Ecco il testo della proposta di risoluzione comune che abbiamo presentato in occasione del dibattito sulla libertà d'informazione in Italia e nell'Unione Europea. Sapete perfettamente come è andata a finire: per soli tre voti, la proposta è caduta. Nelle lapidarie parole di un'agenzia di stampa,
Bruxelles, 21 ott. - (Adnkronos/Aki) - Doppia bocciatura oggi, da parte del Parlamento europeo, nei confronti di due mozioni opposte sulla libertà d'informazione in Italia presentate dal centrodestra e dal centrosinistra (Idv e Pd).
Con uno scarto di soli tre voti l'Europarlamento, riunito in plenaria a Strasburgo, ha bocciato la proposta di risoluzione presentata dall'Italia dei Valori e dal Pd che esprimeva preoccupazione per la situazione della libertà di stampa in Italia. Su un totale di 686 voti, i sì sono stati 335, i no 338, gli astenuti 13. L'esito del voto è stato accolto da esplosioni di giubilo tra i banchi del centrodestra. Il Parlamento europeo ha respinto anche una risoluzione avanzata dai gruppi del centrodestra, anzitutto il Ppe, in cui si afferma che in Italia non vi è alcuna minaccia alla libertà d'informazione. Il testo era stato avanzato in 'risposta' alla risoluzione preparati da Pd e Idv che invece lanciano un allarme sulla situazione della libertà di stampa nel Paese.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
PE 428.696/01
RC-B7-0090/2009
19 ottobre 2009
presentata a norma dell'articolo 110, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione della proposta di risoluzione presentata dai gruppi:
Verts/ALE (B7‑0090/2009)
GUE/NGL (B7‑0092/2009)
S&D (B7‑0093/2009)
ALDE (B7‑0094/2009)
sulla libertà d'informazione in Italia e nell'Unione europea
Monika Flašíková Beňová, Claude Moraes, David-Maria Sassoli a nome del gruppo S&D
Niccolò Rinaldi, Sonia Alfano, Luigi de Magistris, Sophia in 't Veld, Jeanine Hennis-Plasschaert, Sarah Ludford, Sylvie Goulard, Renate Weber, Ivo Vajgl, Louis Michel, Olle Schmidt, Johannes Cornelis van Baalen, Giommaria Uggias, Gianni Vattimo, Vincenzo Iovine, Pino Arlacchi a nome del gruppo ALDE
Daniel Cohn-Bendit, Judith Sargentini, Raül Romeva i Rueda, Rebecca Harms a nome del gruppo Verts/ALE
Lothar Bisky, Rui Tavares, Patrick Le Hyaric, Willy Meyer, Cornelis de Jong, Alf Svensson, Nikolaos Chountis a nome del gruppo GUE/NGL
Risoluzione del Parlamento europeo sulla libertà d'informazione in Italia e nell'Unione europea
Bruxelles, 21 ott. - (Adnkronos/Aki) - Doppia bocciatura oggi, da parte del Parlamento europeo, nei confronti di due mozioni opposte sulla libertà d'informazione in Italia presentate dal centrodestra e dal centrosinistra (Idv e Pd).
Con uno scarto di soli tre voti l'Europarlamento, riunito in plenaria a Strasburgo, ha bocciato la proposta di risoluzione presentata dall'Italia dei Valori e dal Pd che esprimeva preoccupazione per la situazione della libertà di stampa in Italia. Su un totale di 686 voti, i sì sono stati 335, i no 338, gli astenuti 13. L'esito del voto è stato accolto da esplosioni di giubilo tra i banchi del centrodestra. Il Parlamento europeo ha respinto anche una risoluzione avanzata dai gruppi del centrodestra, anzitutto il Ppe, in cui si afferma che in Italia non vi è alcuna minaccia alla libertà d'informazione. Il testo era stato avanzato in 'risposta' alla risoluzione preparati da Pd e Idv che invece lanciano un allarme sulla situazione della libertà di stampa nel Paese.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
PE 428.696/01
RC-B7-0090/2009
19 ottobre 2009
presentata a norma dell'articolo 110, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione della proposta di risoluzione presentata dai gruppi:
Verts/ALE (B7‑0090/2009)
GUE/NGL (B7‑0092/2009)
S&D (B7‑0093/2009)
ALDE (B7‑0094/2009)
sulla libertà d'informazione in Italia e nell'Unione europea
Monika Flašíková Beňová, Claude Moraes, David-Maria Sassoli a nome del gruppo S&D
Niccolò Rinaldi, Sonia Alfano, Luigi de Magistris, Sophia in 't Veld, Jeanine Hennis-Plasschaert, Sarah Ludford, Sylvie Goulard, Renate Weber, Ivo Vajgl, Louis Michel, Olle Schmidt, Johannes Cornelis van Baalen, Giommaria Uggias, Gianni Vattimo, Vincenzo Iovine, Pino Arlacchi a nome del gruppo ALDE
Daniel Cohn-Bendit, Judith Sargentini, Raül Romeva i Rueda, Rebecca Harms a nome del gruppo Verts/ALE
Lothar Bisky, Rui Tavares, Patrick Le Hyaric, Willy Meyer, Cornelis de Jong, Alf Svensson, Nikolaos Chountis a nome del gruppo GUE/NGL
Risoluzione del Parlamento europeo sulla libertà d'informazione in Italia e nell'Unione europea
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sull'Unione europea, in particolare gli articoli relativi al rispetto, alla promozione e alla protezione dei diritti fondamentali, e visti gli articoli 6, 22, 43, 49, 83, 87, 95 e 151 del trattato CE,
