Vattimo: "Quelle parole non mi stupiscono, segno della sua doppia morale"
La Repubblica, 3 novembre 2010. Intervista di Vera Schiavazzi
TORINO “Le parole di Berlusconi? Non mi stupiscono. Sono un atto grave di discriminazione "razziale" che, ahimè, rischia di essere condiviso da molti”. Gianni Vattimo, filosofo, europarlamentare, da anni impegnato sul fronte dei diritti degli omosessuali dopo il proprio coming out ma anche cattolico dichiarato, commenta così le ultime dichiarazioni del premier.
Vattimo, in che cosa consiste la gravità dell'ultimo scandalo che investe il premier?
Per quanto mi riguarda non certo nei suoi costumi personali, quanto in una difficoltà a gestirli che lo porta a violare leggi e regole. E a predicare una "doppia morale" che purtroppo è assai diffusa sia nel paese sia nelle gerarchie cattoliche.
A quale doppiezza si riferisce?
Al fatto che frequentare minorenni del sesso opposto sarebbe lecito per un uomo, mentre non lo è quando si preferiscono giovani dello stesso sesso. Questa ambiguità è incoraggiata da una parte della chiesa, che per anni ha coperto la pedofilia ma pubblicamente continua a condannare l'omosessualità.
Uscite come questa sono una novità nella "comunicazione" di Silvio Berlusconi?
No. Fanno parte di uno strisciante razzismo sempre presente, mancava che il premier aggiungesse "meglio correr dietro alle ragazze che essere negri".
Che effetto fanno battute simili, sul piano personale, a chi dalle discriminazioni deve difendersi?
Paradossale. Mi viene da rimpiangere l’Italia democristiana degli anni Cinquanta. Preferivo vivere in quel paese che in questo.
Gli Italiani sono ancora disposti, secondo lei, a "perdonare" queste uscite?
Uscite come questa sono una novità nella "comunicazione" di Silvio Berlusconi?
No. Fanno parte di uno strisciante razzismo sempre presente, mancava che il premier aggiungesse "meglio correr dietro alle ragazze che essere negri".
Che effetto fanno battute simili, sul piano personale, a chi dalle discriminazioni deve difendersi?
Paradossale. Mi viene da rimpiangere l’Italia democristiana degli anni Cinquanta. Preferivo vivere in quel paese che in questo.
Gli Italiani sono ancora disposti, secondo lei, a "perdonare" queste uscite?
Di più, molti le condivideranno. Ma non per questo si può continuare ad accettare che il governo sia guidato da una persona che fa e dice cose inaccettabili. Se Berlusconi si limitasse a praticare privatamente comportamenti poco morigerati, al massimo potrebbe vergognarsene quella parte dei suoi elettori che invece si astiene dal farlo. Così invece la cosa ci riguarda tutti, perché per coprire le sue manie il premier chiama le questure, provoca la violazione di norme, crea disparità tra i cittadini.
Il "razzismo strisciante" verso le minoranze parte da Berlusconi?
Certamente no. È difficile dire se la volgarità che oggi dilaga sia stata promossa dai suoi media, o dove sia cominciata. Ma certamente ha anche fare con i media che il premier possiede.
Come reagire?
Chiedendo che se ne vada, spingendo per nuove elezioni subito. Forse, una crisi etica di queste proporzioni può essere uno choc salutare per l’Italia.
Il "razzismo strisciante" verso le minoranze parte da Berlusconi?
Certamente no. È difficile dire se la volgarità che oggi dilaga sia stata promossa dai suoi media, o dove sia cominciata. Ma certamente ha anche fare con i media che il premier possiede.
Come reagire?
Chiedendo che se ne vada, spingendo per nuove elezioni subito. Forse, una crisi etica di queste proporzioni può essere uno choc salutare per l’Italia.
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