Occorre che tutti siamo vicini a Pino Masciari, imprenditore e testimone di giustizia che ha permesso di condannare pericolosi ’ndranghetisti e diversi collusi. Masciari non vive più nella sua terra, la Calabria, da dodici anni.
Per questioni burocratiche, essendo sotto protezione, non ha potuto vedere sua madre, se non prima che morisse. La scorta di Stato gli viene data e revocata in modo illogico. Nonostante una recente sentenza del Tar del Lazio in suo favore, non gli è assicurata adeguata protezione. Ora, ha annunciato lo sciopero della fame e della sete. Inizierà il prossimo 7 aprile, davanti al Quirinale.
Se è arrivato a questo gesto estremo, significa che non si sente sicuro e, prima di tutto, compreso. Io non vorrei trovarmi nelle sue condizioni. Un uomo che con grande coraggio denuncia la feroce criminalità in Calabria non può essere vittima d’una scelta giusta ed esemplare.
Se viene abbandonato, nessuno vorrà più denunciare pressioni e controlli delle mafie sulle imprese e sulla vita democratica.
Mi appello alla politica, alla società civile e ai tanti giovani che si impegnano nell’antimafia: impediamo che Masciari venga eliminato dalla mancanza di tutela e, anzitutto, da un isolamento che può essergli fatale.
Come filosofo e politico, esprimo a lui e alla sua famiglia, che sta patendo un disumano esilio forzato, senza peraltro riservatezza, la mia più sincera solidarietà e vicinanza. Anche io sono amico di Pino Masciari.
Torino, 3 aprile 2009
Gianni Vattimo
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