di Gianni Vattimo
Vattimo e Cardile |
D’accordo, molti di coloro che hanno letto il mio post sul blog del Fatto dei giorni scorsi ne hanno
rilevato il tono leggermente (?) nichilistico. E mi rimproverano di non
dire nulla sul che fare immediatamente, anzitutto in relazione alle elezioni
del 25 maggio. Come ho scritto nel blog, l’ultima idea che avevo coltivato era
di candidarmi con il mio partito, IdV, alle elezioni regionali. Idea che non si
è concretata, per le ragioni che ho esposto. Quanto al che fare, rimango
convinto che mentre è molto problematico raggiungere l’impossibile – e forse
incostituzionale – quorum del 4 per cento per il Parlamento Europeo, IdV ha
sicuramente buone chance di entrare in consiglio regionale (del resto proprio questo mi hanno rimproverato i
più malevoli commenti al mio blog: attaccarsi a una poltroncina meno difficile da raggiungere). Ebbene, avrei
ricominciato volentieri dalla politica locale. Non si dimentichi che, dopo
esser stato sconfitto alle elezioni europee nel 2004, mi candidai alla carica
di sindaco di un comune calabro, San Giovanni
In Fiore. E lì era difficile accusarmi di avidità di stipendi - c’era la
stessa volontà di ora di non abbandonare del tutto la politica.