Segnalerei tre punti significativi, il primo dei quali è di strettissima attualità, e non richiede ulteriori commenti rispetto a quelli che trovate negli altri post del blog: la mia “segnalazione”; per così dire, al Parlamento e all’Europa sulla vicenda della Tav (sulla quale per altro continuerò, come ovvio, a informarvi nei prossimi giorni).
Secondo punto: sono stato eletto (nominato: il posto, per altro, “toccava” a un deputato dell'Alde, il gruppo dei liberali, del quale l’Idv fa parte) vicepresidente di Eurolat – l’assemblea interparlamentare del Parlamento europeo e dei Parlamenti Latino-americani. Sinora, a riunirsi è stato il bureau di questo “parlamento” (tutta l'assemblea, composta da 50 membri, si riunisce solo una volta all'anno). Il bureau è un gruppo più ristretto, una ventina di membri circa, e si è riunito a fine ottobre a Panama. Al centro dei dibattiti, la situazione in Honduras: sia come componente europea (in modo più deciso), sia come bureau di Eurolat, abbiamo 1) preso posizione contro il colpo di stato di Micheletti ai danni di Zelaya, 2) ascoltato la segretaria di Stato del deposto Zelaya, 3) appoggiato una risoluzione finale che chiedeva, per le elezioni imminenti, tenutesi poi a gennaio, garanzie internazionali (http://www.europarl.europa.eu/intcoop/eurolat/documents/declarations/honduras2009/794942en.pdf). Gli interessati potranno seguire l’evoluzione dei nostri sforzi sulla situazione in Honduras (e sulle materie trattate dalla nostra assemblea) alla pagina http://www.europarl.europa.eu/intcoop/eurolat/default_en.htm, che contiene tutti i documenti adottati non da Eurolat ma dall’Unione europea tutta. A parte la relativa inefficacia delle decisioni, difetto tipico di tutte le istituzioni sopranazionali, Eurolat è importante per i contatti con l´America Latina; io mi sto occupando di creare un piano per incontrare colleghi latino-americani nei prossimi mesi, a cominciare da cubani e venezuelani.
Terzo punto, le audizioni dei Commissari designati nella nuova commissione Barroso.
Si sono svolte nella settimana scorsa (11-16 gennaio). Io ho partecipato all'audizione del commissario alla Ricerca e della commissaria alla Cultura. Si rivolgono domande, preannunciate, e il commissario designato risponde, dopo di che le commissioni competenti danno un parere sulla sua nomina. Non si sentono cose clamorose, nel senso che le domande sono soprattutto modi per segnalare pubblicamente problemi che si vuole il commissario tenga presenti: l'unico commissario non approvato negli ultimi anni di legislatura del 2004, se non sbaglio, è stato Buttiglione per la sua posizione sui gay (ma come avrete visto, anche questa seconda commissione Barroso vedrà una “rinuncia”). L'audizione della signora Vassiliou, di cui avete letto in questo blog, è stata abbastanza pacifica. Le ho chiesto se era possibile che l'Unione agisse sugli stati membri per migliorare e portare a un livello standard europeo le forme di assistenza al diritto allo studio, borse, residenze universitarie, prestiti d'onore, ecc. Ho suggerito (un vecchio cavallo di battaglia, ma che continua a restare di attualità) che si potrebbe adottare una specie di “Maastricht delle università europee”: se le università dei vari paesi non garantiscono certi standard (numero di borse in una certa percentuale su numero di studenti; e così numero di collegi, di biblioteche, ecc.), si potrebbe non riconoscere i loro titoli a livello europeo. La Commissaria ha promesso che presenterà la questione al prossimo incontro dei ministri dell'istruzione in occasione del decennale del "processo di Bologna". Altra questione su cui ho attirato l'attenzione della Vassiliou è il predominio dei prodotti dell'industria culturale statunitense nel cinema, tv, audiovisivi, ecc., in Europa. Ha promesso che terrà d'occhio la questione, per promuovere di più la nostra produzione di industria culturale, che è anche campo di competenza del commissario ai media e alla comunicazioni. In genere, il filo conduttore del dibattito con Vassiliou è stato istruzione-ricerca-innovazione; ma anche, nello specifico: mobilità di studenti e professori tra le scuole e le università europee (per esempio, per insegnare – anche nelle scuole medie – potrebbe essere richiesto di aver fatto almeno un periodo all'estero); attenzione speciale a gruppi particolarmente sfavoriti, come i bambini immigrati, ecc. (avrei voluto parlare dei carcerati, ma sarei stato immediatamente zittito, perché la politica carceraria è dominio riservato degli stati membri...). La commissaria si è anche impegnata a promuovere le scelte dei giovani verso facoltà-"titoli", per così dire, sia in relazione ai rapporti con le aziende, sia per orientarli verso le scienze dure (pare che troppo pochi studino fisica, chimica, ecc.); e invece a sgonfiare un po' la bolla delle professioni "finanziarie", popolari fino ad ora ma disastrose dopo la crisi bancaria. Questo delle scienze dure e del riorientamento degli studenti verso di esse, sfatando i miti della finanza, è stato anche un leit motiv della presentazione del commissario alla ricerca e innovazione, che vorrebbe vedere associata più spesso la parola “verde” a quella di “industria”.
