Gli umanisti diffidano in genere delle pretese di validità assoluta avanzate dalle scienze sperimentali. Ora Laurent Ségalat, genetista del Cnr francese, analizza, in un pamphlet di gustosa lettura, le pecche dei sistemi di legittimazione che vigono nel mondo scientifico. "La scienza malata?" (Cortina, pp. 158, e 13,50) è di grande attualità anche perché, nella foga di "aziendalizzare" ricerca e insegnamento universitari, si va a caccia di criteri capaci di valutare i risultati anche in campi che sembrano sfuggire a valutazioni oggettive: che punteggio si sarebbe assegnato, in un concorso per fondi pubblici, alla "Critica della ragion pura"?
Ségalat mostra quanto sia determinante il peso dei canali che forniscono legittimazione ai risultati della ricerca. Le riviste più prestigiose decidono sulla base di giudizi di comitati di esperti condizionati da interessi estranei al puro amore della verità. La malattia di cui soffre la scienza dipende dall'affermarsi di uno spirito di competizione che favorisce frettolosità, falsificazione e plagio, o promuovendo (con finanziamenti pubblici) ricerche di corto respiro che piacciono a comitati poco rispettosi dei ritmi più lenti di cui avrebbe bisogno una scienza innovativa.
ISBN: 9788860303486
Editore: Cortina Raffaello
1 commento:
E la storiografia? No, dico, non c'è nessuno che rilevi lo stato servile (eufemismo) in cui versa la disciplina, perlomeno per quanto attiene ad un ben preciso argomento (evento chiave del 900)? Argomento di cui in questi giorni si propone la messa al bando dell'indagine critica ...
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