– visti l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e l'articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, concernenti la libertà di espressione e d'informazione e il diritto al pluralismo dei media,
– vista la direttiva 2007/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2007, che modifica la direttiva 89/552/CEE del Consiglio relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive,
– visto il documento di lavoro della Commissione europea sul pluralismo dei mezzi d'informazione negli Stati membri dell'Unione europea (SEC(2007)0032),
– visti l'approccio in tre tappe in tema di pluralismo dei media definito dalla Commissione e lo studio indipendente realizzato per conto di essa dall'Università Cattolica di Lovanio – ICRI, dalla Central European University – CMCS e dalla International Business School di Jönköping – MMTC, in collaborazione con la società di consulenza Ernst & Young Belgium, ultimato nel 2009,
– vista la sua risoluzione del 25 settembre 2008 sulla concentrazione e il pluralismo dei mezzi d'informazione nell'Unione europea[1],
– vista la sua risoluzione del 22 aprile 2004 sui rischi di violazione, nell'UE e particolarmente in Italia, della libertà di espressione e di informazione[2],
– viste le dichiarazioni della Commissione e la discussione svoltasi in Aula l'8 ottobre 2009,
– visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
– visto il trattato sull'Unione europea, in particolare gli articoli relativi al rispetto, alla promozione e alla protezione dei diritti fondamentali, e visti gli articoli 6, 22, 43, 49, 83, 87, 95 e 151 del trattato CE,
– visti l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e l'articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, concernenti la libertà di espressione e d'informazione e il diritto al pluralismo dei media,
– vista la direttiva 2007/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2007, che modifica la direttiva 89/552/CEE del Consiglio relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive,
– visto il documento di lavoro della Commissione europea sul pluralismo dei mezzi d'informazione negli Stati membri dell'Unione europea (SEC(2007)0032),
– visti l'approccio in tre tappe in tema di pluralismo dei media definito dalla Commissione e lo studio indipendente realizzato per conto di essa dall'Università Cattolica di Lovanio – ICRI, dalla Central European University – CMCS e dalla International Business School di Jönköping – MMTC, in collaborazione con la società di consulenza Ernst & Young Belgium, ultimato nel 2009,
– vista la sua risoluzione del 25 settembre 2008 sulla concentrazione e il pluralismo dei mezzi d'informazione nell'Unione europea[1],
– vista la sua risoluzione del 22 aprile 2004 sui rischi di violazione, nell'UE e particolarmente in Italia, della libertà di espressione e di informazione[2],
– viste le dichiarazioni della Commissione e la discussione svoltasi in Aula l'8 ottobre 2009,
– visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che l'Unione europea garantisce e promuove la libertà di espressione e d'informazione quale sancita dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e dall'articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, per le quali la libertà dei mezzi d'informazione il pluralismo rappresentano un requisito essenziale, e considerando che tali diritti comprendono la libertà di opinione e la libertà di ricevere e di comunicare informazioni senza ingerenza né pressioni da parte delle autorità pubbliche,
B. considerando che, nonostante i ripetuti inviti del Parlamento europeo a varare una direttiva sul pluralismo dell'informazione e la concentrazione dei media, la Commissione non ha inserito tali tematiche nella revisione della direttiva "Televisione senza frontiere", impegnandosi invece a definire un piano specifico in tre tappe sulla questione, consistente nell'elaborazione di un documento di lavoro (presentato nel 2007), nella definizione di indicatori del grado di pluralismo (contenuti in uno studio indipendente pubblicato nel luglio 2009) e in una proposta di comunicazione su tali indicatori (prevista solo per il 2010),
C. considerando che il Parlamento europeo ha più volte invitato la Commissione, con varie risoluzioni, a promuovere azioni per garantire il pluralismo e ovviare al problema della concentrazione dei mezzi d'informazione, a presentare con urgenza una comunicazione sulla salvaguardia del pluralismo dei media e sulla loro concentrazione negli Stati membri e a completare con urgenza il quadro regolamentare con una proposta di direttiva su tali temi, fondata sulla base giuridica chiaramente prevista dai trattati,
D. considerando che vi sono segnali indicanti che in vari Stati membri il pluralismo dei media è sotto attacco; considerando che, nella sua relazione annuale sulla libertà di stampa, l'organizzazione Freedom House ha collocato l'Italia al 73esimo posto della classifica e menzionato anche la situazione critica di Romania e Bulgaria; considerando che anche l'Alto rappresentante dell'OSCE per la libertà dei mezzi d'informazione ha espresso preoccupazione per la situazione in Italia in una lettera inviata il 20 settembre alle autorità italiane e alla Federazione nazionale della stampa italiana,
