Articolo 115 del regolamento
Sophia in 't Veld, Renate Weber, Sonia Alfano, Nathalie Griesbeck, Baroness Sarah Ludford, Marietje Schaake, Leonidas Donskis, Cecilia Wikström, Gianni Vattimo, Adina-Ioana Vălean, Marielle De Sarnez, Ramon Tremosa i Balcells, a nome del gruppo ALDE
Oggetto: Crescenti minacce alla libertà d'informazione e alla libertà dei media negli Stati membri dell'UE e intervento previsto dalla Commissione
Dopo la Repubblica Ceca e l'Italia, anche l'Ungheria, l'Estonia e la Romania stanno vagliando severe restrizioni alla libertà d'informazione e dei mezzi di comunicazione, volte ad attribuire ai governi il potere di determinare i contenuti, censurare la critica e aumentare il loro controllo sui media. In Ungheria, un disegno di legge del governo prevede la costituzione di un "Consiglio dei media", sostenuto dal governo, per controllare i mezzi d'informazione pubblici, il cui leader sarà nominato dal Primo ministro. In Estonia, il parlamento sta discutendo una nuova proposta di legge che costringe i giornalisti a rivelare le loro fonti e commina multe ai giornali in caso di sospetta intenzione di pubblicare "informazioni potenzialmente dannose". In Romania, il Consiglio supremo di difesa ha trasmesso al parlamento per un'azione legislativa la nuova strategia di difesa nazionale, che prende di mira "il fenomeno delle campagne mediatiche commissionate, volte a denigrare le istituzioni dello Stato diffondendo false informazioni sulle loro attività". Sono state sollevate preoccupazioni anche per quanto riguarda la revisione della normativa sulla radiodiffusione pubblica. Giornalisti e editori ungheresi, estoni e rumeni, sostenuti dai loro omologhi in altri paesi europei, hanno criticato tali iniziative definendole come attacchi alla libertà dei media nei loro rispettivi paesi, che riportano pericolosamente indietro nel passato.
Ritiene la Commissione che siffatti disegni di legge siano compatibili con le norme europee sulla libertà d'informazione e la libertà dei media, sancite dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, dall'articolo 10 della CEDU e dalla relativa giurisprudenza, nonché dall'articolo 6 del TUE?
Non ritiene la Commissione che la libertà dei media sia un elemento fondamentale della democrazia, che l'Unione europea e le sue istituzioni devono tutelare, anche, se del caso, attivando l'articolo 7 del trattato sull'Unione europea?
Quali misure intende la Commissione adottare per assicurare l'applicazione corretta e completa di tutta la legislazione pertinente nei settori del mercato interno, della politica audiovisiva, della concorrenza, delle telecomunicazioni, degli aiuti statali, dell'obbligo del servizio pubblico e dei diritti fondamentali?
Quando sarà pubblicata la comunicazione sugli indicatori del pluralismo dei media (annunciata per il 2010) e quali saranno le prossime tappe? In particolare, intende la Commissione proporre una revisione della direttiva "Televisione senza frontiere" affinché includa la libertà e il pluralismo dei media?
Dopo la Repubblica Ceca e l'Italia, anche l'Ungheria, l'Estonia e la Romania stanno vagliando severe restrizioni alla libertà d'informazione e dei mezzi di comunicazione, volte ad attribuire ai governi il potere di determinare i contenuti, censurare la critica e aumentare il loro controllo sui media. In Ungheria, un disegno di legge del governo prevede la costituzione di un "Consiglio dei media", sostenuto dal governo, per controllare i mezzi d'informazione pubblici, il cui leader sarà nominato dal Primo ministro. In Estonia, il parlamento sta discutendo una nuova proposta di legge che costringe i giornalisti a rivelare le loro fonti e commina multe ai giornali in caso di sospetta intenzione di pubblicare "informazioni potenzialmente dannose". In Romania, il Consiglio supremo di difesa ha trasmesso al parlamento per un'azione legislativa la nuova strategia di difesa nazionale, che prende di mira "il fenomeno delle campagne mediatiche commissionate, volte a denigrare le istituzioni dello Stato diffondendo false informazioni sulle loro attività". Sono state sollevate preoccupazioni anche per quanto riguarda la revisione della normativa sulla radiodiffusione pubblica. Giornalisti e editori ungheresi, estoni e rumeni, sostenuti dai loro omologhi in altri paesi europei, hanno criticato tali iniziative definendole come attacchi alla libertà dei media nei loro rispettivi paesi, che riportano pericolosamente indietro nel passato.
Ritiene la Commissione che siffatti disegni di legge siano compatibili con le norme europee sulla libertà d'informazione e la libertà dei media, sancite dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, dall'articolo 10 della CEDU e dalla relativa giurisprudenza, nonché dall'articolo 6 del TUE?
Non ritiene la Commissione che la libertà dei media sia un elemento fondamentale della democrazia, che l'Unione europea e le sue istituzioni devono tutelare, anche, se del caso, attivando l'articolo 7 del trattato sull'Unione europea?
Quali misure intende la Commissione adottare per assicurare l'applicazione corretta e completa di tutta la legislazione pertinente nei settori del mercato interno, della politica audiovisiva, della concorrenza, delle telecomunicazioni, degli aiuti statali, dell'obbligo del servizio pubblico e dei diritti fondamentali?
Quando sarà pubblicata la comunicazione sugli indicatori del pluralismo dei media (annunciata per il 2010) e quali saranno le prossime tappe? In particolare, intende la Commissione proporre una revisione della direttiva "Televisione senza frontiere" affinché includa la libertà e il pluralismo dei media?
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