Vi segnalo due appuntamenti ai quali parteciperò lunedì, al Circolo dei Lettori di Torino (Via Bogino, 9).
Alle 18 presento Eugenio Trias, uno dei massimi filosofi spagnoli, che terrà una conferenza su "La imaginacion sonora: musica y filosofia del limite" (con traduzione consecutiva). Si tratta dell'incontro che inaugura il convegno "Pensar en espanol", in programma il giorno dopo alla Facoltà di Lingue.
Dopo cena, alle 21, le parti si invertono e sarò io a essere presentato e "interrogato" dal collega e amico Federico Vercellone, per il ciclo "Filosofi incontrano filosofi" (Società filosofica italiana). Il titolo che ho scelto per la serata è "Oltre il pensiero debole" e finirò inevitabilmente a parlare di politica e di attualità. Qui sotto trovate una breve presentazione di questo secondo appuntamento, al quale ovviamente siete tutti invitati.
Comunicato stampa
Si rinnova l’appuntamento con il ciclo «Filosofi incontrano filosofi», organizzato dalla Società filosofica italiana (SFI, sede di Torino-Vercelli). Lunedì 12 aprile alle ore 21, presso il Circolo dei Lettori di Torino, si incontreranno e discuteranno Gianni Vattimo (professore emerito all’Università di Torino ed europarlamentare) e Federico Vercellone (professore ordinario di Estetica, a Torino). Il titolo della serata sarà «Oltre il pensiero debole».
Il pensiero debole è una lettura della storia dell’occidente, sotto il segno dell’emancipazione dalla violenza e dai dogmatismi. Un quadro ricco tuttavia di luci e ombre, in cui accanto ai processi di liberazione e democratizzazione si incontrano forme sempre nuove di fondamentalismo e di imposizione di verità “metafisiche”. Il pensiero debole diventa così un progetto «politico», che ha al centro la lotta contro i dogmatismi e il riscatto delle memorie dei «deboli».
Presentazione
Il pensiero debole è una lettura della storia culturale dell’occidente, nei termini di un indebolimento delle strutture forti che ne costituiscono il fondamento. Le società contemporanee, con i loro esiti democratizzanti e di abbandono delle tradizioni religiose, esprimono questo processo in numerosi contesti, sotto il segno di un’emancipazione dell’uomo dalla violenza e dai dogmatismi. Tuttavia, quello tracciato dal pensiero debole è un quadro necessariamente ambiguo, ricco di luci e ombre, in cui accanto ai processi di liberazione ed emancipazione si incontrano forme sempre nuove di fondamentalismo e di «metafisica». Il pensiero debole diventa così, al tempo stesso, un progetto «politico» che, a partire da queste tendenze generali, propugna una filosofia attenta alle prospettive aperte dalla secolarizzazione, dal pluralismo e dal superamento delle ingiustizie sociali nei confronti dei «deboli» della storia.
Riflettere oggi sul pensiero debole e oltre i suoi esiti significa anche questo: interrogarsi sulla portata storica del nichilismo, sui processi politici di liberazione delle minoranze e sulle resistenze dogmatiche che in ogni senso compongono ancora i nostri edifici valoriali.
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