Secondo punto: sono stato eletto (nominato: il posto, per altro, “toccava” a un deputato dell'Alde, il gruppo dei liberali, del quale l’Idv fa parte) vicepresidente di Eurolat – l’assemblea interparlamentare del Parlamento europeo e dei Parlamenti Latino-americani. Sinora, a riunirsi è stato il bureau di questo “parlamento” (tutta l'assemblea, composta da 50 membri, si riunisce solo una volta all'anno). Il bureau è un gruppo più ristretto, una ventina di membri circa, e si è riunito a fine ottobre a Panama. Al centro dei dibattiti, la situazione in Honduras: sia come componente europea (in modo più deciso), sia come bureau di Eurolat, abbiamo 1) preso posizione contro il colpo di stato di Micheletti ai danni di Zelaya, 2) ascoltato la segretaria di Stato del deposto Zelaya, 3) appoggiato una risoluzione finale che chiedeva, per le elezioni imminenti, tenutesi poi a gennaio, garanzie internazionali (http://www.europarl.europa.eu/intcoop/eurolat/documents/declarations/honduras2009/794942en.pdf). Gli interessati potranno seguire l’evoluzione dei nostri sforzi sulla situazione in Honduras (e sulle materie trattate dalla nostra assemblea) alla pagina http://www.europarl.europa.eu/intcoop/eurolat/default_en.htm, che contiene tutti i documenti adottati non da Eurolat ma dall’Unione europea tutta. A parte la relativa inefficacia delle decisioni, difetto tipico di tutte le istituzioni sopranazionali, Eurolat è importante per i contatti con l´America Latina; io mi sto occupando di creare un piano per incontrare colleghi latino-americani nei prossimi mesi, a cominciare da cubani e venezuelani.
Terzo punto, le audizioni dei Commissari designati nella nuova commissione Barroso.
Si sono svolte nella settimana scorsa (11-16 gennaio). Io ho partecipato all'audizione del commissario alla Ricerca e della commissaria alla Cultura. Si rivolgono domande, preannunciate, e il commissario designato risponde, dopo di che le commissioni competenti danno un parere sulla sua nomina. Non si sentono cose clamorose, nel senso che le domande sono soprattutto modi per segnalare pubblicamente problemi che si vuole il commissario tenga presenti: l'unico commissario non approvato negli ultimi anni di legislatura del 2004, se non sbaglio, è stato Buttiglione per la sua posizione sui gay (ma come avrete visto, anche questa seconda commissione Barroso vedrà una “rinuncia”). L'audizione della signora Vassiliou, di cui avete letto in questo blog, è stata abbastanza pacifica. Le ho chiesto se era possibile che l'Unione agisse sugli stati membri per migliorare e portare a un livello standard europeo le forme di assistenza al diritto allo studio, borse, residenze universitarie, prestiti d'onore, ecc. Ho suggerito (un vecchio cavallo di battaglia, ma che continua a restare di attualità) che si potrebbe adottare una specie di “Maastricht delle università europee”: se le università dei vari paesi non garantiscono certi standard (numero di borse in una certa percentuale su numero di studenti; e così numero di collegi, di biblioteche, ecc.), si potrebbe non riconoscere i loro titoli a livello europeo. La Commissaria ha promesso che presenterà la questione al prossimo incontro dei ministri dell'istruzione in occasione del decennale del "processo di Bologna". Altra questione su cui ho attirato l'attenzione della Vassiliou è il predominio dei prodotti dell'industria culturale statunitense nel cinema, tv, audiovisivi, ecc., in Europa. Ha promesso che terrà d'occhio la questione, per promuovere di più la nostra produzione di industria culturale, che è anche campo di competenza del commissario ai media e alla comunicazioni. In genere, il filo conduttore del dibattito con Vassiliou è stato istruzione-ricerca-innovazione; ma anche, nello specifico: mobilità di studenti e professori tra le scuole e le università europee (per esempio, per insegnare – anche nelle scuole medie – potrebbe essere richiesto di aver fatto almeno un periodo all'estero); attenzione speciale a gruppi particolarmente sfavoriti, come i bambini immigrati, ecc. (avrei voluto parlare dei carcerati, ma sarei stato immediatamente zittito, perché la politica carceraria è dominio riservato degli stati membri...). La commissaria si è anche impegnata a promuovere le scelte dei giovani verso facoltà-"titoli", per così dire, sia in relazione ai rapporti con le aziende, sia per orientarli verso le scienze dure (pare che troppo pochi studino fisica, chimica, ecc.); e invece a sgonfiare un po' la bolla delle professioni "finanziarie", popolari fino ad ora ma disastrose dopo la crisi bancaria. Questo delle scienze dure e del riorientamento degli studenti verso di esse, sfatando i miti della finanza, è stato anche un leit motiv della presentazione del commissario alla ricerca e innovazione, che vorrebbe vedere associata più spesso la parola “verde” a quella di “industria”.
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