 gennaio a Susa, alla quale è indispensabile partecipare per ricordare a chi di dovere che la gente onesta è contro le mafie e non abbassa la testa di fronte ai soprusi, bensì reagisce in difesa dei propri diritti.
E’ necessario continuare a dare forti segnali, perché pare che l’opinione dei cittadini non emerga e non venga presa inconsiderazione. Ritengo che quest’indifferenza da parte delle istituzioni sia ingiusta e preoccupante, soprattutto a seguito di un atto così grave come la violenza incendiaria subita dai manifestanti, che sono liberi cittadini e non terroristi da abbattere. Spero che sitorni ad un rispetto delle regole di civiltà che un Paese come il nostro dovrebbe possedere e mantenere”.