E. considerando che, negli ultimi mesi, in Italia i motivi di preoccupazione sono aumentati a causa del perdurante conflitto di interessi relativo alla proprietà di mezzi d'informazione da parte del Presidente del Consiglio e al controllo politico esercitato da quest'ultimo sui principali media, sia pubblici che privati, incluso il controllo della ripartizione delle risorse pubblicitarie; considerando che il governo interferisce pesantemente nel servizio televisivo pubblico, in particolare in relazione alla definizione dei programmi e alle nomine di direttori, redattori e giornalisti, il che si ripercuote sul pluralismo dei mezzi d'informazione, come indicato dal principale istituto di monitoraggio dei media in Italia, l'Osservatorio di Pavia; considerando che il Presidente del Consiglio italiano ha avviato azioni legali contro alcuni quotidiani italiani ed europei ed ha chiesto recentemente che i portavoce della Commissione europea si astengano dal fornire qualsiasi informazione,
1. è convinto che la libertà di ricevere e comunicare informazioni senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche nonché il pluralismo dei media, principi sanciti entrambi dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali, siano tra i fondamenti su cui poggia l'Unione europea e costituiscano elementi essenziali della democrazia; ribadisce che l'Unione ha l'obbligo politico e giuridico di garantire ai suoi cittadini – nei settori di sua competenza – il rispetto di tali diritti;
2. reputa necessario correggere qualsiasi anomalia rappresentata da conflitti d'interessi tra potere politico, potere economico e potere dei mezzi d'informazione e dalla concentrazione del controllo, diretto o indiretto, sui media pubblici e privati; sottolinea la necessità di garantire, in tutti gli Stati membri, che gli operatori pubblici siano indipendenti e non siano soggetti a ingerenze da parte delle autorità governative;
3. è particolarmente preoccupato per la situazione in Italia e ritiene che ciò potrebbe avere conseguenze per l'Europa intera e che l'inerzia dell'UE indebolirebbe la sua credibilità quanto alla fissazione di parametri in materia di diritti fondamentali nell'ambito delle sue relazioni esterne nonché nel processo di adesione;
4. deplora la pressione e le intimidazioni esercitate dalle autorità governative italiane nei confronti di testate italiane ed europee, appoggia la richiesta rivolta dal Rappresentante dell'OSCE alle autorità italiane di porre immediatamente fine a tali pressioni e giudica indebita qualsiasi ingerenza delle autorità pubbliche nella libertà d'informazione allo scopo di controllare il servizio pubblico televisivo;
5. ribadisce, a questo proposito, che il quadro legislativo dell'UE in materia di pluralismo e concentrazione dei media resta inadeguato e che è dunque urgente che l'Unione si avvalga delle proprie competenze nei settori del mercato interno, della politica audiovisiva, della concorrenza, delle telecomunicazioni, degli aiuti di Stato, dell'obbligo di servizio pubblico e dei diritti fondamentali dei cittadini per definire quanto meno le condizioni minime essenziali che tutti gli Stati membri devono rispettare per assicurare, garantire e promuovere la libertà d'informazione e un livello adeguato di pluralismo dei media; chiede in tale contesto alla Commissione di investigare sul rischio di trust e concentrazioni nel settore dei mezzi d'informazione nell'Unione europea;
6. sollecita la Commissione a presentare con urgenza una proposta di direttiva sulla concentrazione dei mezzi d'informazione e la protezione del pluralismo, coinvolgendo pienamente il futuro Commissario responsabile per i diritti fondamentali, avendo prima definito, in una comunicazione sulla questione, una serie di indicatori adeguati per determinare il livello di pluralismo dell'informazione e di indipendenza dei media del servizio pubblico, in linea con quanto più volte richiesto dal Parlamento e annunciato dalla Commissione stessa;
7. incarica le sue commissioni competenti e l'Agenzia per i diritti fondamentali di seguire la questione e di riferire in Aula in merito alla libertà d'informazione e alla concentrazione e al pluralismo dei media nell'UE;
8. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Consiglio d'Europa, ai governi e ai parlamenti nazionali degli Stati membri, all'Agenzia per i diritti fondamentali e all'OSCE.
[1] Testi approvati, P6_TA(2008)0459.
[2] GU C 104 E del 30.4.2004, pag. 1026.
[1] Testi approvati, P6_TA(2008)0459.
[2] GU C 104 E del 30.4.2004, pag. 1026.
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